Tiriamo fuori dal bellissimo sito www.stranau.it il resoconto di una vicenda molto esemplare e molto interessante, di cui hanno parlato diversi quotidiani, riguardante un convegno fatto alla Statale di Milano il 31 Gennaio scorso e le reazioni di otto studenti che hanno scritto un volantino e sono stati oggetto di critiche laiciste.
Chestertonianamente, questi ragazzi hanno preso la loro soap-box (la scatola di sapone su cui salivano gli oratori che andavano a dire la loro ad Hyde Park, a Londra, come faceva uno dei maestri di Chesterton, Padre Vincent McNabb, domenicano irlandese senza macchia e senza paura), ci sono saliti sopra come potevano e hanno detto quello che pensavano.
BRAVI, RAGAZZI! SEMPRE COSI, PORCA ZOZZA! NON VI CONOSCO, MA VI ARRIVI IL PLAUSO DELLA SOCIETA' CHESTERTONIANA E QUELLO PERSONALE DELL'UOMO VIVO!!! OOH!!!
Qui sotto riprendiamo (tolti solo i link ai testi cui si fa riferimento, che ritrovate nel sito, cliccando il nostro titolo e cercando il post del 6 Marzo 2007) il testo che sintetizza la vicenda.
Se qualcuno li conosce, fate sapere a questi ragazzi che li stimo profondamente, ve ne prego!
L'Uomo Vivo.
Il 31 gennaio scorso si è svolto un congresso scientifico, su "Le cellule staminali embrionali umane", promosso da Unistem, il centro di ricerca interdipartimentale sulle cellule staminali dell'Università degli studi di Milano (...).
Alcuni ragazzi hanno partecipato ai lavori, e ne sono usciti sconcertati. Dopo qualche giorno hanno scritto una lettera aperta ad Elena Cattaneo, docente universitaria organizzatrice del convegno e fra i principali ricercatori in Italia proprio nel settore delle cellule staminali embrionali. Da pochi mesi è anche Vicepresidente del Comitato Nazionale di Bioetica. Nella lettera gli studenti esprimevano tutte le loro perplessità sul modo in cui la ricerca sugli embrioni era stata presentata, e formulavano alcune domande alla prof. Cattaneo. Per esempio : "È possibile fare ricerca, senza porsi la domanda principale: che cosa ho di fronte? Nella fattispecie: che cosa è l’embrione? È vita umana?".
(...)
I ragazzi hanno poi volantinato la lettera in università, ed è scoppiato un putiferio. Il Corriere della Sera se n'è uscito con "Staminali, in statale scontro fra CL e prof". Il fatto viene raccontato come uno scontro all'arma bianca fra studenti ciellini ed Elena Cattaneo: d'altra parte il Corriere è impareggiabile nel ridurre ogni discussione e ogni confronto come una lotta all'ultimo sangue fra progressisti e oscurantisti.
Spicca il commento di un'immunologa, Maria Luisa Villa:
"Più del 50% delle uova fecondate viene eliminata con il sangue mestruale. Mi è capitato di considerare la possibilità che buttando la biancheria sporca stessi gettando nella spazzatura anche uno zigote: dunque un bambino, dunque un uomo? Il disagio avrebbe dovuto bloccarmi la mano, ma non è accaduto. Mi fido molto delle emozioni profonde di cui l'evoluzione ha dotato la nostra specie. Se sono mute di fronte all'eliminazione di uno zigote con la spazzatura, allora la natura mi suggerisce che lo zigote non sia ancora un uomo".
Elena Cattaneo, invece, commenta: "Lo scritto degli studenti è così sommario, inaccurato e veicolato con metodi così impropri che non necessita commenti.[...]. Potevano chiedere, esprimersi, e magari studiare un po' di più la posizione delle persone che hanno parlato e i loro testi".
Non siamo propriamente interessati alla biancheria della sig.ra Villa, e tanto meno alle sue emozioni profonde. La Prof. Cattaneo, dal canto suo, non risponde alle domande degli studenti, che evidentemente non ha apprezzato. Non pensa sia necessario commentare alcunchè. (...)
Intervengono i docenti, e anche il Rettore Decleva: "L'Università deve garantire la massima espressione a tutti: gli atenei sono per loro natura e vocazione luoghi di confronto, nel rispetto reciproco".
In effetti, se i problemi della ricerca scientifica non sono dibattuti in università, liberamente, fra studenti e docenti, dove altro si potrà farlo? Solo nei convegni per specialisti e fra specialisti? Anche sul Foglio si racconta la bagarre, mettendo in evidenza l'espressione "volantinaggio abusivo": ma quando mai per volantinare in università gli studenti hanno dovuto chiedere il permesso? Ma l'Università non è sempre stato il luogo per eccellenza della libertà?
Intanto Elena Cattaneo ed altri colleghi mandano una lettera a tutti, in cui viene ribadito che il convegno in questione era pubblico, aperto a tutti, e con spazi per il confronto reciproco, e si invitano i firmatari della lettera ad usufruire di questi spazi, per eventuali occasioni successive.
E mentre l'Unità spara: "E cielle va alla crociata delle staminali", su Avvenire un editoriale in prima pagina "8 studenti spalancano la porta all'accademia" commenta il fatto: "Evidentemente non dovevano farlo: quelle domande era inopportuno porle, comunque certo non in quel modo pubblico, non sta bene mettere in piazza i propri dubbi: potevano prendere la parola al convegno - gli hanno suggerito - , dire lì cosa pensavano, nel chiuso dell'aula: poi tutti a casa, e nessuna enfasi a questioni che riguardano chiunque fa ricerca o ambisce un giorno a lavorare per la scienza [...] Invece quegli otto ragazzi - e gli altri duecento che sino a ieri sera avevano sottoscritto la lettera, con non pochi professori - hanno scelto da spalancare la porta e di far entrare aria nell'accademia"
(...)
Le valanghe, si sa, nascono dai sassolini. E mentre l'ateneo milanese è in subbuglio, e il contagio si estende, il Corriere pubblica due interviste a confronto ad Angelo Vescovi, ed Elena Cattaneo. Entrambe ricercatori sulle staminali. Il primo, su quelle adulte. La seconda, sulle embrionali. Il primo si dichiara ateo, la seconda cattolica. Il primo dice che le domande degli studenti sono legittime e ben poste. La seconda, riferendosi agli studenti, parla di un "tentativo di protagonismo malcelato. Mi ricordano i colleghi che sono prossime le elezioni studentesche...".
Gli studenti firmatari della lettera aperta, a ragione, sono esterrefatti. Si chiedono ad esempio se esista ancora libertà di espressione in università, o se vige il regime di libertà vigilata. E siccome alla libertà ci tengono, alla propria e quindi a quella di tutti, lanciano l'idea di un incontro pubblico con scienziati di orientamenti diversi, dal titolo "Se questo è un uomo. Riflessioni sull’uso di embrioni umani a scopo di ricerca scientifica".
(...)
Seguiremo la cosa. Potrebbe essere l'occasione preziosa per tornare a discutere di certi argomenti, al di là di campagne elettorali o referendarie, proprio nella sede in cui la discussione dovrebbe essere più accesa, il confronto quotidiano, con i protagonisti principali di queste faccende, cioè chi sta nei laboratori di ricerca. Probabilmente ne vedremo delle belle.
1 commento:
Apprendo oggi tra gli editorial idi Avvenire che adesso ci sono almeno una ventina di professori ordinari che appoggiano il manifesto degli otto studenti.
Si perchè se la Cattaneo vuole ancora essere chiamata docente dovrebbe almeno avere il coraggio di rispondere alle domande.. dovrebbe essre il suo lavoro a meno che non sia all'università per scaldare la sedia o in questo caso il laboratorio...
cmq forza ragazzi siamo con voi!
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