Sto scrivendo questo testo su un treno e non posso continuare perché accanto a me ci sono due signore molto moderne che parlano di vegetarianesimo, della vita superiore, dell'evoluzione spirituale e di altri divertimenti dei ricchi. Sono entrambe ricche e ben vestite, come lo sono sempre questo tipo di rivoluzionari; e sono entrambe di bell'aspetto, con il bieco occhio blu che contraddistingue la loro religione esoterica; l'unica religione sulla terra che non ha in sé né agnosticismo né umiltà. Una di loro sta cercando di dimostrare che è molto liberale, che non è una vegetariana fanatica, il che mi sembra sconsiderato; perché sicuramente se un uomo è vegetariano per motivi morali, dovrebbe essere un vegetariano fanatico. Dovrebbe essere furioso anche con chi mangia carne in modo moderato: non tolleriamo un cannibale temperato. Il consumo di carne o non è affatto sbagliato (come penso io), o è molto sbagliato. In questo assomiglia all'omicidio, alla religione e a molte altre cose interessanti. Ma la signora che sta parlando ha tutta la sconsideratezza moderna intrinseca nel pensiero. Dice, in mia presenza personale e fisica, le seguenti parole calme e straordinarie: "Naturalmente la domanda è se avete ancora il desiderio. Se riuscite a superare il desiderio di carne, allora siete su un piano superiore. Ma fino a quando avrete il desiderio di qualcosa, dovrete naturalmente farlo. Il desiderio dimostra che si deve fare". Questa affascinante generalizzazione (che dovrebbe essere di straordinario interesse per l'intera razza umana, compresi i tiranni, i borseggiatori, i dipsomani, i delinquenti, gli avvocati fraudolenti, gli uomini che amano mangiare il vetro, gli uomini che desiderano essere venerati come il Messia, i fumatori d'oppio, i mangiatori di bhang, i conquistatori militari, i sofisti, i bevitori di sangue e altri troppo numerosi per essere menzionati), questa generalizzazione, dico, mi commuove immensamente. Mi sento vivamente spinto ad alzarmi semplicemente e improvvisamente dal mio posto e a parlare come segue: "Signora, sono certo che non potrà che essere felice di sapere che mi ha convinto. Un uomo dovrebbe sempre fare una cosa finché ha un vero desiderio di farla. Quanto è vero! È illuminante! E tuttavia quanto è semplice! La mia attuale voglia genuina, che vi colpirà improvvisamente e bruscamente sul ponte del naso, è una voglia che, essendo molto meno distruttiva di quella di mangiare carne, sicuramente otterrà la vostra acquiescenza teorica, e che ha anche il vantaggio di darvi qualche barlume di idea del tipo di mondo in cui vivete. Come dice lei, potrei sopravvivere alla voglia di mangiare. Dopo avervi picchiato sul naso per un giorno o due, il desiderio stesso potrebbe abbandonarmi. Allora, senza dubbio, passerò a un livello superiore".
Gilbert Keith Chesterton, The Illustrated London News, 28 aprile 1906.