Cari amici chestertoniani,
come forse avrete notato, da qualche tempo stiamo cercando di offrirvi delle riflessioni più approfondite sulle varie opere di Chesterton. Lo abbiamo chiesto ai nostri soci più esperti e navigati, speriamo che il lavoro che stiamo facendo sia per voi utile e gradito. Noi lo facciamo con grande passione ed amore. Chesterton ha molto, molto da dire, e necessita di una lettura attenta e approfondita che possiamo fare tutti, soprattutto con l'aiuto di chi l'ha già letto con altrettanta attenzione e profondità.
La Società si offre a tutti come riferimento e punto di coagulo per chi si interessa a questo grandissimo amico e pensatore attualissimo.
Un grazie al nostro Fabio Trevisan che ci sta dando un grande aiuto con molta disponibilità ed umiltà.
PADRE BROWN E IL SEGRETO NASCOSTO
Uno dei più significativi racconti di Padre Brown (Il
passo strano) ci restituisce la figura
sacerdotale in pienezza di questo insolito prete-detective e ci fa assaporare
il gusto forte della sua autentica vocazione: la salvezza delle anime. Padre
Brown infatti non esita quando c’è di mezzo la vita eterna e vuole che nel
peccatore si accenda il desiderio della confessione: è questo il vero segreto,
il segreto nascosto del pretino dell’Essex “creato” dall’immaginazione cattolica
di Gilbert Keith Chesterton (1874-1936). Nell’episodio, infatti, Padre Brown è
chiamato a confessare un cameriere cattolico italiano colpito da paralisi; con
quel vigoroso senso dell’udito corroborato nel confessionale, Padre Brown
ascolterà degli strani passi (da qui il titolo del racconto) che lo porteranno
ad identificare il famigerato ladro Flambeau in flagrante: «Voglio
minacciarvi – disse Padre Brown con una
voce che parve il rullo del tamburo- col verme che non muore e col
fuoco che non si estingue». «Siete una strana specie di
guardarobiere – disse l’altro (Flambeau)». «Sono un prete, monsieur Flambeau
e sono pronto ad ascoltare la vostra confessione». Con due frasi Chesterton fa sintetizzare a Padre
Brown l’essenza del cattolicesimo: la cura per la salvezza dell’anima, i
Novissimi, l’identità forte ma che sa essere anche dolce del prete, il
Sacramento (la Confessione o Penitenza), il coraggio, la volontà di riscatto
dal male. L’altro che può essere perdonato è monsieur Flambeau, come l’apostrafa
Padre Brown, e quindi una persona reale in anima e corpo. Ci commuove rileggere
la reazione di un ladro intelligente e scaltro come Flambeau che rimane
profondamente turbato dall’atteggiamento del pretino cattolico inglese: «Flambeau
rimase per un momento senza respiro, barcollò, e si lasciò andare su una
sedia».
Con questo episodio si intuisce la reale conversione di
Flambeau, il quale si affiancherà al pretino investigatore collaborando, oltre
che alle indagini, al piano di salvezza di Dio di cui Padre Brown è espressione
fedele. Interrogato dagli aristocratici del Circolo dei “Dodici Veri Pescatori”
(parodia massonica dei discepoli di Gesù) derubati da Flambeau, Padre Brown
lancerà un pesante strale contro la loro possibile dannazione: «Strano,
non è vero che un ladro e vagabondo si penta, mentre tanti che sono ricchi e
sicuri di sé rimangono duri e frivoli e senza alcun frutto né per Iddio né per
l’uomo!». La preoccupazione degli
aristocratici è di tutt’altra natura e chiedono al prete investigatore: «Ha
preso quell’uomo?». La risposta
cattolica che Chesterton fa mettere in bocca a Padre Brown è stupefacente: «Egli
mi ha fatto pescatore d’uomini. Sì, l’ho preso con un invisibile amo e con una
invisibile lenza, che è lunga abbastanza per lasciarlo vagare sino ai confini
del mondo e, tuttavia, per riportarlo indietro con una sola tirata del
filo». Con questa stupenda frase
Chesterton ci fa gustare la bellezza dell’essere cristiani, dipendenti in
pienezza dall’Amore Misericordioso di Dio e quindi veramente liberi. Liberi per
il bene, come ci rammenta l’invisibile lenza evocata da Padre Brown. La perentorietà nel fuggire
il male è un richiamo fermo e frequente che Padre Brown rivolge accoratamente
ai peccatori, come ci racconta l’episodio Le stelle volanti : « Voglio che rinunciate a codesta
vita… L’uomo può mantenersi ad un certo livello nel bene, ma nessun uomo è mai
riuscito a tenersi a un certo livello nel male: la strada va sempre più in
giù». Questo pretino dall’esile
figura ma dalla mente prodigiosamente cattolica non esita dinanzi alle eresie
che vorrebbero escludere Dio dalla vita dell’uomo. Nel racconto La
forma errata, Padre Brown, in poche
battute, rimprovera l’atteggiamento autosufficiente di un fachiro indiano: «Quando
l’indiano ci parlò ebbi una specie di visione, una visione di lui e di tutto il
suo mondo e tuttavia egli disse la stessa cosa, ripetendola tre volte: “Non
voglio nulla”; ma io sapevo che egli voleva dire che bastava a se stesso, come
un cosmo; che non aveva bisogno di alcun Dio, né ammetteva alcun
peccato».
!uesta pretesa prometeica ed irrazionale dell’essere
bastanti a se stessi e di negare l’esistenza del peccato sono condannate in modo vigoroso ed impressionante nel
racconto L’occhio di Apollo, nel quale Flambeau
(convertito) descrive a Padre Brown il simbolo (l’occhio di Apollo) di una
nuova religione: «Una di quelle nuove religioni che vi
perdonano i peccati col dire che non ne avete commessi … dicono che se un uomo
fosse veramente in salute potrebbe fissare il sole. Religione che pretende,
naturalmente, di guarire tutte le malattie fisiche». «Ed è capace
di curare l’unica malattia spirituale? –
domandò Padre Brown con seria curiosità». «E qual è
l’unica malattia spirituale? – domandò a
sua volta Flambeau sorridendo». «Oh, quella di essere
in perfetta salute». La capacità di
riconoscersi peccatori e quindi bisognosi di perdono è la caratteristica
peculiare di Padre Brown, la sua natura sacerdotale ed anche il suo modo di
investigare, di scrutare i cuori degli uomini per purificarli, per restituirli
al Signore, per godersi con Egli la vita eterna. Padre Brown non esita a
difendere la ragionevolezza della fede
dinanzi ad una ragazza che scruta il mistero del Bene, come nel racconto
La testa di Cesare : «Voi
siete un mistero maggiore di tutti gli altri essa
disse con disperazione – ma io sento che vi può essere un cuore in
questo mistero». «Ciò che noi tutti temiamo di più - disse il prete a voce bassa- è
un’incertezza senza cuore; per questo l’ateismo è un incubo». Il segreto nascosto del confessionale permette a
Padre Brown di riconoscere che Dio è Amore e che il Vero Dio si fa conoscere ed amare, al contrario del
Demonio.
Nel racconto La parrucca rossa abbiamo uno sbalorditivo Padre Brown che afferma con
forza e verità teologica: «Io conosco il Dio sconosciuto – disse il piccolo prete con una inconsapevole
imponenza nella sua certezza, alzandosi simile ad una gigantesca torre di
granito. Conosco il suo nome: è Satana. Il vero Dio si fece carne e
dimorò fra noi. Ed io vi dico che ovunque voi troviate uomini dominati
unicamente dal mistero, questo mistero non è che iniquità». Ancora nel racconto La freccia del cielo Padre Brown difende con argomenti sani e razionali il
vero misticismo: «Proprio perché ho imparato a conoscere i
mistici che un mistificatore non può farmela. I mistici veri non nascondono i
misteri: li rivelano. Pongono le cose in piena luce; e quando avete visto,
rimane un mistero. Ma i mistificatori nascondono la cosa nell’oscurità e
nell’incertezza, e quando la trovate. è
una meschinità». Come si può
ravvisare in quest’ultima frase, Padre Brown non tratta di amene disquisizioni teologiche, ma di vero e
proprio discernimento degli spiriti esercitato attraverso il Sacramento della Confessione, il suo segreto
nascosto. Nel Pugnale alato Padre
Brown fa troncare bruscamente una superstizione negativa: «Non
dovete permettere a questa specie di roba di togliervi il senno – disse aspramente.- Questi demoni tentano
sempre di renderci indifesi, col toglierci la speranza». Padre Brown ci presenta la realtà del male, la
debolezza umana come nel racconto L’inseguimento del signor Blu dove una persona ammonisce un altro: «Egli
stesso ammette di non aver fatto una bella figura in quell’affare, lasciando
ammazzare il suo principale a pochi metri di distanza da lui. È un vero
imbecille: una mezza cartuccia, per sua stessa confessione». Padre Brown ha un “debole” per queste debolezze
confessate: «Eppure io ho una predilezione speciale per questi
imbecilli e per queste cartucce che si confessano tali». «Non
capisco quello che volete dire – sbottò
l’altro -».«Forse –
disse Padre Brown piuttosto aggressivo, - perché ci sono tanti
imbecilli e mezze cartucce che non si confessano mai tali».
Il vero segreto di Padre Brown viene rivelato pienamente ne Il
segreto di Flambeau e rappresenta un
manuale di corretta ed ispirata teologia cristiana. Ecco le parole folgoranti
di Padre Brown espresse al giornalista americano venuto ad intervistarlo: «Io
pensai che, non fosse stato per la grazia di Dio, avrei potuto essere un uomo
per il quale il mondo non è che un lampo di luce elettrica, con attorno
soltanto una totale oscurità. L’uomo che, effettivamente, vive soltanto per
questo mondo, e non crede in nient’altro, e per il quale il successo ed i
piaceri mondani sono tutto quello che egli può trarre dal nulla, è colui che
effettivamente sarebbe capace di qualunque cosa se corresse il pericolo di
prendere tutto il suo mondo e di non poter salvare nulla». «Non
pensate – disse il giornalista- che
questo vostro tentativo di sentire come sente un criminale, possa rendere un
po’ tolleranti del crimine stesso?». «Io so che, invece, è
proprio l’opposto – disse Padre Brown-. Ciò
risolve l’intero problema del tempo e del peccato, ed anticipa all’uomo il suo
rimorso. Vi sono due modi di respingere il diavolo e la differenza fra i due è
forse la più profonda frattura
nella religione moderna. L’uno è di averne orrore perché è così lontano,
l’altro è di averne orrore perché è così vicino. E vizio e virtù non sono così
divisi quanto queste due virtù. Voi potete pensare che un delitto è orribile,
perché non potreste mai commetterlo, Io, invece, lo penso orribile appunto
perché potrei commetterlo». A questo
punto l’ex ladro Flambeau rivela il suo segreto, che non è altro che il segreto
nascosto del confessionale di Padre Brown: «Non vi è di nulla
di mistico o di metaforico o di falso in questa mia confessione. Io rubai per
vent’anni con queste mie mani; io sfuggii alla polizia con questi miei piedi. …
Forse che io non ho udito i sermoni dei virtuosi e veduto il freddo sguardo
delle persone rispettabili? Forse che non mi venne detto che nessuna persona
per bene avrebbe potuto sognare una simile depravazione? Fu solo il mio amico
Padre Brown a dirmi che egli conosceva perfettamente perché io rubassi. E da
quel giorno non rubai più». Nello Spettro
di Gideon Wise il pretino dell’Essex dichiarerà
senza mezzi termini di conoscere ed apprezzare una particolare classe di
persone: i penitenti! Come nel racconto Il destino dei Darnaways Padre Brown può così esclamare: «Io
sono appassionato della luce del sole, specialmente in mezzo a questa oscura
faccenda … Se poi non vi rendete conto che io ridurrei in polvere persino tutti
gli archi gotici del mondo, per salvare una sola anima umana, non sapete
intorno alla mia religione quanto credete di sapere».
Fabio Trevisan
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