G.K. Chesterton (@GKCDaily) | |
The object of a New Year is that we should have a new soul and a new nose; new feet, a new backbone, new ears, and new eyes. |
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The object of a New Year is that we should have a new soul and a new nose; new feet, a new backbone, new ears, and new eyes. |
Nell'augurarvi buon anno, un anno che ci trovi tutti impegnati a lavorare per l'Unico Vero Re e cioè Nostro Signore Gesù Cristo, vi invito a leggere qualcosa dalla Distributist Review. Il Distributismo è la strada.
Un grande abbraccio a tutti!
Marco Sermarini
Gli essere umani sono felici fin tanto che mantengono la loro capacità di ricezione, e la capacità di reagire agli stimoli esterni con la sorpresa, o la gratitudine.
Gilbert Keith Chesterton, La Nonna del drago e altre serissime storie
Sono convinto che quando gli uomini sono felici, cantano; non soltanto accompagnati da un pianoforte ma anche quando hanno in mano un aratro o perlomeno negli intervalli tra un'aratura e l'altra; al lavoro e nei viaggi all'estero.
Gilbert Keith Chesterton, La serietà non è una virtù
G.K. Chesterton (@GKCDaily) | |
In freeing ourselves from Christianity, we have only freed ourselves from freedom. |
Soc Chestertoniana (@Sochest) | |
Alla cerimonia di sepoltura di Riccardo III hanno cantato l'inno composto da #Chesterton O God of Earth and Altar twitter.com/amchestertonso… |
AUDIO Incontro con Chesterton, un uomo vivo dialogo e letture a due voci sui racconti e romanzi di Chesterton con i professori Luigi Gaudio e Giancorrado Peluso, inaugurazione della Mostra "Un libro sotto l'albero", sabato 19 dicembre 2015 a Cesano Boscone, Aula San Michele della parrocchia San Giovanni Battista, disponibili anche le slide in power point e il testo della lezione
VIDEO Incontro con Chesterton, un uomo vivo dialogo e letture a due voci sui racconti e romanzi di Chesterton con i professori Luigi Gaudio e Giancorrado Peluso, inaugurazione della Mostra "Un libro sotto l'albero", sabato 19 dicembre 2015 a Cesano Boscone, Aula San Michele della parrocchia San Giovanni Battista, disponibili anche le slide in power point e il testo della lezione
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Too few #capitalists or too much #capitalism? Thomas Storck on #GKC tinyurl.com/zxhdhzz #distributism #economics #gkchesterton |
Distributist Review (@DistributistRev) | |
Yes! Our favorite image of GKC! It originally appeared in Chesterton's "G.K.'s Weekly". twitter.com/BSHistory77/st… |
Se gli Americani possono divorziare per "incompatibilità di carattere", mi chiedo come mai non abbiano tutti divorziato. Ho conosciuto molti matrimoni felici, ma ma mai nessuno "compatibile". Tutto il senso del matrimonio sta nel lottare e nell'andare oltre l'istante in cui l'incompatibilità diventa evidente. Perché un uomo e una donna, come tali, sono incompatibili.
Gilbert Keith Chesterton, Cosa c'è di sbagliato nel mondo
"L'Europa tornerà alla Fede o perirà. Poiché la Fede è l'Europa e l'Europa è la Fede".
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Belloc aveva insegnato a Chesterton cosa fosse la coscienza cattolica della storia. Ecco cosa scriveva nell'introduzione al menzionato saggio del 1920: "Io dico con intenzione la "coscienza" cattolica della storia: parlo di "coscienza", cioè di conoscenza intima raggiunta attraverso l'identità…e non di un "punto di vista cattolico della storia". Questo indugiarsi su "punti di vista" è cosa moderna e perciò segno e manifestazione di decadenza…Vi può essere un punto di vista protestante come ve n'è uno ebraico, o mussulmano, o giapponese: ché tutti questi considerano l'Europa dal di fuori. Il cattolico invece guarda l'Europa dall'interno: non può esistere quindi un "punto di vista" cattolico della storia europea allo stesso modo che una persona non può avere un punto di vista su se stessa".
Dinanzi al mare del relativismo in cui siamo immersi e di fronte alla minaccia islamica che stiamo sempre più sperimentando, penso che la lezione di Belloc sia ancora magistrale. Abbiamo coscienza di questa identità? Ci assumiamo conseguentemente, da cattolici, precise e urgenti responsabilità verso Dio e gli uomini, come le indicava il grande storico franco-inglese? Ai sacerdoti e laici che già allora chiedevano tiepidamente a Belloc di attenuare la sua sana appartenenza alla "Chiesa Cattolica Romana" (come lui e Chesterton amavano coraggiosamente definirla) egli non rifiutava, anche in pubblico, di manifestare la ricchezza della Fede: "In questo momento cruciale rimane salda la verità storica che questo nostro organismo europeo, eretto sulle nobili fondamenta dell'antichità classica, fu plasmato dalla Chiesa cattolica, grazie ad essa esiste, ad essa consona, soltanto nella forma di essa persisterà". Credo che il cosiddetto "Chesterbelloc" sia stata l'avanguardia gagliarda e stimolante del pensiero cattolico e mi chiedo: "Ce ne siamo accorti? Crediamo che questi autori siano superati? Perché non studiamo le loro opere? Perché ci affaccendiamo in sterili e talvolta equivoche questioni quando il patrimonio delle loro idee sarebbero ancora capaci di farci comprendere a quale rotta stiamo navigando?".
Con tutti questi interrogativi e auspici auguro a tutti un fervido Santo Natale e concludo con il monito di Hilaire Belloc: "Ripeto pertanto dando nuova forma ai termini che la Chiesa è l'Europa e l'Europa è la Chiesa".
Personalmente è chiaro, io credo in Babbo Natale; ma è il tempo del perdono, e perdonerò gli altri che non ci credono.
Gilbert Keith Chesterton, La Nonna del drago e altre serissime storie
Ho fatto notare che il materialista, come il malato di mente, è chiuso in un carcere, prigioniero di un'idea.
Gilbert Keith Chesterton, Ortodossia
"Nessuno può essere veramente ilare, se non l'uomo serio. Il vino allieta il cuore dell'uomo, ma solo dell'uomo che ha un cuore".
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Nel settimo capitolo di Eretici, "Omar e il sacro vino", egli prendeva le distanze dalla filosofia del matematico e poeta persiano del XII secolo, Omar Khayam, che nelle Rubayat (le quartine poetiche) aveva apparentemente esaltato la potenza del vino: "Le libagioni di vino di Omar sono riprovevoli, non in quanto libagioni di vino ma in quanto libagioni terapeutiche". Chesterton aggiungeva: "Sono le libagioni di un uomo che beve perché non è felice". Qual era il rimprovero del grande scrittore londinese ? Perché era ritenuto così importante da dedicarci un intero capitolo, tralasciando ora il riferimento palese al romanzo L'osteria volante ?
Anche ai giorni nostri si sente sovente dire: "Si beve per dimenticare". Ecco, per Chesterton era l'esatto contrario: il cristiano beveva per ricordare e per affermare la dignità dell'uomo. Ciò che Omar non poteva concepire era la sacralità del vino. Il mondo musulmano, che annienta l'uomo, distrugge anche il vino: "Il vino di Omar esclude l'universo, non lo rivela…Il più alto cristianesimo dissente con questo scetticismo, non certo perché nega l'esistenza di Dio, ma perché nega l'esistenza dell'uomo". Il vino, sin dalla Sacra Scrittura, era stato considerato un alleato dell'uomo, però dell'uomo che aveva un cuore e che non disprezzava la regalità divina e l'umanità. C'era un'eterna gaiezza nella natura delle cose (create da Dio) che non doveva essere disprezzata: "Un uomo non può rallegrarsi di nulla, se non della natura delle cose; un uomo non può godere di nulla, se non della religione".
Agli improvvidi fautori del tavolo del dialogo con chicchessia andrebbe ricordato che se fosse servito a quel tavolo il sacro vino (In vino veritas dicevano i Romani), tutte le questioni sollevate da Chesterton si sarebbero potuto rivelare ancora tutt'altro che superficiali. Chesterton rammentava a Omar ed agli scettici del carpe dieml'altezza del cattolicesimo: "Sull'eccelso altare del cristianesimo si leva un'altra figura, nella cui mano è un'altra coppa di vino: "Bevete"dice "perché l'intero mondo è rosso come questo vino, per il vermiglio dell'amore e della collera divina. Bevete, perché le trombe chiamano alla battaglia e questo è il bicchiere della staffa".
La filosofia del vino di Omar era l'esatto opposto di quella cristiana, come affermava Chesterton: "Omar si dà al piacere perché la vita non è gioiosa; gozzoviglia perché non è lieto…beve perché non c'è nulla degno di fiducia, nulla degno di lotta". Il calice di vino alzato da Omar contraddiceva palesemente il calice di vino alzato dal sacerdote cattolico.
Non era più lo stesso vino: stordente e inebriante come una trottola nella religione di Omar, divenuto invece sangue sacro di Cristo versato per tutti noi sulla Croce della redenzione: "Bevete, per questo mio sangue del nuovo testamento che è sparso per voi. Bevete, perché io so donde venite e perché. Bevete, perché io so quando ve ne andrete e dove".
Pump Street (@pump_street) | |
"Cosa c'è di sbagliato nel mondo" è ufficialmente in viaggio verso di noi! #natale è arrivato! #distributism pic.twitter.com/hzliZtgSNx |
Soc Chestertoniana (@Sochest) | |
Ad ognuno la sua scelta di #Chesterton per Natale! Gilbert a casa vostra ad un prezzo conveniente! Approfittate! twitter.com/pump_street/st… |
G.K. Chesterton (@GKCDaily) | |
The whole object of real religion is to prevent people from losing the humility & gratitude which are thankful for daylight and daily bread. |
GK Chesterton (@GKChestertonian) | |
"One can tell the divine origin of common sense by this simple test; that it is always crucified." #Chesterton {March 16, 1907, Daily News} |
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Kevin Ford writes "Five Years A Farmer". tinyurl.com/pelo9q2 #agrarian #Distributism #Distributist #faith #Catholic |
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Men always work harder and more readily when they work on that which belongs to them. #leoxiii #rerumnovarum #distributism #distributist |
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Kicking off our first article Daniel Schwindt explores the promise of #Distributism in our time.tinyurl.com/qjpedl3 #Catholic #Christian |
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We as Christians, should always believe that this is a white world with black spots, not a black world with white spots. |
"Quando vengono i giorni bui, io e te, i puri folli, i cultori dell'umorismo, diventiamo indispensabili".
Nel suo primo romanzo: "Il Napoleone di Notting Hill" del 1904, il cui vero titolo sarebbe stato, e come ho tradotto nel mio adattamento teatrale: "Il pazzo e il re", Gilbert Keith Chesterton immaginava di far governare l'Inghilterra da un Re umorista, Auberon Quin, che incontrava e favoriva la causa di un giovane e fervente patriota, Adam Wayne (il Napoleone di Notting Hill). Questi due elementi, l'umorismo e il patriottismo, condensati nelle due figure eroiche del romanzo, rappresentavano per il trentenne Chesterton gli antidoti indispensabili per proteggersi dal delirio mondano, dall'affanno di sentirsi al passo coi tempi: "E' delle novità che gli uomini si stancano, delle mode e delle proposte e delle migliorie e dei cambiamenti. Sono le vecchie cose a sbalordirci, a inebriarci, perché sono le cose vecchie a esser giovani".
Queste affermazioni, solo apparentemente paradossali, costituivano in profondità il nucleo del racconto, che voleva essere l'elogio del sano umorismo cristiano e la salvaguardia della ragione e del senso comune (come successivamente sarà maestro anche Giovannino Guareschi, tratteggiato con precisione e competenza da Alessandro Gnocchi). La chiamata alla battaglia per la difesa delle proprie tradizioni e della terra dei padri è mostrata dallo scrittore londinese in esilaranti e incisivi confronti che Adam Wayne, il patriota di Notting Hill, ha con i suoi concittadini. Egli va dai più umili e dai più umani personaggi del romanzo (dal rigattiere al barbiere, dal venditore di giocattoli al droghiere) perché egli sa che il vero patriottismo può germogliare laddove si sono conservate le radici storiche e la memoria delle cose belle. A quell'affascinante custode dell'antichità, a quel nobile rigattiere Wayne pone un'osservazione molto acuta, che ha a che fare strettamente con il nostro presente: "Terribilmente fermo: due semplici parole racchiudono lo spirito di questa nostra epoca, quale l'ho percepito sin dalla culla. Spesso mi sono domandato quante fossero le persone che al pari di me avvertivano l'oppressione di questo connubio tra la quiete e il terrore".
Cosa intendeva Chesterton con questa suggestiva riflessione? Perché era di estrema rilevanza questa constatazione? Le successive e sbalorditive frasi di Adam Wayne chiarivano il bersaglio polemico: "Nella nostra civiltà moderna la libertà di parola sta a significare, in pratica, che siamo tenuti a parlare di cose irrilevanti".
E' doveroso quindi chiederci: "Come possiamo noi, al pari di Chesterton, avvertire questo triste connubio tra un'apparente quiete e un concreto terrore? Perché nei giornali, nelle televisioni, in internet, ecc. si ravvisa questa mancanza di coraggio, questo continuo parlare di cose irrilevanti e inutili? Perché tutto è così terribilmente fermo?". Chesterton faceva entrare in azione i cultori dell'umorismo e del patriottismo per frenare questa insipiente deriva umana, che portava all'oblio di Dio e della legge naturale: "Bisogna che qualcuno sopravvenga a infrangere questa curiosa indifferenza, questo strano egoismo, questa strana solitudine che investe milioni di individui". Ecco così il pazzo e il re: ""Quando vengono i giorni bui, io e te, i puri folli, i cultori dell'umorismo, diventiamo indispensabili".
G.K. Chesterton (@GKCDaily) | |
Just as real religion concerns everyone born with a heart, so real philosophy concerns everyone born with a head. |