Chi sono i cosiddetti "lefebvriani" (i diretti interessati rifiutano questo appellativo)? Alessandro Gnocchi (più volte ospite del nostro Chesterton Day annuale) e Mario Palmaro hanno intervistano in esclusiva mons. Bernard Fellay, successore di monsignor Lefebvre alla guida della Fraternità San Pio X. Ecco il volume Tradizione - Il vero volto, edito da Sugarco.
Emerge cosi' un profilo particolare ed inedito sui sacerdoti che, nel terzo millennio, celebrano la messa di San Pio V (quella in latino, per intenderci, ma il punto non è che essa si celebra in latino, è che è proprio differente dalla Messa di Paolo VI), portano la veste talare sconosciuta ai più e parlano di tradizione, anzi di Tradizione.
Chi sono questi sacerdoti e i fedeli che li seguono? Sono veramente persone fuori dal mondo e dal tempo, come vengono dipinti ogni volta che si parla di loro, o hanno qualche cosa di serio da dire sul presente e persino sul futuro?
Sono degli scomunicati e degli scismatici da cui stare alla larga pena la salvezza dell'anima, o sono parte della Chiesa? Insomma, chi sono questi "lefevriani"?
Gnocchi e Palmaro spiegano bene la loro storia e la loro identità chiedendone conto a mons. Bernard Fellay. Il ritratto che ne esce, bisogna dire, è quello di persone "normali", nonostante la pesante leggenda nera formatasi addosso a loro, alla cui smentita non ha di certo contribuito il can can sollevatosi dalla dichiarazioni di mons. Richard Williamson sulla Shoa (un can can sollevato per molta parte ad arte per nuocere al Papa e far sollevare le voci di molti prelati che non hanno in simpatia né Papa né tradizione con o senza maiuscola).
Il libro è interessante perché aiuta in molte sue parti a capire il nocciolo del cattolicesimo, spesso dimenticato e paludato dietro tante strane evoluzioni che nulla hanno a che fare con questo nocciolo duro. E' interessante perché aiuta a capire che questo nocciolo, lungi dal perdersi perché le porte degli inferi "non prevalebunt", potrebbe anzi rischia concretamente di sprofondare al fondo di un baule che contiene cose che nulla hanno a che fare con il cuore del cristianesimo.
Poi spiega anche la vicenda particolare di questi uomini singolari, lasciando emergere anche gli "spigoli" possibili di tutta la vicenda.
E' interessante oggi ancor di più, visto che compaiono sulla stampa (Il Foglio di oggi, qui) indiscrezioni circa una lettera che Benedetto XVI avrebbe scritto per spiegare personalmente all’episcopato cattolico la revoca della scomunica ai quattro vescovi lefebvriani che ha suscitato non poche polemiche. Lo avrebbe fatto con una lettera autografa rivolta a tutti i vescovi del mondo che dovrebbe essere resa nota presto, secondo Il Foglio forse già domani.
Emerge cosi' un profilo particolare ed inedito sui sacerdoti che, nel terzo millennio, celebrano la messa di San Pio V (quella in latino, per intenderci, ma il punto non è che essa si celebra in latino, è che è proprio differente dalla Messa di Paolo VI), portano la veste talare sconosciuta ai più e parlano di tradizione, anzi di Tradizione.
Chi sono questi sacerdoti e i fedeli che li seguono? Sono veramente persone fuori dal mondo e dal tempo, come vengono dipinti ogni volta che si parla di loro, o hanno qualche cosa di serio da dire sul presente e persino sul futuro?
Sono degli scomunicati e degli scismatici da cui stare alla larga pena la salvezza dell'anima, o sono parte della Chiesa? Insomma, chi sono questi "lefevriani"?
Gnocchi e Palmaro spiegano bene la loro storia e la loro identità chiedendone conto a mons. Bernard Fellay. Il ritratto che ne esce, bisogna dire, è quello di persone "normali", nonostante la pesante leggenda nera formatasi addosso a loro, alla cui smentita non ha di certo contribuito il can can sollevatosi dalla dichiarazioni di mons. Richard Williamson sulla Shoa (un can can sollevato per molta parte ad arte per nuocere al Papa e far sollevare le voci di molti prelati che non hanno in simpatia né Papa né tradizione con o senza maiuscola).
Il libro è interessante perché aiuta in molte sue parti a capire il nocciolo del cattolicesimo, spesso dimenticato e paludato dietro tante strane evoluzioni che nulla hanno a che fare con questo nocciolo duro. E' interessante perché aiuta a capire che questo nocciolo, lungi dal perdersi perché le porte degli inferi "non prevalebunt", potrebbe anzi rischia concretamente di sprofondare al fondo di un baule che contiene cose che nulla hanno a che fare con il cuore del cristianesimo.
Poi spiega anche la vicenda particolare di questi uomini singolari, lasciando emergere anche gli "spigoli" possibili di tutta la vicenda.
E' interessante oggi ancor di più, visto che compaiono sulla stampa (Il Foglio di oggi, qui) indiscrezioni circa una lettera che Benedetto XVI avrebbe scritto per spiegare personalmente all’episcopato cattolico la revoca della scomunica ai quattro vescovi lefebvriani che ha suscitato non poche polemiche. Lo avrebbe fatto con una lettera autografa rivolta a tutti i vescovi del mondo che dovrebbe essere resa nota presto, secondo Il Foglio forse già domani.
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