Ma qual è il nesso tra il triste commercio di Planned Parenthood (per cui quasi nessuno si indigna) e l'uccisione del leone Cecil?
venerdì 31 luglio 2015
The Lion Sleeps Tonight - Dale Ahlquist scrive della storia dell'uccisione del leone su Crisis Magazine
Ma qual è il nesso tra il triste commercio di Planned Parenthood (per cui quasi nessuno si indigna) e l'uccisione del leone Cecil?
Il 30 Luglio 1922 GKC divenne cattolico...
Avvenne a Beaconsfield, in quella che allora fungeva da chiesa cattolica, e cioè la sala dell'Hotel della Stazione Ferroviaria (Railway Station Hotel).
Oggi non c'è più ma il luogo è noto.
Fu una bella giornata.
Qui nel blog ce n'è traccia. Il mio nome è Lazzaro, e io sono vino, disse GKC.
Grazie, Gesù, per questo dono, novantatré anni fa. Fresco di giornata.
giovedì 30 luglio 2015
Un aforisma al giorno - Torniamo sulla questione dell'eresia ma allarghiamo il discorso alle virtù e alla verità - 4
Qui capiamo quale fosse l'amore di Chesterton per la verità. Posporre la verità è sempre un errore grave, per Chesterton. La dottrina e la virtù non possono che andare a braccetto, altrimenti la virtù non può fiorire. La virtù fuori della verità è impossibile. In quest'altra citazione tutto ciò è espresso chiaramente:
Tweet di G.K. Chesterton su Twitter
G.K. Chesterton (@GKCDaily) | |
This triangle of truisms, of father, mother and child, cannot be destroyed; it can only destroy those civilizations which disregard it. |
martedì 28 luglio 2015
Catholic World Report (o meglio Dale Ahlquist) recensisce "Chesterton and the Jews" di Ann Farmer
Avevamo già segnalato il volume qualche giorno fa sul nostro blog.
Il giudizio di Dale su questo libro è da non perdere, anche perché ha letto il libro e quindi lo commenta a dovere (l'ho visto io, Marco Sermarini, mentre lo leggeva qui in Italia, a casa mia...).
Il titolo dell'articolo è eloquente: «Difendere il difensore degli ebrei». E così finalmente buttiamo nella fogna tutte le infondatissime accuse di antisemitismo a lui rivolte...
Questa è una ricerca seria e non uno sproloquio ideologicamente (in)fondato.
Lo potete pubblicizzare, anzi, sarebbe bello tradurlo e pubblicarlo in italiano, anche perché è ora che i chestertoniani italiani leggano cose più impegnative sul nostro Chesterton, smuovendosi dai luoghi comuni e dalle interpretazioni di comodo.
Noi nel nostro piccolo stiamo cercando di farlo (commenti, recensioni, aforismi, analisi del suo pensiero, segnalazioni di articoli e di studi seri). Aiutateci.
Qui sotto il collegamento.
Dale ha un grande pregio: parla e scrive in un inglese molto comprensibile, per cui anche i sedicenti dummies non si spaventino...
http://www.catholicworldreport.com/Item/4058/defending_the_defender_of_the_jews.aspx
lunedì 27 luglio 2015
Un aforisma al giorno (sempre sull'eresia, tema in cui si fa sempre confusione) - 3
"L'eretico (che è anche sempre fanatico) non è colui che ama troppo la verità; nessuno può amare troppo la verità. Eretico è colui che ama la propria verità più della verità stessa. Preferisce, alla verità intera scoperta dell'umanità, la mezza verità che ha scoperto lui stesso. Non gli piace veder finire il suo piccolo, prezioso paradosso, che si regge solo coll'appoggio di una ventina di truismi, nel mucchio della sapienza di tutto il mondo"
Spade s'incroceranno... - I Gruppi Chestertoniani Veronesi vi invitano il 30 Luglio
Riceviamo da Roberto Prisco (in arte Rob) il consueto invito ad accendere i falò la sera del 30 Luglio:
Falò del 30 luglio 2015 sul Monte Cavro a Quinzano – Verona
Ore 18,30 e 19 Partenza dei due gruppi da via Nuova, 22 (100 m. slm)
il primo dei due gruppi passa dalla Valle dei Ronchi
il secondo fa la strada dell'anno scorso passando da San Rocchetto
uno porta il formaggio, l'altro il rum.
Ore 19,30 Arrivo sul Monte Cavro (190 m. slm) e cena al sacco.
Ore 20 Accensione del falò
ricordo dell'amico Emanuele Morandi
a seguire:
lettura di brani di Chesterton: quelli soliti e poi quello allegato tolto da
Ortodossia che verrà commentato dai presenti.
snudamento delle spade
taglio e degustazione del formaggio
distribuzione del rum
spegnimento del fuoco.
ore 22 o 23 al più tardi ritorno a casa
fumata finale del sigaro nel giardino
Da Ortodossia Capitolo III
I vizi – rilasciati- dilagano e danneggiano. Ma anche le virtù, lasciate in balia di sé stesse, si diffondono più selvaggiamente e fanno anche più terribili danni. Il mondo moderno è pieno di antiche virtù cristiane che sembrano come folli: sono divenute folli perché sono scisse una dall'altra e vagano senza mèta. Così alcuni scienziati coltivano la verità; ed è una verità senza pietà; così alcuni umanitari coltivano la pietà e la loro pietà (mi dispiace dirlo) è spesso nemica della verità. Blatchford attacca il cristianesimo perché egli è fissato su una sola delle virtù cristiane. La virtù della carità puramente mistica e quasi irrazionale. Egli ha la strana idea di rendere più facile il perdono dei peccati dicendo che non esistono peccati da perdonare.
Un giudizio su Radio Chesterton di un lettore fra i tanti
Gentile Presidente,
ho preso carta e penna (virtualmente) per scriverle che sono molto contento di aver acquistato e letto "Radio Chesterton" perché è un bellissimo volume.
Mi affascina l'idea che Chesterton parlasse di cose così belle ed elementari a tutti, a migliaia e migliaia di persone, e ricordasse a tutti la bellezza e la grazia di essere vivi, l'amore per la verità e tante altre belle ed insostituibili cose.
Mi colpisce pure - leggendo il carteggio sulla libertà - il fatto che GKC fosse davvero orgoglioso di essere cattolico e che non perdesse neppure una battuta pur di rispondere alle critiche pur articolate dei suoi avversari puntutissimi ma in ultima analisi fiacchi. Lui era sempre lieto, loro sempre con quella sfumatura giallognola in viso tipica del bilioso.
Credo che il capitolo più bello sia "Per noi finirà col botto", in cui Gilbert risponde a tutti i critici e i superficiali laudatori dell'epoca moderna, che credono che i giovani si divertano mentre sono solo preda di un triste silenzio nonostante i mille sovrastimoli che ricevono e che dovrebbero renderli lieti (e così non è). Pensi quanto è più vero oggi: ma come faceva a vedere così a lungo?
Risponde anche a T. S. Eliot e alla sua "desolazione", in cui sembra davvero perdersi ed in cui in fondo, in maniera molto borderline, crediamo tutti sia bello e ovvio stare. Le dirò, mi sembra una moda molto in voga anche oggi tra tanti cattolici doc.
Chesterton è davvero un grande perché ci dimostra come essere felici, e la ringrazio (come ringrazio la traduttrice che ha reso il tutto così bene) di aver tirato fuori dalla immensa cassapanca delle opere di Chesterton questa perla insostituibile.
Ovviamente l'ho comprata su Pump Street, perché così ha un sapore più forte...
Ancora grazie e gradisca i migliori saluti e auguri per questa calda estate. A quando il seguito (mi sembra di capire che ce ne sia uno, vero?)?
Mario Fabbri
domenica 26 luglio 2015
Un aforisma al giorno
sabato 25 luglio 2015
Tweet di Chesterton Society su Twitter
Chesterton Society (@AmChestertonSoc) | |
"When politics were more local, they were more truthful." - #GKChesterton |
venerdì 24 luglio 2015
Un aforisma al giorno
|
Un aforisma al giorno (da Radio Chesterton! Compratelo su Pump Street!)
giovedì 23 luglio 2015
Un aforisma al giorno (ancora sull'eresia, tema su cui si fa sempre molta confusione) - 2
L’eresia è quella verità che trascura tutte le altre verità.
mercoledì 22 luglio 2015
martedì 21 luglio 2015
Un aforisma al giorno... intelligente
G.K. Chesterton (@GKCDaily) | |
It amuses me to reflect...that the more my opponents practise Birth Control, the fewer there will be to fight us. |
sabato 18 luglio 2015
Un aforisma al giorno, grandioso!
Chesterton Society (@AmChestertonSoc) | |
"A man's pocket is his private affair; and his nose is a public monument by comparison." GKC |
venerdì 17 luglio 2015
Un aforisma al giorno (eresie, tema complicato sul quale molti intendono male, citano male...)
mercoledì 15 luglio 2015
La "Buona Scuola" secondo Chesterton - di Fabio Trevisan (da Riscossa Cristiana)
"Secondo l'illusione oggi di moda, attraverso l'educazione possiamo dare alle persone qualcosa che noi non abbiamo avuto"
Nel 1910 Gilbert Keith Chesterton raccoglieva una straordinaria serie di saggi, dal titolo: "What's wrong with the world" (Ciò che non va nel mondo). Nella quarta parte del medesimo libro si chiedeva cosa fosse l'educazione e la buona scuola: "La prima e unica cosa che mi interessa è affermare che se non si è capaci di salvare i padri non si possono salvare i figli e che, al momento, non possiamo salvare gli altri perché non siamo in grado di salvare noi stessi". Questa considerazione lungimirante era posta in continuità con il fatto che non si poteva dare ciò che non si aveva: un'illusione purtroppo ancora di moda. Che cos'era quindi l'educazione e la buona scuola secondo Chesterton? Era qualcosa di completamente diversa da quella approvata come legge alla Camera (la cosiddetta "buona scuola" del governo Renzi) nei giorni scorsi. Ecco come impostava la discussione il grande pensatore inglese: "L'educazione è trasmissione di verità, ma come possiamo trasmettere la verità se non l'abbiamo mai posseduta? Ai bambini insegnano a essere uomini: e come può essere così semplice insegnare un ideale di umanità agli altri se è un'impresa inutile e disperata cercarne uno per noi?". Un tempo si diceva che una domanda ben posta (come quella chestertoniana) è già una risposta; ora, si potrebbe dire, che non si è nemmeno capaci di fare le domande, figuriamoci le risposte! Bisogna quindi ritornare, anche parlando di "buona scuola", ad impostare i problemi dalle fondamenta, come faceva il grande scrittore cattolico di Beaconsfield: "Educazione è una parola come "trasmissione" o "ereditarietà"; non è un oggetto, ma un metodo, e con essa si intende la trasmissione di certe cose, idee e caratteristiche ai nuovi nati".
La verità di queste semplici argomentazioni era così banale da essere dimenticata, come temeva lo stesso Chesterton, anche nei comuni discorsi politici. Bisognava allora (e tanto più ora) enunciarla chiaramente. Chesterton partiva da una semplice constatazione: "Un bambino piccolo, figlio di un piccolo commerciante, che vive in una piccola casetta, viene istruito a mangiare il suo breakfast, a prendere la sua medicina, ad amare il suo paese, a dire le preghiere e a mettersi il vestito buono la domenica". Cosa succederebbe se il ragazzo fosse adottato, fosse figlio cioè di un'ideologia impazzita (come potrebbe essere l'ideologia gender dei nostri giorni)? Tutti questi "padri" insani dei nostri tempi non accetterebbero ad esempio chi il sano patriottismo, chi le medicine, chi le preghiere, chi il valore sacro della domenica e così via. Ecco come rispondeva Chesterton, con l'arguzia e l'intelligenza che lo contraddistingueva: "Tutti questi educatori li accomuna la sola cosa che detestano apertamente: il comune concetto di autorità. E' curioso che vi siano persone che parlano di separare i dogmi dall'educazione. Invero i dogmi sono l'unica cosa che non può essere disgiunta dall'educazione: i dogmi sono l'educazione. Un insegnante non dogmatico è semplicemente un insegnante che non insegna".
Non è difficile immaginare quale reazione produrrebbe oggi questa benefica "trovata" chestertoniana contro i "cattivi maestri" dei nostri giorni. Il processo dell'apprendimento scolastico era visto e presentato da Chesterton in modo diametralmente opposto alla maieutica socratica o all'arte di estrarre qualcosa di latente : "L'intero processo è da loro (gli insegnanti di allora) presentato come qualcosa che non proviene dall'esterno, cioè dall'insegnante, ma interamente dall'interno del ragazzo…il maestro di scuola non fa che liberare dolcemente e con gentilezza il proposito prigioniero". La debolezza e fragilità di questo metodo era perentoriamente denunciata dal grande sostenitore inglese del "senso comune": "Ho accennato all'etimologia latina di "educazione" e all'estrazione di certe facoltà del bambino per porre l'accento sul fatto che nemmeno questo trucco mentale può prescindere dal concetto inevitabile di autorità scolastica o genitoriale. L'educatore che estrae è arbitrario e coercitivo come l'istruttore che inserisce: infatti, tira fuori quel che vuole. E' lui che decide ciò che sarà sviluppato nel bambino e ciò che invece non lo sarà". Per Chesterton le verità più certe e provate dovevano essere trasmesse per prime ai bambini. Ai più giovani avrebbero dovuto essere insegnate le cose più vecchie, stabili e durature.
Ciò che temeva Chesterton, oltre alla marginalizzazione dei ruolo educativo dei genitori (evidente nell'attuale legge sulla "buona scuola") era la fragilità dell'impianto educativo: "Nella scuola moderna il bambino deve obbedire a un sistema che è più giovane di lui. Il fragile bambino di quattro anni ha in verità più esperienza ed è stato esposto al mondo più a lungo del dogma al quale si pretende di sottometterlo". Chesterton aveva pienamente ragione a denunciare i cattivi dogmi dei presunti insegnanti anti-dogmatici. Il dogma della cosiddetta "buona scuola" ha a che fare ancora, volenti o no, sulla verità dell'educazione. Peccato non ci sia più Chesterton a inquadrare lucidamente la questione.
Un aforisma al giorno (amici, queste cose Gilbert le diceva per radio a milioni di persone liete di ascoltarle)
Gilbert Keith Chesterton, Radio Chesterton
acquistabile su www.pumpstreet.it
domenica 12 luglio 2015
sabato 11 luglio 2015
È morto il cardinale Giacomo Biffi
Per celebrarne il genio e la fede è sufficiente per noi riprodurre alcune righe di una famosa presentazione a "Perché sono cattolico" della Gribaudi, poi ampliata e finita in un volumetto dal titolo "Pinocchio Peppone e l'Anticristo e altre divagazioni" edito dalla Cantagalli; per i lettori è giusto e buono rileggerle.
Che Dio l'abbia in gloria, Eminenza. Preghiamo per lei, lei aiuti noi chestertoniani da lì.
Tweet di Soc Chestertoniana su Twitter
Soc Chestertoniana (@Sochest) | |
Non molti sanno che mons. R. Knox amico di #Chesterton tradusse la Bibbia dalla Vulgata latina, bellissima versione twitter.com/acn_uk/status/… |
venerdì 10 luglio 2015
Radio Chesterton on air - Gli unici due frammenti delle trasmissioni radiofoniche di Chesterton per la BBC
Gilbert durante una delle trasmissioni date alla BBC nel 1935 |
Bertrand Russell, che incrociò radiofonicamente la spada con Gilbert (trovate la trasmissione nel volume appena pubblicato) |
giovedì 9 luglio 2015
Tweet di Soc Chestertoniana su Twitter
Soc Chestertoniana (@Sochest) | |
Dale Ahlquist parla di noi e mostra la bella città di S. Benedetto del Tronto dopo il suo soggiorno. twitter.com/amchestertonso… |
mercoledì 8 luglio 2015
annfarmeraf | Chesterton and the Jews - Dal sito dell'autrice del libro segnalato giorni fa
Ann Farmer segue un filone recentemente inaugurato da padre Ian Ker e da William Oddie, ossia il tentativo di approfondire aspetti significativi della figura del nostro Chesterton facendo ricorso agli archivi e alle testimonianze documentarie. Padre Ker ha scritto una biografia "antologica", mettendo insieme i risultati dei migliori ricercatori ed i propri notevoli sforzi archivistici; Oddie ha acceso una luce sui primi trentacinque anni di vita di Gilbert, notevole per la profondità nell'esame delle idee originarie di Chesterton.
Ann Farmer scava su uno degli argomenti più controversi del nostro amico, rivelando la verità, che è tutta scritta nel sottotitolo del volume.
Speriamo in una prossima traduzione italiana, per mettere fine alle cose inesistenti che gli vengono attribuite.
http://www.annfarmer.co.uk/#!chesterton-and-the-jews/c1z58
Inviato da iPhone
lunedì 6 luglio 2015
Un aforisma al giorno (da Radio Chesterton! Fresco fresco!)
Ecco Radio Chesterton!
Merita davvero di essere acquistato, ma naturalmente lo dovete fare tramite Pump Street, il sito distributista dove trovate tutto l'occorrente per essere baldi chestertoniani.
Ci sono pagine memorabili, tra cui il dibattito radiofonico tra Chesterton e Bertrand Russell su chi deve educare i nostri figli (grande Chesterton!), e la trasmissione seguita da un notevole carteggio tra Chesterton ed alcuni ascoltatori sulla questione della libertà (a Chesterton fu chiesto dalla BBC di parlare della libertà secondo l'ottica del cattolico). Ma non solo questo.
C'è un'interessante introduzione del nostro presidente Marco Sermarini, che chiarisce tutto il contesto in cui avvennero queste trasmissioni (a tratti la vicenda è anche commovente, getta una luce nuova sul carattere di Chesterton), ed una postfazione altrettanto interessante di Annalisa Teggi sul perché proporre intatto il carteggio sulla libertà.
Ricordiamo che questa raccolta è un inedito assoluto, perché le trasmissioni non sono mai apparse in volume neppure in lingua originale, per cui i chestertoniani italiani hanno fatto un'opera memorabile, con l'aiuto dell'editrice Rubbettino.
Questo è il secondo primato dei chestertoniani italiani, dopo la prima traduzione de La ballata del cavallo bianco, grazie ad Annalisa Teggi e a Raffaelli Editore.
Acquistatelo su Pump Street, aiuterete le opere distributiste e il pensiero di Chesterton a correre ovunque.
Chesterton e Benson
Ci siamo sempre chiesti, vista la contemporaneità, se avesse conosciuto ed incontrato GKC.
Ebbene sì, i due si conoscevano ed una volta Chesterton lo presentò ad una conferenza sui miracoli a Londra nel 1914, anno della morte di Benson.
domenica 5 luglio 2015
Chesterton and the Jews, un libro consigliato
Abbiamo qualche volta toccato la questione in questo blog (ricordiamo a titolo di esempio la lettera aperta che il nostro presidente scrisse al professor Melloni e che toccava anche questo aspetto facendo giustizia di diversi errori e giudizi infondati), e ricordiamo che William Oddie e la American Chesterton Society, il primo dedicando all'argomento un capitolo del libro da lui curato sulla santità di Gilbert e la seconda consacrando un intero numero della rivista Gilbert, hanno ampiamente dimostrato l'inesistenza di quest'accusa.
Dale Ahlquist, ripartito questa mattina per gli Stati Uniti dopo quasi una settimana passata tra Chesterton Day e distributismo italiano, ci ha detto che il libro che vi proponiamo vale la pena di essere letto perché documentatissimo e validissimo.
Ann Farmer è una persona interessante, inglese, casalinga che però ha una dedizione speciale verso Chesterton e il popolo ebreo. Ha voluto scoprire la verità in mezzo a cumuli di menzogne e ha fatto giustizia di tutto ciò.
Il volume è chiaramente in inglese, edito da Angelico Press (la stessa editrice che pubblica le opere di Caldecott). Per chi è pratico della lingua ed ha ancora qualche piccolo tarlo, ecco il libro adatto.
Amico Critico Difensore: bellissimo ed eloquente il sottotitolo.
Tweet di Chesterton Society su Twitter
Chesterton Society (@AmChestertonSoc) | |
Learn more about #Chesterton's starring role in film! neverpedia.com/pan/How_Men_Lo… |
Una vecchia storia di cui abbiamo molte volte...
giovedì 2 luglio 2015
La fine dell'Isola degli Ulivi - di Fabio Trevisan (da Riscossa Cristiana)
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A fronteggiare la deriva dei principi e valori cristiani d'Occidente non era, secondo Chesterton, il mondo politico diplomatico ed istituzionale ma due personaggi che incarnavano il senso comune ed il desiderio di lottare per la verità e la difesa della legge naturale: un coraggioso marinaio irlandese, Patrick Dalroy, e un oste, Humphrey Pumph, titolare dell'insegna della "Vecchia Nave", che diventerà l'Osteria Volante. La fine dell'Isola degli Ulivi è decretata da quell'audace ed impertinente marinaio, che non accetta di negoziare in quel modo la pace per l'Europa e che sradica quegli ulivi, simboli illusori di una pace traditrice ed inerme e che fronteggiando i responsabili politici e culturali di quei patti meschini innalza il proprio ramoscello d'ulivo sulle loro teste: "Ecco il mio ramoscello d'ulivo – disse Dalroy, facendo vacillare l'albero sradicato che si abbatté sull'intera adunanza- un ramoscello d'ulivo più glorioso della mia spada ed anche più pesante…Adesso me ne posso andare. Ho visto qualcosa, oggi, che è peggio della morte: si chiama Pace". Dalroy aveva sentito aleggiare apparenti riflessioni, che oggigiorno potrebbero richiamare all'omologazione forzata del Pensiero Unico: "Penso che ormai un unico pensiero ci accomuni…penso che ormai tutti noi convergiamo su un'unica idea: la pace deve essere radicale quanto la guerra". Secondo lo scrittore cattolico londinese l'osteria volante rappresentava l'ultima estrema difesa, un grande valoroso baluardo contro il fiume dell'illogicità umana che continuava imperterrito il suo corso.
Nel 1914 aveva inoltre paventato il pericolo di un falso ecumenismo, come aveva evidenziato nelle parole di Lord Ivywood: "La nostra è un'epoca in cui gli uomini si rendono conto che ogni credo contiene anche per gli altri tesori immensi, che ogni religione ha un segreto per i suoi vicini…se dunque è vero che noi occidentali abbiamo portato qualche lume all'Islam per quello che riguarda valori preziosi come la pace e l'ordine, perché non dire che l'Islam, in cambio, porterà la pace in migliaia di focolari domestici incoraggiandoci ad abolire le calamità che tanto ha fatto per traviare e snaturare le virtù della Cristianità occidentale?". Non voglio prolungarmi oltre nella descrizione di questo incredibile ed attualissimo romanzo, anche per non togliere il fascino della lettura a tutti coloro che non lo conoscessero. Desidero solamente prospettare, con Chesterton, che questa de-cristianizzazione dell'Europa non porterà ad alcun frutto positivo. Chesterton l'aveva denunciato più di un secolo fa e la difesa del sacro vino (simboleggiato dal barilotto di rhum portato in giro come vessillo anti-islam da Patrick Dalroy e da Humphrey Pump) è ancora sotto i nostri occhi ad ammonirci ed a chiederci: "Cosa stiamo facendo? Stiamo difendendo la Vecchia Nave, l'Osteria Volante?".