mercoledì 15 luglio 2009

Quando Rascel era Padre Brown


Roma Fiction Festival - Bella retrospettiva sui gialli della tivù in bianco e nero

ALESSANDRA COMAZZI

Da La Stampa

«Rosa rosae rosae, ma com’è difficile il latino, chi mi aiuta a fare la lezione sulla prima declinazione?». E tutti in coro rispondevano: «Io, io, io». Poiché «Chi trova un amico trova un tesoro: noi siamo i ragazzi più ricchi del mondo». Questi erano i Ragazzi di padre Tobia, con il prete Silvano Tranquilli che in lunga tonaca sacerdotale risolveva casi di fantasmi e altre entità per i bambini degli Anni Sessanta, la prima generazione cresciuta con la tv. E poi affrontavano i bonari gialli d’epoca Johnny Dorelli-Dorellik, Renato Rascel-Padre Brown dai racconti di Chesterton, Lauretta Masiero-Laura Storm investigatrice giornalista; e ancora, nella pubblicità, l’impermeabile di Ubaldo Lay-Tenente Sheridan e la pelata di Cesare Polacco-Ispettore Rock. Gli dicevano, nel «codino» del Carosello: «Ispettore, lei non sbaglia mai». E lui, togliendosi il cappello e mostrando il cranio lucido alla Savalas: «Non è esatto. Anch’io ho commesso un errore. Non ho mai usato la brillantina Linetti».

Tutto ciò e molto altro in una delle doviziose sezioni del Roma Fiction Fest. Era la retrospettiva intitolata Giallo in bianco e nero, realizzata in collaborazione con le sontuose Teche Rai, ormai quasi completamente digitalizzate. La mega-rassegna romana si è rivelata vagamente frustrante perché ce n’è stata talmente tanta di fiction, presente, passata e futura, compresi i documentari, che adesso si chiamano «factual», che lo spettatore si sentiva impotente a seguire non dicasi tutto, ma neppure una piccola parte.

E dunque sorgeva persino un accenno di senso di colpa quando stavi lì estasiato davanti ai Caroselli o agli sceneggiati d’epoca, a quel glorioso bianco e nero, alle storie ingenue e sofisticate nello stesso tempo, e non sembri una contraddizione. Mentre nelle altre sale capitava di tutto. Gente che si ammazzava a morsi, medici che operavano e intanto si fidanzavano, fidanzati che si riconciliavano, virus che distruggevano, ultimi uomini che sopravvivevano, Chavez sempre in video e avance dei preti ai ragazzini.

Steve Della Casa, direttore artistico, tiene molto a questi racconti «d’antan». Sommessi ma rocciosi contrappunti integrativi alla generazione You Tube che si assiepa intorno agli idoli della tv via web, come Maccio Capatonda. Dicono i curatori, Boschi-De Pasqualis-Arangio Ruiz: «Straordinario accendere un computer e ritrovare con un clic i personaggi entrati nel mito e nelle nostre memorie. E’ come riavvolgere e rivedere le nostre vite». Da ricordare assolutamente: Perry Mason (Raymond Burr) che interroga Ernesto Calindri, l’uomo del Cynar, possibile assassino.

Nessun commento: