Ciao, Presidente,
mi racconto in breve.
Sono Mario, dopo essermi laureato e specializzato in economia con indirizzo mercati monetari e finanziari sono finito a lavorare in un'azienda di esternazionalizzazione di servizi bancari. Il parolone sta a indicare un lavoro di ufficio in cui si eseguono lavorazioni che le banche non vogliono più fare e li appioppano ad aziende esterne perché costa meno.
In parole ancora più povere: svolgevo un lavoro da bancario senza la remunerazione (e il riconoscimento) del bancario.
Dopo otto anni e sette mesi, esattamente dopo 1982 giorni lavorativi all'interno dell'azienda (che manco a farlo a posta il numero coincide col mio di nascita, sarà stato un segno?) sono letteralmente fuggito da un lavoro che non mi rappresentava più e che mi stava rendendo triste.
Hai presente il film “Le ali della libertà” verso la fine, quando un galeotto viene rilasciato dopo una vita trascorsa in carcere? Stavo diventando “istituzionalizzato”, per dirla alla Morgan Freeman.
Ecco a me stava succedendo la stessa cosa, con le dovute proporzioni.
Ora mi dedico all'azienda agricola che fu di mio nonno.
Mio babbo benché facesse un lavoro di ufficio ha coltivato (è il caso di dirlo) sempre la sua passione per l'agricoltura e l'aria aperta e appena gli impegni lavorativi glielo consentivano, andava in campagna. E' il luogo delle mie vacanze da bambino, appena si poteva con tutta la famiglia ci si trasferiva lì.
A proposito di aria aperta, mio nonno prese il terreno dopo appena tre giorni trascorsi in miniera. Erano gli anni '50 ed evidentemente la miniera non faceva per lui!
Nella mia azienda mi occupo prevalentemente della coltivazione dello zafferano.
In pochi sanno che la Sardegna è la prima regione in Italia per produzione di zafferano, tra l'altro con ottime proprietà aromatiche.
La tradizione della preziosa spezia in Sardegna si perde nei secoli da quando, con ogni probabilità, i Fenici la importarono.
La mia azienda è ubicata nell'Iglesiente, zona dell'isola un tempo famosa per le miniere ma dove oggi si vive il dramma sociale e culturale della dismissione delle stesse con poche prospettive date dallo Stato, nonostante un territorio fantastico: mare a quindici minuti di macchina, bellissime montagne, parchi geominerari.
Anche se in Sardegna coltiviamo tanto zafferano nella mia zona tale coltura è poco sviluppata.
Ho deciso di sperimentare la coltivazione nel mio terreno, situato sotto il monte Marganai, sviluppando prodotti nuovi rispetto a come si intende usualmente consumare la spezia: come il liquore di zafferano (l'ho chiamato MIDA perché ha un bel colore giallo oro che ricorda l'oro del re mitologico) e le caramelle allo zafferano, le Zafferanelle.
Inoltre, dato che i terreni sono difficili e con rese inferiori alla media coltivo il farro che rispetto al grano è più resistente e ben si adatta ai terreni più poveri.
Sono anche appassionato di peperoncini piccanti e son stato il primo in Sardegna a imbottigliare un liquore di peperoncino habanero, che ho chiamato Habanito.
Ci tengo a precisare che tutti i prodotti che realizzo sono frutto di collaborazioni con altre imprese, da soli non si va da nessuna parte, specialmente nel nostro territorio dove fare impresa è un atto eroico.
Si creano sinergie e si scambiano esperienze e consigli soprattutto con imprese del territorio: altri agricoltori, il liquorificio, il mulino pietra (che si trova ahimè a più di 100 km dalla mia azienda), il pastificio (che sta ancora più lontano!).
Tutt'ora mi chiedo se la mia azienda sia distributista, d'altronde non ho ancora una mucca!
La risposta mi viene in mente quando mi scontro con la distribuzione dei miei prodotti, che esulano totalmente dalle logiche della GDO per qualità e per processi di produzione che sono interamente artigianali.
Per non parlare delle attrezzature agricole autocostruite, ideate e realizzate in sede con mio babbo come ingegnere capo.
Ci si scoraggia a volte, ma con qualche frase di Chesterton e con l'aiuto del buon Dio e delle persone care si ritrova la bussola.
D'altronde perché non dovremmo avere tutti un lavoro che fa per noi, che ci piaccia e che ci faccia stare bene? E soprattutto: che ci renda liberi?
Un caro saluto
Mario Sarritzu