mercoledì 31 gennaio 2024

Un aforisma al giorno - Scambia le buste e via!

Penso che il miglior consiglio che darei a un giovane giornalista sarebbe semplicemente questo: scrivere un articolo per lo Sporting Times e un altro per il Church Times e poi spedirli nelle buste sbagliate… il vero problema di quasi tutti i giornali è che sono pieni di cose appropriate a quel giornale.

Gilbert Keith Chesterton, Autobiografia.





martedì 30 gennaio 2024

Un aforisma al giorno - Ammettono tutte le questioni.

Il nome parla della filosofia e della teologia come se fossero qualcosa di specializzato, arido e accademico, ma la filosofia e la teologia non sono le uniche cose democratiche, sono democratiche al punto da essere volgari, al punto, direi piuttosto, da essere tumultuose. Solo loro ammettono tutte le questioni; solo loro sono aperte a tutti gli attacchi.

Gilbert Keith Chesterton, G. F. Watts.



lunedì 29 gennaio 2024

Hilaire Belloc, Le due culture - Sopravvivenze e sopravvenienze. Recensione di Marco Sermarini.

Hilaire Belloc, Le due culture - Sopravvivenze e sopravvenienze (titolo originale: Survivals and New Arrivals), OAKS Editrice, Sesto San Giovanni 2023; pp. 232. Traduzione di Frida Ballini. Prefazione di Martino Cervo. € 20,00.

Lo abbiamo segnalato qualche mese fa. Oggi lo riprendiamo.

Di Belloc questa casa editrice ha pubblicato in tempi recenti, oltre il testo che presento, anche Napoleone - Condottiero e politico europeo, La Rivoluzione Francese, Storia d'Inghilterra (voll. 1 e 2), e di Chesterton la Piccola storia d'Inghilterra (a cura del nostro Paolo Gulisano).

Il libro di oggi è del 1929 e si chiama Survivals and New Arrivals, titolo originale cui si è voluto sostituire o meglio aggiungere il nuovo titolo Le due culture che "libera dalle asperità dell'originale e un po' contabilizzante Sopravvivenze e sopravvenienze", dice il prefatore Martino Cervo, vicedirettore del quotidiano La Verità. L'editore si avvale della prima traduzione di Frida Ballini, che verté in italiano tra gli altri L'Uomo che fu Giovedì e L'Uomo Comune. Essa è del 1947, e io non ho nulla in contrario, l'italiano di ottanta anni fa mi piace, e ripeto anche qui che è la conferma - se ce ne fosse ancora bisogno - che i nostri cari eroi Chesterton e Belloc avevano un ampio seguito e la loro cattedra anche qui in Italia: per questo vi invito a cercare sempre su questo blog le tracce del Chesterbelloc su La Ronda, Il Frontespizio, le brevi note sui carteggi che coinvolsero Bargellini, De Luca, Minelli, Ferruzzi, Papini, Giuliotti, la pubblicazione a puntate di The Path to Rome su L'Illustrazione Vaticana a cura di don Giuseppe De Luca, le lettere di Belloc a Cecchi giacenti presso il Gabinetto Vieusseux (qui un estratto, per invogliarvi) e tanto altro ancora, il tutto da annoverare nell'ideale capitolo dei rapporti tra Chesterton, Belloc e l'Italia. Non metto collegamenti perché sarebbero davvero tanti e quindi vi invito a cercare questi riferimenti tramite il motore di ricerca interno del blog.

La tesi del libro è esposta nell'Introduzione o capitolo primo, ove Belloc afferma che "taluni spiriti indagatori hanno notato come ormai da diciannove secoli una sola istituzione sia stata fatta segno ad attacchi, non da parte di un unico principio opposto, ma bensì di argomentazioni le più discordi. Ogni suo aspetto è stato di volta in volta condannato per cause contrastanti anche tra loro ed essa si trovò a dover subire il disprezzo, l'odio e la apparenza della sconfitta da parte di nemici tanto diversi fra loro quanto li poteva produrre la disparità delle ragioni. Codesta istituzione è la Chiesa cattolica". Spiega Martino Cervo nella sua prefazione che "si tratta in effetti di una specie di Sillabo laico, che ebbe la ventura di uscire nell'anno della Grande crisi, e che ha la pretesa di elencare da un punto di vista baldanzosamente dogmatico la natura e i caratteri degli attacchi culturali, antropologici e filosofici portati dal mondo alla Chiesa cattolica". 

Belloc oggi ha la sorte di vedersi nominato se ed in quanto si nomina Chesterton, seppure - dice sempre Cervo - "l'autonomia intellettuale dell'autore di questo lungo pamphlet si staglia per quantità e qualità purtroppo largamente trascurate nel nostro Paese";  in realtà negli ultimi anni ha avuto anche lui la ventura di un piccolo risveglio, grazie alle riedizioni di OAKS, di Fede e Cultura, Cavinato e Morcelliana, oltre che la tiratura di lungo corso de Lo stato servile da parte dell'editore maceratese Liberilibri (uscito la prima volta nei primi anni Novanta e purtroppo ultimamente accantonato e non più ristampato). Dico sempre che comunque il primo ad essere pubblicato degli "ospiti" di Emilio Cecchi su La Ronda fu proprio Belloc con l'articolo La buona donna (The Good Woman).

Sottolinea il prefatore come "con grave ma comune parallasse si è portati a pensare che lo sguardo cristiano, specie se militante e rivendicato, sia un orientamento limitante la percezione del reale. Belloc ribalta fin dall'introduzione questo pregiudizio", ed infatti l'autore anglofrancese afferma - con la sua prosa chiarissima, dall'incedere marziale e sicuro (non per niente Mario Praz lo definì "il maresciallo di Napoleone"), assertiva ma dall'"eleganza curvilinea", tanto "implacabile" quanto quella di Chesterton, dotata di "icastica sintesi" (Cervo) - che "la struttura di tutte le società dipende dalla loro filosofia". E giustamente si dice che i rischi di un'esperienza religiosa che si consideri subordinata ad una costruzione sociale liberale sono quelli di vedere trattata la fede cristiana "come una setta fra le tante altre, e noi abbiamo la tendenza ad accettare questa posizione".

In effetti l'idea di Belloc, esposta sul piano economico e sociale ne Lo stato servile, è qui riassumibile nel concetto per cui le istituzioni e le leggi, i riferimenti diffusi della politica estera ed interna degli stati liberali occidentali appaiono costitutivamente contrarii all'idea di uomo e di società della Chiesa cattolica. In altre parole, come dice San Giovanni nel Prologo del suo Vangelo, la Luce venne nel mondo ma il mondo non la riconobbe, e l'illusione da cui vuole distoglierci Belloc è quella di credere che il mondo in qualche modo possa aprire con leggerezza e con favore le porte al cattolicesimo.

Lo sforzo di Belloc è di cogliere la posizione della Chiesa oggi (cento anni fa, in realtà, ma si coglie tuttora l'attualità di quest'idea) e "giudicare quali tra le forze che le si oppongono stanno oggi indebolendosi, quali oggi sono nel loro pieno rigoglio e quali nuovi antagonismi appaiono oggi, non ancora vigorosi ma in via di sviluppo". Questo perché "è di massima attualità e di grande importanza per tutta la civiltà nostra", in quanto "la filosofia di ogni società si concretizza in ciò che è praticamente una religione sia di una specie che dell'altra. La sorgente ultima della vita sociale è l'atteggiamento dello spirito, così come al centro di ogni cultura stanno un credo e un codice morale formulati, ovvero accettati a priori", e non "le circostanze economiche a decidere il destino delle società": ecco che Belloc asserisce con chiarezza e forza che "il capitalismo industriale non si sviluppò da sé, ma sorse al contrario come lento prodotto di una religione falsa", cioè la Riforma "e più esattamente dell'influenza di Calvino" di cui lo definisce figlio. Belloc è certo che "se la Riforma non fosse avvenuta, oggi questo particolare sistema non ci darebbe tante noie", perché "è radicato nella religione così che un mutamento di ordine religioso lo ucciderebbe e con lui ucciderebbe quel suo servo parassita che è il socialismo". 

Questa chiarezza e questo atteggiamento guascone ci mancano, oggi, al massimo sento qualche grido strozzato ed un po' isterico nel silenzio assenso verso il mondo, ma mai tanta virilità cattolica.

Colpisce il metodo di Belloc, più di ogni altra cosa: è ciò che lo rende ancora leggibile con frutto, ossia con la possibilità di trarne insegnamento e giovamento. È così vero che anche Cervo coglie, nell'elenco delle sopravvivenze, ossia dei vecchi temi d'attacco contro la Chiesa, delle rassomiglianze con l'oggi, in ispecie nell'"uso... della «scienza» (e della téchne, più in generale) come clava sulla dimensione spirituale" arrivando giustamente a proporre "un fugace paragone con la gestione politica del Covid e con la cosiddetta transizione ecologica", per ravvicinarci all'oggi. Belloc infatti afferma che "si può prevedere che ci verranno presentati come fatti dogmatici masse sempre maggiori di ipotesi, e che allorché una ipotesi verrà dimostrata erronea in luogo di ammettere l'errore si costruirà un'altra ipotesi che dissimuli la frattura e cosi via, sinché una intera struttura di ipotesi immaginarie costruite ad infinitum su ipotesi precedenti eleverà il suo velario di nebbia inteso a nascondere la realtà".

Inseriti nelle sopravvivenze ma ritrovati ancora oggi, questi temi "bellici" contro la Chiesa ci suggeriscono che possono essere vinti, proprio perché già visti, già sentiti, già passati al vaglio del cuore e del pensiero acutissimi dello scrittore anglofrancese.

Dunque il libro va letto, vale la pena di essere letto, proprio in forza di questo metodo per cui si arriva a dare un giudizio sulla realtà nella sua interezza a partire dall'idea cattolica del mondo, cosa sempre più vaga, sempre meno frequente, sempre più fuori moda.

Una lettura densa che darà slancio, coraggio e desiderio di farsi guidare dallo sguardo lucido di chi segue la fede cattolica.

Marco Sermarini






domenica 28 gennaio 2024

Un aforisma al giorno - Una carriera importante.

Come può essere una carriera importante insegnare ai bambini la regola del tre e una carriera senza valore insegnare ai nostri figli l’universo?

Gilbert Keith Chesterton, Cosa c'è di sbagliato nel mondo.



sabato 27 gennaio 2024

Un aforisma al giorno - Una debolezza del carattere.

L’orgoglio è una debolezza del carattere; finisce con le risate, finisce con la meraviglia, finisce con ciò che è cavalleresco, finisce con l’energia.

Gilbert Keith Chesterton, Eretici.



venerdì 26 gennaio 2024

Un aforisma al giorno - Obbedienza, tuono di parola...

Obbedienza. La parola più emozionante del mondo; spesso tuono di parola. Perché gli sciocchi immaginano che l’anima sia libera solo quando è discrepante dall’ordine comune? Anche la folla che si alza per bruciare e distruggere deve tutta la sua grandezza e il suo terrore, e una certa autorità, non alla sua ira, ma al suo accordo. Perché il mero disaccordo dovrebbe farci sentire liberi?

Gilbert Keith Chesterton, La sorpresa.



giovedì 25 gennaio 2024

Un aforisma al giorno - Democrazia e uomo comune.

La democrazia non è filantropia. Non è nemmeno altruismo, né riforma sociale. La democrazia non si basa sulla compassione nei confronti dell’uomo comune. La democrazia si basa sulla reverenza per l’uomo comune, o se si preferisce anche sul timore per l’uomo comune. Non protegge l’uomo perché questo è miserabile, ma perché è sublime. Non obietta tanto al fatto che l’uomo comune sia schiavo quanto al fatto che non sia re, perché il suo sogno è sempre il sogno della prima Repubblica romana, quello di una nazione di re.

Gilbert Keith Chesterton, Eretici.



mercoledì 24 gennaio 2024

Un aforisma al giorno - La democrazia fa appello a chi è sfiduciato.

Non si ripeterà mai abbastanza che ogni vera democrazia è un tentativo (come quello di una gioviale padrona di casa) di incoraggiare i timidi e farli entrare in una conversazione. Per ogni proposito pratico di uno stato politico, per ogni proposito pratico di una merenda che si distingua, chi si umilia dev’essere lodato. In un tè elegante, è ugualmente ovvio che chi si esalta dev’essere umiliato, se possibile, senza violenza fisica. La gente parla di democrazia definendola grossolana e turbolenta, il che costituisce un evidente errore nella storia. È l’aristocrazia ad essere sempre stata grossolana e turbolenta, perché implica un appello a chi confida in se stesso. La democrazia fa appello a chi è sfiduciato. La democrazia significa indurre a votare chi non avrà mai la “caratura” per governare, e in base all’etica cristiana proprio quelli che devono governare sono coloro che non hanno la “caratura” per farlo.

Gilbert Keith Chesterton, Tremendous Trifles.



martedì 23 gennaio 2024

Un aforisma al giorno - La democrazia è vera o falsa?

Quando qualcuno dice che la democrazia è falsa perché la maggior parte della gente è stupida, il filosofo può scegliere varie vie. La più ovvia è stringergli con precisione e senza indugio la punta del naso.

Gilbert Keith Chesterton, Illustrated London News, 1905.



lunedì 22 gennaio 2024

Un aforisma al giorno - Gargolle salvifiche.

La cosa che ho visto pendere nei suoi occhi mentre penzolava da quel ponte era la gioia della vita, non la volontà. Quello che lei ha imparato standosene seduto su quel dannato gargoille era che il mondo, in fin dei conti, è un luogo meraviglioso in cui vivere: io lo so, perché l'ho capito nello stesso momento. Ho visto le nubi grigie diventare rosa, e il piccolo orologio dorato nella fessura tra le case. Erano queste le cose che lei odiava lasciare andandosene via da questo mondo, non la Vita, qualunque cosa essa sia. Eames, siamo stati insieme sull'orlo della morte; non riesce ad ammettere che ho ragione?

Gilbert Keith Chesterton, Uomovivo



domenica 21 gennaio 2024

Un aforisma al giorno - Essere buoni.

L'essere buoni è una impresa molto più rischiosa del giro del mondo.

Gilbert Keith Chesterton, Il Club dei Mestieri Stravaganti.










sabato 20 gennaio 2024

Addio a father Ian Boyd, studioso eminente di Chesterton - Meeting di Rimini

Forse non tutti gli amici del Meeting avranno presente il suo nome, ma la nostra collaborazione con father Ian Boyd, fondatore del centro di studi cattolici G.K. Chesterton Institute of Faith & Culture, scomparso il 10 gennaio in Canada all'età di 89 anni, è alla base di alcuni spettacoli e mostre tra i più significativi delle ultime edizioni del Meeting.

È il caso di La ballata del cavallo bianco con protagonista Massimo Popolizio del 2011, Manalive – Un uomo vivo del 2013 (nella foto l'allestimento dello spettacolo al Meeting 2013), fino allo spettacolo inaugurale del 2022 Liberi tutti! (The Surprise). «Sono testi potenti, veri e significativi che grazie alla passione di Father Boyd e all'attività dell'Istituto da lui fondato, continuano ad essere pubblicati e presentati in tutto il mondo», spiega Otello Cenci, regista delle tre produzioni chestertoniane e responsabile degli spettacoli del Meeting. «Vi sono oggi centinaia di associazioni collegate al Chesterton Institute che organizzano ogni anno diverse iniziative che mettono a tema i testi di uno degli autori inglesi più acuti e prolifici, Gilbert Keith Chesterton, di cui father Boyd è stato lo studioso più autorevole della contemporaneità».

Father Ian Boyd, sacerdote della Congregazione di San Basilio, è stato autore di "The Novels of G.K. Chesterton" e professore di inglese presso diverse università. Ha fondato l'Istituto Chesterton nel 1974 e nel 1999 lo ha trasferito alla Seton Hall University nel New Jersey. Ha dedicato cinquant'anni alla scrittura e alle conferenze sulla vita e l'opera di Chesterton, influenzando una nuova generazione di studiosi. Padre Boyd è stato anche interessato a tematiche letterarie e teologiche moderne, discutendo opere di autori come T.S. Eliot, Graham Greene, C.S. Lewis e altri. Ha continuato la sua attività fino al suo ritiro nel 2020, ricoprendo il ruolo di presidente emerito dell'Istituto e fondatore della rivista The Chesterton Review.

Alcuni ritratti di father Ian Boyd (nel primo a sinistra con Otello Cenci) e le immagini di alcune opere teatrali nate dalla collaborazione con il Chesterton Institute da lui fondato.


Il resto qui:

https://www.meetingrimini.org/addio-a-father-ian-boyd-studioso-eminente-di-chesterton/

Un aforisma al giorno - Desiderio di venerazione.

C'è un aspetto per il quale i matrimoni moderni falliscono quasi certamente: cercano di raggiungere uno scopo impossibile. Il desiderio di venerazione è profondo e insito nella natura umana, ma deve essere diretto a Dio. Avendo perso l'idea di Dio, molti uomini e donne iniziano la loro vita matrimoniale venerandosi l'un l'altro. E così arriva la disillusione. Nessun uomo può essere tutto per sua moglie e nessuna donna può essere tutto per il marito: solo il Dio infinito può essere tutto per l'uomo e per la donna che ha creato per Lui.

Gilbert Keith Chesterton, Time's Abstract and Brief Chronicle, 1905.




venerdì 19 gennaio 2024

Un aforisma al giorno - Voi distruggete soltanto.

“Vedete questa lanterna?" gridò con voce terribile. "Questa croce? Questa fiamma? Voi non avete forgiato la croce, non avete accesso la fiamma! L'hanno fatto uomini migliori di voi, che sapevano credere, piegavano il ferro e custodivano la leggenda del fuoco. Non c'è una strada in cui camminiate, non c'è un filo degli abiti che indossate che non siano stati fatti come questa lanterna, rifiutando la vostra filosofia da quattro soldi. Voi non create dal nulla, distruggete soltanto. Distruggerete il genere umano, distruggerete il mondo, ma non distruggerete questa vecchia lanterna cristiana! Essa andrà dove il vostro impero scimmiesco non sarà mai capace di trovarla!”.

Gilbert Keith Chesterton, L'Uomo che fu Giovedì.



mercoledì 17 gennaio 2024

In memoriam: Padre Joseph Ian Boyd, C.S.B. - Il necrologio del G. K. Chesterton Institute for Faith and Culture.

La targa commemorativa
in onore di padre Ian Boyd
apposta nella Biblioteca Walsh
della Seton Hall University


In memoriam: Padre Joseph Ian Boyd, C.S.B.

Requiescat in Pace

23 gennaio 1935 - 10 gennaio 2024

Il G. K. Chesterton Institute for Faith and Culture piange la scomparsa del proprio fondatore.

Padre Ian BoydPadre Ian Boyd, sacerdote della Congregazione di San Basilio e studioso di Chesterton riconosciuto a livello internazionale, è morto a Edmonton, in Canada, il 10 gennaio 2024.

È stato autore di The Novels of G.K. Chesterton (Londra 1975). Per molti anni è stato professore di inglese al St. Thomas More College dell'Università di Saskatchewan. Dal 1999 al 2020 ha insegnato alla Seton Hall University di South Orange, New Jersey. 

Ha conseguito un B.A. presso l'Università di Saskatchewan, Saskatoon, Canada (1956); un S.T.B. Degree, University of St. Michael's College, Toronto, Canada (1964); un M.A. presso l'Università di Toronto, Canada (1965) e un Ph.D. presso l'Università di Aberdeen, Scozia (1970).

Da bambino ha conosciuto le opere di G. K. Chesterton leggendo la copia di G. K.'s Weekly del padre. Chesterton è stato presente in ogni fase della sua vita e negli ultimi 50 anni ha dedicato il suo lavoro a scrivere e tenere conferenze sulla vita, il pensiero e l'opera di G. K. Chesterton. Nel 1974, mentre era al St. Thomas More College e dopo aver partecipato alla Conferenza per il Centenario della nascita di G. K. Chesterton, ha fondato il G. K. Chesterton Institute for Faith & Culture e la sua rivista The Chesterton Review. Nel 1999, padre Boyd ha portato sia l'Istituto che la rivista alla Seton Hall University di South Orange, New Jersey, dove sono ospitati in modo permanente nel Centro di Studi Cattolici. Su invito di università, centri di studio e organizzazioni varie, padre Boyd ha viaggiato in tutto il mondo condividendo la sua conoscenza di Chesterton, del suo circolo e del suo lavoro di studioso, ispirando una nuova generazione di chestertoniani. Ha tenuto conferenze negli Stati Uniti, in Canada, Europa, Sud America e Giappone.

Oltre a tenere conferenze su G. K. Chesterton, Maurice Baring, Paul Claudel, Charles Peguy, Hilaire Belloc e altri, ha tenuto anche conferenze sul tema "Temi sacramentali nella letteratura moderna". Tra gli autori cristiani di cui ha discusso le opere figurano T.S. Eliot, Graham Greene, C.S. Lewis, Flannery O'Connor, Piers Paul Read, Muriel Spark ed Evelyn Waugh. Per quanto riguarda la letteratura del XIX secolo, si è interessato anche al lavoro di autori come Charles Dickens, Anthony Trollope e Nathaniel Hawthorne.

Padre Boyd era presidente emerito del G. K. Chesterton Institute for Faith & Culture, con sede alla Seton Hall University, ed è stato il direttore fondatore di The Chesterton Review.

Si è ritirato nel 2020.

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Qui di seguito il messaggio della presidente ad interim della Seton Hall University, Katia Passerini.


Con tristezza vi comunico la notizia della scomparsa di padre Ian Boyd, C.S.B., professore emerito in pensione del College of Arts and Sciences e direttore del Chesterton Institute. Padre Boyd è morto mercoledì sera, 10 gennaio.

Padre Boyd, sacerdote della Congregazione di San Basilio, era uno studioso di G.K. Chesterton riconosciuto a livello internazionale. È arrivato a Seton Hall dal Canada nel 1999, portando con sé il G.K. Chesterton Institute for Faith and Culture e The Chesterton Review, l'apprezzata rivista da lui fondata e diretta dal 1974. 

Padre Boyd ha fatto un buon lavoro, grazie al suo amore per Dio e alla sua obbedienza al suo scopo.

La sua dedizione e la sua reputazione hanno contribuito a promuovere uno serio studio accademico su Chesterton e sulla tradizione intellettuale che egli rappresentava. Padre Boyd si è ritirato nel 2020 come presidente emerito del G.K. Chesterton Institute for Faith and Culture ed è tornato in Canada per stare più vicino alla famiglia. È rimasto attivo nel perseguire i suoi interessi di studioso ed è rimasto in contato coi suoi colleghi dell'Università.

Il servizio di Padre Boyd alla Seton Hall è ricordato da una targa situata al primo piano della Biblioteca Walsh.

Vi chiedo di unirvi a me nel ricordarlo nella preghiera. Che le nostre preghiere aiutino a portare conforto e pace alla sua famiglia e a coloro che lo hanno amato e sono stati ispirati da lui.

Cordiali saluti,

Katia Passerini, Ph.D.

Presidente ad interim

martedì 16 gennaio 2024

Un aforisma al giorno - Una specie di mistico minimum di gratitudine (dedicato a chi dice che Chesterton non ha una sua spiritualità - 2).

Dopo di essere stato per alcun tempo nelle profondità più oscure del pessimismo contemporaneo, sentii un forte impulso interiore a ribellarmi, a scacciare l’incubo e a buttar via l’oppressione. Ma
giacché stavo ancora pensandovi e liberandomene da solo, e la filosofia mi giovava poco e la religione non mi dava un vero aiuto, m’inventai una teoria mistica rudimentale ed artificiosa. Era sostanzialmente questa: anche la sola esistenza, ridotta ai suoi limiti più semplici, è tanto straordinaria da essere stimolante. Tutto era magnifico, paragonato al nulla. La luce del giorno poteva essere un sogno, ma un sogno, non un incubo. […] Di fatto, ero arrivato ad una posizione non molto lontana dalla frase del mio nonno puritano, il quale avrebbe ringraziato Dio per averlo creato, diceva, anche se fosse stato un anima perduta. Ero attaccato ai resti della religione con un piccolo filo di riconoscenza. […] Questo modo di vedere le cose […] aveva una specie di mistico minimum di gratitudine […]. Ma i miei occhi erano ancora rivolti verso l’interno piuttosto che verso l’esterno, conferendo, immagino, alla mia personalità morale, uno strabismo tutt’altro che attraente. Ero ancora oppresso dall’incubo metafisico di negazioni nei riguardi dell’anima e della materia, dall’iconografia morbosa del male, dal peso del mio cervello e del mio corpo misteriosi; ma in quel periodo mi trovavo in rivolta contro di essi, e tentavo di costruire una concezione più sana della vita cosmica, anche se sbagliata per esagerazione. Chiamavo me stesso ottimista, perché mi trovavo così orribilmente vicino ad essere pessimista. […] E il male estremo, allora, era semplicemente il peccato imperdonabile di non desiderare il perdono.

Gilbert Keith Chesterton, Autobiografia.


Una scena di Uomovivo, regia di Otello Cenci,

adattamento di Otello Cenci e Giampiero Pizzol

lunedì 15 gennaio 2024

Un aforisma al giorno - Un'idea centrale della mia vita, la gratitudine (dedicato a chi dice che Chesterton non ha una sua spiritualità - 1).

M’interessa in modo speciale il fatto che queste dottrine (cattoliche) sembrino tener legata tutta la mia vita fin dall’inizio, come nessuna delle altre dottrine potrebbe fare. Specialmente pare che rendano chiari, simultaneamente, i due problemi della mia felicità di fanciullo, e del mio ansioso meditare di ragazzo. Essi si riferiscono particolarmente ad un’idea centrale della mia vita; non dirò la dottrina che ho sempre insegnato, ma la dottrina che mi sarebbe piaciuto insegnare. L’idea cioè di accettare le cose con gratitudine, ma non di prenderle senza curarsene. Così, il Sacramento della Penitenza dà una vita nuova, e riconcilia l’uomo con tutto ciò che vive, ma non lo fa come lo fanno gli ottimisti e gli edonisti e i predicatori pagani della felicità. Il dono vien fatto ad un prezzo, ed è condizionato alla confessione. In altre parole, il nome del prezzo è Verità, che può essere chiamata anche Realtà; ma significa porsi di fronte alla realtà del proprio essere. Quando il processo vien applicato alle altre persone viene chiamato Realismo.

Gilbert Keith Chesterton, Autobiografia.





domenica 14 gennaio 2024

Un aforisma al giorno - Religioni di gran lunga peggiori...

Potrei trattare la materia da un punto di vista personale e descrivere la mia conversione; ma ho il sospetto che questo metodo renderebbe l’argomento molto più ristretto di ciò che in realtà è. Vi sono molte persone di gran lunga migliori di me che si sono convertite a religioni di gran lunga peggiori.

Gilbert Keith Chesterton, Perché sono cattolico e altri scritti.



sabato 13 gennaio 2024

Un aforisma al giorno - Chiesa e "idee nuove".

Alcuni giorni fa uno scrittore famoso, solitamente ben informato, ha parlato della Chiesa Cattolica come della avversaria delle nuove idee. È probabile che non si sia accorto che la sua affermazione non era esattamente ciò che si considera un’idea nuova. È una di quelle nozioni che i cattolici si trovano a dover costantemente contrastare, in quanto si tratta di un’idea molto vecchia. Certo è che coloro che ritengono che il cattolicesimo non porta nulla di nuovo, difficilmente dicono qualcosa di nuovo sul cattolicesimo stesso. Come dato di fatto è curioso notare che uno studio approfondito della storia dimostrerebbe il contrario.

Gilbert Keith Chesterton, Perché sono cattolico e altri scritti.



venerdì 12 gennaio 2024

Secondo Pomeriggio Musicale della Contea in collaborazione col Conservatorio statale di Musica "Alfredo Casella" dell’Aquila.

https://www.consaq.it/component/content/article/35-notizie/concerti-ed-eventi/5002-35-i-pomeriggi-musicali.html

Padre Ian Boyd, r.i.p.


padre Ian Boyd, csc.


La Società Chestertoniana Italiana esprime il dolore di tutti i suoi soci ed amici per la morte del caro padre Ian Boyd, fondatore e presidente emerito del G. K. Chesterton Institute for Faith and Culture collegato alla Seton Hall University del New Jersey (USA).

Padre Boyd, divenuto nostro sincero ed affettuoso amico negli anni grazie alle varie giornate chestertoniane svoltesi sin dal 2008 in varie parti d'Italia ed in particolare presso la sede della Civiltà Cattolica a Roma, era uno dei massimi esperti del nostro Chesterton, sul quale ha scritto notevolissimi saggi ed approfondimenti.

Fondatore dell'istituzione che edita da cinquant'anni la prestigiosa Chesterton Review, nella quale negli anni hanno avuto spazio anche scritti sull'Italia e sul rapporto tra il nostro paese e Chesterton e che è uscita per alcuni anni anche in edizione italiana, lascia un grande vuoto e un'eredità importante per l'istituto e per tutti noi chestertoniani del mondo, che pregheremo in suo suffragio. È stato uno dei pionieri della grande rinascita chestertoniana divenuta solida e vivace anche grazie alla profondità dei suoi studi. Noi chestertoniani italiani abbiamo avuto l'onore e la insostituibile opportunità di collaborare con lui e ne siamo felici e grati al Signore.

Personalmente sarò per sempre grato a Dio per avermi fatto conoscere padre Boyd: il 15 Giugno 2008 andai a sentirlo e feci anch'io un intervento a Verona, e lì durante il pranzo gli sentii pronunciare due frasi di Chesterton che ci diedero la spinta finale per fondare la Scuola Libera G. K. Chesterton.

Un uomo buono, di grande fede e di profonda intelligenza. Ci mancherà tantissimo.

Marco Sermarini, presidente della Società Chestertoniana Italiana


Qui sotto l'intervista che feci a padre Ian e che fu pubblicata nel numero del 2012 della Chesterton Review in edizione italiana dal titolo "L'Italia chestertoniana assolutamente positiva. Spirito di letizia e buonumore":

https://uomovivo.blogspot.com/2012/11/intervista-padre-ian-boyd-sullultimo.html

Un'altra bella intervista che vale la pena di essere letta, uscita su Convivium:

https://uomovivo.blogspot.com/2020/11/the-sacramental-principle-of-gk.html

Alcune immagini dell'arrivo di padre Boyd a Verona nel 2008:

https://uomovivo.blogspot.com/2008/09/le-immagini-di-padre-boyd-verona.html

Qui il testo della e-mail con la quale abbiamo saputo da Gloria Garafulich - Grabois della morte del caro padre Ian Boyd.

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May Fr. Ian Boyd rest in peace.


From: Gloria Garafulich-Grabois <Gloria.Garafulich-Grabois@shu.edu>

Sent: Thursday, January 11, 2024 11:09 AM

Subject: Sad news

Importance: High

Dear friends and colleagues,

It is with a very heavy heart and great sadness that I share with you the sad news that Father Boyd died yesterday evening January 10th.

I will share the information of his funeral arrangements as soon as I receive them.

Gloria

G. K. Chesterton Institute for Faith & Culture

Seton Hall University

400 South Orange Avenue, South Orange, NJ 07079

973.275.2431 -  email: chestertoninstitute@shu.edu

Dermot Quinn, padre Ian Boyd
e Gloria Garafulich - Grabois


giovedì 11 gennaio 2024

Un aforisma al giorno - Il Paradiso è in un certo luogo.

Intendo che Dio mi ordinò d’amare un determinato luogo e di servirlo, me lo fece onorare come potevo, anche con le mie eccentricità… Intendo che il Paradiso è in un certo luogo e non dappertutto; è qualche cosa di preciso e non già qualsiasi cosa. E in fin dei conti non sarei troppo stupito se ci fosse davvero un lampione verde, davanti alla mia casa, su in cielo.

Gilbert Keith Chesterton, Le avventure di un uomo vivo.



mercoledì 10 gennaio 2024

Un aforisma al giorno - Ogni vera amicizia comincia da...

Qualunque vera amicizia comincia dal fuoco, dal cibo, dalle bevande e dalla percezione della pioggia e del gelo. Coloro che non vogliono partire dall'aspetto fisico delle cose sono dei presuntuosi, e presto potrebbero convertirsi [ad una setta pseudo-cristiana, ndr]. Ogni anima umana, in un certo senso, deve compiere quel gigantesco atto di umiltà che è l'Incarnazione. Ogni uomo deve farsi carne per incontrare i suoi simili.

Gilbert Keith Chesterton, Cosa c'è di sbagliato nel mondo.




martedì 9 gennaio 2024

Un aforisma al giorno - La pietra e la chiave.

Cristo fondò la Chiesa con due grandi metafore nelle parole finali agli Apostoli che ricevettero l’autorità di fondarla. La prima fu la frase su Pietro sul quale la Chiesa sarebbe stata edificata come su di una pietra; la seconda fu il simbolo delle chiavi. Circa il significato della prima, non c’è naturalmente alcun dubbio; ma essa non riguarda direttamente l’argomento, qui, salvo in due altri aspetti secondari. È infatti uno dei tanti esempi di quelle frasi evangeliche che avrebbero potuto pienamente espandersi e spiegarsi più tardi, anche molto più tardi. Ed è un altro esempio di quelle frasi che sono l’opposto dell’evidenza, anche nella lettera, in quanto poneva la similitudine di un uomo ad una roccia, mentre quest’uomo aveva piuttosto l’apparenza di una fragile canna.

Ma l’altra immagine delle chiavi ha un’esattezza che non è stata forse esattamente notata. Le chiavi hanno avuto una parte cospicua nell’arte e nell’araldica del Cristianesimo: ma non tutti hanno  notato la peculiare precisione dell’allegoria. Arrivati a questo punto della nostra storia, bisognerà dire qualche cosa del primo apparire e della attività della Chiesa nell’Impero romano: e per un breve accenno in proposito nulla potrebbe meglio servire di quell’antica metafora.

Il cristiano primitivo era né più né meno che una persona con una chiave, o che diceva di avere una chiave. Tutto il movimento cristiano consistette nel proclamare di possedere tale chiave. Non era solamente un vago movimento in avanti, che avrebbe potuto esser meglio rappresentato dal battere un tamburo. Non era qualche cosa che spazzava via tutto davanti a sé, come un moderno movimento sociale. Come vedremo fra poco, si rifiutava piuttosto di far questo. Esso asseriva in modo assoluto che c’era una chiave e che possedeva tale chiave e che nessun’altra chiave era eguale a quella; era in un certo senso, diciamo pure, ristretto. Soltanto avveniva che quella era la chiave che poteva aprire la prigione del mondo intero, e far vedere la bianca aurora della salvezza.

Il credo era come una chiave per tre aspetti che potrebbero convenientemente riunirsi sotto questo simbolo. Primo, una chiave è anzitutto una cosa che ha una forma; ed è una cosa che dipende interamente dal conservare la sua forma. Il credo cristiano è soprattutto la filosofia della forma ed è nemico delle cose informi. Ecco dove differisce da tutte le altre infinite filosofie – manicheismo, Buddismo – che formano una specie di lago notturno nell’oscuro cuore dell’Asia: l’ideale della non creazione. Qui è dove esso differisce anche dalla analoga incertezza del mero evoluzionismo: l’idea di una costante trasformazione delle creature. Uno a cui si dicesse che il suo speciale lucchetto si fonderà con un milione di altri consimili in una buddistica unità, l’avrebbe a noia. Ma uno a cui si dicesse che la sua chiave gradatamente crescerà e germoglierà nella sua tasca e ramificherà in nuovi ingegni o complicazioni, non sarebbe meno insoddisfatto.

Secondo, la forma della chiave è per se stessa una forma piuttosto fantastica. Un selvaggio il quale non sapesse che è una chiave, avrebbe le maggiori difficoltà a indovinare che cosa potesse essere. Ed è fantastica perché è arbitraria. Una chiave non è materia di astrazioni: nel senso che una chiave non è materia di ragionamento. Essa o è adatta alla serratura, oppure non è. È inutile per gli uomini disputarvi attorno, considerata la cosa in se stessa; o ricostruirla sui puri principi della geometria o dell’arte decorativa. È una sciocchezza per un uomo dire che preferirebbe una chiave più semplice; sarebbe assai più sensato se facesse del suo meglio con un grimaldello.

In terzo luogo, poiché la chiave è necessariamente una cosa fatta secondo un disegno, questa aveva un disegno piuttosto elaborato. Quando la gente si lamenta che la religione si è troppo presto immischiata di teologia e roba simile, dimentica che il mondo non solo era entrato in un cul-de-sac, ma era penetrato addirittura in un labirinto di vie senza uscita. Il problema era un problema complicato; il quale, nel senso ordinario, non involveva unicamente delle cose semplici come il peccato. Era anche pieno di segreti, di inganni inesplorati e inesplorabili, di inconsce follie, di pericoli in tutte le direzioni. Se la fede si fosse posta davanti al mondo solo con delle banalità intorno alla pace e alla semplicità, sarebbe stata il rifugio di alcuni moralisti; non avrebbe avuto il più debole effetto sul lussurioso e labirintiaco manicomio. Quel che fece, noi cercheremo all’ingrosso di descrivere: basti dire qui che nella chiave c’erano senza dubbio molte cose che parevano complicate: c’era soltanto una cosa che era semplice. Apriva la porta. 

[...]

Io non tento alcuna apologia sul motivo per cui il credo debba essere accettato. Ma in risposta al problema storico del perché fu accettato, ed è accettato, io do per altri milioni di persone questa risposta: perché corrisponde alla serratura; perché è come la vita. È una delle tante storie; con questo di più, che è una storia vera. È una fra le tante filosofie; con questo di più, che è la verità. Noi l’accettiamo; e il terreno è solido sotto i nostri piedi, e la strada è aperta davanti a noi. Esso non c’imprigiona in un sogno fatalistico o nella coscienza di una universale illusione. Esso apre a noi non soltanto incredibili cieli, ma una terra (può sembrare) egualmente incredibile, e la fa credibile. Questa è la verità che è duro spiegare perché è un fatto, ma è un fatto di cui noi siamo testimoni. Siamo cristiani e cattolici non perché adoriamo una chiave, ma perché abbiamo varcato una porta; e abbiamo sentito lo squillo di tromba della libertà passare sopra la terra dei viventi.

Gilbert Keith Chesterton, L'Uomo Eterno.




lunedì 8 gennaio 2024

Un aforisma al giorno - Progresso significa avere un credo ben preciso.

Nessuno ha il diritto di usare la parola "progresso" a meno che non abbia un preciso credo e un ferreo codice morale. Nessuno può essere progressista senza essere dottrinale; potrei quasi affermare che nessuno può essere progressista senza essere infallibile o, comunque, senza credere in una sorta di infallibilità. Il nome stesso, "progresso", indica infatti una direzione e, nel momento in cui siamo anche solo minimamente incerti sulla direzione, diventiamo di riflesso incerti sul progresso.

Gilbert Keith Chesterton, Eretici.

L'immagine non c'entra nulla
però fa ridere...


domenica 7 gennaio 2024

Un aforisma al giorno - Splendida ma fragile.

Cenerentola ha anche una pianella di vetro; quest’affare del vetro che nella letteratura popolare s’incontra con straordinaria frequenza non può essere puramente casuale: principesse che vivono in un castello di vetro o su una collina di vetro, che vedono tutte le cose in uno specchio, che possono vivere in case di vetro purché non tirino sassi. Questo fugace luccichio di vetro che ricorre dappertutto sta a dimostrare che la felicità è brillante ma fragile, come un oggetto che è più facilmente esposto ad esser rotto dal gatto o dalla cameriera (...). Io ho sentito e sento che la vita è splendida come un diamante, ma fragile come il vetro della finestra.

Gilbert Keith Chesterton, Ortodossia.



sabato 6 gennaio 2024

I Re Magi...


È tuttora una storia strana, anche se antica, il modo in cui essi uscirono dalle terre d'Oriente, incoronati con la maestà dei re e rivestiti di qualcosa del mistero dei maghi. Quella verità che è la tradizione li ha saggiamente ---ricordati quasi come quantità sconosciute, misteriose come i loro nomi misteriosi e melodiosi: Melchiorre, Caspar, Baldassarre. Ma con loro veniva tutto quel mondo di sapienza che aveva osservato le stelle in Caldea e il sole in Persia; e non sbaglieremo se vedremo in loro la stessa curiosità che muove tutti i saggi. Essi rappresenterebbero lo stesso ideale umano se si chiamassero davvero Confucio o Pitagora o Platone. Erano coloro che cercavano non le favole ma la verità delle cose, e poiché la loro sete di verità era essa stessa una sete di Dio, hanno avuto anche loro la loro ricompensa. Ma anche per comprendere quella ricompensa, dobbiamo capire che per la filosofia come per la mitologia, quella ricompensa era il completamento dell'incompleto.

Gilbert Keith Chesterton, L'Uomo Eterno.

venerdì 5 gennaio 2024

Un aforisma al giorno - Verità illogiche.

Ora è questo che io propongo si dica del cristianesimo; non pure che deduce verità logiche, ma che se talora diventa illogico vuol dire che ha trovato - diciamo cosi - una verità illogica. Non solo va diritto nelle cose ma va a traverso (se così si può dire) quando le cose vanno a traverso. Il suo piano segue le irregolarità segrete e aspetta l'inaspettato.

Gilbert Keith Chesterton, Ortodossia.



giovedì 4 gennaio 2024

Un aforisma al giorno - Una forza sconosciuta che regge le stelle.

Ogni ateo o agnostico, che nella sua infanzia abbia conosciuto veramente il Natale, avrà poi sempre, voglia o non voglia, nella sua mente un'associazione di due idee che moltissima gente deve considerare come remote l'una dall'altra: l'idea di un bambino e l'idea di una forza sconosciuta che regge le stelle. Il suo istinto e la sua immaginazione possono ancora connetterle insieme, quando la sua ragione non vede più la necessità della connessione. (...) Ma le due idee non coincidono naturalmente o necessariamente. Non sarebbero necessariamente connesse per un greco antico o per un cinese, fossero pure Aristotele o Confucio. Non è naturale connettere Dio con un infante più di quanto sia naturale connettere la gravitazione con un piccolo gatto.

Gilbert Keith Chesterton, L’Uomo Eterno.




martedì 2 gennaio 2024

Un aforisma al giorno - Non esistono cose cattive.

Non esistono cose cattive ma solo un uso cattivo delle cose, o se volete non vi sono cose cattive, ma cattivi pensieri; e soprattutto cattive intenzioni. Soltanto i calvinisti possono realmente credere che l'inferno sia lastricato di buone intenzioni. Perché è esattamente l'unica cosa con cui non può essere lastricato.

Ma è possibile avere cattive intenzioni sulle cose buone, e le cose buone, come il mondo e la carne, sono state alterate da una cattiva intenzione chiamata il diavolo. Ma egli non può creare cose cattive, esse rimangono come nel primo giorno della creazione. L'opera del cielo soltanto fu materiale; la creazione di un mondo materiale. L'opera dell'inferno è tutta spirituale.

Gilbert Keith Chesterton, San Tommaso d’Aquino.