martedì 30 luglio 2019

Oggi, 30 Luglio 2019, sono esattamente novantasette anni che il nostro Eroe è entrato nella Chiesa Cattolica...



Chesterton fu accolto nella Chiesa Cattolica domenica 30 Luglio 1922.

Semplice a dirsi.

In realtà fu un match regolare durato molti anni: pensate che negli anni Dieci già pensava al grande passo nel quale fu anticipato dal fratello Cecil (1912) e da mons. Ronald Knox e da Maurice Baring, tanto per citare due cari amici. Poi arrivò la grande malattia tra 1914 e 1915 che rischiò di portare via il nostro caro amico, e la moglie e padre O' Connor si preoccuparono molto di questa evenienza perché Chesterton aveva pensato alla conversione ma questo "imprevisto" sarebbe stato fatale. Si riprese, ma ancora passò del tempo.

Gilbert comunque fece una solenne promessa il giorno di Pasqua del 1920 in una chiesa del porto di Brindisi, di ritorno dal suo famoso viaggio in Terrasanta: promise alla Madonna (c'era una statua in chiesa) che quanto prima avrebbe fatto il grande passo.

Che cosa lo frenava? 

Nulla, se non lo scrupolo di "lasciare indietro" e contristare la sua cara moglie Frances, che fu devota anglicana. Quando seppe tramite padre O' Connor che la moglie non ne sarebbe stata offesa, alla fine si decise al grande passo. Questa esitazione si spiega solo con il grande affetto sincero che nutriva per sua moglie, senza la quale non si sarebbe riavvicinato al cristianesimo (leggete la dedica de La ballata del cavallo bianco…) e comunque si sarebbe sentito perso. Una delle riflessioni che fece fu proprio questa: ma quando la domenica mattina andrò in chiesa, come farò senza mia moglie? Solo chi non li conosce non capisce.

La cerimonia ebbe luogo a Beaconsfield, il paesino del Buckinghamshire dove i Chesterton vivevano da diversi anni, esattamente in un capannone metallico di color rosso mattone che si trovava tra i retrocucina e le rimesse del locale Hotel della Ferrovia (Railway Hotel) in cui veniva celebrata settimanalmente e nei giorni festivi la Santa Messa grazie alla cortesia di una certa signora Borlase, un'irlandese cattolica moglie di un convertito e proprietaria dell'hotel. Oggi purtroppo questo luogo non esiste più, anche se sappiamo esattamente dove si trovava.

All'epoca Beaconsfield era ancora parte della parrocchia di Sant'Agostino di High Wycombe, il paese confinante nei Chilterns, le colline che si avvicinano ad Oxford.

Traduco dalla biografia di Maisie Ward il racconto di quel giorno:

«Padre O'Connor ha descritto i due giorni prima del ricevimento (nella Chiesa Cattolica, ndr): Giovedì mattina, durante uno dei nostri viaggi al villaggio, dissi alla signora Chesterton: "C'è solo una cosa che preoccupa Gilbert per il grande passo: l'effetto che avrà su di te". Oh, sarò infinitamente sollevato. Non puoi immaginare come si agita Gilbert ad avere qualcosa in mente. Gli ultimi tre mesi sono stati eccezionalmente difficili. Dovrei essere troppo felice di venire con lui, se Dio nella Sua misericordia mostrasse la strada chiara, ma finora non mi ha reso abbastanza chiaro per giustificare un tale passo". Così sono riuscito a rassicurare Gilbert quel pomeriggio. Abbiamo discusso in generale su punti speciali come lui desiderava, e poi gli ho detto di leggere attraverso il Penny Catechism per assicurarsi che non ci fossero intoppi ad un passaggio proficuo. Era uno spettacolo per uomini e angeli tutto il venerdì vederlo entrare ed uscire di casa con le dita fra le pagine del libretto, appoggiandolo sull'avambraccio mentre meditava con la testa da una parte".

La cerimonia si svolse in una sorta di capannone con tetto in ferro ondulato e pareti di legno - una parte del Railway Hotel, perché a quel tempo Beaconsfield non aveva una chiesa cattolica. Padre Ignatius Rice, O.S.B., un altro vecchio e caro amico, venne dall'Abbazia di Douai, per raggiungere Padre O'Connor a colazione all'Inn e poi salirono insieme a piedi fino a Top Meadow. Quello che segue è tratto dagli appunti presi da mio marito di una conversazione con Padre Rice. Trovarono Gilbert su una poltrona che leggeva il catechismo " facendo facce e rumori come faceva quando leggeva".

Si alzò e gli infilò il catechismo in tasca. A pranzo beveva acqua e versava vino per tutti gli altri. Circa alle tre partirono per la Chiesa. Improvvisamente padre O'Connor chiese a G.K. se aveva portato il Rituale. G.K. sprofondò la mano in tasca, tirò fuori un romanzetto dell'orrore da tre soldi con totale assenza di imbarazzo, e continuò a cercare fino a quando finalmente trovò il libro di preghiere.

Mentre G.K. si confessava a Padre O'Connor, Frances e Padre Rice uscirono dalla cappella e si sedettero sulla panchina dei campagnoli nel bar della locanda. Lei stava piangendo.

   Dopo il battesimo i due sacerdoti uscirono e lasciarono Gilbert e Frances all'interno. Padre Rice è tornato per qualcosa che aveva dimenticato
   e li ha visti arrivare all'altare. Lei stava ancora piangendo, e Gilbert aveva il braccio intorno a lei che la confortava. . . 

   Quel giorno scrisse il sonetto sulla sua conversione. Fu in forma brillante per il resto della giornata, citando poesie e scherzando nella sezione
   i migliori spiriti. . . 

   Si unì alla Chiesa "per ristabilire la sua innocenza". Il peccato era quasi la più grande realtà per lui. Diventò cattolico a causa della pratica capacità della Chiesa affrontare il peccato.

Immediatamente, scrisse a sua madre e a Maurice Baring, che aveva temuto ansiosamente di aver forse offeso Gilbert, tanto tempo dopo averlo sentito».

Maisie Ward, Chesterton, Sheed & Ward, 1940

Gilbert ricevette il battesimo sub condicione.

La Prima Comunione la ricevette sempre al Railway Hotel di Beaconsfield dal parroco di High Wycombe padre Thomas Walker (che lo aveva preparato) la mattina del 24 Settembre 1922; la Cresima invece quello stesso giorno ad High Wycombe nel pomeriggio dal Vescovo di Northampton Cary Elwes. 

Per la Cresima prese il nome del suo santo preferito, San Francesco d'Assisi.

Ecco cosa scrisse a mons. Knox qualche giorno prima dell'ingresso nella Chiesa Cattolica:

«Io non sono preoccupato riguardo a quell'uomo grasso che appare nelle tribune e nelle caricature, persino quando quest'uomo si diletta in dibattiti pubblici su ciò che io ritengo essere il giusto. Sono invece tutto preso riguardo a cosa è diventato un ragazzino il cui padre gli mostrava un teatrino giocattolo, e di uno scolaro a cui nessuno dava peso, di cui nessuno sentiva parlare... E anche di tutta quella vita morbosa di una mente sola, di una persona che vive nel modo in cui io ho vissuto. È quella storia, che così spesso è stata vicina a una nefasta conclusione, che io voglio far finire bene».

Gilbert Keith Chesterton, da una lettera a mons. Ronald Knox 
poco prima della sua conversione al cattolicesimo.

(nella foto: i pupazzetti disegnati da Chesterton per il suo teatrino, oggi custoditi dalla Chesterton Library)

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