mercoledì 31 dicembre 2008

Chesterton è attuale - 25 - L'Uomo che fu Giovedì su Nonsolocinema.com

Da Nonsolocinema.com

"L’UOMO CHE FU GIOVEDÌ" DI G. K. CHESTERTON
VERITÀ E MENZOGNA: IL MONDO SECONDO CHESTERTON
di Elisa De Marchi

Pubblicato martedì 30 dicembre 2008 - NSC anno V n. 7

Una vicenda incredibile, al limite tra sogno e realtà, che ruota attorno ad una società segreta di anarchici. Tutto comincia con un bizzarro invito da parte del poeta Lucian Gregory; il protagonista, Gabriel Syme, lo accetta, scettico: “la sua proposta è talmente idiota che non può essere rifiutata”. Inizia così un’avventura folle e avvincente, che terrà il lettore col fiato sospeso, fino all’ultima pagina.
L’uomo che fu Giovedì è uno dei romanzi più famosi di Gilbert Keith Chesterton, che fu giornalista e scrittore fertilissimo. Tutti i suoi scritti si caratterizzano per un umorismo brillante e per la forza del paradosso, ma soprattutto, in quest’opera, ha espresso la sua particolare visione del mondo, una visione che diventa via via sempre più assurda, eppure chiara e condivisibile. La storia di questa cospirazione anarchica, capeggiata dalla misteriosa figura di Domenica, mette in dubbio ogni certezza: non c’è fatto o affermazione che non venga, subito dopo, smentito; non c’è personaggio che non indossi una o più maschere. Verità e menzogna si inseguono e si confondono, anzi, di più: sono la stessa cosa.

La trama è intensa e ben progettata; i numerosi dialoghi, le scene d’azione, i passaggi di riflessione filosofica si susseguono in maniera armoniosa; il lettore si immedesima subito nel protagonista, con lui fugge disperatamente da Domenica, con lui indaga sulla sua vera identità. L’opera offre molteplici spunti di riflessione ma è anche, semplicemente, un bellissimo romanzo. Ambientato in una Londra misteriosa e surreale, siamo coinvolti nei progetti di un gruppo anarchico governato dall’ideale di un mondo nuovo, libero dal giogo delle tradizioni e della religione; il Consiglio Centrale Anarchico si compone di sei uomini ben distinti e, allo stesso tempo, molto simili tra loro, che rappresentano il filosofo, il poeta, il candido, il sognatore, lo scettico e l’ottimista. Syme, infiltratosi nell’organizzazione, tenterà di fermare la rivoluzione già pronta, scoprendo al suo fianco nemici imprevisti e amici ancora più inaspettati.

Una lettura davvero piacevole, una favola grottesca che, attraverso i meccanismi dell’assurdo, si fa rivelatoria (“un paradosso è il mezzo più utile per aprire gli occhi del mondo a una verità negletta” ripeteva spesso l’autore). Nulla è stabile, sicuro, comprensibile: ogni personaggio è in lotta con tutti gli altri, in un turbine intricato di sospetti, paure, inganni. Salvo scoprire, alla fine, che remavano tutti nella stessa direzione, che combattevano, senza saperlo, per lo stesso ideale. Non è semplicemente un libro, è una rivelazione: mette a nudo la verità, benché questa sfugga ai tentativi di fissarla e definirla. Ma Chesterton ci riesce. Pagine indimenticabili per il loro surrealismo, per l’atmosfera irreale, i luoghi noti e allo stesso tempo irriconoscibili, gli eventi illogici, contraddittori. E’ proprio questo che conquista nell’opera di Chesterton: la capacità di trasportarci, in poche pagine, in un quadro di Magritte. O in un sogno.

Gilbert Keith Chesterton, L’uomo che fu Giovedì, Bompiani, Milano, 2007, pp. 240, euro 7,80.

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