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martedì 11 ottobre 2011

Un altro studio su Padre Brown


Cari amici chestertoniani,
come forse avrete notato, da qualche tempo stiamo cercando di offrirvi delle riflessioni più approfondite sulle varie opere di Chesterton. Lo abbiamo chiesto ai nostri soci più esperti e navigati, speriamo che il lavoro che stiamo facendo sia per voi utile e gradito. Noi lo facciamo con grande passione ed amore. Chesterton ha molto, molto da dire, e necessita di una lettura attenta e approfondita che possiamo fare tutti, soprattutto con l'aiuto di chi l'ha già letto con altrettanta attenzione e profondità.

La Società si offre a tutti come riferimento e punto di coagulo per chi si interessa a questo grandissimo amico e pensatore attualissimo.

Un grazie al nostro Fabio Trevisan che ci sta dando un grande aiuto con molta disponibilità ed umiltà.


PADRE BROWN E IL SEGRETO NASCOSTO


Uno dei più significativi racconti di Padre Brown (Il passo strano) ci restituisce la figura sacerdotale in pienezza di questo insolito prete-detective e ci fa assaporare il gusto forte della sua autentica vocazione: la salvezza delle anime. Padre Brown infatti non esita quando c’è di mezzo la vita eterna e vuole che nel peccatore si accenda il desiderio della confessione: è questo il vero segreto, il segreto nascosto del pretino dell’Essex “creato” dall’immaginazione cattolica di Gilbert Keith Chesterton (1874-1936). Nell’episodio, infatti, Padre Brown è chiamato a confessare un cameriere cattolico italiano colpito da paralisi; con quel vigoroso senso dell’udito corroborato nel confessionale, Padre Brown ascolterà degli strani passi (da qui il titolo del racconto) che lo porteranno ad identificare il famigerato ladro Flambeau in flagrante: «Voglio minacciarvi – disse Padre Brown con una voce che parve il rullo del tamburo- col verme che non muore e col fuoco che non si estingue». «Siete una strana specie di guardarobiere – disse l’altro (Flambeau)». «Sono un prete, monsieur Flambeau e sono pronto ad ascoltare la vostra confessione». Con due frasi Chesterton fa sintetizzare a Padre Brown l’essenza del cattolicesimo: la cura per la salvezza dell’anima, i Novissimi, l’identità forte ma che sa essere anche dolce del prete, il Sacramento (la Confessione o Penitenza), il coraggio, la volontà di riscatto dal male. L’altro che può essere perdonato è monsieur Flambeau, come l’apostrafa Padre Brown, e quindi una persona reale in anima e corpo. Ci commuove rileggere la reazione di un ladro intelligente e scaltro come Flambeau che rimane profondamente turbato dall’atteggiamento del pretino cattolico inglese: «Flambeau rimase per un momento senza respiro, barcollò, e si lasciò andare su una sedia».
Con questo episodio si intuisce la reale conversione di Flambeau, il quale si affiancherà al pretino investigatore collaborando, oltre che alle indagini, al piano di salvezza di Dio di cui Padre Brown è espressione fedele. Interrogato dagli aristocratici del Circolo dei “Dodici Veri Pescatori” (parodia massonica dei discepoli di Gesù) derubati da Flambeau, Padre Brown lancerà un pesante strale contro la loro possibile dannazione: «Strano, non è vero che un ladro e vagabondo si penta, mentre tanti che sono ricchi e sicuri di sé rimangono duri e frivoli e senza alcun frutto né per Iddio né per l’uomo!». La preoccupazione degli aristocratici è di tutt’altra natura e chiedono al prete investigatore: «Ha preso quell’uomo?». La risposta cattolica che Chesterton fa mettere in bocca a Padre Brown è stupefacente: «Egli mi ha fatto pescatore d’uomini. Sì, l’ho preso con un invisibile amo e con una invisibile lenza, che è lunga abbastanza per lasciarlo vagare sino ai confini del mondo e, tuttavia, per riportarlo indietro con una sola tirata del filo». Con questa stupenda frase Chesterton ci fa gustare la bellezza dell’essere cristiani, dipendenti in pienezza dall’Amore Misericordioso di Dio e quindi veramente liberi. Liberi per il bene, come ci rammenta l’invisibile lenza evocata da Padre Brown. La perentorietà nel fuggire il male è un richiamo fermo e frequente che Padre Brown rivolge accoratamente ai peccatori, come ci racconta l’episodio Le stelle volanti : « Voglio che rinunciate a codesta vita…  L’uomo può mantenersi ad un certo livello nel bene, ma nessun uomo è mai riuscito a tenersi a un certo livello nel male: la strada va sempre più in giù». Questo pretino dall’esile figura ma dalla mente prodigiosamente cattolica non esita dinanzi alle eresie che vorrebbero escludere Dio dalla vita dell’uomo. Nel racconto La forma errata, Padre Brown, in poche battute, rimprovera l’atteggiamento autosufficiente di un fachiro indiano: «Quando l’indiano ci parlò ebbi una specie di visione, una visione di lui e di tutto il suo mondo e tuttavia egli disse la stessa cosa, ripetendola tre volte: “Non voglio nulla”; ma io sapevo che egli voleva dire che bastava a se stesso, come un cosmo; che non aveva bisogno di alcun Dio, né ammetteva alcun peccato».
!uesta pretesa prometeica ed irrazionale dell’essere bastanti a se stessi e di negare l’esistenza del peccato sono condannate  in modo vigoroso ed impressionante nel racconto L’occhio di Apollo, nel quale Flambeau (convertito) descrive a Padre Brown il simbolo (l’occhio di Apollo) di una nuova religione: «Una di quelle nuove religioni che vi perdonano i peccati col dire che non ne avete commessi … dicono che se un uomo fosse veramente in salute potrebbe fissare il sole. Religione che pretende, naturalmente, di guarire tutte le malattie fisiche». «Ed è capace di curare l’unica malattia spirituale? – domandò Padre Brown con seria curiosità». «E qual è l’unica malattia spirituale? – domandò a sua volta Flambeau sorridendo». «Oh, quella di essere in perfetta salute». La capacità di riconoscersi peccatori e quindi bisognosi di perdono è la caratteristica peculiare di Padre Brown, la sua natura sacerdotale ed anche il suo modo di investigare, di scrutare i cuori degli uomini per purificarli, per restituirli al Signore, per godersi con Egli la vita eterna. Padre Brown non esita a difendere la ragionevolezza della fede  dinanzi ad una ragazza che scruta il mistero del Bene, come nel racconto La testa di Cesare : «Voi siete un mistero maggiore di tutti gli altri essa disse con disperazione – ma io sento che vi può essere un cuore in questo mistero». «Ciò che noi tutti temiamo di più - disse il prete a voce bassa- è un’incertezza senza cuore; per questo l’ateismo è un incubo». Il segreto nascosto del confessionale permette a Padre Brown di riconoscere che Dio è Amore e che  il Vero Dio si fa conoscere ed amare, al contrario del Demonio.
Nel racconto La parrucca rossa abbiamo uno sbalorditivo Padre Brown che afferma con forza e verità teologica: «Io conosco il Dio sconosciuto – disse il piccolo prete con una inconsapevole imponenza nella sua certezza, alzandosi simile ad una gigantesca torre di granito. Conosco il suo nome: è Satana. Il vero Dio si fece carne e dimorò fra noi. Ed io vi dico che ovunque voi troviate uomini dominati unicamente dal mistero, questo mistero non è che iniquità». Ancora nel racconto La freccia del cielo Padre Brown difende con argomenti sani e razionali il vero misticismo: «Proprio perché ho imparato a conoscere i mistici che un mistificatore non può farmela. I mistici veri non nascondono i misteri: li rivelano. Pongono le cose in piena luce; e quando avete visto, rimane un mistero. Ma i mistificatori nascondono la cosa nell’oscurità e nell’incertezza, e quando la trovate. è  una meschinità». Come si può ravvisare in quest’ultima frase, Padre Brown non  tratta di amene disquisizioni teologiche, ma di vero e proprio discernimento degli spiriti esercitato  attraverso il Sacramento della Confessione, il suo segreto nascosto. Nel Pugnale alato Padre Brown fa troncare bruscamente una superstizione negativa: «Non dovete permettere a questa specie di roba di togliervi il senno – disse aspramente.- Questi demoni tentano sempre di renderci indifesi, col toglierci la speranza». Padre Brown ci presenta la realtà del male, la debolezza umana come nel racconto L’inseguimento del signor Blu dove una persona ammonisce un altro: «Egli stesso ammette di non aver fatto una bella figura in quell’affare, lasciando ammazzare il suo principale a pochi metri di distanza da lui. È un vero imbecille: una mezza cartuccia, per sua stessa confessione». Padre Brown ha un “debole” per queste debolezze confessate: «Eppure io ho una predilezione speciale per questi imbecilli e per queste cartucce che si confessano tali». «Non capisco quello che volete dire – sbottò l’altro -».«Forse – disse Padre Brown piuttosto aggressivo, - perché ci sono tanti imbecilli e mezze cartucce che non si confessano mai tali».
Il vero segreto di Padre Brown viene rivelato pienamente ne Il segreto di Flambeau e rappresenta un manuale di corretta ed ispirata teologia cristiana. Ecco le parole folgoranti di Padre Brown espresse al giornalista americano venuto ad intervistarlo: «Io pensai che, non fosse stato per la grazia di Dio, avrei potuto essere un uomo per il quale il mondo non è che un lampo di luce elettrica, con attorno soltanto una totale oscurità. L’uomo che, effettivamente, vive soltanto per questo mondo, e non crede in nient’altro, e per il quale il successo ed i piaceri mondani sono tutto quello che egli può trarre dal nulla, è colui che effettivamente sarebbe capace di qualunque cosa se corresse il pericolo di prendere tutto il suo mondo e di non poter salvare nulla». «Non pensate – disse il giornalista- che questo vostro tentativo di sentire come sente un criminale, possa rendere un po’ tolleranti del crimine stesso?». «Io so che, invece, è proprio l’opposto – disse Padre Brown-. Ciò risolve l’intero problema del tempo e del peccato, ed anticipa all’uomo il suo rimorso. Vi sono due modi di respingere il diavolo e la differenza fra i due è forse la più  profonda frattura nella religione moderna. L’uno è di averne orrore perché è così lontano, l’altro è di averne orrore perché è così vicino. E vizio e virtù non sono così divisi quanto queste due virtù. Voi potete pensare che un delitto è orribile, perché non potreste mai commetterlo, Io, invece, lo penso orribile appunto perché potrei commetterlo». A questo punto l’ex ladro Flambeau rivela il suo segreto, che non è altro che il segreto nascosto del confessionale di Padre Brown: «Non vi è di nulla di mistico o di metaforico o di falso in questa mia confessione. Io rubai per vent’anni con queste mie mani; io sfuggii alla polizia con questi miei piedi. … Forse che io non ho udito i sermoni dei virtuosi e veduto il freddo sguardo delle persone rispettabili? Forse che non mi venne detto che nessuna persona per bene avrebbe potuto sognare una simile depravazione? Fu solo il mio amico Padre Brown a dirmi che egli conosceva perfettamente perché io rubassi. E da quel giorno non rubai più». Nello Spettro di Gideon Wise il pretino dell’Essex dichiarerà senza mezzi termini di conoscere ed apprezzare una particolare classe di persone: i penitenti! Come nel racconto Il destino dei Darnaways Padre Brown può così esclamare: «Io sono appassionato della luce del sole, specialmente in mezzo a questa oscura faccenda … Se poi non vi rendete conto che io ridurrei in polvere persino tutti gli archi gotici del mondo, per salvare una sola anima umana, non sapete intorno alla mia religione quanto credete di sapere».

Fabio Trevisan

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