Oggi è la festa del grande San Patrizio, Apostolo d'Irlanda, evengelizzatore di quella che sarebbe poi divenuta a buon titolo "Insula Sanctorum", l'isola del Santi.
San Patrizio evangelizzò l'Irlanda cambiando i cuori dei feroci irlandesi senza coercizione o spargimento di sangue, con il suo cuore "rustico", come egli stesso si definì nella sua meravigliosa Confessio.
Oggi il kitch si spreca (e scusate, un pochino lo abbiamo sparso su questo post, con questi colori... un po' di ridicolo e di prendersi alla leggera ci vuole, altrimenti non potremmo volare, come ci insegna Gilbert): forse sarebbe meglio se ricordassimo un pochino il gran bene venuto all'umanità da quest'Uomo Vivo che, scampato dalla prigionia dei pirati gaeli, tornò in Irlanda dopo aver vinto lo scetticismo dei più per tener fede ad un sogno in cui gli apparvero gli irlandesi che gli gridavano: "Torna da noi!". Patrizio, anzi, Sucat Patricius tornò, e portò loro in dono il suo dono più grande, Gesù Cristo Buono, e li fece tutti buoni, e amanti di Cristo con l'impeto del primissimo momento, un impeto che durò per secoli e speriamo ancora duri per sempre.
Abbiamo tutti bisogno della pazzia degli irlandesi, quella pazzia che li fece apostoli per l'Europa (e qualcuno dice pure per l'America quando il buon Cristoforo Colombo ancora doveva... fare l'uovo!), giunsero ovunque, anche nel Sud Italia, lasciando il loro marchio inconfondibile di amore viscerale per Cristo, i loro fantastici "eccessi", i loro miracoli così pittoreschi, surreali (ma non irreali, come qualche omino di chiesa, in nome del politicamente corretto, insiste a dire) e... chestertoniani!
Chesterton ammirava ed amava gli Irlandesi, scrisse pagine memorabili su di essi in Christendom in Dublin, in Irish Impressions, nell'Autobiografia, in Ortodossia: penso che si riferisse anche all'Irlanda e agli irlandesi quando disse:
San Patrizio evangelizzò l'Irlanda cambiando i cuori dei feroci irlandesi senza coercizione o spargimento di sangue, con il suo cuore "rustico", come egli stesso si definì nella sua meravigliosa Confessio.
Oggi il kitch si spreca (e scusate, un pochino lo abbiamo sparso su questo post, con questi colori... un po' di ridicolo e di prendersi alla leggera ci vuole, altrimenti non potremmo volare, come ci insegna Gilbert): forse sarebbe meglio se ricordassimo un pochino il gran bene venuto all'umanità da quest'Uomo Vivo che, scampato dalla prigionia dei pirati gaeli, tornò in Irlanda dopo aver vinto lo scetticismo dei più per tener fede ad un sogno in cui gli apparvero gli irlandesi che gli gridavano: "Torna da noi!". Patrizio, anzi, Sucat Patricius tornò, e portò loro in dono il suo dono più grande, Gesù Cristo Buono, e li fece tutti buoni, e amanti di Cristo con l'impeto del primissimo momento, un impeto che durò per secoli e speriamo ancora duri per sempre.
Abbiamo tutti bisogno della pazzia degli irlandesi, quella pazzia che li fece apostoli per l'Europa (e qualcuno dice pure per l'America quando il buon Cristoforo Colombo ancora doveva... fare l'uovo!), giunsero ovunque, anche nel Sud Italia, lasciando il loro marchio inconfondibile di amore viscerale per Cristo, i loro fantastici "eccessi", i loro miracoli così pittoreschi, surreali (ma non irreali, come qualche omino di chiesa, in nome del politicamente corretto, insiste a dire) e... chestertoniani!
Chesterton ammirava ed amava gli Irlandesi, scrisse pagine memorabili su di essi in Christendom in Dublin, in Irish Impressions, nell'Autobiografia, in Ortodossia: penso che si riferisse anche all'Irlanda e agli irlandesi quando disse:
"I paesi di Europa rimasti sotto la influenza dei preti sono precisamente quelli dove ancora si canta, si danza, e ci si mettono vestiti sgargianti e l’arte vive all’aperto (...)".
Dedicò molti dei suoi personaggi più simpatici all'Isola di Smeraldo: l'indimenticabile Patrick Dalroy de L'Osteria Volante, Michele Moon de L'Uomo Vivo; prese il miglior esempio da padre John O'Connor, felice figlio di Erin che lo portò con la sua intelligenza e la sua bontà alla Vera Fede, il padre O'Connor che fu ispiratore del padre Brown da noi amato. Potremmo dire che padre Brown è... di padre irlandese, o forse... di zio irlandese. Parteggiò per loro e per la loro indipendenza, non lesinando critiche forti e motivate contro la sua stessa patria da uomo giusto e buon qual era.
Ma il motto più noto, pirotecnico e sgargiante che dice tanto di vero su questi uomini pazzi è quello che segue:
"I grandi Gaeli d'Irlanda, gli uomini che Dio ha fatto pazzi, perché tutte le loro guerre sono liete e tutte le loro canzoni sono tristi".
Ma il motto più noto, pirotecnico e sgargiante che dice tanto di vero su questi uomini pazzi è quello che segue:
"I grandi Gaeli d'Irlanda, gli uomini che Dio ha fatto pazzi, perché tutte le loro guerre sono liete e tutte le loro canzoni sono tristi".
(G.K.Chesterton)
1 commento:
La storia del "provvidenziale" rapimento di San Patrizio da parte dei pirati irlandesi mi ricorda molto la vicenda di Giuseppe, che ai suo fratelli dice: «Dio mi ha mandato qui prima di voi per conservarvi in vita.» (Gen 45,5)
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