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mercoledì 31 dicembre 2014

Un aforisma augurale al giorno (in inglese, dai, facciamo prima)

"The object of a New Year is not that we should have a new year. It is that we should have a new soul and a new nose; new feet, a new backbone, new ears, and new eyes. Unless a particular man made New Year resolutions, he would make no resolutions. Unless a man starts afresh about things, he will certainly do nothing effective".

Gilbert Keith Chesterton

martedì 30 dicembre 2014

Un aforisma al giorno (il distributismo non è solo una questione economica, lo diciamo per chi si sbraccia per l'uno o l'altro "partito"...)

"È difficile rendere rappresentativo il governo quando esso è anche remoto".

Gilbert Keith Chesterton, Illustrated London News, 17/8/1918

Noi ci riproduciamo e con fede cieca diciamo...

"Personalmente è chiaro, io credo in Babbo Natale; ma è il tempo del perdono, e perdonerò gli altri che non ci credono".

Gilbert Keith Chesterton, La Nonna del Drago e altre serissime storie (tratto da Tremendous Trifles)

(fatelo leggere al prete infuriato...!)

lunedì 29 dicembre 2014

Un aforisma al giorno

Essere estremamente devoti a qualcuno non impedisce di criticarlo, e il fanatico può sicuramente essere uno scettico.


Gilbert Keith Chesterton, Ortodossia

domenica 28 dicembre 2014

Un aforisma al giorno

Puoi giurare fedeltà ad un'accolita di monaci,

o di fronte ad una moglie graziosa,

ma questo è il modo dei Cristiani:

che il loro giuramento dura fino alla fine.


Gilbert Keith Chesterton, La Ballata del Cavallo Bianco


sabato 27 dicembre 2014

And the winner is...

Avrebbe vinto Giova che con una circonlocuzione ha fatto capire di aver capito che viene da Ortodossia capitolo Il maniaco, anche se Unknown (dai, potevi manifestarti) ha seguito realmente le regole.

Va bene, a pari merito Giova e Unknown possono fregiarsi del titolo di Detective Chestertoniano Lucidissimo, almeno fino al prossimo bruciante indovinello!

Il prossimo sarà meno facile... Hai ragione, Umberta, questo potevano saperlo tutti ma non è detto...

Indovinello chestertoniano...

Riproponiamo uno dei nostri fulminanti ed assurdi quiz.

"Vado a casa a scrivere un libro per rispondere alla tua domanda".

In quale libro Chesterton ha scritto questa famosa frase?

È obbligatorio specificare il titolo del capitolo, sennò non vale.

Le risposte debbono necessariamente pervenire come commento a questo post (no Twitter, no posta elettronica, no assoluto Facebook). Vince chi la piazza per primo, fa fede l'ora di Blogspot. Chiaramente la prima risposta esatta.

Chi vince, cosa vince?

Ma è chiaro!

L'onore di fregiarsi del titolo di Detective Chestertoniano Lucidissimo fino al prossimo quiz, che non è poco. Il top è farlo da socio della SCI, che implica la condizione di Amico di Chesterton, che solo noi possiamo legittimamente affibbiare. Diffidare dalle imitazioni!

Un aforisma al giorno - Un classicone!

Dove sono quelli che credono in sé stessi..?

Dove splende la stella fissa della certezza e del successo...?

E' troppo bello e lo riproponiamo. Buon Natale a tutti voi, cari amici!

Questa pagina di Chesterton è troppo bella e la ripropongo per farvi gli auguri di Buon Natale.

Che Gesù Bambino possa portarvi sulle renne di Babbo Natale alias San Nicola o Santa Claus le stesse cose che dice Gilbert. Con tanto affetto,

Marco Sermarini, presidente della SCI

«Quello che mi è successo è l'opposto di quello che sembra essere l'esperienza della maggior parte dei miei amici. Invece di rimpicciolire fino ad un puntino, Babbo Natale è divenuto sempre più grande nella mia vita fino a riempire la quasi totalità di essa. E' successo in questo modo. Da bambino mi trovai di fronte ad un fenomeno che richiedeva una spiegazione. Avevo appeso alla sponda del mio letto una calza vuota, che al mattino si trasformò in una calza piena. Non avevo fatto nulla per produrre le cose che la riempivano. Non avevo lavorato per loro, né le avevo fatte o aiutato a farle. Non ero nemmeno stato buono - lungi da me! 
E la spiegazione era che un certo essere che tutti chiamavano "Santa Claus" era benevolmente disposto verso di me... Ciò che credevamo era che una determinata agenzia benevola ci avesse davvero dato quei giocattoli per niente. E, come affermo, io ci credo ancora. Ho semplicemente esteso l'idea.
Allora chiedevo solo chi metteva i giocattoli nella calza, ora mi chiedo Chi mette la calza accanto al letto, e il letto nella stanza, e la stanza della casa, e la casa nel pianeta, e il grande pianeta nel vuoto.
Una volta mi limitavo a ringraziare Babbo Natale per pochi dollari e qualche biscotto. 
Ora, lo ringrazio per le stelle e le facce in strada, e il vino e il grande mare.
Una volta pensavo fosse piacevole e sorprendente trovare un regalo così grande da entrare solo per metà nella calza.
Ora sono felice e stupito ogni mattina di trovare un regalo così grande che ci vogliono due calze per tenerlo, e poi buona parte ne rimane fuori; è il grande e assurdo regalo di me stesso, perché all'origine di esso io non posso offrire alcun suggerimento tranne che Babbo Natale me l'ha dato in un particolare fantastico momento di buona volontà».

Gilbert Keith Chesterton, lettera a The Tablet of London

Gli auguri di Roberto Prisco

Chesterton diceva (cito a memoria)
Se siamo grati per i dolci che troviamo nella calza della Befana, perché
non dobbiamo essere grati per un paio di gambe meravigliose che
mettiamo nelle calze ogni mattina?

Auguri per un Santo Natale di conversione a tutti voi e per un 2015 di
successi e felicità

Roberto Prisco

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martedì 23 dicembre 2014

Un aforisma al giorno (distributista, anticapitalista, antisocialista, sano, grasso, chestertoniano: mettiamoci sulla sua lunghezza d'onda)

Non può esistere una nazione di milionari, e non è mai esistita finora una nazione di utopisti; mentre sono esistite diverse nazioni di contadini discretamente soddisfatti.

Gilbert Keith Chesterton, Il profilo della ragionevolezza

Un aforisma al giorno

La maggior parte delle persone assennate afferma che gli adulti non possono apprezzare il Natale alla pari dei bambini. […] Ma non sono certo che le persone assennate abbiano sempre ragione; e questo è stato il motivo principale che mi ha spinto a essere sciocco, una decisione che ora è divenuta irrevocabile. Forse è solo per questo, ma devo ammettere che […] amo il Natale più di quanto ero bambino. Ovviamente ai bambini piace, ma a loro piace quasi tutto tranne essere sculacciati.

Gilbert Keith Chesterton, La serietà non è una virtù

Una sorpresa di due chestertoniane ad un tonicissimo lettore...

Riceviamo e paro paro vi giriamo:

Ciao, la mia sequela chestertoniana continua con l'acquisto quindi la lettura quindi il dono de La sorpresa... 
Ti mando una foto del lettore "decano" de La sorpresa, padre Giorgio Leone di ben 90 anni e sei mesi al quale ho donato il libro domenica scorsa. 
Il padre di memoria ancora lucidissima è padre francescano conventuale di Palermo, confratello di fra Roberto. Non ti dico quante attività ha svolto nella sua vita, quest'estate ha pubblicato un libro documentario sulla storia di un'antica residenza dei frati e lo attende un libro su un pittore francescano del secolo scorso... (...).
Nella foto c'è la mia amica consorella Rosalia, che certamente ricordi, con lei facciamo il duetto delle artiste di strada alias buffone per far sorridere la gente che incontriamo..
Buon Natale!

Krislamanna di Palermo

E brave Krislamanna (al secolo Cristina Lamanna) e Rosalia e soprattutto bravissimo padre Giorgio Leone! Che Nostro Signore ce lo conservi così com'è, bello tonico e lettore di Chesterton, e che tutti prendano esempio da voi e da lui!
Salutateci la bellissima Sicilia, prima o poi Chesterton arriverà fisicamente anche lì (ma in realtà già c'è stato, a Siracusa, un po' malato ma ammaliato dalla Sicilia...).
Vi mandiamo tutti un grande abbraccio!

venerdì 19 dicembre 2014

Giacomino Berchi s'è laureato in lettere...

... e noi gli facciamo i grassi complimenti!
Giacomino è un bravo ragazzo, è un neofita promettente traduttore di Chesterton, ci aiuta con la Review e siccome abbiamo proditoriamente (ma neanche troppo) sottratto questa bella foto col suo caro zio, la spiaccichiamo qui per simpatia e affetto.

Speriamo che non si guasti col crescere, coltivi sempre Chesterton e rimanga sempre umile, perché così potrà fare del bene al mondo!

Perché facciamo queste cose?

Perché tra Chestertoniani si fa così. Si è amici e un po' matti e burloni.

Un aforisma al giorno

Il misticismo tiene gli uomini sani. Fintanto che c'è il mistero, c'è la salute; distrutto il mistero, nasce la malattia. L'uomo qualunque è sempre stato sano perché è sempre stato un mistico. Ammetteva il crepuscolo. Ha sempre tenuto un piede sulla terra e un altro nel paese delle fate. Ha sempre lasciato libero se stesso di mettere in dubbio i suo dèi, ma anche (a differenza degli agnostici di oggi) di credere in essi. Gli è sempre stata più a cuore la verità che la congruenza.

Gilbert Keith Chesterton, Ortodossia

giovedì 18 dicembre 2014

Un aforisma (natalizio ed illustrato) al giorno




Se il Tintoretto, o il Veronese, ha dipinto se stesso, la sua famiglia, i suoi amici, il suo cane, nella stessa stanza della Vergine e del Bambino, era perché pensava che veramente queste cose potessero stare tutte insieme in una stessa stanza: in altre parole, sebbene il Bambino sia cresciuto, abbia vissuto e sia stato crocifisso dai prìncipi del mondo, Egli è ancora realmente un bambino, e Sua Madre la madre di un bambino.

Gilbert Keith Chesterton, Lo spirito del Natale

lunedì 15 dicembre 2014

Un aforisma al giorno

Mentre una tendenza costante del vecchio Adamo è quella di rivoltarsi contro quella cosa così universale e automatica che è la civiltà, di predicare deviazione e ribellione, il romanzo dell'attività di polizia mette in un certo senso sotto gli occhi il fatto che la civiltà stessa è la più sensazionale delle deviazioni e la più romanzesca delle ribellioni.

Gilbert Keith Chesterton, Come si scrive un giallo 

Un aforisma al giorno

Affermare che buddhismo e cristianesimo propongono la stessa filosofia in proposito è semplicemente falso. Tutta l'umanità concorda sul fatto che ciascuno di noi è impigliato in una rete da pesca tessuta di peccati. La maggior parte dell'umanità concorda che ci sia una via d'uscita. Ma sulla natura della via d'uscita, non credo che ci siano due istituzioni nell'universo che ci contraddicano a vicenda tanto apertamente quanto il buddhismo e il cristianesimo.

Gilbert Keith Chesterton, Ortodossia

Tweet da J. R. R. Tolkien (@TolkienQuote)

J. R. R. Tolkien (@TolkienQuote)
"There is some good in this world, and it's worth fighting for."
#Tolkien | #Quote


domenica 14 dicembre 2014

Un incontro (anche) con Chesterton a Roma

Il Cenacolo di Tommaso Moro


Cenacolo

16 dicembre, ore 18.30
Roma, Enoarcano, via delle paste 106
Cenacolo: Riflessi di Tommaso Moro nella cultura europea. Shakespeare Pellico Chesterton
Introduzione: Antonio Casu. Relatori: Luca Poggi e Maurizio Serio.
Seguirà il tradizionale brindisi di Natale.

sabato 13 dicembre 2014

Un aforisma al giorno (un vecchio classico che vale più di cento prediche, l'Uomo Vivo vi crede fermamente e senza tema di smentita, a piè fermo)

"Personalmente è chiaro, io credo in Babbo Natale; ma è il tempo del perdono, e perdonerò gli altri che non ci credono".

Gilbert Keith Chesterton, La Nonna del Drago e altre serissime storie (tratto da Tremendous Trifles)

venerdì 12 dicembre 2014

Problemi di regali natalizi...?

... tutto risolto con Pump Street!

www.pumpstreet.it

Solo lì trovate il vero regalo utile!

Le buone idee sono le uniche cose utili di cui munirsi in questo Natale! Chesterton ne ha da vendere!

Approfittatene per tempo!

Il San Francesco d'Assisi di Chesterton esce in lingua lituana

http://www.bernardinai.lt/straipsnis/2014-11-17-g-k-chestertono-knyga-sventasis-pranciskus-is-asyziaus/124281

Per chi non ci crede, ecco la copertina...

Per essere precisi il titolo è Šventasis Pranciškus iš Asyžiaus.

Gilbertas Keitas Čestertonas vorremmo sapere che caso è (forse il genitivo?)... 

Siamo curiosi...

Bravi gli amici lituani. Vorremmo conoscere qualche chestertoniano di quelle parti. Ne conosciamo di polacchi, croati, argentini, inglesi, francesi, americani, sierraleonesi ma i lituani ci mancano.

giovedì 11 dicembre 2014

Un aforisma al giorno (da imparare a memoria, scolpire nella capoccia, ripetere agli angoli delle strade...)

Walter Pater ha detto che noi siamo tutti condannati a morte e che la sola via possibile è di godere momenti squisiti in se stessi. La medesima lezione insegnava la filosofia, così potente e così desolata di Oscar Wilde. E' la religione del carpe diem; ma la religione del carpe diem non è la religione di persone felici, bensì di persone molto infelici. La grande gioia non coglie i boccioli di rosa finché può; i suoi occhi sono fissati sulla rosa immortale che Dante poté vedere. La grande gioia ha in sé il senso dell'immortalità; lo stesso splendore della giovinezza risiede nella sensazione di avere tutto lo spazio per distendere le gambe.

da Eretici

Un aforisma al giorno

L'esteta si propone l'armonia, piuttosto che la bellezza. Se i capelli non coincidono con il tramonto viola contro il quale egli è in piedi, si tinge i capelli in fretta di un'altra tonalità di viola. Se la moglie non va con la carta da parati, si ottiene un divorzio.

Gilbert Keith Chesterton, Illustrated London News, 25.12.1909

martedì 9 dicembre 2014

Un aforisma al giorno (leggere bene, non puntarsi...)

«Se un uomo sarà un mendicante a causa dei peccati commessi nella vita precedente, la gente tenderà a disprezzarlo. Il cristianesimo, invece, predica un'idea del peccato originale che di certo è meno attraente, ma se attendiamo i suoi risultati scopriremo che sono la compassione e la fratellanza, uno scroscio di risata e la pietà, perché soltanto con il peccato originale possiamo provare pietà per il mendicante e al tempo stesso non fidarci del re. Gli uomini di scienza ci offrono la salute, un chiaro vantaggio; solo più tardi scopriamo che per salute essi intendono schiavitù del corpo e noia spirituale».

Gilbert Keith Chesterton, Ortodossia

Un aforisma al giorno (molto importante per chi vuole davvero capire Chesterton)

«Malgrado tutto, l'unica parola adatta a descrivere quel genere di clima psicologico è "ottimismo". So che questo termine ha subito nel XX secolo un degrado ancora maggiore del XIX. Ultimamente la gente si diceva ottimista riguardo all'esito delle guerra; adesso parlano di ottimismo riguardo alla ripresa economica; domani potranno dire di essere ottimisti riguardo al Torneo Internazionale di Ping-pong. Ma nell'epoca vittoriana la gente attribuiva un significato più puntuale al termine "ottimista" riferito a Browning, Stevenson o Walt Whitman. E in senso più ampio o più facile da intendere che nel senso di questi tre uomini, il termine si applicava in tutta verità a Tommaso d'Aquino. Lui credeva con convinzione granitica nella vita, e anche in qualcosa che poi Stevenson definì il grande teorema della vivibilità della vita».

Gilbert Keith Chesterton, San Tommaso d'Aquino

Tweet da G.K. Chesterton (@GKCDaily)

G.K. Chesterton (@GKCDaily)
I protest against the power of mad minorities to treat the majority as if it were another minority.


Belloc e l'educazione

"Il diritto dei genitori sul figlio è precedente al diritto dello Stato. Dove lo Stato obbliga i genitori a mandare il loro figlio in una istituzione che questi deve frequentare per molte ore al giorno e dalla quale la sua mente non può che essere formata nel periodo più critico del suo sviluppo, il genitore ha un diritto di richiedere allo Stato che quell'istituzione sia di un tipo che egli approva. Nel caso particolare del genitore cattolico che vive sotto l'autorità di uno stato anticattolico come l'Inghilterra, i membri del corpo cattolico hanno un pieno diritto politico di richiedere che l'intera spesa dovuta per l'educazione obbligatoria dei propri figli sia sostenuta dallo Stato ma che sia in mani cattoliche – soggette naturalmente alla condizione che quel denaro imposto per un particolare scopo debba essere speso per l'educazione".

Hilaire Belloc, Essays of a Catholic

sabato 6 dicembre 2014

Un aforisma al giorno

"Il forte non può essere coraggioso. Solo il debole può esserlo".

Gilbert Keith Chesterton, Eretici

Un aforisma al giorno

"Nulla è più fallimentare del successo".

Gilbert Keith Chesterton, Eretici

martedì 2 dicembre 2014

Recensione de La Sorpresa e altri piccoli doni - Chesterton e la libertà donata da Dio - di Roberta Sciamplicotti (su Aleteia)

http://www.aleteia.org/it/editoriale/articolo/chesterton-sorpresa-commedia-inedita-teatro-editrice-guerrino-leardini-centro-missionario-francescano-5891721942532096

"La sorpresa" è una commedia scritta da Gilbert Keith Chestertonnel 1932 ma che venne accantonata prima della revisione e non è mai andata in scena. Oggi il suo testo esce insieme ad altri scritti del grande autore inglese nel libro "La sorpresa e altri piccoli doni" (Editrice Guerrino Leardini, Centro Missionario Francescano & Società Chestertoniana Italiana, 2014).

Un commento della scrittrice britannica Dorothy L. Sayers (1893-1957) riportato all'inizio del testo ricorda come per i giovani della sua generazione Chesterton sia stato "una specie di liberatore cristiano": "come una bomba benefica esplosa in un'epoca misera, ha frantumato molte vetrate della Chiesa per far entrare folate di aria fresca, nei cui vortici le foglie morte della dottrina si sono messe a danzare con tutta l'energia indecorosa dell'Acrobata di Nostra Signora".

"Senza dubbio la Chiesa era, nelle sue fondamenta, gloriosa e immutabile come sempre, ma all'inizio del secolo si presentava in modo, come dire, infelice quanto a sembianze esterne e dava l'impressione all'uomo della strada che non ci fosse molta scelta, se non tra una compiaciuta moralità protestante e una pietà cattolica piuttosto affettata", osserva la Sayers. "E dal momento che molte persone astute erano alacremente indaffarate a minare le fondamenta sia della pietà che della moralità, i cristiani venivano comunemente considerati alla stregua di tarli, che masticando al buio si scavavano gallerie dentro travi marce e destinate a crollare insieme all'intero edificio".

Fu quindi "stimolante sentirsi dire che il cristianesimo non era una cosa noiosa ma gioiosa, che non era qualcosa di retrogrado ma di avventuroso, che non era ottuso ma anzi saggio e addirittura sagace"; "ciò che fu soprattutto rinvigorente era vedere il polemista cristiano impugnare armi offensive anziché difensive".

Nella postfazione, Annalisa Teggi, autrice della traduzione del testo, sottolinea che "La sorpresa" che Chesterton ci consegna tra le mani è "il sorprendente atto d'amore che sta all'origine della Creazione e che sussiste tutto nel paradosso della lontananza: per amare qualcosa, devo vederla nella sua interezza e quindi allontanarla da me. Meno possiedo una persona, più la amo".

Lo capisce anche un semplice burattinaio, come l'Autore protagonista dell'opera dello scrittore inglese, che "conosce intimamente tutti i pupazzi che ha costruito, eppure questa specie di conoscenza non gli basta, li vuole vedere 'essere' al di fuori del racconto che ha creato per loro".

Per la Teggi, "il perfetto alter ego di questa commedia", cioè il libro che sarebbe bello leggere insieme a quest'opera teatrale, è il Frankenstein di Mary Shelley, "il testo che più di ogni altro esplora un'idea di Creazione come atto volitivo ed egoistico". Il dottor Victor Frankenstein, a differenza del burattinaio-Autore di Sorpresa, desidera infondere la vita a una creatura umana per uno scopo molto chiaro e tutt'altro che generoso, ovvero essere venerato come suo creatore e sorgente di vita.

"Sarebbe possibile attribuire questo medesimo pensiero a una divinità creatrice – suggerisce la Teggi –: Dio creò l'uomo per essere amato e riverito da una specie mortale che doveva a Lui la sua esistenza. Plausibile; eppure quest'ipotesi si riduce a un progetto meschino e infinitamente meno esaltante se paragonato a quel che, invece, scintilla nel desiderio del burattinaio-Autore di Chesterton", che afferma: "Questa gente merita di essere viva; essi sono tutto, tranne che vivi. Sono intelligenti, complicati, combattivi, brillanti; traboccano di vita eppure non sono vivi".

"Dio ha preferito trattarci da gentiluomini, piuttosto che da marionette. Un uomo deve avere l'opportunità di dimostrare che è un gentiluomo, deve poter dar prova di essere quello che in piena coscienza e deliberato consenso sceglie o tradisce una proposta di matrimonio, cioè di legame con il mondo e con chi l'ha fatto".

Merito di Chesterton ne "La Sorpresa" è aver utilizzato l'espediente del deus ex machina della tragedia classica, la divinità che entrava in scena quando l'intreccio della trama degenerava in modo irrisolvibile e la cui presenza metteva a posto le cose, "per farci la sorpresa finale: quello di porgere al lettore in modo eclatante e allo stesso tempo ragionevolissimo il bisogno dell'Incarnazione. Il Dio cristiano non si è calato sulla scena umana per mettere fine alla storia, bensì innanzitutto per essere compagno degli uomini. Si è fatto Uomo tra gli uomini, che è molto più complicato che essere un Dio tra gli uomini".

"Se della religione cristiana si può dire che è una outdoor education(un cammino educativo nell'aria fresca, libera e drammatica della realtà per ritornare alla casa del Padre da gentiluomini liberi e non da schiavi mansueti); se di conseguenza si può dire, in nome della sacralità della libertà, che gli uomini sono tutti fuori, allora del Dio cristiano si può dire che sia il più fuori di tutti – conclude la Teggi –. Perché, nella sua infinita libertà, ha scelto di buttarsi dentro l'orizzonte incasinato del mondo reale".

Marco Sermarini, presidente della Società Chestertoniana Italiana, osserva nella prefazione del volume: "è abbastanza miope e ingeneroso il giudizio non lusinghiero (diffuso e ripetuto spesso come un mantra e senza cognizione di causa) che qualcuno ha dato del Chesterton autore teatrale", visto che lo scrittore "è così profondo nell'esporre idee, inventare personaggi e trame, trasmettere messaggi buoni".

Sermarini commenta anche gli altri scritti presenti nel libro, ritenendoli "un odoroso mazzetto di fiori colto nel grande prato" degli ultratrentennali interventi di Chesterton sull'Illustrated London News, nella cui rubrica Our Note-Book scriveva articoli da duemila parole che avrebbero dovuto prendere "la forma di una discussione leggera su argomenti del momento… da trattare senza faziosità politiche".

Qualcuno ha definito la rubrica "il pulpito di Chesterton" e da lì egli disse, con grande efficacia, ciò che volle e gli piacque. L'Illustrated London News è anche il luogo in cui più di tutti compare la visione sacramentale delle cose che è uno degli aspetti più peculiari del pensiero di Chesterton.

"Mentre dettava questi articoli alle segretarie tirava di scherma con la spada o con un coltello contro i cuscini. Si racconta che una volta, mentre dettava l'articolo, tirò una freccia col suo arco fuori della finestra e sfiorò un cane, più sorpreso che colpito da questa… botta di vita. Pensate a questo ripetuto e agitato ménage mentre leggete questi saggi e darete ad essi un sapore indimenticabile", osserva Sermarini.

Il libro può essere acquistato solo ordinandolo presso il Centro Missionario Francescano attraverso l'e-mail laperlapreziosa@libero.it

domenica 30 novembre 2014

Un aforisma al giorno

«Imparzialità significa nella migliore delle ipotesi indifferenza verso tutto».

Gilbert Keith Chesterton, Illustrated London News, 5 Luglio 1919

venerdì 28 novembre 2014

La strenna di quest'anno, qualche suggestione e notizia

La strenna natalizia 2014 ha il sapore della novità e della scoperta, cari amici.

La Sorpresa è realmente una sorpresa, perché è una commedia mai messa in scena e che ha qualche rapporto con Luigi Pirandello, ma di più non voglio dirvi. Ebbe una sua pubblicazione per i tipi di Sheed & Ward ma è misconosciuta anche ai migliori e ai più fissati di noi. Il mio amico e fratello gemello Dale Ahlquist dice "E', semplicemente, un capolavoro". Già questo è un buon motivo per acquistare il volume.

La breve collezione di articoli che segue il capolavoro proviene invece dall'Illustrated London News, il giornale cui Chesterton non smise mai di dar lustro con i suoi articoli fino a pochi giorni prima di morire.
La collaborazione iniziò poco dopo l'avvio della splendida carriera di Chesterton, e tutto filò liscio fino alla fine, diversamente da altre collaborazioni ed intraprese di Chesterton.

Ignatius Press sta lentamente mandando in stampa tutti questi articoli, ma credetemi sono un vero scrigno di belle cose, di piccoli e grandi gioielli. Lo sapete, non chiedetemi parole obiettive, non mi appartengono, non sono mai parole giuste, non sono chestertoniane...

Vi dirò un po' di più nella prefazione, ma questa pubblicazione, come tutte le altre che abbiamo spinto e promosso e che il Patriota Cosmico ha partorito nella sua mente "andante mosso", ha un suo grande valore. D'altronde sono cose che escono tutte per la prima volta in italiano, e questo non è poco. Anzi, credo che non abbiano avuto altre traduzioni sinora.

Dai, bella roba. Gilbert sarà contento, anzi, contentone.

giovedì 27 novembre 2014

Strenna di Natale 2014 - La Sorpresa e altri piccoli doni

Cari amici chestertoniani,

come negli anni passati con Eretici, Ortodossia, La Nonna del Drago e Il Club dei Mestieri Stravaganti rilanciamo l'idea di regalare a Natale a tutti gli amici un libro di Chesterton offerto in edizione economicissima.

Lo scopo è quello di dilettare e di dare a tutti la possibilità di fare un dono intelligente e piacevole, senza sostituirci al prezioso lavoro che altri -gli editori- stanno facendo e bene.

Insieme alla Casa Editrice Leardini e al Centro Missionario Francescano delle Marche, stiamo per dare alle stampe l'inedito "La Sorpresa" unito a più di venti articoli anch'essi per la maggior parte mai pubblicati in italiano. La traduzione è di Annalisa Teggi, con la collaborazione di Caterina Colombo e Giacomo Berchi.

Il costo del pacco dono?
10 libri: € 65,00 spedizione compresa
20 libri: € 120,00 spedizione compresa
Sopra i 40 libri: € 4,50 a copia, spedizione compresa!

Precisiamo che fra qualche mese il volume sarà nelle librerie al costo di € 17,00 a copia.

Questo sconto indecente è solo per i malati gravi di chestertonite acuta.

Il guadagno dell'iniziativa andrà a favore delle Missioni Francescane di Zambia e Cuba.

Prenotate entro il 30 novembre esclusivamente a questo indirizzo: laperlapreziosa@libero.it .

(assolutamente non su Facebook, non mandateci tweet, commenti a questo post... non li terremo in considerazione per il bene della nostra salute mentale già compromessa):

Per il pagamento l'Intestazione è: 

Centro Missionario Onlus Ofmconv Marche - Buona stampa

alle poste: ccp: 3130793

in banca: IBAN: IT22 Y076 0102 6000 0000 3130 793

CIN: Y ABI: 07601 CAB: 02600 N° Conto: 000003130793


oppure con Postepay N° 4023600644387302 intestata a Roberto Brunelli

I libri vi arriveranno tramite corriere espresso SDA entro il 18 Dicembre.
Spargete la voce a tutti i Chestertoniani di vostra conoscenza!!

La Segreteria Volante

Da dove proviene l'aforisma del post precedente.

L'Aforisma del post precedente proviene dal numero del 24 Luglio 1915 di Illustrated London News.

L'Illustrated London News è una splendida miniera di cui alcuni estratti potrete trovare ne La Sorpresa e altri piccoli doni, parto del Patriota Cosmico, di Annalisa Teggi e dell'editore Leardini.

Tweet da AmChestertonSoc (@AmChestertonSoc) - Splendido aforisma!

AmChestertonSoc (@AmChestertonSoc)
#GKChesterton One weapon from the armoury of the saints is, even in a worldly sense, stronger than the world. That weapon is humility.


martedì 25 novembre 2014

Perché è importante la retorica? Un articolo su questo tema...

Nel sito della Scuola Libera G. K. Chesterton di San Benedetto del Tronto (una bella scuola viva, battagliera, con delle vere idee nuove cioè antichissime) trovate questo articolo (il collegamento è qui ed anche sotto) che parla dell'importanza della retorica.

La retorica è una delle sette Arti Liberali, le arti che hanno fatto grande la nostra civiltà e che in molti stiamo cercando di riammettere nel circolo delle idee, con tanta difficoltà (pensate al suono negativo che ha la parola "retorica" nel nostro uso quotidiano... eppure era l'arte in cui erano esperti Cicerone e Quintiliano, in cui tutti si esercitavano).

Tenete presente che oltre l'Oceano Atlantico tantissime scuole cattoliche ci stanno lavorando alla grande, non ultima la nostra amica Chesterton Academy.

Leggete, è interessante. Serve per dire che, oltre alle grandi idee, ce ne sono altre che vanno propagate e tenute vive.
Il cristianesimo è una bella visione del mondo, è la più bella di tutte.

http://scuolachesterton.org/2014/11/25/perche-dobbiamo-reintrodurre-la-retorica-a-scuola-perche-e-alla-base-di-tutte-le-discipline-di-giovanni-fighera-da-tempi-it/

Padre Brown a fumetti su Super G

L'edizione di novembre Super G ospita anche due episodi de "I Racconti di Padre Brown" di Renata Gelardini e Lino Landolfi. Inserito ne "Le storie sono la nostra storia", la sezione che recupera i fumetti "storici" de il Giornalino, l'opera fece la sua apparizione sulle pagine del settimanale negli anni '80, ispirandosi  al celebre personaggio che fece la fortuna dello scrittore e giornalista inglese G.K. Chesterton. Prete-detective, Padre Brown indaga e risolve casi difficilissimi. Il suo investigare, però, ha a cuore la redenzione delle persone, la loro salvezza dal male. E lo fa anche grazie al suo amico più fidato, Flambeau, ex-ladro diventato investigatore e uomo rispettoso della legge.

Leggi l'articolo completo su: SuperG: Tobia e padre Brown | afnews.info

lunedì 24 novembre 2014

Un aforisma al giorno

Ah, io non posso concepire né tollerare alcuna utopia che non mi lasci la libertà che mi è più cara: la libertà di vincolare me stesso.

Gilbert Keith Chesterton, Ortodossia

Un aforisma al giorno

L'essere buoni è una impresa molto più rischiosa del giro del mondo.

Gilbert Keith Chesterton, Il Club dei Mestieri Stravaganti

sabato 22 novembre 2014

L'Uomo che fu Giovedì letto da Fabio Trevisan

Con "L'uomo che fu Giovedì" prosegue la collana chestertoniana di Lindau, che ha pubblicato numerose opere del grande saggista, romanziere, giornalista originario di Beaconsfield. Prima di accingersi alla lettura di questo appassionante romanzo, che contiene elementi tali da reputarsi persino un ottimo giallo,consiglio di considerare tre aspetti spesso sottovalutati: il primo, e non è un paradosso, è il sottotitolo; il secondo è la dedica iniziale ed il terzo è il 1908, anno di pubblicazione del romanzo. A chi chiedeva a Gilbert Keith Chesterton (1874-1936) quale fosse il significato del romanzo e soprattutto chi si celasse sotto la mole gigantesca di Domenica, il grande scrittore londinese rinviava al sottotitolo"A nightmare", un incubo. Chesterton aveva attraversato nel corso della sua giovinezza un periodo travagliato, che l'aveva quasi portato sull'orlo del baratro della disperazione e dell'annichilimento.

La storia di un incubo

Che non si trattasse di un incubo derivato da indigestione o da abbondanti libagioni era attestato dalla dedica all'amico Edmund Clerihew Bentley (1875-1956), nella quale parlava della malattia spirituale e del malore intellettuale che li aveva attanagliati in una morsa quasi letale: "Una nube pesava sulla mente degli uomini, una nube malaticcia sull'anima, quando eravamo giovani tutti e due…Se pure deboli e sciocchi non così eravamo, non così: quando quel nero Baal bloccava i cieli, non aveva inni da noi. Bimbi eravamo, e i nostri fortini di sabbia erano deboli al pari di noi…Vedemmo la Cittadella dell'Anima soccorsa che già barcollava…Ora fra noi, per grazia di Dio, questa verità possiamo dirla: c'è una forza nella radice che affonda, c'è del buono nell'invecchiare. Abbiamo trovato finalmente le cose comuni, le nozze ed un credo: ed ora io posso scriverne tranquillamente, e tranquillamente puoi leggere tu". Quel ripetuto avverbio – tranquillamente – faceva da paradossale sfondo a questa storia di un incubo vissuto e raccontato nel romanzo da Chesterton ben prima del 1922, anno del suo ingresso ufficiale nella Chiesa Cattolica Romana (come lui stesso amava definire). Terzo e non ultimo aspetto rimarchevole è quel 1908, che vide la pubblicazione congiunta dell'Uomo che fu Giovedì di quel celebre saggio, Ortodossia, capolavoro di sana e ragionevole dottrina cattolica. Si trattava quindi di un romanzo talmente avvincente da prestarsi a riduzioni cinematografiche e ad adattamenti teatrali, da menzionarsi, uno su tutti, quello operato dalla cognata (sposa del fratello Cecil, morto sul fronte della prima guerra mondiale) Ada Elizabeth Jones con Ralph Neale nel 1926, tradotto e portato in scena in Italia dall'amico musicologo e attore Gianluca Zappa, che ne ha curato l'edizione per Gribaudi.

I due poeti

Il romanzo inizia in un sobborgo di Londra, Saffron Park, in cui i due personaggi (Lucian Gregory e Gabriel Syme), che si contenderanno il posto di "Giovedì" nel Consiglio Anarchico dei Sette Giorni, si confronteranno sulla difesa dell'autentica poesia, per Lucian rappresentata dall'albero, per Gabriel dal lampione di ferro: "Eccolo qui il suo famoso ordine: questo lampione di ferro, secco, brutto e sterile; ed ecco l'anarchia, ricca, viva e feconda". "E tuttavia – rispondeva Gabriel – lei vede l'albero alla luce del lampione. Chissà quando potrà vedere il lampione alla luce dell'albero?". Per Chesterton, maestro dell'uso del paradosso, era indispensabile il confronto serrato tra due forti identità, tra due visioni del mondo e quindi tra due elementi (il ferro e il legno) che rimandavano rispettivamente all'ordine e all'anarchia, riflesso cui si specchiavano le posizioni diametralmente opposte dei due poeti. Nella dedica all'amico Edmund, di cui si faceva menzione, Chesterton sottolineava di aver ritrovato le cose comuni, le nozze e un credo, appartenute, secondo me, nel romanzo ad un personaggio femminile, Rosamund, sorella di quel combattivo Lucian  dai capelli rossi, che ritroviamo infatti descritta all'inizio ed alla fine del romanzo con poche ma suggestive parole: "Là vide la sorella di Gregory, la ragazza dalle chiome d'oro rosso, che recideva lillà prima di colazione, con la sua inconsapevole gravità di fanciulla". L'uscita dall'angoscioso incubo viene quindi rappresentata nell'alone misterioso e dolce di una presenza femminile, che fa da contraltare agli accesi, frementi e frequenti duelli (non solo verbali) maschili.

I giorni della creazione

Nell'Uomo che fu Giovedì Chesterton fa esplicitamente menzione alle Sacre Scritture, in particolare al libro della Genesidove si rivela il disegno di Dio Creatore. Sul piano del combattimento metafisico (che sappiamo costituire per Chesterton un banco di prova essenziale, basti pensare al quasi coevo La sfera e la croce) egli intravedeva la lotta inevitabile tra il bene e il male, che simboleggiava in quegli uomini che incarnavano i giorni della creazione e che inseguivano un terrificante e misterioso Domenica. Era la ricerca di un senso alla lotta, alla spiegazione della sofferenza e del male, come si evince dagli incalzanti interrogativi: "Se eri fin dal principio nostro padre e nostro amico, perché mai sei stato anche il nostro più grande nemico?". La risposta di Domenica alludeva a Gesù nell'orto del Getsemani: "Chi può bere al calice a cui ho bevuto io?". Il romanzo poliziescoe filosofico non era solamente composto da affanni, duelli serrati e ricerche angosciose di significati ma c'erano disseminate dosi massicce di sano e cristiano umorismo, come ad esempio nell'esilarante descrizione della vestizione degli uomini che rappresentavano i giorni della creazione: "Su quella proda, in una specie di semicerchio sorgevano sette grandi seggi: i troni dei Sette Giorni…La semplicità di Martedì era accortamente simboleggiata da un vestito che rappresentava la separazione delle acque…A Sabato, ultimo giorno della creazione, era invece toccato un vestimento coperto d'animali araldici rosso e oro e un cimiero con una figura umana rampante". 

I paradossi di Domenica

Chesterton è sempre fuggito, come lo stesso personaggio di Domenica, da ogni tentativo riduttivo di spiegazione univoca e pertanto la figura di Domenica va letta nei suoi umoristici e balzani paradossi: "Un enorme elefante grigio passava a terribile andatura di corsa, con la proboscide rigidamente tesa come il bompresso di una nave, lanciando un barrito che sembrava la tromba del giudizio finale. Sul dorso dell'animale urlante e sobbalzante sedeva il presidente Domenica, placido come un sultano". Questo personaggio così grasso e così leggero, proprio come una mongolfiera sulla quale salì, rappresentava come la forza creatrice suprema si manifestasse nella leggerezza. Tutti i giorni della creazione, da Lunedì a Sabato, stavano dinanzi ai paradossi equivoci di Domenica, che li invitava a non sottrarsi dai propri specifici talenti: "Volete sapere che cosa sono io? Bull (Sabato), tu sei uno scienziato, fruga intorno alle radici di questo albero; Syme (Giovedì), tu sei un poeta: fruga in quelle nuvole mattutine. Ma io vi dico che avrete scoperto la verità fin sull'ultimo albero e fin sulla nube più alta, prima di scoprire la verità su di me. Voi capirete il mare, e io sarò ancora un enigma; saprete che cosa sono le stelle, e non saprete che cosa sono io".

I simboli della fede e del valore umano

Nell'Uomo che fu Giovedì si trovano disseminati innumerevoli simboli della fede e del valore umano, ad iniziare dalla tesserina azzurra dei filosofi poliziotti, con su scritto: "L'ultima crociata". Anche nel confronto tra i sentimenti del cristiano e dell'anarchico, come nello scontro iniziale tra i due poeti, compaiono due elementi-simbolo, la dinamite e l'incenso: "La dinamite è un simbolo perfetto per noi anarchici, come l'incenso delle preghiere dei cristiani. Si dilata, scoppia e si espande, e per questo solo distrugge…Il cervello dell'uomo è una bomba. Il cervello dell'uomo deve espandersi, se vuole mandare a pezzi l'universo!". Come nel successivo romanzo di maggior successo, Manalive, ad un certo punto compare la lanterna cristiana: "Vedete questa lanterna? Vedete la croce che v'è scolpita sopra e la fiamma che è dentro? Non voi l'avete fatta, non voi l'avete accesa. Uomini migliori di voi, uomini che sapevano credere e obbedire alimentarono la leggenda del fuoco. Voi (riferito agli anarchici) distruggerete il mondo, distruggerete l'umanità; ma questa vecchia lanterna cristiana non la distruggerete". Nel romanzo vengono pure affermati principi dell'ordine naturale e cristiano: "Si può concedere ai matematici che quattro è due volte due; ma due non è due volte uno: due è duemila volte uno. Per questo, nonostante centinaia di svantaggi, il mondo tornerà sempre alla monogamia".

Un brusco risveglio

Fortunatamente gli incubi finiscono e la consolante realtà provoca un brusco e gradito risveglio: è questo il senso profondo del romanzo, quello degli uomini che cercano di risolvere il mistero, impenetrabile, della vita. Nonostante le molte peripezie e traversie nel rincorrere la verità, l'uomo che fu Giovedì ha un sentimento di gratitudine per l'ineffabile Domenica: "Io ti sono grato non solo per il vino e l'ospitalità di questa sera, ma anche per tante corse e tante fughe, per tanta libertà di correre e di lottare. E tuttavia vorrei sapere. Il mio cuore e l'anima mia sono calmi e felici, qui, come questo vecchio giardino, ma la mia ragione grida e protesta. Io vorrei sapere". Il fu Giovedì non ha per nulla le caratteristiche di un altro famoso fu, quel Mattia Pascal proposto da Luigi Pirandello. Il brusco e salutare risveglio di colui che nell'incubo chestertoniano è stato l'uomo che fu Giovedì è un sollievo di una persona che non ha mai abbandonato la propria identità, che non ha mai desistito dalla lotta, che non si è mai sottratto dal coraggio di affermare il suo essere, senza preoccuparsi delle apparenze. Ha assunto un travestimento ma non per celare la sostanziale identità di un uomo in cerca della verità e che quindi crede positivamente in essa. Ha celato il suo pensiero esagerandolo grottescamente, e questo è il lato paradossale ed umoristico, per poter affermare pienamente il suo essere, la sua volontà, la sua ragione nell'inseguire e catturare il presunto nemico. "Non si può amare una cosa – affermava Chesterton in un altro suo saggio – se non si desidera combattere per essa". L'uomo che fu Giovedì, il poeta cristiano e filosofo poliziotto Gabriel Syme, poteva sussurrare all'orecchio di ogni uomo vivo la voglia di lottare, il desiderio di comprendere, anche con una veste allegorica e surreale e suscitare magari le risa di un pubblico poco attento: "Per quanto buffoni in vesti variopinte, rumorosi e assurdi, allorché tacevano tutte le campane, i nostri sonagli (anche qui ritorna un parallelismo con il Berretto a sonagli di Pirandello) s'udivano tinnire".

giovedì 20 novembre 2014

Un aforisma al giorno

Ogni bambino è di per sé simbolo e sacramento della libertà personale. E' un nuovo libero arbitrio che si aggiunge ai liberi arbitri del mondo. E' qualcosa che i suoi genitori hanno scelto liberamente di procreare e che liberamente concordano di proteggere. Essi sanno che le gioie che egli dà loro (e sono spesso grandi gioie) vengono davvero da lui e da loro stessi, e da nessun altro. E' nato senza l'intervento di padroni o signori. E' una creazione e un contributo, il loro contributo alla creazione. E' una cosa ben più bella, emozionante, piacevole e stupefacente di tutte le risapute trame o monotoni ritmi jazzistici propinatici dalle macchine. Se gli uomini non capiscono più tutto ciò vuol dire che hanno perso la capacità di apprezzare le cose fondamentali e il senso delle proporzioni. Chi preferisce i piaceri meccanici a un tale miracolo è finito, è uno schiavo, preferisce le briciole della vita alle sue stesse fonti. Preferisce gli ultimi, falsi, meccanici, infimi, artificiali e logori rimasugli della nostra civiltà capitalista in disfacimento alla realtà, che rappresenta l'unica via di ringiovanimento per l'intera civiltà. Stringono con le loro mani le catene della loro antica schiavitù, mentre il bambino è pronto per il nuovo mondo.

Gilbert Keith Chesterton, Il pozzo e le pozzanghere

Un aforisma al giorno

Il bambino è davvero felice di una felicità meravigliosa ogni volta che scocca una freccia. Non è affatto certo che lo stesso valga per un uomo di affari ogni volta che spedisce un telegramma. Il nome stesso del telegramma è una poesia, ancora più magica della freccia; poiché ha il significato di una freccia, e per giunta di una freccia che scrive. Immaginate cosa proverebbe il bambino se potesse scoccare una freccia-matita in grado di disegnare una figura dall'altra parte della valle o di una strada. Eppure, raramente l'uomo d'affari danza e batte le mani per la gioia, quando spedisce un telegramma.

Gilbert Keith Chesterton, Il profilo della ragionevolezza

mercoledì 19 novembre 2014

Tweet da G.K. Chesterton (@GKCDaily)

G.K. Chesterton (@GKCDaily)
I never discuss anything except politics and religion. There is nothing else to discuss.