«In verità sono un hobbit (in tutto meno che nell'altezza). Mi piacciono i giardini, gli alberi e le campagne non meccanizzate. Fumo la pipa e gradisco il cibo buono e semplice. […] Vado a letto tardi e mi alzo tardi (quando possibile). Non viaggio molto».
Quella di J. R. R. Tolkien è la delicata (e ironica) testimonianza di un uomo appassionatamente innamorato della propria terra. Per il professore di Oxford, infatti, i piccoli abitanti della Contea rappresentano «la rustica popolazione inglese […], di taglia ridotta perché essa riflette la portata generalmente limitata della loro immaginazione, non la scarsa portata del loro coraggio o della loro forza latente». Allo stesso modo, come Tolkien scrisse nel 1956 in una lettera al suo editore, la Contea «è basata sull'Inghilterra contadina», e la sua toponomastica è una sorta di parodia di quella reale.
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