venerdì 10 maggio 2013

A proposito di chestertonite...

Ho letto i vari interventi sul blog relativi a come avvicinarsi alla lettura di GKC.
Non essendo pratico di "blogghi" (perdonami il neologismo) ti scrivo qui sotto il testo del mio intervento.
Ciao
Rob

Caro Marco,
vorrei sviluppare, sfruttando l'esperienza dei Gruppi Veronesi, che hanno iniziato alla lettura di GKC circa una quarantina di persone, quanto accennato da Gianni Varani e cioè che l'approccio a GKC non è prefissabile rigidamente.
Noi partiamo dalla lettura dell'Uomovivo, che però risulta solitamente decisamemente problematica. Quasi tutti mi hanno confidato che alla prima lettura avevano deciso di abbandonare l'impresa; avevano poi letto il testo una seconda volta (adesso con grande piacere) soltanto in quanto avevano l'impegno di ritrovarsi ad una cena per discuterne. Poi passiamo al Giovedì ed all'Ortodossia seguita da Padre Brown e via via tutti gli altri.
Se in vece qualcuno si accinge all'avventura di leggere le opere di GKC da solo, senza essere inserito in una esperienza simile alla nostra, allora il mio consiglio è di cominciare in modo più soft: l'Innocenza di Padre Brown, poi il  Giovedì, a cui far seguire Ortodossia e solo a questo punto affrontare l'Uomovivo. 
Mi chiedo però se qualcuno ha seguito quella che potrebbe essere una strada alternativa, apparentemente troppo lineare e quindi aliena per noi chestertoniani di ferro, ma logicamente più soddisfacente e cioè cominciare dall'accoppiata San Francesco e San Tommaso che costituiscono la sintesi di tutto il pensiero del nostro per poi passare a scoprire attraverso gli altri testi che intendeva dire, compiendo un percorso a ritroso, dall'Uomo Eterno giù giù fino all'Uomovivo, da leggere per ultimo.

Un caro saluto
Roberto Prisco

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