mercoledì 30 marzo 2011
La traduzione dell'articolo sulle 4700 persone che nella Settimana Santa entreranno nella Chiesa Cattolica
martedì 29 marzo 2011
Qui non si parla di GKC......
Io l'ho trovato interessante!
Il Foglio - 29 marzo 2011
Il filosofo Hadjadj, Dante e l'Unesco
A Parigi l'inaugurazione del "Cortile dei gentili" è diventata, a sorpresa, una tribuna contro la cultura antinatalista che ha segnato origini e pratiche dell'agenzia Onu per l'educazione e la cultura
Il "Cortile dei gentili", tre giorni di colloqui tra credenti e non credenti organizzati dal 24 al 26 marzo, a Parigi, dal Pontificio consiglio della cultura presieduto dal cardinale Gianfranco Ravasi, ha avuto il suo momento più solenne con il messaggio di Papa Benedetto XVI, proiettato venerdì sera, a conclusione dell'iniziativa, di fronte alla cattedrale di Notre Dame. "Credo profondamente che l'incontro tra la realtà della fede e quella della ragione permetta all'uomo di trovare se stesso", ha detto il Pontefice. Il quale ha voluto sottolineare, "nel cuore della città dei Lumi", che nella costruzione di "un mondo di libertà, di uguaglianza e di fraternità, credenti e non credenti devono sentirsi liberi di essere tali, eguali nei loro diritti a vivere la propria vita personale e comunitaria restando fedeli alle proprie convinzioni, e devono essere fratelli tra loro". Nelle intenzioni del Papa, la funzione del Cortile dei gentili (è il nome dello spazio accanto al Tempio di Gerusalemme, dove anche chi non condivideva la fede nel Dio di Israele poteva incontrare gli scribi, parlare di fede e pregare il "Dio ignoto") è "di operare a favore di questa fraternità al di là delle convinzioni, ma senza negarne le differenze".
Un saggio imprevisto di quelle differenze si è avuto durante l'apertura ufficiale del "Parvis des Gentils", organizzata nella sede principale dell'Unesco, di fronte a una platea di funzionari dell'organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione e la cultura, di diplomatici, di prelati, di accademici. Una scelta, considerate le molte occasioni di contrasto che da sempre segnano i rapporti tra Santa Sede e Onu, fatta in omaggio al valore di apertura e di dialogo del Cortile dei gentili. Nessuno però si aspettava che uno dei relatori, il filosofo Fabrice Hadjadj (nato quarant'anni fa in una famiglia ebrea laica, figlio di sessantottini maoisti, convertito al cattolicesimo dopo una giovinezza da ateo), evocasse un convitato di pietra piuttosto ingombrante, responsabile di certi peccati originali dell'organizzazione, proprio in casa sua e in una circostanza così ufficiale.
Di fronte a un pubblico che non è difficile immaginare – almeno in parte – basito, Hadjadj ha ricordato che colui che fu dal 1946 al 1948 il primo direttore generale dell'Unesco, Julian Huxley, nello stesso 1941 in cui Hitler eliminava con il gas malati mentali e "difformi", scriveva che "l'eugenismo diventerà senza dubbio una parte della religione del futuro". Un parere pubblicato in Francia, senza modifiche, nel 1947. Julian, fratello del creatore dell'utopia totalitaria del "Mondo Nuovo", lo scrittore Aldous Huxley, non per questo si dimostrò vaccinato contro la seduzione eugenista, ha aggiunto Hadjadj. Sviluppando il darwinismo, ha semmai sostenuto la possibilità di "migliorare la qualità degli esseri umani, come fossero prodotti", a detrimento della loro quantità. La "religione" sostenuta dal primo direttore generale dell'Unesco (negli anni Trenta tra i fondatori della Eugenics Society) si è cercata un nuovo nome dopo la Seconda guerra mondiale, perché su "eugenetica" pesava ormai l'ipoteca nazista. Julian Huxley ricorse a "transumanismo", ha ricordato Hadjadj, assonante ma opposto, nel significato, al "trasumanar" dantesco. Il quale indica l'apertura verso il divino che nasce dallo "stupore dell'esistenza" provato, tra tutti gli esseri viventi, solo dall'uomo.
Quanto di più lontano, quindi, dall'idea di redenzione attraverso la tecnica che sfocia (nelle intenzioni di Huxley, mai smentite dall'Unesco) nelle politiche antinataliste. E' arrivato il momento di scegliere tra Dante e Julian Huxley, ha affermato Hadjadj: "La nostra modernità è arrivata a un punto estremo, perché non si tratta tanto di dialogare tra credenti e non credenti, quanto di porre la questione di chi è l'uomo, di riconoscere che la sua specificità non è quella di un super animale più potente degli altri". Non "scimmia evoluta", dotata di massime "capacità di adattamento", ma colui che "decifra il mondo come una foresta di simboli", che "cerca un al di là. Non significa necessariamente un altro mondo, ma un modo di penetrare il mistero del mondo e di bere a quella sorgente".
L'anno italiano del Distributismo?!
Amici! Guardate cosa sta per tornare in libreria... manco a dirlo! Paolo --- Mar 29/3/11, Ufficio Stampa Mursia <ufficiostampa2@mursia.com> ha scritto:
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Ecco un bell'articolo che parla di noi e della rinascita chestertoniana in Italia
lunedì 28 marzo 2011
Ancora sulla Catholic Central Library
Il collegamento qui sopra è riferito al blog della Catholic Central Library di Dublino, dal titolo "Frontispiecie".
Un'altro riferimento ad una bella istituzione.
Un aforisma al giorno (splendido! Una vera dichiarazione di guerra!)
Gilbert Keith Chesterton, Cosa c'è di sbagliato nel mondo
Un aforisma al giorno (di straordinaria attualità! impariamo, amici, impariamo!)
Gilbert Keith Chesterton, Cosa c'è di sbagliato nel mondo
Un aforisma al giorno
Gilbert Keith Chesterton, Cosa c'è di sbagliato nel mondo
Ci sono tantissime novità...
Forse in giornata avrete due bei post interessanti.
Un saluto dall'Uomo Vivo, ancora per poco in Irlanda!
Un aforisma al giorno
Gilbert Keith Chesterton, Cosa c'è di sbagliato nel mondo
sabato 26 marzo 2011
Un aforisma al giorno
Un aforisma al giorno
Chesterton in altre parole - Mario Praz
Ecco quindici cose che possiamo fare
In questo collegamento trovate per intero, in lingua inglese, l'articolo il cui inizio avevamo fotografato per voi nella Catholic Central Library di Dublino.
Di questo dobbiamo ringraziare Angelo Bottone.
Se ricordate (sennò leggete uno dei post di ieri...), era un articolo di padre Vincent McNabb.
Il titolo è: Quindici cose che un distributista potrebbe fare.
Leggete, di certo sarete ispirati. Non è utopia.
La Chesterton Review cresce e a maggio avremo Padre Boyd in Italia.
In questo collegamento col sito del Chesterton Institute for Faith and Culture potete vedere gli sviluppi della sua bella rivista, la Chesterton Review, che vanta, oltre all'edizione inglese, anche le edizioni spagnola, portoghese e francese.
Inoltre possiamo annunciarvi che a maggio ci sarà un tour di conferenze in Italia del presidente del Chesterton Institute, il nostro amico padre Ian Boyd, uno dei massimi esperti di Chesterton. Noi della SCI stiamo alacremente e lietamente lavorando e collaborando nell'organizzare il tutto.
venerdì 25 marzo 2011
Andate alla Catholic Central Library, è un posto chestertoniano!
È una meritoria istituzione fondata da padre Stephen Brown, gesuita, nel 1922. È un'opera di laici che si regge con lo sforzo dei soci della biblioteca, che di alternano nel servizio dei prestiti e della gestione dei volumi.
Annovera, tra le numerosissime e preziosissime opere presenti, un bel numero di volumi di Chesterton, Belloc, Maurice Baring.
Esiste anche una copiosa mole di opere del beato John Henry Newman con suoi autografi e memorabilia.
Ho potuto vedere anche un singolarissimo volume sull'Engadina nella "nostra" lingua ladina (la lingua del ramo retoromancio delle lingue neolatine diffusa in Veneto, Trentino, Alto Adige, Svizzera, e apparentata col friulano) rarissimo, del 1918.
Quel che conta è anche che vi si trovano i preziosi numeri del G.K.'s Weekly, che potrebbero essere la fonte di una splendida antologia di scritti distribuisti per un intraprendente ed intelligente editore italiano.
Andate al sito della biblioteca che merita di essere sostenuta con l'uso dei volumi, il passaggio (traditio) di ciò che è scritto sui volumi e con la diffusione della notizia della sua esistenza.
I chestertoniani in visita di piacere in Irlanda devono passarci, sarete accolti con piacere dalla segretaria. Di lì sono già passati l'Uomo Vivo e Angelino Bottone. È su Merrion Square, a poche centinaia di metri dal Trinity College e dal Palazzo del Primo Ministro. Si fanno a volte giri meno nobili per Dublino, questo merita. In questo periodo vi è anche una mostra di volumi e altre cose che riguardano il beato Newman, opera di Angelo Bottone.
I chestertoniani irlandesi si ritrovano lì.
È una vera istituzione distributista. Basterebbe dire questo.
Un aforisma al giorno
Gilbert Keith Chesterton, Cosa c'è di sbagliato nel mondo
giovedì 24 marzo 2011
L'incontro tra Chesterton e Belloc
Il vescovo cattolico di Tripoli: "Era meglio la mediazione che tutti stavamo tentando". Da Il Foglio del 23 Marzo 2011
23 marzo 2011 -
“Mi fanno ridere coloro che dicono che l’intervento militare in Libia è per fini umanitari. Buttare bombe per più di cinque ore su una città inerme è per fini umanitari? Ma dove?”.
E’ lapidario nel suo giudizio monsignor Giovanni Innocenzo Martinelli, veronese, Vicario apostolico di Tripoli. Ancora stanco dopo una notte insonne “passata a contare le bombe e i razzi che dalle dieci e trenta della sera fino alle tre della mattina gli aerei hanno sganciato sulla città”, Martinelli così commenta al Foglio la miopia di coloro che ritengono che siamo di fronte a un attacco legittimo. Dice: “Di legittimo c’era soltanto la mediazione che tutti qui stavamo cercando di mettere in campo perché non si arrivasse alla guerra civile. Da fuori Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Italia e tutti coloro che stanno partecipando a questo attacco dovevano soltanto accodarsi a questo nobile tentativo per cercare di arrivare a una soluzione il più possibile condivisa. E invece si è deciso altrimenti e soprattutto con scarso tempismo. Perché? Mi domando: fino a quando andranno avanti a bombardare? Gheddafi non è intenzionato a fermarsi e non si fermerà. Non è il tipo che cede, e non cederà. E coloro che ci bombardano faranno altrettanto? Andranno avanti a oltranza? Fino a quando?”.
Monsignor Martinelli è in Libia dal 1985. Ieri ha apertamente suggerito che ciò che serve è una tregua che consenta di esplorare ogni possibile strada negoziale. E che “l’Italia può ancora fare un passo indietro, un gesto di riconciliazione”. Quanto alla condizione della chiesa cattolica, racconta che “nel paese ha sempre avuto continui e ripetuti contatti con Gheddafi e con le istituzioni in generale. Abbiamo sempre goduto della massima libertà di espressione. Non ci è mai successo nulla. Abbiamo avuto contatti buoni con tutti i rappresentanti religiosi qui presenti. Fino a pochi giorni fa noi cristiani eravamo una piccola comunità di circa centomila persone in Libia, se contiamo non soltanto i cattolici ma anche gli ortodossi, gli anglicani e altre comunità protestanti. A un certo punto sono sorti dissidi politici (e non religiosi) interni al paese. Le varie fazioni si stavano fronteggiando, anche aspramente. Ma c’era ancora spazio, molto spazio secondo me, per mediare. Certo, serviva la migliore diplomazia, ma si poteva fare. Adesso, invece, tutto è immensamente più difficile e complicato”.
Sì è complicata anche la situazione della comunità cristiana in Libia: “Qui i cristiani sono tutti fuggiti. O meglio, quasi tutti. Molti congolesi, etiopi ed eritrei sono costretti a rimanere nel paese per l’impossibilità di rientrare nei loro. Per alcuni rifugiati si è aperto un varco verso la Tunisia, ma qui ancora c’è gente. Soprattutto infermieri e medici filippini. Restano come me. Perché sentono che è giusto non lasciare la popolazione. Sono molto coraggiosi. Restano ma rischiano grosso, lo sanno bene. Rischiano che una bomba dall’alto li spazzi via. Un intervento esterno non era voluto da nessuno. Forse alcuni ragazzi lo desideravano perché in loro è più forte l’idea del cambiamento che può avvenire tramite un colpo di spugna. Ma in generale nessuno si illude che gli aerei stranieri cambieranno in meglio la situazione”.
E’ difficile valutare se la parole di Martinelli porteranno a un qualche ripensamento della linea tenuta fino a oggi dalle gerarchie della chiesa a Roma. In generale in Vaticano prevale grande preoccupazione ma insieme si ritiene che l’intervento, se davvero serve ad accelerare l’avvento di una nuova pace, sia in qualche misura legittimo. Dice Martinelli: “Non entro nel merito di questo giudizio. Penso però che la guerra non risolve nulla. Non so come andrà a finire. I libici sono sconfortati. Questi attacchi risvegliano in loro ricordi molto brutti. Ripeto: occorre fermare le armi e avviare subito una mediazione per risolvere la crisi in modo pacifico. Fino a pochi giorni fa tutto sembrava diverso. Avevo festeggiato il 150° dell’Unità d’Italia con il personale dell’ambasciata e del consolato. Il giorno dopo l’ambasciatore mi ha telefonato per dirmi che aveva ricevuto l’ordine di partire immediatamente. Io invece ho preferito rimanere. Non lascerò mai la Libia, finché vivo. Questa è la mia chiesa”.
Pubblicato sul Foglio mercoledì 23 marzo 2011
mercoledì 23 marzo 2011
Un aforisma al giorno
martedì 22 marzo 2011
Chestertoniana 18: the last one.
Chestertoniana 18: Un finale col botto - Gli ultimi giorni di G. K. Chesterton, il "sorriso di Dio" nel grande assedio all'umanità del Novecento.
http://www.tracce.it/detail.asp?c=1&p=1&id=20998
Buona lettura a tutti
lunedì 21 marzo 2011
Un aforisma al giorno
domenica 20 marzo 2011
A Pasqua circa 4700 inglesi diverranno cattolici
Nel collegamento qui sopra c'è una notizia forse troppo "ecclesialmente scorretta" per essere ripetuta in giro: a Pasqua 4700 persone entreranno nella Chiesa Cattolica, di cui circa 900 attraverso l' Ordinariato di Nostra Signora di Walsingham.
Qui sopra c'è Keith Newman, Ordinario della prelatura sopra richiamata, che giorni fa è stato nominato monsignore da Papa Benedetto XVI assieme agli altri due ex pastori anglicani entrati nella Chiesa Cattolica lo scorso gennaio.
La notizia proviene dal Catholic Herald, settimanale dei cattolici inglesi, ed è ovviamente in lingua inglese.
Si pubblica "Watts" in spagnolo...
In questo collegamento si parla della traduzione in spagnolo della biografia di Watts scritta da Chesterton.
Confermiamo l'importanza della rinascita di Chesterton anche in Spagna.
venerdì 18 marzo 2011
Il Crocifisso ha vinto a Strasburgo
Da Il Giornale - 18 Marzo 2011
Strasburgo - Storica vittoria dell'Italia a Strasburgo: dopo 5 anni di dibattito la Corte europea per i diritti dell'uomo di Strasburgo ha infatti assolto il Paese di violare i diritti umani con la presenza del crocifisso nelle aule scolastiche non vìola i diritti umani. La decisione della è stata approvata con 15 voti favorevoli e due contrari. I giudici hanno accettato la tesi in base alla quale non sussistono elementi che provino l'eventuale influenza sugli alunni del simbolo della religione cattolica.
Dibattito rinviato ai giudici nazionali La Corte di Strasburgo ha però osservato che non è sua competenza prendere posizione in un dibattito, quale quello sul valore del simbolo rappresentato dal crocefisso, ancora aperto all'interno del Paese tra le principali istituzioni giuridiche nazionali, il Consiglio di Stato e la Corte di Cassazione. Quello che è certo, comunque è che l'obbligo di presenza del crocefisso nelle aule scolastiche "non può essere ritenuto indottrinamento da parte dello Stato". Secondo la Corte, infatti, il crocifisso "è un simbolo essenzialmente passivo" e la sua influenza sugli alunni non può essere paragonata all'attività didattica degli insegnanti.
La soddisfazione di Frattini e Vaticano "Oggi ha vinto il sentimento popolare dell'Europa - ha detto il ministro degli Esteri, Franco Frattini, protagonista in prima linea della battaglia - La decisione interpreta soprattutto la voce dei cittadini in difesa dei propri valori e della propria identità. Mi auguro che dopo questo verdetto l'Europa torni ad affrontare con lo stesso coraggio il tema della tolleranza e della libertà religiosa". Soddisfatto anche il Vaticano, che, attraverso la sua emittente Radio Vaticana, ha commentato: "La vittoria oggi non è solo dell'Italia ma anche degli altri Paesi e di tutti coloro che ritenevano assurdo imporre la rimozione del Crocifisso dalle aule scolastiche. Resta da ricordare che parliamo della Corte che fa capo al Consiglio d'Europa, cioè l'organismo a 47 Paesi distinto dall'Unione Europea".
Cinque anni di dibattito Una battaglia approdata alla Corte di Strasburgo il 27 luglio 2006. Allora l'avvocato Nicolò Paoletti presentò il ricorso con cui Sonia Lautsi, cittadina italiana nata finlandese, lamentò la presenza del crocifisso nelle aule della scuola pubblica frequentata dai figli, ritenendo tale presenza un'ingerenza incompatibile con la libertà di pensiero e il diritto ad un'educazione e ad un insegnamento conformi alle convinzioni religiose e filosofiche dei genitori. La prima sentenza della Corte (9 novembre 2009) diede sostanzialmente ragione alla signora Lautsi, affermando la violazione da parte dell'Italia di norme fondamentali sulla libertà di pensiero, convinzione e religione e scatenando un'ondata d'indignazione. Il Governo italiano, a quel punto, ha domandato il rinvio alla Grande Chambre della Corte, ritenendo la sentenza 2009 lesiva della libertà religiosa individuale e collettiva come riconosciuta dallo Stato italiano. La Grande Camera, accettata la domanda di rinvio, ha ascoltato le parti in causa, Stato italiano e legale ricorrente, rinviando ad oggi la sua decisione definitiva. Nel merito dei contenuti giuridici, la questione è stata affrontata dal ministro degli Esteri, Franco Frattini in una serie di riunioni dedicate alla riflessione sulle argomentazioni da utilizzare nel ricorso sulla sentenza Lautsi. Il titolare della Farnesina ha personalmente presieduto due riunioni interministeriali (17 dicembre 2009 e 21 gennaio 2010) che hanno consentito rispettivamente di migliorare e formalizzare la memoria difensiva con il consenso di tutti gli attori coinvolti. Frattini ha contestualmente inviato ai suoi omologhi dei 47 Stati membri del Consiglio d'Europa una lettera esplicativa della posizione italiana in merito alla questione come rappresentata nella memoria difensiva, presentata alla Corte, al fine di poter ricevere un sostegno non solo politico ma fattivo sul piano processuale, cioè un intervento degli Stati come 'terzì a favore dell'Italia. Hanno risposto positivamente intervenendo a favore nostro nel giudizio davanti alla Corte San Marino, Malta, Lituania, Romania, Bulgaria, Principato di Monaco, Federazione Russa, Cipro, Grecia e Armenia
MESSAGGIO DEL SANTO PADRE AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA IN OCCASIONE DEI 150 ANNI DELL’UNITÀ POLITICA D’ITALIA , 16.03.2011
Si può vedere Casa Chesterton...
La casa è quasi all'incrocio tra Grove Road e Station Road.
Volendo, spostandosi un pochino, c'è anche la Chiesa Parrocchiale di Santa Teresa del Bambin Gesù, frequentata da Gilbert e Frances e da loro ampiamente beneficata.
Tutto questo per i materialisti, cioè quelle sanissime e allegrissime persone che amano vedere e toccare tutte queste cose belle qui...
giovedì 17 marzo 2011
Un aforisma al giorno
Un aforisma al giorno
"La famiglia è infatti la sola cosa che l'uomo libero fa da sé e per sé".
Gilbert Keith Chesterton, Come si scrive un giallo
Un aforisma al giorno
Il testamento del cattolico pakistano Shahbaz Bhatti
La sua forza era di essere un cristiano vero, senza compromessi, ben sapendo che la propria missione non si conclude con la morte e che la violenza dei nemici non potrà mai vincere
di Shahbaz Bhatti
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In Inghilterra ancora una prova del pregiudizio anticristiano
''Volevamo offrire amore e una casa ai bambini che hanno bisogno; siamo stati esclusi per le opinioni morali basate sulla nostra fede e, per questo, un bambino in difficoltà ha perduto l'occasione di trovare un'abitazione sicura e un'assistenza''
da La Bussola Quotidiana
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Liberato il cattolico cubano Oscar Biscet
Appena liberato ha dichiarato ''Quella cubana è una dittatura simile a quelle di Hitler e di Stalin''; a Cuba infatti è ammessa la clonazione umana, c'è l'aborto forzato per motivi di ricerca medica, prospera il turismo sessuale (pure quello pedofilo), ecc.
di Antonio Giuliano
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Un interessante articolo sulla questione del testamento biologico
Qualunque medico che eseguirà le DAT non sarà più perseguibile penalmente (la storia dell'allieva di Umberto Veronesi che dichiara ''Da sana avrei firmato il testamento biologico, adesso che ho il cancro lo straccerei!'')
di Pietro Ceci
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martedì 15 marzo 2011
Ecco Chestertoniana 17
contadino: Dickens, Stevenson, Shakespeare e Omero. La letteratura
spiegata da un Chesterton inedito".
http://www.tracce.it/detail.asp?c=1&p=1&id=20830
buona lettura a tutti!
--
Società Chestertoniana Italiana
Via San Pio X, 4/C
63039 San Benedetto del Tronto (AP)
http://uomovivo.blogspot.com
C.F.: 91022790447 ccp 56901515
"Quando vale la pena di fare una cosa, vale la pena di farla male"
(G.K. Chesterton)
lunedì 14 marzo 2011
Due interessanti articoli sulla legge sul testamento biologico e su Rolando Rivi
Il presidente del Movimento per la Vita dice: ''Senza la legge avremo 1000 casi come Eluana'' (ma la realtà lo smentisce: in due anni NESSUNO ha seguito l'esempio di Beppino Englaro...)
di Massimo Micaletti
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SARA' PRESTO BEATO, MA A REGGIO EMILIA, NELLA SUA TERRA, NON C'E' POSTO NEMMENO PER UNA VIA A LUI DEDICATA (ANCHE SE CE N'E' UNA PER IL DITTATORE COMUNISTA TITO...)
Il giovane seminarista Rolando Rivi fu sequestrato e brutalmente assassinato il 13 aprile del 1945 dai partigiani comunisti, in odio alla sua fede
di Andrea Zambrano
LEGGI >>>
Da padre Roberto Brunelli in arte padre Brownelli o il Patriota Cosmico
Benigni a Sanremo commenta l'Inno Nazionale e dice:
"Quando si ama la bandiera si sente che non è una cosa effimera, che non si vive per il carpe diem, ma un attimo eterno".
Qualcuno nel 1905, aveva scritto:
"L'amante ama il momento ma mai per se stesso. Ne gode in grazia della donna, o di se stesso. Il guerriero gode il momento, ma non per se stesso; lo gode per la sua bandiera. La causa per cui si leva la bandiera può essere sciocca o effimera; l'amore può essere un'infatuazione giovanile e durare una settimana. Ma il patriota pensa la bandiera come eterna; l'amante pensa il suo amore come qualcosa che non può finire. Questi momenti sono colmi di eternità; questi momenti sono gioiosi perché non sembrano momentanei. Guardateli per una volta come momenti al modo di Pater, e diventeranno freddi come Pater e il suo stile. L'uomo non può amare le cose mortali. Può solo amare cose immortali per un istante. L'errore di Pater si rivela nella sua frase più famosa. Egli ci chiede di ardere con una fiamma dura, simile a una gemma. Le fiamme non sono mai dure e mai simili alle gemme: non è possibile maneggiarle o sistemarle. Così, le emozioni umane non sono mai dure e mai simili alle gemme; sono sempre pericolose, come le fiamme, da toccare o anche solo da esaminare. C'è solo un modo per cui le nostre passioni possono diventare dure e simili alle gemme, vale a dire, diventando fredde come gemme. Nessun colpo, dunque, è stato mai vibrato agli amori e al riso naturali degli uomini, avvilente come questo carpe diem degli esteti".
Un caldo saluto,
domenica 13 marzo 2011
Dall'amico Giacomo Berchi
Qui si cita il grande Gilbert.... http://www.antoniosocci.com/2011/03/giuliano-ferrara-e-gesu-lettera-aperta-a-un-amico/
buon tutto
Giacomo
sabato 12 marzo 2011
Qui si parla di Rino Cammilleri e si ita Chesterton
http://www.cinquew.it/articolo.asp?id=2683
Naturalmente ci scappa anche la citazione chestertoniana...
venerdì 11 marzo 2011
giovedì 10 marzo 2011
Chestertoniana 16
Grazie agli occhiuti soci e lettori ecco la sedicesima puntata della
Chestertoniana del Foglio dal titolo: Il discorso dell'uomo del re:
così Chesterton a Firenze mise in guardia l'Europa da Hitler e dalle
teorie sulla razza superiore:
http://www.tracce.it/detail.asp?c=1&p=1&id=20711
--
Società Chestertoniana Italiana
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"Quando vale la pena di fare una cosa, vale la pena di farla male"
(G.K. Chesterton)
mercoledì 9 marzo 2011
Oggi è Mercoledì delle Ceneri - Ecco cosa ci dice Benedetto XVI (Catechesi di Mercoledì 9 Marzo 2011)
Cari fratelli e sorelle,
Oggi, segnati dall'austero simbolo delle Ceneri, entriamo nel Tempo di Quaresima, iniziando un itinerario spirituale che ci prepara a celebrare degnamente i misteri pasquali. La cenere benedetta imposta sul nostro capo è un segno che ci ricorda la nostra condizione di creature, ci invita alla penitenza e ad intensificare l'impegno di conversione per seguire sempre di più il Signore.
La Quaresima è un cammino, è accompagnare Gesù che sale a Gerusalemme, luogo del compimento del suo mistero di passione, morte e risurrezione; ci ricorda che la vita cristiana è una "via" da percorrere, consistente non tanto in una legge da osservare, ma nella persona stessa di Cristo, da incontrare, da accogliere, da seguire. Gesù, infatti, ci dice: "Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua" (Lc 9,23). Ci dice, cioè, che per giungere con Lui alla luce e alla gioia della risurrezione, alla vittoria della vita, dell'amore, del bene, anche noi dobbiamo prendere la croce di ogni giorno, come ci esorta una bella pagina dell'Imitazione di Cristo: "Prendi, dunque, la tua croce e segui Gesù; così entrerai nella vita eterna. Ti ha preceduto lui stesso, portando la sua croce (Gv 19,17) ed è morto per te, affinché anche tu portassi la tua croce e desiderassi di essere anche tu crocifisso. Infatti, se sarai morto con lui, con lui e come lui vivrai. Se gli sarai stato compagno nella sofferenza, gli sarai compagno anche nella gloria" (L. 2, c. 12, n. 2). Nella Santa Messa della Prima Domenica di Quaresima pregheremo: "O Dio nostro Padre, con la celebrazione di questa Quaresima, segno sacramentale della nostra conversione, concedi ai tuoi fedeli di crescere nella conoscenza del mistero di Cristo e di testimoniarlo con una degna condotta di vita" (Colletta). E' un'invocazione che rivolgiamo a Dio perché sappiamo che solo Lui può convertire il nostro cuore. Ed è soprattutto nella Liturgia, nella partecipazione ai santi misteri, che noi siamo condotti a percorrere questo cammino con il Signore; è un metterci alla scuola di Gesù, ripercorrere gli eventi che ci hanno portato la salvezza, ma non come una semplice commemorazione, un ricordo di fatti passati. Nelle azioni liturgiche, Cristo si rende presente attraverso l'opera dello Spirito Santo, quegli avvenimenti salvifici diventano attuali. C'è una parola-chiave che ricorre spesso nella Liturgia per indicare questo: la parola "oggi"; ed essa va intesa in senso originario e concreto, non metaforico. Oggi Dio rivela la sua legge e a noi è dato di scegliere oggi tra il bene e il male, tra la vita e la morte (cfr Dt 30,19); oggi "il Regno di Dio è vicino. Convertitevi e credete al Vangelo" (Mc 1,15); oggi il Cristo è morto sul Calvario ed è risuscitato dai morti; è salito al cielo e siede alla destra del Padre; oggi ci è dato lo Spirito Santo; oggi è tempo favorevole. Partecipare alla Liturgia significa allora immergere la propria vita nel mistero di Cristo, nella sua permanente presenza, percorrere un cammino in cui entriamo nella sua morte e risurrezione per avere la vita.
Nelle domeniche di Quaresima, in modo del tutto particolare in quest'anno liturgico del ciclo A, siamo introdotti a vivere un itinerario battesimale, quasi a ripercorrere il cammino dei catecumeni, di coloro che si preparano a ricevere il Battesimo, per ravvivare in noi questo dono e per far in modo che la nostra vita recuperi le esigenze e gli impegni di questo Sacramento, che è alla base della nostra vita cristiana. Nel Messaggio che ho inviato per questa Quaresima, ho voluto richiamare il nesso particolare che lega il Tempo quaresimale al Battesimo. Da sempre la Chiesa associa la Veglia Pasquale alla celebrazione del Battesimo, passo per passo: in esso si realizza quel grande mistero per cui l'uomo, morto al peccato, è reso partecipe della vita nuova in Cristo Risorto e riceve lo Spirito di Dio che ha risuscitato Gesù dai morti (cfr Rm 8,11). Le Letture che ascolteremo nelle prossime domeniche e alle quali vi invito a prestare speciale attenzione, sono riprese proprio dalla tradizione antica, che accompagnava il catecumeno nella scoperta del Battesimo: sono il grande annuncio di ciò che Dio opera in questo Sacramento, una stupenda catechesi battesimale rivolta a ciascuno di noi. La Prima Domenica, chiamata Domenica della tentazione, perché presenta le tentazioni di Gesù nel deserto, ci invita a rinnovare la nostra decisione definitiva per Dio e ad affrontare con coraggio la lotta che ci attende per rimanergli fedeli. Sempre c'è di nuovo questa necessità di decisione, di resistere al male, di seguire Gesù. In questa Domenica la Chiesa, dopo aver udito la testimonianza dei padrini e dei catechisti, celebra l'elezione di coloro che sono ammessi ai Sacramenti pasquali. La Seconda Domenica è detta di Abramo e della Trasfigurazione. Il Battesimo è il sacramento della fede e della figliolanza divina; come Abramo, padre dei credenti, anche noi siamo invitati a partire, ad uscire dalla nostra terra, a lasciare le sicurezze che ci siamo costruite, per riporre la nostra fiducia in Dio; la meta si intravede nella trasfigurazione di Cristo, il Figlio amato, nel quale anche noi diventiamo "figli di Dio". Nelle Domeniche successive viene presentato il Battesimo nelle immagini dell'acqua, della luce e della vita. La Terza Domenica ci fa incontrare la Samaritana (cfr Gv 4,5-42). Come Israele nell'Esodo, anche noi nel Battesimo abbiamo ricevuto l'acqua che salva; Gesù, come dice alla Samaritana, ha un'acqua di vita, che estingue ogni sete; e quest'acqua è il suo stesso Spirito. La Chiesa in questa Domenica celebra il primo scrutinio dei catecumeni e durante la settimana consegna loro il Simbolo: la Professione della fede, il Credo. La Quarta Domenica ci fa riflettere sull'esperienza del "Cieco nato" (cfr Gv 9,1-41). Nel Battesimo veniamo liberati dalle tenebre del male e riceviamo la luce di Cristo per vivere da figli della luce. Anche noi dobbiamo imparare a vedere la presenza di Dio nel volto di Cristo e così la luce. Nel cammino dei catecumeni si celebra il secondo scrutinio. Infine, la Quinta Domenica ci presenta la risurrezione di Lazzaro (cfr Gv 11,1-45). Nel Battesimo noi siamo passati dalla morte alla vita e siamo resi capaci di piacere a Dio, di far morire l'uomo vecchio per vivere dello Spirito del Risorto. Per i catecumeni, si celebra il terzo scrutinio e durate la settimana viene consegnata loro l'orazione del Signore: il Padre nostro.
Questo itinerario della Quaresima che siamo invitati a percorre nella Quaresima è caratterizzato, nella tradizione della Chiesa, da alcune pratiche: il digiuno, l'elemosina e la preghiera. Il digiuno significa l'astinenza dal cibo, ma comprende altre forme di privazione per una vita più sobria. Tutto questo però non è ancora la realtà piena del digiuno: è il segno esterno di una realtà interiore, del nostro impegno, con l'aiuto di Dio, di astenerci dal male e di vivere del Vangelo. Non digiuna veramente chi non sa nutrirsi della Parola di Dio.
Il digiuno, nella tradizione cristiana, è legato poi strettamente all'elemosina. San Leone Magno insegnava in uno dei suoi discorsi sulla Quaresima: "Quanto ciascun cristiano è tenuto a fare in ogni tempo, deve ora praticarlo con maggiore sollecitudine e devozione, perché si adempia la norma apostolica del digiuno quaresimale consistente nell'astinenza non solo dai cibi, ma anche e soprattutto dai peccati. A questi doverosi e santi digiuni, poi, nessuna opera si può associare più utilmente dell'elemosina, la quale sotto il nome unico di 'misericordia' abbraccia molte opere buone. Immenso è il campo delle opere di misericordia. Non solo i ricchi e i facoltosi possono beneficare gli altri con l'elemosina, ma anche quelli di condizione modesta e povera. Così, disuguali nei beni di fortuna, tutti possono essere pari nei sentimenti di pietà dell'anima" (Discorso 6 sulla Quaresima, 2: PL 54, 286). San Gregorio Magno ricordava, nella sua Regola Pastorale, che il digiuno è reso santo dalle virtù che l'accompagnano, soprattutto dalla carità, da ogni gesto di generosità, che dona ai poveri e ai bisognosi il frutto di una nostra privazione (cfr 19,10-11).
La Quaresima, inoltre, è un tempo privilegiato per la preghiera. Sant'Agostino dice che il digiuno e l'elemosina sono "le due ali della preghiera", che le permettono di prendere più facilmente il suo slancio e di giungere sino a Dio. Egli afferma: "In tal modo la nostra preghiera, fatta in umiltà e carità, nel digiuno e nell'elemosina, nella temperanza e nel perdono delle offese, dando cose buone e non restituendo quelle cattive, allontanandosi dal male e facendo il bene, cerca la pace e la consegue. Con le ali di queste virtù la nostra preghiera vola sicura e più facilmente viene portata fino al cielo, dove Cristo nostra pace ci ha preceduto" (Sermone 206, 3 sulla Quaresima: PL 38,1042). La Chiesa sa che, per la nostra debolezza, è faticoso fare silenzio per mettersi davanti a Dio, e prendere consapevolezza della nostra condizione di creature che dipendono da Lui e di peccatori bisognosi del suo amore; per questo, in Quaresima, invita ad una preghiera più fedele ed intensa e ad una prolungata meditazione sulla Parola di Dio. San Giovanni Crisostomo esorta: "Abbellisci la tua casa di modestia e umiltà con la pratica della preghiera. Rendi splendida la tua abitazione con la luce della giustizia; orna le sue pareti con le opere buone come di una patina di oro puro e al posto dei muri e delle pietre preziose colloca la fede e la soprannaturale magnanimità, ponendo sopra ogni cosa, in alto sul fastigio, la preghiera a decoro di tutto il complesso. Così prepari per il Signore una degna dimora, così lo accogli in splendida reggia. Egli ti concederà di trasformare la tua anima in tempio della sua presenza" (Omelia 6 sulla Preghiera: PG 64,466).
Cari amici, in questo cammino quaresimale siamo attenti a cogliere l'invito di Cristo a seguirlo in modo più deciso e coerente, rinnovando la grazia e gli impegni del nostro Battesimo, per abbandonare l'uomo vecchio che è in noi e rivestirci di Cristo, per giungere rinnovati alla Pasqua e poter dire con san Paolo "non vivo più io, ma Cristo vive in me" (Gal 2,20). Buon cammino quaresimale a voi tutti! Grazie!