La giovane lavorava presso la famiglia di un potente avvocato della città, dove era soggetta a violenze sessuali, fisiche e psicologiche. La morte della ragazza ha scatenato le proteste della comunità cristiana, che chiede giustizia. Attivista per i diritti umani: il 99% delle giovani cristiane che lavorano per musulmani sono vittime di violenze e abusi. Lahore (AsiaNews/Agenzie) – Una giovane cristiana di 12 anni è morta per le violenze inflitte dal suo datore di lavoro, un ricco e potente avvocato musulmano di Lahore. Il decesso è avvenuto il 22 gennaio scorso e ha scatenato le proteste della comunità cristiana, che ha manifestato davanti al governatorato provinciale del Punjab. Le autorità cercano di placare gli animi e assicurano giustizia; il presidente pakistano Zardari promette un risarcimento alla famiglia. La ong protestante Sharing Life Ministry Pakistan (Slmp) riferisce che Shazia Bashir, 12 anni, lavorava da otto mesi come collaboratrice domestica nella casa di Chaudhry Muhammad Naeem, avvocato ed ex presidente della Lahore Bar Association. Fonti cristiane aggiungono che la ragazza era vittima di continue vessazioni ed è stata violentata e torturata prima di essere uccisa. Sohail Johnson, coordinatore di Slmp, sottolinea che la giovane lavorava in condizioni di stress psicologico e fisico, era soggetta a traumi e non riceveva la paga mensile pattuita (circa 12 dollari). “Era ricoperta di insulti – spiega – ogni volta che sollevava la questione del compenso”. L’attivista cristiano conferma che Shazia, tre giorni prima di morire, ha subito torture dal suo datore di lavoro. L’uomo ha cercato di curarla a casa, senza avvertire i genitori delle condizioni di salute. I trattamenti sono risultati inefficaci e si è reso necessario il ricovero al Meo Hospital di Lahore. “I genitori di Shazia non hanno potuto vedere la figlia” denuncia Razia Bibi, 44 anni, zia della vittima. La 12enne è morta il 22 gennaio scorso in ospedale a causa delle ferite subite. Sohail Johnson conferma che il cadavere presentava i segni delle torture in 12 punti diversi del corpo ed è stata ricoverata “con la mandibola fratturata”. In un primo momento la famiglia di Chaudhry Muhammad Naeem ha proposto un risarcimento di 250 dollari ai genitori per non sporgere denuncia; poi si sono dati alla fuga. La polizia li ha arrestati ieri dietro pressioni del governo federale Il 23 gennaio la comunità cristiana ha tenuto una manifestazione davanti agli uffici dell’Assemblea provinciale del Punjab. L’associazione dei legali di Lahore, invece, si è schierata a difesa del potente avvocato musulmano. La minoranza cristiana esprime dubbi sull’indipendenza e l’efficacia delle indagini avviate dalla polizia. Tuttavia Rana Sanaullah, Ministro della giustizia del Punjab, assicura che non vi saranno interferenze esterne e verrà fatta giustizia. Sohail Johnson (nella foto con il cadavere della giovane uccisa) spiega che il 99% delle ragazze cristiane, provenienti da famiglie povere, lavorano come domestiche per ricchi musulmani. Esse sono sovente vittime di abusi e violenze fisiche, sessuali e psicologiche. “In alcuni casi – aggiunge l’attivista – i loro padroni le danno in sposa a domestici musulmani, obbligandole a convertirsi all’islam”. Il coordinatore di Slmp conclude che “queste vulnerabili ragazze cristiane non godono di alcuna protezione” e chiede al governo “a tutelarle”. Il presidente pakistano Asif Ali Zardari invita il governo del Punjab a sostenere economicamente la famiglia della ragazza uccisa e promette 6mila dollari in aiuti. La somma dovrebbe coprire anche le spese necessarie per i funerali di Shazia Bashir, che si terranno oggi a Lahore.
Nessun commento:
Posta un commento