Gilbert Keith Chesterton, Radio Chesterton
sabato 31 dicembre 2016
Dante & Gilbert... una ripresa di Roberto Prisco
http://www.chesterton.it/gkc/cervantes.htm
Ciao
Rob
venerdì 30 dicembre 2016
Discovery, cioè scoperta: Dante e Gilbert sono nati nello stesso giorno...
mercoledì 28 dicembre 2016
sabato 24 dicembre 2016
I soliti auguri di Buon 🎄 Natale
Personalmente è chiaro, io credo in Babbo Natale; ma è il tempo del perdono, e perdonerò gli altri che non ci credono.
Gilbert Keith Chesterton, La Nonna del drago e altre serissime storie
L'articolo di Dale Ahlquist su GKC, Dickens e la gioia del Natale:
venerdì 23 dicembre 2016
Gli auguri di Lorenzo Zappalà (il nostro disegnatore)
giovedì 22 dicembre 2016
Un aforisma al giorno (sempre attuale, vero, bello)
mercoledì 21 dicembre 2016
Un aforisma al giorno (il Chesterton che qualcuno non si aspetta)
Gilbert Keith Chesterton
martedì 20 dicembre 2016
Un aforisma al giorno
G. K. Chesterton (@GKCDaily) | |
Fighting a religious battle is not only right, it is the only thing ultimately worth doing. |
sabato 17 dicembre 2016
giovedì 15 dicembre 2016
Chesterton, il Papa, giacchette e citazioni - a questo punto 5...
Mentre mettevo la ripresa di Andrea Monda della questione in oggetto, ecco che mi arriva l'articolo di Fabio Trevisan su Riscossa Cristiana, che riprende sia nell'argomento che nella diretta citazione il qui presente ring. A questo punto siamo grosso modo al quinto round, senza contare commenti...
CHI STA STRUMENTALIZZANDO CHESTERTON?
"Ho sempre avuto un forte senso di repulsione intellettuale nei confronti del modernismo, anche prima di convertirmi al cattolicesimo"
.
Nel 1929 Chesterton in "The Thing: why I am a Catholic" (Perché sono cattolico) affermava inequivocabilmente che, ancor prima della sua conversione al cattolicesimo, detestava profondamente il modernismo. Durante la frequentazione trentennale del grande scrittore inglese mi sono sentito in obbligo di scrivere alcuni libri su di lui, di presentarlo in numerose conferenze in varie parti d'Italia, ma mai mi era capitato, come in questi tristi tempi, di difenderlo dalle strumentalizzazioni di chi invece reputa che ad essere strumentalizzato sia proprio lui contro il Papa (vedi Monda su Avvenire). Ho già affermato di "dare a Chesterton quel che è di Chesterton ed a Bergoglio quel che è di Bergoglio" e, detto francamente, ritengo un onore non dover scrivere sul quotidiano della CEI. Mi ritengo fortunato a non dover condividere una linea culturale che reputo dannosa per il cattolicesimo; mi ritengo pure libero di dare a Chesterton quel che è di Chesterton e non preoccuparmi di dover difendere Bergoglio, piuttosto cercando di restituire a lui a quel che è di Bergoglio.
Andrea Monda mi chiede (vedi il ring chestertoniano sul blog dell'uomo vivo) argomentazioni che confutano l'insensata pretesa di usare Chesterton contro il Papa. Innanzitutto mi chiedo: "Chi sta strumentalizzando Chesterton?". Rispondo: "Anche Andrea Monda". Le mie argomentazioni oggettive, fondate sui testi partono da una considerazione falsa di Monda (vedi articolo del 6 dicembre 2013), nella quale scriveva: "Questi "affossatori in nome di Chesterton" mi ricordano quegli intellettuali di cui parla lo scrittore inglese, che non so se amasse la ragione ma certo diffidava dell'intelletto". A parte il fatto che questi presunti "affossatori" non sono assolutamente da equipararsi a quegli intellettuali del XIX secolo, credo che sia demenziale e anti-chestertoniano arrivare a dubitare della ragione e dell'intelletto in Chesterton. All'inizio di "Perché sono cattolico" il saggista inglese esordiva letteralmente così: "La difficoltà nello spiegare perché sono cattolico consiste nel fatto che vi sono diecimila ragioni, tutte riconducibili ad un'unica ragione: che il cattolicesimo è vero". Ribadisco: diecimila ragioni! Mi sembra davvero paradossale che non si percepisca l'importanza della ragione e della difesa dell'ortodossia in lui. Ecco un altro brano, che si può leggere in qualche riga successiva: "La Chiesa non è solo armata nei confronti delle eresie passate o, persino, presenti, ma anche nei confronti di quelle future, che potranno configurarsi come l'esatto opposto di quelle attuali". Il riferimento al mondo intellettuale a cui Monda allude (per colpire, secondo lui, gli anti-bergogliani) è esattamente l'opposto di quello che intendeva Chesterton. Leggiamo oltre la breve citazione che Monda ha tratto dal breve saggio: "Ostinatamente ortodosso": "E' da qui che deriva la confusione tra intelletto e intellettualismo…".
Monda non ha precisato, come avrebbe dovuto, che a Chesterton interessava distinguere tra l'intelletto e l'ideologia dello stesso, ossia l'intellettualismo. Chesterton non si è mai preoccupato (al contrario di Monda) di difendere le ragioni del cattolicesimo guardando se al Papa o a chi altro potesse andare più o meno bene. A Chesterton interessava, piaccia o non piaccia, la difesa delle verità e della Verità, che aveva incontrato nel cattolicesimo e che reputava anche (ma non solo) un'esperienza personale: "Potrei trattare perché sono cattolico da un punto di vista personale e descrivere la mia conversione". Egli sapeva distinguere tra verità oggettive legate alla ragione e all'intelletto da quelle personali, molto importanti, da dedicarci un ulteriore capitolo: "Le mie sei conversioni". Reputo banale il tentativo di separare la convinzione profonda delle ragioni del cattolicesimo da quelle dell'esperienza personale coinvolgente e gioiosa. Non esiste un Chesterton gioioso separato da un Chesterton dottrinale, dogmatico, appassionato della Verità. A lui interessava primariamente la capacità della Chiesa cattolica di salvaguardare la verità, come affermerà nell'opera "The Way of the Cross" del 1935: "Extra Ecclesiam nulla salus. La Chiesa cattolica è la sola capace di salvare l'uomo dallo stato di schiavitù in cui si troverebbe se fosse soltanto il figlio del suo tempo".
Gilbert non è quindi soltanto un campione della gioia, dell'umorismo e del paradosso ma, come ricordava l'amico Hilaire Belloc, usava lo strumento del paradosso per ammaestrare, per illuminare, per far ragionare. Non si può anteporre nemmeno la tradizione alla conversione né tantomeno sviluppare l'una a scapito dell'altra. Sono operazioni poco rispettose del reale significato che Chesterton dava all'una e all'altra. Chiedendosi: "L'umanesimo è una religione?", Chesterton rispondeva nel 1929 così: "Bisogna appellarsi alle realtà veracemente umane: la volontà cioè la morale, la memoria cioè la tradizione, la cultura cioè il retaggio intellettuale dei nostri padri". Per quanto riguarda la corrispondenza dell'uomovivo Innocent Smith con Papa Francesco (creduta da Andrea Monda) mi sembra addirittura incredibile se non fosse che Monda in quell'equivalenza volesse colpire, come lui dice i saccenti, i polemici, i dottori della legge. Allora mi chiedo davvero: "Chi sta strumentalizzando Chesterton?". Monda non ricorda o finge di non ricordarsi che l'uomovivo aveva puntato la pistola alla tempia del pessimista, dello scettico, non al cattolico che cerca di spiegare con la ragione e l'intelligenza della fede la validità perenne del dogma, dell'ortodossia, della tradizione. Certamente la "vita viene prima" ma la segue l'intelletto nel senso tomistico dell'adeguazione dell'intelletto alla realtà (realtà ontologicamente donataci dal Creatore), come asseriva Chesterton: "Più un uomo applica la propria razionalità alla realtà, più noterà che la realtà si mantiene tale quale è". Monda, nell'affanno di dimostrare i paralleli tra Chesterton e Bergoglio (operazione che ribadisco essere di scarso profilo culturale) scrive: "non si tratta di difendere ma di promuovere…sa che è la vita che trascina, non le parole…differenza tra annuncio e proselitismo…" e pone ciò che il grande Gilbert non avrebbe mai posto.
Chesterton perentoriamente affermava, piaccia o non piaccia a Monda: "Ho quindi l'ardire di affermare, e, ritengo senza vantarmi eccessivamente, che sono rimasto legato a certi rapporti e tradizioni, non perché sono un sentimentale o un romantico, ma perché sono un realista. Perché mi rendo conto che la morale non può cambiare quasi fosse una moda". Monda afferma che Chesterton amasse il gusto del rischio e la paradossale umiltà: è vero, ma non disgiunto da ciò che Gilbert si prefiggeva e scriveva nel 1929: "Portando avanti una severa dogmatica mentre il mondo vaga nelle nebbie di un rozzo sentimentalismo". Chesterton quindi contro la misericordia? A sentire Monda: "Ciò che attira e trascina, del cattolicesimo è la misericordia, non la correttezza né la sapienza". Invito Monda ad ascoltare cosa davvero diceva Chesterton nel 1935: "Nel cuore della cristianità, nei vertici della Chiesa, nel centro di quella civiltà che chiamiamo cattolica, lì e in nessun movimento, né in nessun futuro, si trovano la stabilità del senso comune, le tradizioni veraci, le riforme razionali, che l'uomo moderno ha cercato di trovarle lungo tutto il cammino della modernità". Questo era il pensiero di Chesterton e a nulla vale piegarlo per qualsiasi altra operazione.
Credetemi: preoccupiamoci di dare a Chesterton quel che è di Chesterton.
Chesterton, il Papa, giacchette e citazioni - 4
Un aforisma al giorno
"Brutta copia della bontà (...) è la remissività o ripugnanza a crear contrasti".
G. K. Chesterton, La Saggezza di Padre Brown
Un aforisma al giorno
"Il male vince sempre grazie agli uomini dabbene che trae in inganno; e in ogni età si è avuta un'alleanza disastrosa tra abnorme ingenuità e abnorme peccato".
G. K. Chesterton, Eugenetica ed altri malanni
Teggi: quattro chiacchiere con una letterante (da communitylacroce.it)
"In 'Cosa c'è di sbagliato nel mondo' scritto nel 1910 c'è un celebre aforisma che in inglese recita: 'if a thing is whort doing, it is worth doing badly', che di solito viene tradotto così: 'quando c'è qualcosa che vale la pena fare, vale la pena farla male'. Pensai fosse un errore di stampa. E' un passo in cui Chesterton parla del compito educativo delle madri e mi pareva assurdo affermare che le mamme fanno male i loro doveri. In quel periodo stavo vivendo una forte depresione post-parto dopo la nascita del mio secondogenito. Ero incapace di guardarmi, pensavo di non essere capace di fare nulla, che stessi sbagliando tutto. Insomma, ero davvero uno straccio. Ma rimuginai su quello strano significato della frase. In effetti, il primo periodo della maternità è un momento delicato in cui la donna è molto provata. Sebbene se ne parli poco, la depressione post-parto esiste. E' stato grazie a quel badly che sono riuscita a recuperare una visione positiva della mia depressione: Chesterton intendeva dire che le madri fanno male le cose che vale la pena di fare, cioè sono prostrate, eppure sono in grado di adempiere un compito gigantesco. Ci sono, anche se deboli, A volte sbagliano clamorosamente, ma (salvo casi patologici), tirano su dei figli sani, fisicamente e mentalmente".
lunedì 12 dicembre 2016
Il risveglio della signorina Prim, un libro dal deciso sapore distributistico
- Scheda bibliografica
- Copertina rigida: 256 pagine
- Editore: Mondadori (8 aprile 2014)
- Collana: Omnibus
- Lingua: Italiano
- ISBN-10: 8804635118
- ISBN-13: 978-8804635116
Hilaire Belloc, un interessante profilo.
Questo non può che spinger ci ad approfondire il lavoro che già stiamo facendo. Questi due ragazzi non sono mai stati attuali come oggi.
http://www.santiebeati.it/dettaglio/95077
domenica 11 dicembre 2016
Un aforisma al giorno (inedito in Italia)
G. K. Chesterton, The diabolist, in Daily News, 1907
Inviato da iPad
giovedì 8 dicembre 2016
Un aforisma al giorno
Le ultime parole di G.K. Chesterton
mercoledì 7 dicembre 2016
Un aneddoto su Chesterton - da Lance Sieveking
Un aforisma al giorno (da Robert Browning, traduzione di U. Mesina, Prefazione di M. Sermarini)
Era interessato alla vita nell'arte italiana e alla vita nella politica italiana. Forse il primo e il più semplice esempio che si può offrire al riguardo è l'interesse di Browning per l'arte. Egli era sempre stato smisuratamente affascinato da pittura e scultura e il suo soggiorno in Italia gli diede, ovviamente, innumerevoli occasioni perfette di studiare pittura e scultura. Ma il suo interesse per questi studi non era come quello del comune visitatore istruito che gira per le città italiane. Migliaia di questi visitatori, per fare un esempio, studiano quei magnifici busti pagani che in file interminabili ti capitano davanti in quasi ogni galleria e museo d'Italia, li ammirano, li annotano nei loro cataloghi e li descrivono nei loro diari. Ma il modo in cui essi influivano su Browning è descritto in maniera suggestiva in un passaggio di una lettera di sua moglie. Ella descrive il proprio desiderio che suo marito ricominci a scrivere poesie, le sue implorazioni a lui perché scriva poesie; ma tutte le sue richieste cadono nel vuoto perché suo marito è impegnato tutto il giorno a modellare busti di creta e a spaccarli non appena li ha terminati. Questo era l'interesse di Browning per l'arte: l'interesse per una cosa viva, l'interesse per una cosa che cresce, l'interesse insaziabile per come si fanno le cose.
Una recensione dell'ultimo libro di Annalisa Teggi
martedì 6 dicembre 2016
Robert Browning! Bellissimo!
Tradotto nei mesi scorsi da Umberta Mesina, il volume è di 192 pagine.
La n° 1 è per Umberta, la n° 2 per l'Uomo Vivo che firmerà la prefazione.
Prenotate scrivendo a laperlapreziosa@libero.it
Era interessato alla vita nell’arte italiana e alla vita nella politica italiana. Forse il primo e il più semplice esempio che si può offrire al riguardo è l’interesse di Browning per l’arte. Egli era sempre stato smisuratamente affascinato da pittura e scultura e il suo soggiorno in Italia gli diede, ovviamente, innumerevoli occasioni perfette di studiare pittura e scultura. Ma il suo interesse per questi studi non era come quello del comune visitatore istruito che gira per le città italiane. Migliaia di questi visitatori, per fare un esempio, studiano quei magnifici busti pagani che in file interminabili ti capitano davanti in quasi ogni galleria e museo d’Italia, li ammirano, li annotano nei loro cataloghi e li descrivono nei loro diari. Ma il modo in cui essi influivano su Browning è descritto in maniera suggestiva in un passaggio di una lettera di sua moglie. Ella descrive il proprio desiderio che suo marito ricominci a scrivere poesie, le sue implorazioni a lui perché scriva poesie; ma tutte le sue richieste cadono nel vuoto perché suo marito è impegnato tutto il giorno a modellare busti di creta e a spaccarli non appena li ha terminati. Questo era l’interesse di Browning per l’arte: l’interesse per una cosa viva, l’interesse per una cosa che cresce, l’interesse insaziabile per come si fanno le cose.
Chesterton, il Papa, giacchette e citazioni - 3
lunedì 5 dicembre 2016
Chesterton, il Papa, giacchette e citazioni - 2
- Ringrazio Marco Sermarini per avere allestito questo "ring" per discutere sul Papa e su Chesterton. Penso che entrambi, il Papa e Chesterton, ne sarebbero contenti: entrambi infatti sono tipi "pugnaci", amano gli amici, i nemici e anche i semplici avversari; le avversità sembrano "ricaricarli", quindi direi, discutiamo pure, "av-versiamoci" ma continuiamo a "con-versare". Ora a Trevisan non dovrei rispondere visto che lui scrive che è bastato l'articolo di Paolo Gulisano a mettermi a posto, ma intanto vorrei chiedere a Trevisan: quando scrivi che: "Mai Chesterton si sarebbe scagliato contro la Verità, la dottrina, il dogma.." a parte l'uso della maiuscola di cui mi sfugge il motivo, ma non capisco: alludi forse al fatto che il Papa si sia scagliato contro le tre suddette entità? e quando di grazia? affermazioni pesanti le tue, non trovi? ma forse ho capito male. Sull'articolo di Gulisano tornerò più in là, dopo una pausa che, ha ragione Marco, è qualcosa di prezioso. A entrambi comunque faccio presente che se nel mio articolo non faccio nomi è solo per rispettare l'ordine datomi dalla direzione di Avvenire, quotidiano che ha ospitato la mia riflessione. Ma i nomi, in privato, ve li ho già fatti.. sarebbe stato ridicolo inventarmi una polemica sul nulla, giusto? chi mi conosce sa che io, al contrario di Gilbert e Jorge Mario, non sono per nulla un tipo pugnace e tantomeno polemico.Andrea Monda