giovedì 31 agosto 2023

Giovani Idee (Generally Speaking) recensito da Fabio Trevisan.

 

Giovani idee

In questo libro: “Giovani idee” (Edizioni Ares, 2023, pagine 184, € 16,00), si sono raccolti dei brevi e stimolanti saggi (alcuni inediti in italiano) che Gilbert Keith Chesterton scrisse tra il 1922 e il 1928 su: “The Illustrated London News”. Con un invito alla lettura di Andrea Monda, la raccolta di questi incisivi articoli, a cura di Giovanni Maria Molfetta, giovane studioso appassionato chestertoniano, sottolinea quella “felicità di pensare” che ha caratterizzato la statura del grande scrittore londinese. Diviso in tre parti, il libro evidenzia quanto le “giovani idee” chestertoniane, a distanza di quasi un secolo, appaiono fresche e attualizzabili, non solo per gli studiosi in senso stretto del giornalista di Beaconsfield, ma per tutti coloro che abbiano a cuore l’allargamento della ragione e la gioia del pensare con realismo cristiano e senza pregiudizi. Ritendo indispensabile quindi accostarsi alla lettura seguendo alcune direttive che Chesterton spiegò nella sua Autobiografia, riportate correttamente all’inizio del libro dal curatore: “Il solo fatto di avere una mente aperta non significa nulla; l’obiettivo di aprire la mente, come di aprire la bocca, è di chiuderla di nuovo su qualcosa di solido”. Credo che il realismo metafisico e gnoseologico di Chesterton che traspare da questa stupenda e semplice frase, lo ponga indiscutibilmente sulla scia del realismo tomistico, su quel maestro di pensiero che fu per Chesterton l’Aquinate, a cui dedicò un celebre saggio in età matura.


Sul tempo libero e sulle giovani idee


Leggere e cercare di comprendere Chesterton non è mai stato un esercizio facile, in quanto il giornalista-scrittore inglese si preoccupa di farci vedere l’altro lato delle cose, operando quel caratteristico e originale capovolgimento che ha contrassegnato  il suo argomentare e i suoi personaggi dei romanzi: da Innocenzo Smith, Uomovivo, che usa paradossalmente una pistola non già per uccidere (come farebbe l’uomo moderno) ma per far riscoprire la vita a lo stesso celeberrimo Padre Brown, la cui apparenza nascondeva un insospettabile acume (psicologico-teologico) sino a Gabriel Gale, artista-filosofo che rimanda alla stessa duplice natura di Chesterton. Quando si parla di “tempo libero” quindi, esercitando la ragione, non ci si dovrebbe mai confondere con la parola “libertà”: “Uno schiavo può avere molte ore libere se il padrone è andato a dormire…tuttavia, dev’essere sempre pronto a lavorare. Il punto, allora, non è tanto che il padrone possiede la sua fatica, ma che possiede il suo tempo”. E, sembra suggerire Chesterton, se gli “schiavi” fossimo noi? Se formulassimo la questione del cosiddetto “tempo libero” in un altro modo, cercando di rispondere alla domanda posta acutamente da lui: “Che tipo di vacanze il sistema generale della società ti permette di avere?”, saremo così sicuri di godere del “tempo libero”? La risposta del grande londinese fa meditare: “Sto solo notando che la struttura della società determina la natura del tempo libero di un uomo quasi quanto la natura del suo lavoro”. Ragionamenti di un secolo fa che si rivelano, come ha sottolineato giustamente Giovanni Molfetta, “giovani e fresche idee” da riutilizzare, da servirsi per affrontare con realismo le vicende del vivere quotidiano. Ancora una volta, in tal senso, il grande Chesterton sale in cattedra e ci illumina: “Così come noi desideriamo che una persona suoni per gusto, allo stesso modo vogliamo che pensi per gusto…il problema di fondo del curioso ambiente culturale in cui ci troviamo è che abbonda di etichette del linguaggio invece che di sviluppi del pensiero…chiedersi dove nasca un ragionamento, valutare dove questo conduca: tutto questo sembra essere un mondo sconosciuto per molti di quelli che, con lieve disinvoltura, usano i toni tipici del dibattito impegnato”. Per sgombrare il campo da ogni possibile equivoco, Chesterton invita a pensare con la propria testa o, per dirla con Giovannino Guareschi, per certi versi il “Chesterton italiano”, a non versare il cervello all’ammasso.


I sentimenti, le emozioni


In Ortodossia, Chesterton aveva descritto la natura dei pazzi razionalisti che avevano perduto ogni contatto con la realtà: “Il pazzo non è colui che ha perso la ragione ma colui che ha perso tutto, tranne la ragione”. La difesa dei sani sentimenti e delle legittime emozioni non solo non contrastano con la “sana ragione” ma permettono di salvaguardare il realismo del senso comune: “Non c’è nulla di illusorio o superficiale nel riconoscere l’importanza delle emozioni che nascono dalle cose, nessuna debolezza nel mostrare sentimenti come questi, nessun realismo nel rinnegarli. Il sentimento è un fatto; per di più un fatto fondamentale”. Tutto si lega, organicamente: sentimenti, ragioni, emozioni, fanno parte della natura della persona umana e tutto deve essere tuttavia compreso ed equilibrato: “Il suo dolore è un puro fatto di natura, concretissimo e immutabile, tanto reale quanto un pezzo di roccia”. Quel grande maestro di pensiero e di vita che è stato Chesterton non smette mai di farci confrontare con la sostanza delle cose per poter coglierne l’irriducibilità nell’universalità, nella semplicità e nella stabilità. Il riconoscere i giusti sentimenti, precisa lo scrittore inglese, non ha nulla a che fare con l’eccesso del sentimentalismo che, al pari della ragione, potrebbe essere usato per celare, manipolare il reale: “Ma è sentimentalismo usare le parole allo scopo di confondere e trascurare, quando invece dovrebbero definire e decidere”. In un altro articolo, Chesterton compara mirabilmente quanto le sane e corrette idee siano scaturite, ad emblema della felicità di pensare, dalla civiltà cristiana occidentale: “Ora, è proprio in fatto di idee che la nostra stessa civiltà ha mostrato tutta la sua grandezza e la sua meraviglia”.


La ricerca del piacere


Si parlava di equilibrio dei sentimenti e delle emozioni per non cadere nell’eccesso del sentimentalismo e dell’emotivismo; anche nella ricerca del piacere legittimo, lungi dal perorare dottrine edonistiche che riverberano un “carpe diem” orizzontale e piatto, Chesterton ci insegna come contenere un piacere, come equilibrare un desiderio, scagliandosi contro quella che era una terribile moda, l’unione di due piaceri contrastanti come gustare una buona cena e, contemporaneamente, un ottimo concerto: “La moda di ascoltare musica ad alto volume durante i pasti nei ristoranti e negli hotel mi sembra un esempio perfetto di quel tentativo caotico di avere tutto subito e fare tutto in una volta. Mangiare, bere e parlare sono giunti a noi, legati insieme tra loro, da una tradizione antica quanto il mondo; ma l’entrata in gioco di questo fattore rovina soltanto gli altri tre”. L’accostamento dei due legittimi piaceri (gustare una cena deliziosa, ascoltare una buona esecuzione musicale) oltre che essere sgradevole, suggerisce Chesterton, uccide la felicità del godere: “Chi permette che i colori del godimento si annullino a vicenda in questo modo può, a rigore di termini, essere chiamato “sicario della gioia”. Ricerca del piacere umano è combinazione quindi di assaporare la grandezza ma con equilibrio, centellinando un bicchiere di vino, gustando lentamente le pietanze. La buona musica abbisogna di un ascolto attento per poter essere mischiata con i dolci sapori della cucina! Con la combinazione estrema di questi piaceri accavallati si ottiene, secondo Chesterton, l’esatto contrario: l’annullamento del piacere.


Il senso della meraviglia


La duplice natura in Chesterton, già menzionata, di artista e filosofo, permette di introdurci su quel “senso della meraviglia” che appartiene al senso comune di tutte le persone. Solo coloro che rifiutano di essere naturalmente un po’ artisti e un po’ pensatori negano di meravigliarsi dinanzi al mistero della realtà delle cose. Gilbert Keith Chesterton afferma il contrario e difende tutta la natura dell’uomo (la ragione, i sentimenti, le emozioni, la meraviglia implicita): “La dignità di un artista consiste nel suo compito di mantenere vivo nel mondo il senso della meraviglia”. La “felicità di pensare” attinge dal rapporto con il creato, dal suo misterioso essere che spalanca alla gioia e allo stupore dinanzi alle cose. Si comprende come quel segreto terribile del cristiano (già difeso in Ortodossia) sia la gioia, che nasce dalla gratitudine di una creatura che ha intravisto all’opera il Creatore, di Colui che vide che ogni cosa creata era buona. Ottima agli occhi di Dio, meraviglia e gioia ai nostri occhi!


Conclusioni


Ha fatto bene Giovanni Maria Molfetta a presentarci questa raccolta di brevi saggi e articoli di inizio ‘900 di Chesterton. Il grande scrittore londinese non lo si può affatto confinare nei romanzi, nei saggi, va letto e meditato a lungo anche in questi articoli quotidiani, ove lascia trasparire la potenza e la gioia di pensare, la sua originalità di “essere nel mondo”, ma “non del mondo”. Chesterton ci invita a non prendere drammatiche scorciatoie del pensiero e ci vuole sorprendere perché lui stesso è folgorato e stupito dinanzi al mistero delle cose. Ecco che così quel suo felice pensiero di un secolo fa può aiutarci a capire il senso della nostra esistenza oggi, facendo sì che quelle apparenti vecchie idee siano giovani e fresche ai nostri occhi e, quel che più conta, agli occhi di Dio!


FABIO TREVISAN

mercoledì 30 agosto 2023

Questo elenco di riviste è impressionante.

The Illustrated London News, The Daily News, The American Mercury, The American Review, Avon Fantasy Reader, Best Seller Mystery Magazine, The Bookman, The Century Magazine Chronicles, Collier's Weekly, Commonweal, The Forum, The Harpers Monthly, The Living Age, McClure's Magazine, The New Republic, The North American Review, The Outlook, The Saturday Evening Post, The Saturday Review...


Sono solo alcune delle riviste con cui Chesterton collaborò o a cui fornì episodicamente articoli, o a cui concesse i diritti di pubblicare parti di sue opere (come il Padre Brown, per intenderci).


Scavando qua e là, mi sono imbattuto in un archivio che ne mostra alcune (quelle di cui è stato scannerizzato in pdf l'originale cartaceo). Come vedete, questo è un elenco, ma vi garantisco che è parziale.


È impressionante, perché fa solo intuire il lavoro a cui si era costretto Chesterton, la sua mole, l'intensità d'impegno che richiedeva. Gli sforzi di Geir Hasnes e la sua prodigiosa bibliografia - che qualcuno ha voluto giustamente acquistare - sono stati fondamentali, ma credo che potremmo avere sorprese in futuro, se qualcuno continuerà l'opera di ricerca di tutto quello che il Nostro Eroe ha scritto.


Qui sotto voglio darvi un'idea visiva di una delle produzioni che lo rese noto ed apprezzato: le sue collaborazioni al The Bookman, che era una rivista di letteratura ma non solo, a cui era stato richiesto di collaborare con commenti ad opere o più in generale su autori di classici della letteratura inglese. Qui sotto abbiamo la copertina di uno degli opuscoli che venivano ricavati dai suoi articoli o meglio saggi: questo libretto rosso riguarda Thomas Carlyle; più sotto il frontespizio del numero di Aprile 1902.


Marco Sermarini





martedì 29 agosto 2023

Un aforisma al giorno - Idolatria, corruzione, codardia.

L'idolatria si commette non solo creando falsi dei, ma anche falsi demoni; facendo sì che gli uomini abbiano paura della guerra o dell'alcol, o della legge economica, mentre dovrebbero avere paura della corruzione spirituale e della codardia.

Gilbert Keith Chesterton, Illustrated London News, 11 settembre 1909.

NPG x10763; G.K. Chesterton - Portrait - National Portrait Gallery

lunedì 28 agosto 2023

Un aforisma al giorno - Verità e scandalo.

Si può dire la verità; si può evitare lo scandalo; ma non c'è difesa possibile per l'uomo che racconta lo scandalo, ma non dice la verità.

Gilbert Keith Chesterton, Illustrated London News, 18 luglio 1908.

Gilbert Keith Chesterton (29 May 1874 – 14 June 1936)

domenica 27 agosto 2023

Un profilo interessante del Chesterton poeta ed una ragguardevole raccolta delle sue opere poetiche.

Mi sono imbattuto in questo sito internet di poesia che profitto di segnalarvi. Vi ho trovato con molto piacere traccia di Gilbert, come vedrete, ma anche di sua moglie Frances (una sola poesia, How far is it to Bethlehem? che - come sapete - è stata anche messa in musica, e ne trovate traccia in questo blog più e più volte), di Cecil (una sola poesia, France) e di Hilaire Belloc (che gode di un'amplissima pagina a lui dedicata, pari se non maggiore di quella di Chesterton, e viene annoverato come 75° tra i primi 500 poeti).


Mi ha molto colpito il profilo di Chesterton, breve ma appropriato e significativo nelle sue sottolineature, alcune delle quali mi permetto di tradurre per voi qui di seguito:


(...) Uomo dalle opinioni forti e con un enorme talento nel difenderle, la sua personalità esuberante gli permise comunque di mantenere una calda amicizia con persone - come George Bernard Shaw e H. G. Wells - con le quali era in forte disaccordo.


Chesterton non ebbe difficoltà a difendere ciò in cui credeva. Fu uno dei pochi giornalisti ad opporsi alla guerra boera. Il suo Eugenics and Other Evils del 1922 attaccò quella che all'epoca era la più progressista delle idee, l'idea che la razza umana potesse e dovesse allevare una versione superiore di se stessa. Nell'esperienza nazista, la storia ha dimostrato la saggezza delle sue opinioni un tempo "reazionarie"


(...) Durante i giorni bui del 1940, quando la Gran Bretagna era praticamente sola contro la potenza armata della Germania nazista, furono spesso citati questi versi della sua Ballata del cavallo bianco del 1911


Non vi dico nulla per il vostro conforto,

Sì, niente per il vostro desiderio,

se non che il cielo diventa ancora più scuro

E il mare sale più in alto.


Sebbene non siano state scritte per un pubblico di studiosi, le sue biografie di autori e personaggi storici come Charles Dickens e San Francesco d'Assisi contengono spesso brillanti intuizioni sui loro soggetti.


(...) La sua politica si adattava alla sua profonda sfiducia nei confronti della ricchezza concentrata e del potere di qualsiasi tipo. Insieme all'amico Hilaire Belloc e in libri come What's Wrong with the World del 1910, sostenne un punto di vista chiamato "Distributismo", che è meglio riassunto dalla sua espressione che ogni uomo dovrebbe essere autorizzato a possedere "tre acri e una mucca". Sebbene non sia noto come pensatore politico, la sua influenza politica ha fatto il giro del mondo. Alcuni vedono in lui il padre del movimento "piccolo è bello" e si attribuisce a un suo articolo di giornale il merito di aver spinto Gandhi a cercare un nazionalismo "genuino" per l'India. (...)


In Italia abbiamo diverse traduzioni della poesia di Chesterton anche se non sono che una piccola parte: campeggia tra tutte La ballata del cavallo bianco, edito da Raffaelli (ci sono decine di riferimenti a quest'opera nel nostro blog, anche fotografie ai luoghi ove essa è ambientata, non saprei cosa segnalarvi in particolare), e seguono la raccolta La ballata di Santa Barbara, edita da Itaca, Il cavalier pazzo (che trovate quihttps://uomovivo.blogspot.com/2018/12/il-cavaliere-pazzo-una-piacevole-novita.html) e Lepanto, edita da Pathos (per la traduzione in rima di Giulio Mainardi; esiste anche una traduzione di Rodolfo Caroselli, anch'essa rinvenibile nel blog). Ma c'è ancora tanto, tantissimo da tradurre. Dobbiamo considerare che ebbe grande fortuna come poeta e che uno come John Ronald Reuel Tolkien lo preferiva poeta piuttosto che saggista.


Per cui qui sotto trovate le poesie richiamate nel sito e la citata presentazione, degna di particolare nota.


Marco Sermarini

https://allpoetry.com/Gilbert-Keith-Chesterton


Un autografo di Chesterton,
i versi intitolati
"Triolet of the Self-Examining Journalist"


sabato 26 agosto 2023

Un invito per il Falò del 2 Settembre 2023 dai Gruppi Chestertoniani Veronesi!


Il nostro caro amico chestertoniano Roberto Prisco detto Rob ci ha fatto pervenire questo invito, che è ormai una consolidata tradizione, da parte degli amici dei Gruppi Chestertoniani Veronesi, e questo carteggio che volentieri vi giro perché chi vuole possa aderirvi.

Marco Sermarini

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Dal finale di Eretici

Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi d’estate. Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Combatteremo per i prodigi visibili come se fossero invisibili. Guarderemo l’erba e i cieli impossibili con uno strano coraggio. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Finale of Heretics


Fires will be kindled to testify that two and two make four. Swords will be drawn to prove that leaves are green in summer. We shall be left defending, not only the incredible virtues and sanities of human life, but something more incredible still, this huge impossible universe which stares us in the face. We shall fight for visible prodigies as if they were invisible. We shall look on the impossible grass and the skies with a strange courage. We shall be of those who have seen and yet have believed.

Falò di sabato 2 settembre 2023 - Via Nuova, 22 a Quinzano – Verona

Ore 18,30 Arrivo e cena al sacco.

Ore 19,30 Accensione del falò

- lettura dei brani di Chesterton:

quella dell’ordinario da Eretici

quella del proprio commentato dai presenti - snudamento delle spade
- taglio e degustazione del formaggio;

- distribuzione del rum;
- spegnimento del fuoco;

- fumata finale del sigaro ed eventuale ripresa della discussione.

Lettura del proprio del Falò del XX settembre 2023

da “L’Uomo che fu Giovedì” - Primo Capitolo

Io vi dico che, ogni volta arriva un treno in stazione, io sento che esso ha spezzato delle batterie d’assedianti e che l’uomo ha vinto una battaglia contro il caos. Voi dite con tono sprezzante che quando si è lasciata la stazione di Sloane Square si deve arrivare a Victoria: ebbene, io dico che si potrebbero fare mill’altre cose, invece, e che ogni qualvolta pervengo realmente a Victoria ho il senso d’esservi riuscito appena per un pelo. E quando odo l’inserviente gridare la parola “Victoria”, non è questa per me una parola senza significato: per me è il grido d’un araldo che annuncia una conquista. Per me è proprio “Victoria”, è la vittoria di Adamo!

“The Man Who Was Thursday” - Chapter I

“I tell you,” went on Syme with passion, “that every time a train comes in I feel that it has broken past batteries of besiegers, and that man has won a battle against chaos. You say contemptuously that when one has left Sloane Square one must come to Victoria. I say that one might do a thousand things instead, and that whenever I really come there I have the sense of hairbreadth escape. And when I hear the guard shout out the word ‘Victoria,’ it is not an unmeaning word. It is to me the cry of a herald announcing conquest. It is to me indeed ‘Victoria’; it is the victory of Adam.”

venerdì 25 agosto 2023

Letture: Il San Francesco di Chesterton, amorevole, impetuoso, colmo di sogni | Caterina Maniaci su Acistampa.

Un ragazzo con ambizioni e sogni da inseguire, in un mondo che, a dispetto di quel che genericamente si crede  o di come ce lo hanno spiegato e “insegnato”, era molto più grande e dagli orizzonti molto più ampi di quel che possiamo immaginare, un  Medioevo che  quel ragazzo impetuoso, amorevole, colmo di sogni  riuscirà ad ampliare e modificare, con la forza di una fede realmente capace di smuovere le montagne. San Francesco “raccontato alle donne e agli uomini di poca fede che lo hanno in simpatia” è un breve saggio-racconto-meditazione e in parte, naturalmente, anche biografia. dallo stile inimitabile e inconfondibile di Gilbert Keith Chesterton, pubblicato nel 1923, poco dopo il suo passaggio al cattolicesimo, ma la figura del santo di Assisi aveva attratto lo scrittore fin dall’infanzia, come lui stesso racconta.

Ora Terra Santa Edizioni  pubblica, anche in formato e-book, una  seconda edizione del libro. Nell’invito alla lettura che apre il libro, Natale Benazzi, che con Adele Di Giovanni ha tradotto il testo, scrive: “Questo libro di Chesterton autore che il pubblico italiano meno giovane conosce più per le riduzioni televisive dei Racconti di Padre Brown, e che il più giovane ignora quasi completamente, è un piccolo gioiello che sarebbe un peccato dimenticare. È un piccolo gioiello almeno per tre motivi: perché racconta di san Francesco con lo sguardo tipico dello scrittore londinese, mescolando altissima cultura a non brevi sorrisi; perché sfida lo scetticismo di molti, di fronte a quelle vite così particolari e ‘laterali’ che sono quelle dei santi; perché ci obbliga a non dimenticare la ragione, anche e soprattutto quando ci mettiamo a narrare della fede”.

Il resto qui sotto:

https://www.acistampa.com/story/letture-il-san-francesco-di-chesteron-amorevole-impetuoso-colmo-di-sogni

giovedì 24 agosto 2023

Un aforisma al giorno - Eresie, mode, umori...

Una moda o un'eresia è l'esaltazione di qualcosa che, anche se vero, è di natura secondaria o temporanea contro le cose essenziali ed eterne, quelle che si dimostrano sempre vere a lungo termine. In breve, è la contrapposizione dell'umore alla mente.

Gilbert Keith Chesterton, William Blake.

William Blake : Chesterton, G. K. (Gilbert Keith), 1874-1936 : Free ...

martedì 22 agosto 2023

"If you didn't seem to be hiding, nobody hunted you out" ossia "Se non sembrava che ti stessi nascondendo, nessuno ti dava la caccia." - a 101 anni dalla morte di Michael Collins, eroe dell'indipendenza irlandese e chestertoniano.

Abbiamo parlato più volte di Michael Collins, che fu l'attore principale dell'indipendenza d'Irlanda; vale la pena tornare su di lui oggi 22 Agosto 2023 nella ricorrenza della sua morte, durante un viaggio nel West Cork, sua terra d'origine, esattamente a Beal na Blath, dove si era recato per cercare la pace e far cessare la guerra civile in atto tra i sostenitori del Trattato di pace con Regno Unito e la fazione ribelle contraria al trattato.

Vale la pena di ricordarlo perché è vero che egli si fece profondamente ispirare da Chesterton e dalle sue opere nel condurre la sua guerra d'indipendenza.


Michael Collins, noto anche col nomignolo "Big Fella".

Qui sotto trovate alcuni dei post che negli anni abbiamo stilato per ricordare quest'uomo e le sue frequentazioni letterarie e come esse abbiano influenzato la storia di un popolo:


Lo scorso anno segnalammo un articolo uscito su Catholic Arena, un sito internet irlandese, che abbiamo deciso di tradurre per voi, perché dà molte notizie sulla personalità di questo nostro collega chestertoniano, e ci fa scoprire anche la figura bellissima di Frank Duff.

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Mentre l'Irlanda ricorda Michael Collins nel centenario della sua morte, un aspetto dimenticato della sua vita è il suo legame con il cattolicesimo. 

Collins era un cattolico che recitava il rosario, anche se non era così fervente all'esterno come Pearse, DeValera o Plunkett e quindi alcuni lo considerano per nulla religioso. Ma questo non è vero. 

Sua sorella, Helena, si fece suora in Inghilterra. 

In attesa della sua esecuzione, Joseph Mary Plunkett regalò a Collins un libro scritto da un'altra famosa figura cattolica dell'epoca, GK Chesterton. Chesterton non era pienamente cattolico fino a tre settimane prima della morte di Collins, ma i suoi primi scritti mostrano comunque il Sensus Catholicus per cui è noto, "l'apostolo del senso comune". Per coincidenza, fu una proprietaria irlandese di Chesterton a permettere la costruzione di una cappella di fortuna, in modo che egli potesse celebrare la cerimonia lì, dato che non c'era una chiesa cattolica nelle immediate vicinanze.
Tim Pat Coogan, giornalista irlandese
autore di una famosa biografia
di Michael Collins.


Nella sua prefazione alla raccolta di scritti di Collins, Path of Freedom, Tim Pat Coogan scrive: 

Una delle sue idee fondamentali deriva da L'Uomo che fu Giovedì di G. K. Chesterton. Il libro gli fu dato da Joseph Plunkett, suo diretto superiore nel 1916. Plunkett, che stava morendo di tubercolosi, partecipò ai combattimenti e si sposò nella sua cella, dieci minuti prima di affrontare il plotone di esecuzione. Ovviamente qualsiasi reliquia di una tale figura sarebbe stata apprezzata dal suo luogotenente. E Collins apprezzava in particolare il consiglio del capo anarchico nel libro di Chesterton: "se non sembri essere nascosto, nessuno ti darà la caccia". Di conseguenza, Collins non sembrava mai nascondersi. Indossava sempre un buon abito, ben stirato. E di volta in volta, questo giovane uomo d'affari è stato fatto passare indenne attraverso i cordoni della polizia, con le tasche piene di documenti compromettenti. Sembra che sia una legge ferrea per i poliziotti, sia ai tempi di Collins che ai nostri, che non ci si aspetti che i terroristi indossino abiti gessati e colletti e cravatte puliti.

 Non era la prima volta che Collins si imbatteva negli scritti di Chesterton. 

Come è emerso, egli fu un lettore devoto di Chesterton, tanto da essere descritto come "fanatico" nel suo attaccamento al Napoleone di Notting Hill, ha scritto James McKay: 

A Dublino, Michael incontrò Sir William Darling, all'epoca nello staff dell'amministrazione britannica nel Castello di Dublino (all'epoca sede del governo britannico a Dublino, oggi sede del municipio, ndr). I due discussero a lungo di libri e scoprirono un interesse comune per i romanzi di G. K. Chesterton. Ne emerse che il preferito di Michael era "Il Napoleone di Notting Hill", e Darling concluse che il giovane irlandese era "quasi fanaticamente attaccato a questo romanzo", come ha raccontato nelle sue memorie, So It Looks to Me, pubblicate nel 1952. 

È incredibile pensare che la morte di Collins e la conversione di Chesterton, due degli eventi più significativi del secolo per i cattolici in Irlanda e in Inghilterra, siano avvenuti a pochi giorni di distanza l'uno dall'altro. È ancora più notevole che l'ultima interazione di Plunkett con Collins fosse legata a Chesterton e servisse da ispirazione per la Guerra d'Indipendenza, dopo la quale Collins avrebbe assunto come segretario il fondatore della Legion of Mary Frank Duff. 

Duff, da sempre attento discernitore, inserì la famosa poesia di Plunkett su Cristo nel manuale della Legione di Maria, letto quotidianamente da milioni di persone in tutto il mondo.

Frank Duff, fondatore della
Legion of Mary
e segretario di Michael Collins.

Se c'è un'opera letteraria che racchiude questo breve ma significativo periodo storico e la genialità di questi uomini e la fede che li ha incoraggiati, è I See His Blood Upon the Rose (Vedo il suo sangue sulla rosa). 

Collins e Plunkett hanno dato il loro sangue per i loro Paesi, Duff ha rinunciato a una promettente carriera di funzionario pubblico e ha visto morire molti legionari nella Cina comunista, nella Corea del Nord e altrove e Chesterton ha visto morire la vita più comoda che avrebbe potuto scegliere come neo-pagano cosmopolita o anglicano rispettabile. 

Che riposino tutti in pace. 

Vedo il suo sangue sulla rosa
E nelle stelle la gloria dei suoi occhi,
Il suo corpo brilla tra le nevi eterne,
Le sue lacrime cadono dai cieli. Vedo il suo volto in ogni fiore;
Il tuono e il canto degli uccelli
non sono altro che la sua voce, e scolpiti dal suo potere
Le rocce sono le sue parole scritte. Tutti i sentieri sono stati tracciati dai suoi piedi,
Il suo cuore forte agita il mare sempre in movimento,
La sua corona di spine è intrecciata con ogni spina,
La sua croce è ogni albero.


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Per terminare questa pagina in memoria di Collins, va segnalata una notizia: circa un mese fa gli è stata dedicata una plaque, ossia un riconoscimento storio, a Londra nel quartiere di Islington, dove per la prima volta Collins si unì al movimento indipendentista segreto Irish Republican Brotherhood (IRB). Qui sotto la foto dell'evento e l'articolo dell'Irish Times:

https://www.irishtimes.com/history/2023/07/17/unveiling-of-plaque-recognises-how-living-in-london-shaped-michael-collins-as-an-irish-revolutionary/



Un aforisma al giorno - Influenze e verifiche.

L'uomo è sempre influenzato da un pensiero di qualche tipo, proprio o altrui; da quello di qualcuno di cui si fida o da quello di qualcuno di cui non ha mai sentito parlare; da pensieri di prima, seconda o terza mano; da leggende esplose o da voci non verificate; ma sempre da qualcosa che ha l'ombra di un sistema di valori e di una ragione di preferenza. L'uomo verifica tutto in base a qualcosa. La questione è se ha mai verificato il test.

Gilbert Keith Chesterton, L'Uomo Comune.




lunedì 21 agosto 2023

Un aforisma al giorno - Due parolette sul razionalismo.

 

Rural Rides, di William Cobbett.


Il razionalismo è un idillio di gioventù. L'età della ragione non ha nulla di particolare, tranne, ahimè, il fatto che precede l'età della prudenza.

Gilbert Keith Chesterton, William Cobbett.


domenica 20 agosto 2023

Un aforisma al giorno - Un po' di storia d'Inghilterra come è andata veramente.

Ci parrebbe piuttosto strano se un profittatore avesse una casa di campagna che si chiamasse "Cattedrale".  Potremmo pensare che sia strano se un agente di cambio avesse costruito una villa e la chiamasse abitualmente "chiesa".  Ma non riusciamo a capire l'assurda blasfemia con cui un riccone occasionale dopo l'altro è riuscito a requisire o acquistare una casa che chiama ancora Abbazia. È proprio come se fosse andato a vivere nella chiesa parrocchiale, avesse fatto colazione sull'altare o si fosse lavato i denti nel fonte battesimale. Questo è il breve e nitido riassunto di ciò che è accaduto nella storia inglese; ma pochi riescono a vederlo così di scorcio o con contorni così netti.

Gilbert Keith Chesterton, William Cobbet.


William Cobbett

venerdì 18 agosto 2023

Un aforisma al giorno.

I buddisti chiamano Budda "Signore della compassione", e penso di cominciare a capire che cosa intendono coloro che sostengono questa teoria quando parlano di "compassione". Mi sembra quasi l'opposto di quel che i cristiani intendono con la parola "carità". La rappresentazione grezza e veloce di questa differenza sta nel fatto che il cristiano ha pietà degli uomini perché muoiono, mentre il buddista ha pietà degli uomini perché vivono. Il cristiano è preoccupato per ciò che nuoce alla vita dell'uomo, mentre il buddista è preoccupato per lui perché è vivo e, in ogni caso, è preoccupato per lui perché è proprio lui.

Gilbert Keith Chesterton, Illustrated London News, 13 ottobre 1923, in Giovani Idee.

giovedì 17 agosto 2023

Mark Williams, il padre Brown della serie tv della BBC: "Sono affascinato dalla confessione.. La Chiesa cattolica è un buon posto dove andare".

Rubiamo palesemente dalla rubrica "Tremendous Trifles" del mensile della Società Chestertoniana Americana, "Gilbert", tenuta dal nostro amico Dale Ahlquist:

Dale ci informa che la rivista dei gesuiti statunitensi America ha recentemente intervistato Mark Williams, l'attore britannico che sta iniziando la sua decima stagione nel ruolo di Padre Brown sulla BBC. Sulla serie abbiamo detto più volte come sia abbastanza lontana dai Racconti e che al più si possa dire che invece sia "ispirata" ad essi. Ma ad ogni modo è interessante leggere quel che segue.

Williams afferma che, anche dopo tanti anni, non si è mai annoiato di interpretare il personaggio di Padre Brown. Inoltre assume che questo ruolo gli abbia dato "un senso singolare di ciò che la Chiesa cattolica ha da offrire". Dice all'intervistatore: "Sono affascinato dalla confessione... Penso che sia straordinaria. A parte la sicurezza della liturgia, penso che la confessione sia il motivo per cui le persone si affogano nella Chiesa cattolica". Quando gli viene chiesto di spiegare questa osservazione, Williams risponde: "È un percorso per uscire da se stessi. Ti dà una via d'uscita: puoi confessarti con qualcuno... stai dicendo grazie e scusa nello stesso edificio". Il che, secondo l'intervistatore, descrive sia una chiesa parrocchiale sia le aspirazioni della Chiesa cattolica stessa. Conclude Williams: "È un buon posto dove andare".

L'attore britannico Mark Williams.
Mark Williams nei panni di Padre Brown.


 

mercoledì 16 agosto 2023

Un aforisma al giorno - L'aforisma dell'altro ieri tradotto.

Lasciate che un uomo cammini costantemente per dieci miglia in una calda giornata estiva lungo una polverosa strada inglese, e scoprirà presto perché la birra è stata inventata. Il fatto che la birra abbia una leggerissima qualità stimolante sarà una delle ragioni più piccole che lo indurranno a chiederla. In breve, non desidererà affatto l'alcol, ma la birra.

Gilbert Keith Chesterton, All Things Considered.

martedì 15 agosto 2023

Oggi è la Solennità di Maria Santissima Assunta e allora parliamo della devozione cavalleresca di Chesterton verso la Madonna.

La statua di cui si parla è questa
e sta nella Chiesa parrocchiale cattolica
di Beaconsfield.


Da una parte parliamo, o meglio è Chesterton che parla, della statua che volle far collocare all'interno della Chiesa parrocchiale del suo paese (a cui destinò anche un lascito post mortem con cui furono costruite la vetrata dedicata a San Francesco d'Assisi e la cappella dei Martiri Inglesi), dall'altra del ruolo determinante della Madonna nella sua conversione al cattolicesimo (sull'argomento qui sul blog c'è molto, c'è anche un tag specifico e diversi post, non ultimo quello relativo al centenario della sua promessa di convertirsi, proprio a Brindisi, il giorno di Pasqua di centotré anni fa).

Buona festa a tutti!

Marco Sermarini


Ho sentito una storia in Irlanda, anni fa, che raccontava di come qualcuno avesse incontrato, tra i rifiuti rocciosi, una bella contadina che portava in grembo un bambino. E quando le fu chiesto il suo nome, lei rispose semplicemente: "Io sono la Madre di Dio, e questo è proprio Lui, ed è il ragazzo che tutti vorrete alla fine". Non ho mai dimenticato questa frase, e me la sono ricordata improvvisamente molto tempo dopo.

Stavo cercando un'immagine della Madonna che volevo donare alla nuova chiesa del nostro paese, e mi fu mostrata una quantità di esemplari molto belli e spesso costosi in uno dei negozi cattolici più famosi e alla moda di Londra... Ma in qualche modo mi sentivo esigente, per la prima volta in vita mia; e sentivo che un tipo era troppo convenzionale per essere autentico e l'altro troppo primitivo per essere popolare... e finii prosaicamente seguendo il padrone al piano superiore, dove c'era una specie di legnaia, piena di pacchi e di cose parzialmente disimballate, e mi sembrò improvvisamente che lei fosse lì, in mezzo a tavole e trucioli e segatura, in piedi nella falegnameria di Nazareth. Dissi qualcosa, e il proprietario rispose in modo piuttosto disinvolto: "Oh, è appena stata disimballata, non l'ho quasi guardata. Viene dall'Irlanda".

Era una contadina ed era una regina. Era scalza come qualsiasi ragazzina irlandese sulle colline; eppure non c'era nulla di puramente locale nella sua semplicità. Non ho mai saputo chi fosse l'artista e dubito che qualcuno lo sappia; so solo che è irlandese, e penso quasi che avrei dovuto saperlo senza che me lo dicessero. Conosco un uomo che cammina per chilometri e chilometri a intervalli regolari per rivisitare la nostra chiesa dove si trova l'immagine. Guarda attraverso la chiesetta con un'intensa serietà in cui c'è qualcosa di infinita giovinezza; e io a volte ho cominciato, come se avessi davvero sentito le parole pronunciate attraverso quel vuoto: "Io sono la Madre di Dio e questo è proprio Lui, ed è Lui il ragazzo che tutti vorrete alla fine".

Gilbert Keith Chesterton, Christendom in Dublin.


Ma se anche la figura (della Madonna) era distante, o era oscura e misteriosa o uno scandalo per i miei contemporanei o una sfida per me, non ho mai dubitato che quella figura fosse la figura della fede; che Ella impersonasse, come un essere umano completo già quando era solo umana, tutto ciò che questa Cosa aveva da dire all’umanità. Nell’istante in cui ricordavo la Chiesa Cattolica, ricordavo Lei; quando cercavo di dimenticare la Chiesa Cattolica, cercavo di dimenticare Lei; quando infine vidi ciò che era più nobile del mio destino, il più libero e il più difficile di tutti i miei atti di libertà, fu dinanzi a una sua piccola immagine, dorata e smagliante, nel porto di Brindisi che promisi che cosa avrei fatto se fossi ritornato in patria.

Gilbert Keith Chesterton, Il pozzo e le pozzanghere.

lunedì 14 agosto 2023

Aforismi in lingua originale - Birra, estate e strade polverose.

Let a man walk ten miles steadily on a hot summer’s day along a dusty English road, and he will soon discover why beer was invented. The fact that beer has a very slight stimulating quality will be quite among the smallest reasons that induce him to ask for it. In short, he will not be in the least desiring alcohol; he will be desiring beer. 

Gilbert Keith Chesterton, All Things Considered.


domenica 13 agosto 2023

Aforismi in lingua originale - Imputazioni pelose.

When people impute special vices to the Christian Church, they seem entirely to forget that the world (which is the only other thing there is) has these vices much more. The Church has been cruel; but the world has been much more cruel. The Church has plotted; but the world has plotted much more. The Church has been superstitious; but it has never been so superstitious as the world is when left to itself.

Gilbert Keith Chesterton, All Things Considered.

sabato 12 agosto 2023

“È bello per noi essere qui…”…

Un aforisma al giorno - Stevenson e la verità.

Penso che i suoi viaggi e capi da doppiare e ritorni rivelino un'idea di fondo, forse persino una dottrina. Eppure, era una dottrina in cui lui stesso forse non credeva, o in ogni caso in cui non credeva di credere. In altre parole, penso che la sua importanza sarà più evidente in relazione a problemi più ampi, che tornano ora a fare capolino alla mente degli uomini; problemi che al nostro tempo sono ancora abbastanza sconosciuti alla maggior parte delle persone e che al tempo di Stevenson erano totalmente ignoti (...). Perché Stevenson aveva l'onestà splendida e squillante di testimoniare, con una voce simile a una tromba a favore di una verità che lui stesso non comprendeva.

Gilbert Keith Chesterton, Robert Louis Stevenson.

venerdì 11 agosto 2023

Un aforisma al giorno - Purezza e puritanesimo, bambini e legno bianco.

Il puritanesimo non aveva in sé alcuna idea di purezza. Potremmo quasi sostenere che nel puritanesimo c'è qualsiasi virtù, eccetto che la purezza. Contemplava l'idea dell'autodisciplina, che è cosa diversa dalla virtù. Non ha immagini di innocenza pura, di quelle cose che sono allo stesso tempo solide e candide, come il gesso o il legno bianco, che i bambini tanto amano.

Gilbert Keith Chesterton, Robert Louis Stevenson.

giovedì 10 agosto 2023

Intervista a Giovanni Molfetta "Chesterton. Giovani idee" | il posto delle parole

Giovanni Molfetta
G. K. Chesterton
"Giovani idee. La felicità di pensare"
Edizioni Ares

https://edizioniares.it

Giovani idee è un'appassionante miscellanea di saggi di G.K. Chesterton: gli articoli vennero pubblicati su The Illustrated London News tra il 1922 e il 1928. Ogni scritto coglie aspetti originali del pensiero che interroga l'uomo di ogni epoca. «In questi articoli troverete tutto e insieme la gioia della scoperta di questo "tutto", la "felicità di pensare" – come recita l'indovinato sottotitolo – e di pensare insieme», scrive Andrea Monda nel suo Invito alla lettura.

Il resto qui sotto:

https://ilpostodelleparole.it/libri/giovanni-molfetta-chesterton-giovani-idee/

Un aforisma al giorno - Invocare l'immaginazione più selvaggia e più alta.

Per cogliere, nell'unico senso ragionevole o possibile, la nota dell'imparzialità, è necessario sfiorare il nervo della novità. Voglio dire che in un certo senso vediamo le cose in modo corretto quando le vediamo per la prima volta. Questo, mi permetto di osservare incidentalmente, è il motivo per cui i bambini hanno generalmente poche difficoltà con i dogmi della Chiesa. Ma la Chiesa, essendo una cosa molto funzionale per lavorare e combattere, è necessariamente una cosa per uomini e non solo per bambini. Per lavorare ci deve essere una grande quantità di tradizione, di familiarità e persino di routine. Finché i suoi fondamenti sono sinceramente avvertiti, questa può anche essere la condizione più sana. Ma quando i suoi fondamenti sono messi in dubbio, come in questo momento, dobbiamo cercare di recuperare il candore e la meraviglia del bambino, il realismo intatto e l'obiettività dell'innocenza. O se non possiamo farlo, dobbiamo almeno cercare di scrollarci di dosso la nube della mera consuetudine e vedere la cosa come nuova, anche solo vedendola come innaturale. Le cose che possono essere familiari finché la familiarità genera affetto è molto meglio che diventino sconosciute quando la familiarità genera rifiuto. Infatti, in relazione a cose così grandi come quelle qui trattate, qualunque sia la nostra opinione su di esse, il rifiuto deve essere un errore. Anzi, il rifiuto deve essere un'illusione. Dobbiamo invocare il tipo di immaginazione più selvaggia e più alta; l'immaginazione che può vedere ciò che c'è.

Gilbert Keith Chesterton, L'Uomo Eterno.

mercoledì 9 agosto 2023

"La felicità di pensare", Chesterton continua a stupirci - Ubaldo Casotto su Il Riformista.

Giovanni Molfetta lo abbiamo avuto con piacere al Chesterton Day 2023. Ecco una recensione del libro che ha curato e presentato:

"La confusione senza freni sul rapporto fra i fini e i mezzi mi sembra oggi il centro dello smarrimento generale in cui ci troviamo". Chesterton lo scrive nel 1926, Giovanni Molfetta, raffinato ricercatore in filosofia, lo traduce, per la prima volta in italiano, nel 2023 ("Giovani idee. La felicità di pensare", Edizioni Ares, 184 pagine, 15 euro). 

Il resto qui sotto (e il libro compratelo da Pump Street! www.pumpstreet.it):



Piacevoli scoperte.

 


Gli amici che giorni fa mi hanno fatto dono del volumetto lillipuziano riproducente il capitolo sulla famiglia di Eretici mi hanno fatto dono di questo libro di lettura per la quinta elementare edito nel 1978.

Sfoglio, non intuendo ma sospettando una presenza… amica. Difatti a pagina 107 trovo una lettura tratta dalle opere del Nostro Eroe! Il titolo è Il tempo e l’eternità. Leggetelo!

Ma chi è l’autore di questa sorpresa, oltre naturalmente i miei cari amici? È un personaggio di cui ci siamo già occupati tempo fa, e ne trovate ampia e circostanziata traccia nel blog (al solito, adoperatevi col motore di ricerca interno in alto a sinistra, facile -- però se volete lo trovate qui, qui, qui, ). Si tratta di Piero Bargellini, sindaco di Firenze e animatore del dibattito culturale cattolico del Novecento: nel 1929 fondò Il Frontespizio, periodico cattolico di cultura e apologetica del quale fu direttore e ispiratore fino al 1938. Carlo Betocchi e Nicola Lisi ne furono tra i primi collaboratori, seguiti poi tra gli altri da Domenico Giuliotti, Giovanni Papini, Mario Luzi, Carlo Bo e don Giuseppe De Luca. Di Lisi, Bo e De Luca trovate traccia in quel blog (qualche riga fa ho indicato solo alcuni dei collegamenti ai post in cui li ritroverete, ma se ripetete la ricerca nome per nome troverete molto di più), come pure ed ampiamente de Il Frontespizio, che ospitò più volte Chesterton (ciò che trovate nel collegamento è solo un esempio) e Belloc (anche qui solo un esempio), considerati le punte di diamante del risveglio culturale cattolico inglese. Osservate cosa dicevano per esempio Giuliotti e Papini di Belloc.

La Società ha acquistato copie dei numeri de Il Frontespizio e de La Ronda proprio per la loro importanza nel testimoniare il rapporto fecondo e forte tra Chesterton, Belloc e l’Italia, prima che tutto ciò andasse stoltamente perso.

Pensate ai bimbi di quell’epoca, avranno letto questo brano… forse avrà lasciato una traccia nei loro cuori come la lasciò indelebile nel mio sette o otto anni prima la visione in tv de I Racconti di Padre Brown. Chissà se qualcuno dei lettori può darne testimonianza…

Grazie ancora, amici, di quest’altro bel regalo, che ci dà modo di riaprire pagine belle e di riscoprire quanto ha fatto Chesterton per l’Italia.




Marco Sermarini