giovedì 17 ottobre 2024

Riproposizioni (6 ottobre 2008) - Un aforisma al giorno - La verità oscilla ma resta in piedi.

È facile essere pazzi; è facile essere eretici; è sempre facile lasciare che un’epoca si metta alla testa di qualche cosa, difficile è conservare la propria testa; è sempre facile essere modernisti, come è facile essere snob. Cadere in uno dei tanti trabocchetti dell’errore e dell’eccesso, che, da una moda all’altra, da una setta all’altra, sono stati aperti lungo il cammino storico del Cristianesimo – questo sarebbe stato semplice. E’ sempre semplice cadere; c’è una infinità di angoli a cui si cade, ce n’è uno soltanto a cui ci si appoggia. Perdersi in un qualunque capriccio, dallo Gnosticismo alla Christian Science, sarebbe stato ovvio e banale. Ma averli evitati tutti è l’avventura che conturba; e nella mia visione il carro celeste vola sfolgorante attraverso i secoli, mentre le stolide eresie si contorcono prostrate, e l’angusta verità oscilla ma resta in piedi.


Gilbert Keith Chesterton, Ortodossia.


Il post originale è in questo collegamento:

https://uomovivo.blogspot.com/2008/10/un-aforisma-al-giorno-75.html



mercoledì 16 ottobre 2024

Chesterton è attuale - Riproposizioni - 11 ottobre 2007 - da Tempi del 30 agosto 2007. "Berlicche" usa Chesterton...

L'11 ottobre 2007, cioè ben diciassette anni fa, segnalavamo questo passaggio dal settimanale Tempi. Era tratta dalla rubrica "Berlicche", tenuta da un solerte emulo del Berlicche di C. S. Lewis:


«Sfuggito inspiegabilmente ai nostri chesterton-hounds, cani dai sottilissimi sensi che colgono odore, sapore, riflessi, ciccia e rumore di chestertonismo, vi segnaliamo questo bell'articolo uscito su Tempi dello scorso 30 agosto 2007.


Berlicche parla dei "dubbi" di Madre Teresa e usa anzi bestemmia Chesterton, ma guardate come...


Mio caro Malacoda, ho apprezzato l'entusiasmo con cui ti sei buttato sulle lettere di Madre Teresa di Calcutta in cui confessava la sua "notte oscura", consigliando giornalisti a destra e a manca per un adeguato sfruttamento delle medesime ai fini della nostra causa. Ma ti devo correggere. Primo perché l'entusiasmo non è sentimento che un diavolo possa permettersi (è cosa che ha a che fare con il calore per Dio, mentre noi dobbiamo mantenerci freddi), secondo perché l'argomento della "notte oscura" è per noi controproducente. Perché tu lo capisca ti invito a leggere questa pagina di quel maledetto convertito inglese che ci ha procurato tanti problemi, Chesterton.


Il seguito lo trovate cliccando il titolo dell'articolo.


Bello. Grazie a... "Berlicche". Chesterton è sempre più attuale.


Torniamo a pubblicare Chesterton, editori svegli e intelligenti!»


Qui sotto il post originale:

https://uomovivo.blogspot.com/2007/10/chesterton-attuale-12.html



lunedì 14 ottobre 2024

L’arcivescovo di Zagabria cita tre volte Chesterton.


 L'arcivescovo di Zagabria ha citato tre volte Chesterton nell'omelia di venerdì. In occasione dell'accoglienza delle reliquie delle ferite di San Francesco nella basillica di Sant'Antonio da Padova a Zagabria il prelato ha celebrato la Santa Messa e ha pensato bene durante l’omelia di ridestare l’attenzione sul Poverello d’Assisi grazie alle parole di Chesterton (in verità alcune delle righe più belle: la prima citazione è una delle migliori intuizioni sul San Francesco d'Assisi, quando Chesterton illustra il passaggio da uomo buono a santo, la seconda riguarda la coscienza dell’immensità del debito verso Dio da parte di San Francesco e il paradosso della gratitudine che ne deriva, la terza è la singolarità della “buona notizia” del peccato originale).

Dražen Kutleša (1968) è l’arcivescovo in questione, in carica dal 2023.

https://www.zg-nadbiskupija.hr/homilija-nadbiskupa-kutlese-prigodom-dolaska-relikvije-krvi-svetog-franje-asiskoga-o-800-obljetnici-primanja-stigmi/25163#_ednref5

domenica 13 ottobre 2024

Un aforisma al giorno ma tratto da Aretusa...

Aretusa fu una rivista letteraria e culturale uscita tra il 1944 e il 1946. Ebbe una vita breve inversamente proporzionale al respiro degli scopi che si prefisse, scopi di educazione del popolo dell'Italia liberata, di difesa della libertà e della democrazia, di interesse civile. Vi trovarono spazio gli scritti, oltre a quelli del Nostro Eroe, di Giorgio Bassani, Benedetto Croce, William WeaverCorrado AlvaroWalter BinniUgo FoscoloLeone GinzburgNatalia GinzburgVitaliano BrancatiAndré BretonItalo Calvino, Delio CantimoriAldo Capitini, Giorgio Caproni, Giosuè CarducciPericle FazziniFederico García Lorca, GoetheGerard Manley HopkinsJames JoyceCarlo LeviEugenio MontaleAlberto MoraviaGeno PampaloniCesare PaveseGiaime PintorMarco PoloRilkeCarlo Salinari, Jean-Paul SartreIgnazio SilonePaul ValéryElio Vittorini, per citare solo alcuni.

La sua vita fu comunque breve.

Detto questo, veniamo al dunque. Pangea, la "rivista avventuriera di cultura & idee", il 17 agosto 2022 ha riesumato questo brano di Chesterton, inserito nella rubrica "Note e documenti" del numero 2 di Aretusa.

Lo scritto è un estratto dal libro su Charles Dickens del 1906, ed è un mosaico di alcuni stralci del capitolo intitolato "The Dickens Period".

Ve lo propongo come ulteriore conferma della considerazione tutt'altro che trascurabile di cui godeva Chesterton in quei tempi nella nostra patria.

Marco Sermarini




UNA DELLE CONSEGUENZE - Dirette e certe dell'idea che tutti gli uomini sono uguali è il produrre immediatamente uomini grandi. Uomini superiori, direi, senonché l'eroe considera se stesso grande, non superiore. Cosa che ci è stata nascosta, negli ultimi tempi, da una sciocca venerazione di uomini sinistri ed eccezionali, uomini privi di cameratismo o di ogni virtù comunicativa. Questo tipo di Cesare esiste: un grande uomo che fa che tutti gli uomini si sentano piccoli. Ma il vero grande uomo è quello che fa sì che ogni uomo si senta grande.

Carlyle uccise gli eroi; dopo di lui non se n'è più avuti. Uccise l'eroico (che egli sinceramente amava) costringendo ogni uomo a farsi questa domanda: «Sono forte o debole?» La risposta di ogni onest'uomo (sì, anche di Cesare o Bismarck) sarebbe certamente: «debole». Egli chiedeva candidati per un aristocrazia definita, di uomini che potessero tenersi coscientemente sopra i proprii compagni. Ne fece, per così dire, la richiesta pubblicitaria; promise loro gloria, onnipotenza. Essi non sono ancora apparsi né appariranno...

Ma noi, del periodo postcarlyliano, siamo divenuti difficili in fatto di grandi uomini. Ogni uomo esamina se stesso, ogni uomo esamina il suo vicino per vedere se essi o lui si adeguino esattamente alla linea che si è tracciata della grandezza. La risposta è naturalmente: « no ». E più d' un uomo che avrebbe potuto essere un profeta maggiore è contento di chiamarsi un ‹poeta minore›. Siamo difficili da soddisfare e di scarsa fede. Possiamo a stento credere che esista quel che è un grande uomo. Essi (nel diciottesimo secolo) potevano a stento credere che vi fosse quel che si chiama un piccolo uomo. Ma noi non facciamo se non pregare che i nostri occhi possano contemplare la grandezza, invece di pregare che i nostri cuori ne siano riempiti. Cosí, per esempio, il Partito Liberale (al quale io appartengo) nel suo periodo di esilio andava dicendo ‹ Oh, se avessimo un Gladstone » e simili. Era un andar sempre chiedendo di essere rinforzati dall'alto, invece di rinforzarci noi stessi dal basso con la nostra speranza, e con la nostra collera e con la nostra gioventù. Ognuno attendeva un capo. Ogni uomo dovrebbe aspettare un'opportunità di guidare.

Se un dio discenderà sulla terra, esso discenderà innanzi agli occhi dei valorosi. Le nostre proteste e le nostre litanie non valgono nulla; le nostre lune nuove ed i nostri sabbati sono delle abominazioni. Il grande uomo verrà quando tutti ci sentiremo grandi, non quando tutti noi ci sentiamo piccoli. Egli apparirà in un qualche splendido momento in cui tutti sentiremo che potremmo• fare a meno di lui. G. K. CHESTERTON

sabato 12 ottobre 2024

Chesterton in altre parole - Enrico Caprile su Treccani.


Lottò contro l’egoismo e il convenzionalismo findesiècle, e contro la nuova generazione impregnata di quelle idee, perché fosse iniziata un’epoca di sincerità e di virilità, nei limiti d’una morale e d’una tradizione bene intesa. Iniziato il suo pensiero politico come liberale, si staccò dal liberalismo e fondò quel distribuzionalismo, al quale è legato anche il suo grande amico e compagno Hilaire Belloc.

Enrico Caprile, voce Chesterton, Gilbert Keith, Enciclopedia Treccani, 1931.


venerdì 11 ottobre 2024

Come si scrive un giallo e Il bello del brutto, editi da Sellerio. Le pagine dell'editore.





Sellerio è una casa editrice siciliana che ha all'attivo due libri di Chesterton da molto tempo, uno è Come si scrive un giallo e l'altro è Il bello del brutto.

Il primo, come molti sapranno, è una raccolta di saggi scelti sull'argomento del giallo, di cui uno è assurto al ruolo di title track, per dirla alla maniera dei critici di musica pop e rock. Ecco cosa ne dice la pagina dell'editore:

"Chesterton apre questa raccolta di scritti, a metà tra il saggio critico e la divagazione sul poliziesco, con una doppia ironia: che nel giallo «la tecnica è tutto» e che lui stesso «ha scritto alcuni dei peggiori gialli del mondo». Se fosse vero non esisterebbe Padre Brown, le cui avventure sono tutt'altro che l'applicazione di una mera tecnica, e ancor meno tra i peggiori gialli del mondo. Si tratta infatti di due paradossi presi a pretesto per entrare, nel modo leggero e denso di umorismo che gli era proprio, in una polemica contro i detrattori del genere, coloro che consideravano inesistente «il giallo di qualità come un diavolo buono», ed erano probabilmente allora la maggior parte della opinione pubblica colta. Un'impresa alla quale Chesterton si accinge spiegando come si scrive un giallo, come si lavora nella officina del mistero e della sorpresa, e intrattenendosi su alcuni dei migliori artefatti. Ma in realtà parlando di come un giallo si debba leggere, come scoprirne la qualità, come cedere al suo incanto razionale senza cadere nel vizio della serialità. «Il giallo è un gioco che il lettore gioca con l'autore» e «differisce da ogni altro racconto in questo: che il lettore è contento solo se si sente scemo». Ragion per cui si può essere buoni lettori di gialli solo se non si è scemi".

Il resto è qui:

https://sellerio.it/it/catalogo/come-si-scrive-un-giallo/keith-chesterton/666

L'altro libro è invece Il bello del brutto, che è diventato per la casa editrice un titolo di lungo corso, visto che è in stampa dal 1985, il che mi sembra un bel record ed una dimostrazione di fiducia verso l'opera di un autore che in quell'epoca era ancora in quella fase di oblio di cui spesso si è parlato da questo rullo compressore chiamato blog. Esso è The Defendant, oggi tradotto anche come L'imputato, anzi riscoperto e tradotto con questo titolo anche dall'editore Lindau. Entrambi i titoli hanno forte attinenza con il libro: il primo perché, seppur allontanandosi dalla traduzione letterale, ne rende il senso o una parte di esso; il secondo perché è l'espressione italiana più vicina al termine usato dall'autore.

Qui sotto la pagina dedicata al libro da Sellerio:

https://sellerio.it/it/catalogo/Bello-Brutto/Keith-Chesterton/1680

giovedì 10 ottobre 2024

È tornato il Diario Chesterton con i suoi aforismi!

È tornato il Diario Chesterton che riporta tantissimi suoi aforismi! Può essere usato come agenda o diario perpetuo perché non ha i giorni della settimana prefissati.

L'essenziale è che ha i suoi aforismi e il Nostro Eroe in copertina!

Per acquisti www.pumpstreet.it e info@pumpstreet.it

Un aforisma al giorno - Ridipingere sempre la vecchia insegna bianca.

…Tutto il conservatorismo si basa sull’idea che se lasciate le cose tranquille, le lasciate come stanno. Tuttavia non è così. Se lasciate una cosa tranquilla, la lasciate esposta a un torrente di cambiamenti. Se evitate di toccare un’insegna bianca, in poco tempo diventerà nera. Se volete a tutti costi che rimanga bianca, dovete sempre stare lì a dipingerla. E, vale a dire, dovete sempre avere una rivoluzione. In breve, se volete la vecchia insegna bianca, dovete avere una nuova insegna bianca.

Gilbert Keith Chesterton, Ortodossia.