martedì 27 agosto 2013

Dopo il Meeting di Rimini, tra missioni compiute ed incompiute e santità di Chesterton

Cari Amici,

dico alcune cose per far sentire la nostra voce di Chestertoniani d'Italia (non pretendiamo di rappresentare tutti ma sicuramente non siamo pari a zero: ribadisco con allegria che la rinascita chestertoniana che vediamo oggi non sarebbe stata neppure pensabile senza di noi, che crediamo in quello che dice Chesterton dal punto di vista non meramente culturale o intellettuale ma della realtà concreta dei fatti) dopo le tante cose che sono avvenute in queste ultime settimane.

1) A pochi giorni dall'inizio del Meeting di Rimini, che ha visto il bellissimo spettacolo dedicato a Manalive e la bellissima mostra basata sull'idea conduttrice della Casa di Chesterton, abbiamo avuto (noi per primi in Italia, grazie ad un affettuosissimo messaggio di Laura Ahlquist per conto di suo marito Dale, presidente della Società Chestertoniana Americana) la bella notizia del primo passo che potrebbe condurre all'apertura della causa di beatificazione del Nostro Caro Gilbert.
Le cose stanno così: Martin Thompson (presidente della società "Chesterton on the Chilterns" che raccoglie i migliori chestertoniani dei dintorni di Beaconsfield) ha avuto un recente colloquio con il Vescovo di Northampton, che è la diocesi dove si trova Beaconsfield, paese in cui GKC è vissuto dal 1909 sino alla sua morte nel 1936 ed è per questo competente per il diritto canonico al fine di aprire o meno una causa che indaghi sull'eroicità delle virtù cristiane di Gilbert. Nel corso di questo colloquio, mons. Peter John Haworth Doyle ha autorizzato Martin Thompson a dire che il Vescovo è intenzionato a cercare ed incaricare un chierico al fine di valutare preventivamente una simile causa. 
E' un'ottima notizia, cari amici: qualcuno ci ha chiesto come la vediamo.
Dico solo una cosa: quando William Oddie, presidente della Società Chestertoniana Inglese, iniziò a far circolare la preghiera in inglese (anno 2009, cercate ogni riferimento sul nostro blog con il "tag" "La santità di Gilbert" e sarete documentatissimi su tutto) la prima traduzione è stata quella italiana ed è stata la nostra, poi quella spagnola.
Con questo credo di aver detto tutto.
Se Nostro Signore vorrà che la Chiesa dichiari Gilbert come un esempio da seguire noi faremo una grandissima festa, perché per noi è già un esempio e non solo un grande ed originale scrittore. Ci sono già delle persone in Italia che ci testimoniano di aver avuto un beneficio spirituale pregando secondo quella preghiera, e le segnaleremo a chi di dovere.
Non credo che sarà un problema per chi, protestante o altro ancora, leggeva il Chesterton cattolico, se questi verrà dichiarato venerabile o beato o santo. Era cattolico prima e lo resterà anche dopo, grazie a Dio, e non credo proprio che debba essere un problema. Scusate, il problema non lo vedo proprio, non riesco a vederlo... Per cui avanti tutta. Pensate che mons. Fulton Sheen, un uomo che ha dichiarato sempre di essersi ispirato nella sua attività di predicazione e catechesi al nostro Gilbert, è in procinto di essere beatificato. Ci sono migliaia di persone che possono testimoniare di essere arrivate alla fede cattolica grazie a lui, non so quantificarle ma sono legioni. Ogni giorno riceviamo una testimonianza di qualcuno che ci dice che leggendo o sentendo parlare di Chesterton la sua vita non è più la stessa.
Che dire di più?

2) La mostra è stata una bellissima occasione per far conoscere Chesterton. L'ho apprezzata, pur avendovi collaborato solo in minima parte. Tutto è perfettibile nella vita, ma credo che l'entrare in casa Chesterton sia stata un'esperienza indimenticabile per molti di noi. Ho visto poi tantissimi giovani entusiasti chiedermi di Chesterton, cosa leggere, cosa facciamo, "per favore rimaniamo in contatto!" e via così.
Tutto questo non ha prezzo.
Se anche un solo semino entrerà nel cuore di tutti quelli che hanno visto la mostra (ho fatto un calcolo ad occhio, saranno sui ventimila e passa...) o anche solo in parte di loro, beh, le premesse sono buone. Non ha prezzo.
Entrare in casa Chesterton è stata un'idea molto brillante per dire che le cose che leggiamo debbono entrare fisicamente nella nostra vita, e non solo provocarci delle sensazioni estetizzanti che rimangano sepolte nel dimenticatoio delle "belle esperienze" (quid est?).
Chesterton non era un intellettuale anche se aveva la sottigliezza e l'intelletto degni di San Tommaso d'Aquino. Come San Tommaso era uno che amava la Verità e amava che la Verità diventasse Vita nella nostra vita.
Come dicevo a qualcuno dei curatori della mostra, adesso bisognerebbe costruire un ultimo passaggio di questa mostra, solo accennato finora: quello del distributismo, che fu per Chesterton non un'idea sociale abortita perché la storia ha voluto così (come qualcuno sbagliando alla grande sostiene per non farsi compromettere troppo la vita) ma la ragione del suo impegno militante di cattolico romano negli ultimi dodici anni della sua vita.
Noi come Società stiamo appoggiando tutte le esperienze che somiglino un po' a questa idea di vita (la Scuola Chesterton italiana, quella americana, il Sierra Leone Chesterton Center, i Monaci di Norcia, il LabCom di Roma, l'Associazione di Promozione Sociale Santa Caterina da Siena e tante altre cose simili...) perché crediamo a quello che diceva Chesterton, che è quello che dice la Chiesa Cattolica. Questa è la prossima missione da svolgere, insieme a tante altre.

3) Lo spettacolo è un bellissimo adattamento teatrale che ognuno dovrebbe vedere, una bella trovata di alcuni cari amici che hanno voluto un po' di aiuto per capire che cosa voleva fare Chesterton quando ha scritto quel libro. Ripeto, meriterebbe di essere vista da più gente possibile (scuole, soprattutto, ma non solo).
Sempre perché è un Chesterton in piedi e in movimento su un meraviglioso paio di gambe.


4) Abbiamo dato vita con la cooperativa sociale Hobbit di San Benedetto del Tronto al negozio online Pump Street (www.pumpstreet.it). 
Pump Street è la via di Notting Hill per cui Adam Wayne, il protagonista del romanzo di G. K. Chesterton "Il Napoleone di Notting Hill", scatena la sua lotta senza quartiere. 
Ecco come la descrive Chesterton: "Se Notting Hill era il cuore dell'universo, e Pump Street era il cuore di Notting Hill, questo era il cuore di Pump Street". Il cuore di Pump Street erano cinque bottegucce che il Big Business di una speculazione senza senso voleva togliere di mezzo, ma quella era la via dove Adam Wayne era nato, era cresciuto e si era innamorato... 
Pump Street è un'iniziativa distributista perché nata dalla collaborazione di alcuni giovani cooperatori della Hobbit con la Società Chestertoniana Italiana, basata sul lavoro e dalle idee di chi la fa e che vuole far conoscere al mondo le idee sociali e politiche di Chesterton.
Chi acquista da Pump Street sostiene il distributismo, Chesterton e i suoi amici e soprattutto il mondo bello che vogliamo edificare insieme.
L'idea è di aiutare tutti quelli che credono nel distributismo e di farlo conoscere nel mondo.

5) Siamo disponibili ad andare in giro a presentare la mostra, a parlare di Chesterton e tante altre cose perché, come dice il nostro amico Aidan Mackey, siamo "merciless propagandists".


Tutto questo per dire che ciò che è accaduto è meglio che ci sia piuttosto che non ci sia e quindi evviva, anzi, manalive!

Marco Sermarini

2 commenti:

Kris ha detto...

grazie Marco per il lavoro infaticabile che fai e che fate...i frutti si sono visti al Meeting di quest'anno, nel frattempo sto chiedendo alle principali librerie di Palermo se hanno Uomo vivo del Nostro ma purtroppo l'esito è deludente(anche le "Paoline" deficitano)...Comunque sto mettendo a punto la testimonianza della Grazia ricevuta e ho un'idea che ho detto ad Annalisa al Meeting che ti scriverò quando mi chiarisco le idee, secondo me comunque anche Francis ha la sua buona parte nel cammino di santità del Nostro...[la mia nuova email è krislamanna62@gmail.com]

Angelo ha detto...

Evviva!