mercoledì 31 dicembre 2014
Un aforisma augurale al giorno (in inglese, dai, facciamo prima)
martedì 30 dicembre 2014
Un aforisma al giorno (il distributismo non è solo una questione economica, lo diciamo per chi si sbraccia per l'uno o l'altro "partito"...)
Noi ci riproduciamo e con fede cieca diciamo...
lunedì 29 dicembre 2014
Un aforisma al giorno
Essere estremamente devoti a qualcuno non impedisce di criticarlo, e il fanatico può sicuramente essere uno scettico.
Gilbert Keith Chesterton, Ortodossia
domenica 28 dicembre 2014
Un aforisma al giorno
Puoi giurare fedeltà ad un'accolita di monaci,
o di fronte ad una moglie graziosa,
ma questo è il modo dei Cristiani:
che il loro giuramento dura fino alla fine.
Gilbert Keith Chesterton, La Ballata del Cavallo Bianco
sabato 27 dicembre 2014
And the winner is...
Va bene, a pari merito Giova e Unknown possono fregiarsi del titolo di Detective Chestertoniano Lucidissimo, almeno fino al prossimo bruciante indovinello!
Il prossimo sarà meno facile... Hai ragione, Umberta, questo potevano saperlo tutti ma non è detto...
Tweet da Soc Chestertoniana (@Sochest)
Indovinello chestertoniano...
"Vado a casa a scrivere un libro per rispondere alla tua domanda".
In quale libro Chesterton ha scritto questa famosa frase?
È obbligatorio specificare il titolo del capitolo, sennò non vale.
Le risposte debbono necessariamente pervenire come commento a questo post (no Twitter, no posta elettronica, no assoluto Facebook). Vince chi la piazza per primo, fa fede l'ora di Blogspot. Chiaramente la prima risposta esatta.
Chi vince, cosa vince?
Ma è chiaro!
L'onore di fregiarsi del titolo di Detective Chestertoniano Lucidissimo fino al prossimo quiz, che non è poco. Il top è farlo da socio della SCI, che implica la condizione di Amico di Chesterton, che solo noi possiamo legittimamente affibbiare. Diffidare dalle imitazioni!
Un aforisma al giorno - Un classicone!
Dove splende la stella fissa della certezza e del successo...?
mercoledì 24 dicembre 2014
E' troppo bello e lo riproponiamo. Buon Natale a tutti voi, cari amici!
Gli auguri di Roberto Prisco
Se siamo grati per i dolci che troviamo nella calza della Befana, perché
non dobbiamo essere grati per un paio di gambe meravigliose che
mettiamo nelle calze ogni mattina?
Auguri per un Santo Natale di conversione a tutti voi e per un 2015 di
successi e felicità
Roberto Prisco
--
martedì 23 dicembre 2014
Un aforisma al giorno (distributista, anticapitalista, antisocialista, sano, grasso, chestertoniano: mettiamoci sulla sua lunghezza d'onda)
Un aforisma al giorno
Una sorpresa di due chestertoniane ad un tonicissimo lettore...
Buon Natale!
domenica 21 dicembre 2014
venerdì 19 dicembre 2014
Giacomino Berchi s'è laureato in lettere...
Giacomino è un bravo ragazzo, è un neofita promettente traduttore di Chesterton, ci aiuta con la Review e siccome abbiamo proditoriamente (ma neanche troppo) sottratto questa bella foto col suo caro zio, la spiaccichiamo qui per simpatia e affetto.
Speriamo che non si guasti col crescere, coltivi sempre Chesterton e rimanga sempre umile, perché così potrà fare del bene al mondo!
Perché facciamo queste cose?
Perché tra Chestertoniani si fa così. Si è amici e un po' matti e burloni.
Un aforisma al giorno
Il misticismo tiene gli uomini sani. Fintanto che c'è il mistero, c'è la salute; distrutto il mistero, nasce la malattia. L'uomo qualunque è sempre stato sano perché è sempre stato un mistico. Ammetteva il crepuscolo. Ha sempre tenuto un piede sulla terra e un altro nel paese delle fate. Ha sempre lasciato libero se stesso di mettere in dubbio i suo dèi, ma anche (a differenza degli agnostici di oggi) di credere in essi. Gli è sempre stata più a cuore la verità che la congruenza.
Gilbert Keith Chesterton, Ortodossia
giovedì 18 dicembre 2014
Un aforisma (natalizio ed illustrato) al giorno
mercoledì 17 dicembre 2014
martedì 16 dicembre 2014
lunedì 15 dicembre 2014
Un aforisma al giorno
Mentre una tendenza costante del vecchio Adamo è quella di rivoltarsi contro quella cosa così universale e automatica che è la civiltà, di predicare deviazione e ribellione, il romanzo dell'attività di polizia mette in un certo senso sotto gli occhi il fatto che la civiltà stessa è la più sensazionale delle deviazioni e la più romanzesca delle ribellioni.
Gilbert Keith Chesterton, Come si scrive un giallo
Un aforisma al giorno
domenica 14 dicembre 2014
Un incontro (anche) con Chesterton a Roma
Il Cenacolo di Tommaso Moro
Cenacolo
16 dicembre, ore 18.30Roma, Enoarcano, via delle paste 106Cenacolo: Riflessi di Tommaso Moro nella cultura europea. Shakespeare Pellico ChestertonIntroduzione: Antonio Casu. Relatori: Luca Poggi e Maurizio Serio.Seguirà il tradizionale brindisi di Natale.
sabato 13 dicembre 2014
Un aforisma al giorno (un vecchio classico che vale più di cento prediche, l'Uomo Vivo vi crede fermamente e senza tema di smentita, a piè fermo)
venerdì 12 dicembre 2014
Problemi di regali natalizi...?
www.pumpstreet.it
Solo lì trovate il vero regalo utile!
Le buone idee sono le uniche cose utili di cui munirsi in questo Natale! Chesterton ne ha da vendere!
Approfittatene per tempo!
Il San Francesco d'Assisi di Chesterton esce in lingua lituana
Per essere precisi il titolo è Šventasis Pranciškus iš Asyžiaus.
Bravi gli amici lituani. Vorremmo conoscere qualche chestertoniano di quelle parti. Ne conosciamo di polacchi, croati, argentini, inglesi, francesi, americani, sierraleonesi ma i lituani ci mancano.
giovedì 11 dicembre 2014
Un aforisma al giorno (da imparare a memoria, scolpire nella capoccia, ripetere agli angoli delle strade...)
Un aforisma al giorno
mercoledì 10 dicembre 2014
martedì 9 dicembre 2014
Un aforisma al giorno (leggere bene, non puntarsi...)
Un aforisma al giorno (molto importante per chi vuole davvero capire Chesterton)
«Malgrado tutto, l'unica parola adatta a descrivere quel genere di clima psicologico è "ottimismo". So che questo termine ha subito nel XX secolo un degrado ancora maggiore del XIX. Ultimamente la gente si diceva ottimista riguardo all'esito delle guerra; adesso parlano di ottimismo riguardo alla ripresa economica; domani potranno dire di essere ottimisti riguardo al Torneo Internazionale di Ping-pong. Ma nell'epoca vittoriana la gente attribuiva un significato più puntuale al termine "ottimista" riferito a Browning, Stevenson o Walt Whitman. E in senso più ampio o più facile da intendere che nel senso di questi tre uomini, il termine si applicava in tutta verità a Tommaso d'Aquino. Lui credeva con convinzione granitica nella vita, e anche in qualcosa che poi Stevenson definì il grande teorema della vivibilità della vita».
Gilbert Keith Chesterton, San Tommaso d'Aquino
lunedì 8 dicembre 2014
Tweet da G.K. Chesterton (@GKCDaily)
G.K. Chesterton (@GKCDaily) | |
I protest against the power of mad minorities to treat the majority as if it were another minority. |
Belloc e l'educazione
sabato 6 dicembre 2014
Un aforisma al giorno
Gilbert Keith Chesterton, Eretici
mercoledì 3 dicembre 2014
martedì 2 dicembre 2014
Recensione de La Sorpresa e altri piccoli doni - Chesterton e la libertà donata da Dio - di Roberta Sciamplicotti (su Aleteia)
Un commento della scrittrice britannica Dorothy L. Sayers (1893-1957) riportato all'inizio del testo ricorda come per i giovani della sua generazione Chesterton sia stato "una specie di liberatore cristiano": "come una bomba benefica esplosa in un'epoca misera, ha frantumato molte vetrate della Chiesa per far entrare folate di aria fresca, nei cui vortici le foglie morte della dottrina si sono messe a danzare con tutta l'energia indecorosa dell'Acrobata di Nostra Signora".
"Senza dubbio la Chiesa era, nelle sue fondamenta, gloriosa e immutabile come sempre, ma all'inizio del secolo si presentava in modo, come dire, infelice quanto a sembianze esterne e dava l'impressione all'uomo della strada che non ci fosse molta scelta, se non tra una compiaciuta moralità protestante e una pietà cattolica piuttosto affettata", osserva la Sayers. "E dal momento che molte persone astute erano alacremente indaffarate a minare le fondamenta sia della pietà che della moralità, i cristiani venivano comunemente considerati alla stregua di tarli, che masticando al buio si scavavano gallerie dentro travi marce e destinate a crollare insieme all'intero edificio".
Fu quindi "stimolante sentirsi dire che il cristianesimo non era una cosa noiosa ma gioiosa, che non era qualcosa di retrogrado ma di avventuroso, che non era ottuso ma anzi saggio e addirittura sagace"; "ciò che fu soprattutto rinvigorente era vedere il polemista cristiano impugnare armi offensive anziché difensive".
Nella postfazione, Annalisa Teggi, autrice della traduzione del testo, sottolinea che "La sorpresa" che Chesterton ci consegna tra le mani è "il sorprendente atto d'amore che sta all'origine della Creazione e che sussiste tutto nel paradosso della lontananza: per amare qualcosa, devo vederla nella sua interezza e quindi allontanarla da me. Meno possiedo una persona, più la amo".
Lo capisce anche un semplice burattinaio, come l'Autore protagonista dell'opera dello scrittore inglese, che "conosce intimamente tutti i pupazzi che ha costruito, eppure questa specie di conoscenza non gli basta, li vuole vedere 'essere' al di fuori del racconto che ha creato per loro".
Per la Teggi, "il perfetto alter ego di questa commedia", cioè il libro che sarebbe bello leggere insieme a quest'opera teatrale, è il Frankenstein di Mary Shelley, "il testo che più di ogni altro esplora un'idea di Creazione come atto volitivo ed egoistico". Il dottor Victor Frankenstein, a differenza del burattinaio-Autore di Sorpresa, desidera infondere la vita a una creatura umana per uno scopo molto chiaro e tutt'altro che generoso, ovvero essere venerato come suo creatore e sorgente di vita.
"Sarebbe possibile attribuire questo medesimo pensiero a una divinità creatrice – suggerisce la Teggi –: Dio creò l'uomo per essere amato e riverito da una specie mortale che doveva a Lui la sua esistenza. Plausibile; eppure quest'ipotesi si riduce a un progetto meschino e infinitamente meno esaltante se paragonato a quel che, invece, scintilla nel desiderio del burattinaio-Autore di Chesterton", che afferma: "Questa gente merita di essere viva; essi sono tutto, tranne che vivi. Sono intelligenti, complicati, combattivi, brillanti; traboccano di vita eppure non sono vivi".
"Dio ha preferito trattarci da gentiluomini, piuttosto che da marionette. Un uomo deve avere l'opportunità di dimostrare che è un gentiluomo, deve poter dar prova di essere quello che in piena coscienza e deliberato consenso sceglie o tradisce una proposta di matrimonio, cioè di legame con il mondo e con chi l'ha fatto".
Merito di Chesterton ne "La Sorpresa" è aver utilizzato l'espediente del deus ex machina della tragedia classica, la divinità che entrava in scena quando l'intreccio della trama degenerava in modo irrisolvibile e la cui presenza metteva a posto le cose, "per farci la sorpresa finale: quello di porgere al lettore in modo eclatante e allo stesso tempo ragionevolissimo il bisogno dell'Incarnazione. Il Dio cristiano non si è calato sulla scena umana per mettere fine alla storia, bensì innanzitutto per essere compagno degli uomini. Si è fatto Uomo tra gli uomini, che è molto più complicato che essere un Dio tra gli uomini".
"Se della religione cristiana si può dire che è una outdoor education(un cammino educativo nell'aria fresca, libera e drammatica della realtà per ritornare alla casa del Padre da gentiluomini liberi e non da schiavi mansueti); se di conseguenza si può dire, in nome della sacralità della libertà, che gli uomini sono tutti fuori, allora del Dio cristiano si può dire che sia il più fuori di tutti – conclude la Teggi –. Perché, nella sua infinita libertà, ha scelto di buttarsi dentro l'orizzonte incasinato del mondo reale".
Marco Sermarini, presidente della Società Chestertoniana Italiana, osserva nella prefazione del volume: "è abbastanza miope e ingeneroso il giudizio non lusinghiero (diffuso e ripetuto spesso come un mantra e senza cognizione di causa) che qualcuno ha dato del Chesterton autore teatrale", visto che lo scrittore "è così profondo nell'esporre idee, inventare personaggi e trame, trasmettere messaggi buoni".
Sermarini commenta anche gli altri scritti presenti nel libro, ritenendoli "un odoroso mazzetto di fiori colto nel grande prato" degli ultratrentennali interventi di Chesterton sull'Illustrated London News, nella cui rubrica Our Note-Book scriveva articoli da duemila parole che avrebbero dovuto prendere "la forma di una discussione leggera su argomenti del momento… da trattare senza faziosità politiche".
Qualcuno ha definito la rubrica "il pulpito di Chesterton" e da lì egli disse, con grande efficacia, ciò che volle e gli piacque. L'Illustrated London News è anche il luogo in cui più di tutti compare la visione sacramentale delle cose che è uno degli aspetti più peculiari del pensiero di Chesterton.
"Mentre dettava questi articoli alle segretarie tirava di scherma con la spada o con un coltello contro i cuscini. Si racconta che una volta, mentre dettava l'articolo, tirò una freccia col suo arco fuori della finestra e sfiorò un cane, più sorpreso che colpito da questa… botta di vita. Pensate a questo ripetuto e agitato ménage mentre leggete questi saggi e darete ad essi un sapore indimenticabile", osserva Sermarini.
Il libro può essere acquistato solo ordinandolo presso il Centro Missionario Francescano attraverso l'e-mail laperlapreziosa@libero.it
domenica 30 novembre 2014
Un aforisma al giorno
venerdì 28 novembre 2014
La strenna di quest'anno, qualche suggestione e notizia
giovedì 27 novembre 2014
Strenna di Natale 2014 - La Sorpresa e altri piccoli doni
Cari amici chestertoniani,
come negli anni passati con Eretici, Ortodossia, La Nonna del Drago e Il Club dei Mestieri Stravaganti rilanciamo l'idea di regalare a Natale a tutti gli amici un libro di Chesterton offerto in edizione economicissima.
Lo scopo è quello di dilettare e di dare a tutti la possibilità di fare un dono intelligente e piacevole, senza sostituirci al prezioso lavoro che altri -gli editori- stanno facendo e bene.
Insieme alla Casa Editrice Leardini e al Centro Missionario Francescano delle Marche, stiamo per dare alle stampe l'inedito "La Sorpresa" unito a più di venti articoli anch'essi per la maggior parte mai pubblicati in italiano. La traduzione è di Annalisa Teggi, con la collaborazione di Caterina Colombo e Giacomo Berchi.
Il costo del pacco dono?
10 libri: € 65,00 spedizione compresa
20 libri: € 120,00 spedizione compresa
Sopra i 40 libri: € 4,50 a copia, spedizione compresa!
Precisiamo che fra qualche mese il volume sarà nelle librerie al costo di € 17,00 a copia.
Questo sconto indecente è solo per i malati gravi di chestertonite acuta.
Il guadagno dell'iniziativa andrà a favore delle Missioni Francescane di Zambia e Cuba.
Prenotate entro il 30 novembre esclusivamente a questo indirizzo: laperlapreziosa@libero.it .
(assolutamente non su Facebook, non mandateci tweet, commenti a questo post... non li terremo in considerazione per il bene della nostra salute mentale già compromessa):
Per il pagamento l'Intestazione è:
Centro Missionario Onlus Ofmconv Marche - Buona stampa
alle poste: ccp: 3130793
in banca: IBAN: IT22 Y076 0102 6000 0000 3130 793
CIN: Y ABI: 07601 CAB: 02600 N° Conto: 000003130793
oppure con Postepay N° 4023600644387302 intestata a Roberto Brunelli
I libri vi arriveranno tramite corriere espresso SDA entro il 18 Dicembre.
Spargete la voce a tutti i Chestertoniani di vostra conoscenza!!
La Segreteria Volante
Da dove proviene l'aforisma del post precedente.
L'Illustrated London News è una splendida miniera di cui alcuni estratti potrete trovare ne La Sorpresa e altri piccoli doni, parto del Patriota Cosmico, di Annalisa Teggi e dell'editore Leardini.
Tweet da AmChestertonSoc (@AmChestertonSoc) - Splendido aforisma!
AmChestertonSoc (@AmChestertonSoc) | |
#GKChesterton One weapon from the armoury of the saints is, even in a worldly sense, stronger than the world. That weapon is humility. |
mercoledì 26 novembre 2014
martedì 25 novembre 2014
Perché è importante la retorica? Un articolo su questo tema...
Padre Brown a fumetti su Super G
Leggi l'articolo completo su: SuperG: Tobia e padre Brown | afnews.info
lunedì 24 novembre 2014
Un aforisma al giorno
Un aforisma al giorno
domenica 23 novembre 2014
sabato 22 novembre 2014
L'Uomo che fu Giovedì letto da Fabio Trevisan
Con "L'uomo che fu Giovedì" prosegue la collana chestertoniana di Lindau, che ha pubblicato numerose opere del grande saggista, romanziere, giornalista originario di Beaconsfield. Prima di accingersi alla lettura di questo appassionante romanzo, che contiene elementi tali da reputarsi persino un ottimo giallo,consiglio di considerare tre aspetti spesso sottovalutati: il primo, e non è un paradosso, è il sottotitolo; il secondo è la dedica iniziale ed il terzo è il 1908, anno di pubblicazione del romanzo. A chi chiedeva a Gilbert Keith Chesterton (1874-1936) quale fosse il significato del romanzo e soprattutto chi si celasse sotto la mole gigantesca di Domenica, il grande scrittore londinese rinviava al sottotitolo: "A nightmare", un incubo. Chesterton aveva attraversato nel corso della sua giovinezza un periodo travagliato, che l'aveva quasi portato sull'orlo del baratro della disperazione e dell'annichilimento.
La storia di un incubo
Che non si trattasse di un incubo derivato da indigestione o da abbondanti libagioni era attestato dalla dedica all'amico Edmund Clerihew Bentley (1875-1956), nella quale parlava della malattia spirituale e del malore intellettuale che li aveva attanagliati in una morsa quasi letale: "Una nube pesava sulla mente degli uomini, una nube malaticcia sull'anima, quando eravamo giovani tutti e due…Se pure deboli e sciocchi non così eravamo, non così: quando quel nero Baal bloccava i cieli, non aveva inni da noi. Bimbi eravamo, e i nostri fortini di sabbia erano deboli al pari di noi…Vedemmo la Cittadella dell'Anima soccorsa che già barcollava…Ora fra noi, per grazia di Dio, questa verità possiamo dirla: c'è una forza nella radice che affonda, c'è del buono nell'invecchiare. Abbiamo trovato finalmente le cose comuni, le nozze ed un credo: ed ora io posso scriverne tranquillamente, e tranquillamente puoi leggere tu". Quel ripetuto avverbio – tranquillamente – faceva da paradossale sfondo a questa storia di un incubo vissuto e raccontato nel romanzo da Chesterton ben prima del 1922, anno del suo ingresso ufficiale nella Chiesa Cattolica Romana (come lui stesso amava definire). Terzo e non ultimo aspetto rimarchevole è quel 1908, che vide la pubblicazione congiunta dell'Uomo che fu Giovedì e di quel celebre saggio, Ortodossia, capolavoro di sana e ragionevole dottrina cattolica. Si trattava quindi di un romanzo talmente avvincente da prestarsi a riduzioni cinematografiche e ad adattamenti teatrali, da menzionarsi, uno su tutti, quello operato dalla cognata (sposa del fratello Cecil, morto sul fronte della prima guerra mondiale) Ada Elizabeth Jones con Ralph Neale nel 1926, tradotto e portato in scena in Italia dall'amico musicologo e attore Gianluca Zappa, che ne ha curato l'edizione per Gribaudi.
I due poeti
Il romanzo inizia in un sobborgo di Londra, Saffron Park, in cui i due personaggi (Lucian Gregory e Gabriel Syme), che si contenderanno il posto di "Giovedì" nel Consiglio Anarchico dei Sette Giorni, si confronteranno sulla difesa dell'autentica poesia, per Lucian rappresentata dall'albero, per Gabriel dal lampione di ferro: "Eccolo qui il suo famoso ordine: questo lampione di ferro, secco, brutto e sterile; ed ecco l'anarchia, ricca, viva e feconda". "E tuttavia – rispondeva Gabriel – lei vede l'albero alla luce del lampione. Chissà quando potrà vedere il lampione alla luce dell'albero?". Per Chesterton, maestro dell'uso del paradosso, era indispensabile il confronto serrato tra due forti identità, tra due visioni del mondo e quindi tra due elementi (il ferro e il legno) che rimandavano rispettivamente all'ordine e all'anarchia, riflesso cui si specchiavano le posizioni diametralmente opposte dei due poeti. Nella dedica all'amico Edmund, di cui si faceva menzione, Chesterton sottolineava di aver ritrovato le cose comuni, le nozze e un credo, appartenute, secondo me, nel romanzo ad un personaggio femminile, Rosamund, sorella di quel combattivo Lucian dai capelli rossi, che ritroviamo infatti descritta all'inizio ed alla fine del romanzo con poche ma suggestive parole: "Là vide la sorella di Gregory, la ragazza dalle chiome d'oro rosso, che recideva lillà prima di colazione, con la sua inconsapevole gravità di fanciulla". L'uscita dall'angoscioso incubo viene quindi rappresentata nell'alone misterioso e dolce di una presenza femminile, che fa da contraltare agli accesi, frementi e frequenti duelli (non solo verbali) maschili.
I giorni della creazione
Nell'Uomo che fu Giovedì Chesterton fa esplicitamente menzione alle Sacre Scritture, in particolare al libro della Genesi, dove si rivela il disegno di Dio Creatore. Sul piano del combattimento metafisico (che sappiamo costituire per Chesterton un banco di prova essenziale, basti pensare al quasi coevo La sfera e la croce) egli intravedeva la lotta inevitabile tra il bene e il male, che simboleggiava in quegli uomini che incarnavano i giorni della creazione e che inseguivano un terrificante e misterioso Domenica. Era la ricerca di un senso alla lotta, alla spiegazione della sofferenza e del male, come si evince dagli incalzanti interrogativi: "Se eri fin dal principio nostro padre e nostro amico, perché mai sei stato anche il nostro più grande nemico?". La risposta di Domenica alludeva a Gesù nell'orto del Getsemani: "Chi può bere al calice a cui ho bevuto io?". Il romanzo poliziescoe filosofico non era solamente composto da affanni, duelli serrati e ricerche angosciose di significati ma c'erano disseminate dosi massicce di sano e cristiano umorismo, come ad esempio nell'esilarante descrizione della vestizione degli uomini che rappresentavano i giorni della creazione: "Su quella proda, in una specie di semicerchio sorgevano sette grandi seggi: i troni dei Sette Giorni…La semplicità di Martedì era accortamente simboleggiata da un vestito che rappresentava la separazione delle acque…A Sabato, ultimo giorno della creazione, era invece toccato un vestimento coperto d'animali araldici rosso e oro e un cimiero con una figura umana rampante".
I paradossi di Domenica
Chesterton è sempre fuggito, come lo stesso personaggio di Domenica, da ogni tentativo riduttivo di spiegazione univoca e pertanto la figura di Domenica va letta nei suoi umoristici e balzani paradossi: "Un enorme elefante grigio passava a terribile andatura di corsa, con la proboscide rigidamente tesa come il bompresso di una nave, lanciando un barrito che sembrava la tromba del giudizio finale. Sul dorso dell'animale urlante e sobbalzante sedeva il presidente Domenica, placido come un sultano". Questo personaggio così grasso e così leggero, proprio come una mongolfiera sulla quale salì, rappresentava come la forza creatrice suprema si manifestasse nella leggerezza. Tutti i giorni della creazione, da Lunedì a Sabato, stavano dinanzi ai paradossi equivoci di Domenica, che li invitava a non sottrarsi dai propri specifici talenti: "Volete sapere che cosa sono io? Bull (Sabato), tu sei uno scienziato, fruga intorno alle radici di questo albero; Syme (Giovedì), tu sei un poeta: fruga in quelle nuvole mattutine. Ma io vi dico che avrete scoperto la verità fin sull'ultimo albero e fin sulla nube più alta, prima di scoprire la verità su di me. Voi capirete il mare, e io sarò ancora un enigma; saprete che cosa sono le stelle, e non saprete che cosa sono io".
I simboli della fede e del valore umano
Nell'Uomo che fu Giovedì si trovano disseminati innumerevoli simboli della fede e del valore umano, ad iniziare dalla tesserina azzurra dei filosofi poliziotti, con su scritto: "L'ultima crociata". Anche nel confronto tra i sentimenti del cristiano e dell'anarchico, come nello scontro iniziale tra i due poeti, compaiono due elementi-simbolo, la dinamite e l'incenso: "La dinamite è un simbolo perfetto per noi anarchici, come l'incenso delle preghiere dei cristiani. Si dilata, scoppia e si espande, e per questo solo distrugge…Il cervello dell'uomo è una bomba. Il cervello dell'uomo deve espandersi, se vuole mandare a pezzi l'universo!". Come nel successivo romanzo di maggior successo, Manalive, ad un certo punto compare la lanterna cristiana: "Vedete questa lanterna? Vedete la croce che v'è scolpita sopra e la fiamma che è dentro? Non voi l'avete fatta, non voi l'avete accesa. Uomini migliori di voi, uomini che sapevano credere e obbedire alimentarono la leggenda del fuoco. Voi (riferito agli anarchici) distruggerete il mondo, distruggerete l'umanità; ma questa vecchia lanterna cristiana non la distruggerete". Nel romanzo vengono pure affermati principi dell'ordine naturale e cristiano: "Si può concedere ai matematici che quattro è due volte due; ma due non è due volte uno: due è duemila volte uno. Per questo, nonostante centinaia di svantaggi, il mondo tornerà sempre alla monogamia".
Un brusco risveglio
Fortunatamente gli incubi finiscono e la consolante realtà provoca un brusco e gradito risveglio: è questo il senso profondo del romanzo, quello degli uomini che cercano di risolvere il mistero, impenetrabile, della vita. Nonostante le molte peripezie e traversie nel rincorrere la verità, l'uomo che fu Giovedì ha un sentimento di gratitudine per l'ineffabile Domenica: "Io ti sono grato non solo per il vino e l'ospitalità di questa sera, ma anche per tante corse e tante fughe, per tanta libertà di correre e di lottare. E tuttavia vorrei sapere. Il mio cuore e l'anima mia sono calmi e felici, qui, come questo vecchio giardino, ma la mia ragione grida e protesta. Io vorrei sapere". Il fu Giovedì non ha per nulla le caratteristiche di un altro famoso fu, quel Mattia Pascal proposto da Luigi Pirandello. Il brusco e salutare risveglio di colui che nell'incubo chestertoniano è stato l'uomo che fu Giovedì è un sollievo di una persona che non ha mai abbandonato la propria identità, che non ha mai desistito dalla lotta, che non si è mai sottratto dal coraggio di affermare il suo essere, senza preoccuparsi delle apparenze. Ha assunto un travestimento ma non per celare la sostanziale identità di un uomo in cerca della verità e che quindi crede positivamente in essa. Ha celato il suo pensiero esagerandolo grottescamente, e questo è il lato paradossale ed umoristico, per poter affermare pienamente il suo essere, la sua volontà, la sua ragione nell'inseguire e catturare il presunto nemico. "Non si può amare una cosa – affermava Chesterton in un altro suo saggio – se non si desidera combattere per essa". L'uomo che fu Giovedì, il poeta cristiano e filosofo poliziotto Gabriel Syme, poteva sussurrare all'orecchio di ogni uomo vivo la voglia di lottare, il desiderio di comprendere, anche con una veste allegorica e surreale e suscitare magari le risa di un pubblico poco attento: "Per quanto buffoni in vesti variopinte, rumorosi e assurdi, allorché tacevano tutte le campane, i nostri sonagli (anche qui ritorna un parallelismo con il Berretto a sonagli di Pirandello) s'udivano tinnire".
giovedì 20 novembre 2014
Un aforisma al giorno
Un aforisma al giorno
mercoledì 19 novembre 2014
Tweet da G.K. Chesterton (@GKCDaily)
G.K. Chesterton (@GKCDaily) | |
I never discuss anything except politics and religion. There is nothing else to discuss. |