mercoledì 18 aprile 2007

I FIGLI DI HURIN

Puntuale come un Eurostar giapponese, ecco l'approfondimento-intervista da "L'Avvenire" che ci invia PAOLO GULISANO sul nuovo libro di J.R.R. Tolkien "CHILDREN OF HURIN" (I FIGLI DI HURIN) pubblicato grazie alla volontà ed all'operosità di Christopher Tolkien, figlio del mai dimenticato autore della saga del SIGNORE DEGLI ANELLI.
Il libro, pubblicato l'altroieri nella versione inglese, sembra che apparirà sugli scaffali delle nostre librerie il prossimo 16 settembre..

Tolkien cristiano

S’intitola «I figli di Hurin» e uscirà ad aprile su iniziativa del figlio Christopher. Che vuole restituire l’autentica visione cristiana del grande autore fantasy, dopo la trilogia del film «Il Signore degli anelli» basata troppo sullo spettacolo e su grandi battaglie ma poco sui valori religiosi

Di Gabriele Brambilla

Innanzitutto una precisazione: il nuovo "inedito di Tolkien", così come è definito dai "più", non è un inedito. In senso assoluto, s'intende.

I figli di Hurin (The Children of Hurin), che nella versione inglese uscirà il prossimo 16 aprile - per quella italiana, edita da Bompiani, bisognerà aspettare probabilmente l'inizio dell'estate ( metà settembre, vedi sopra) -, è già stato pubblicato, seppur in parte, in alcune delle opere del più celebre scrittore inglese fantasy del '900: tra le altre, il Silmarillion, un insieme di racconti fantastici che John Ronald Reuel Tolkien (1892 - 1973) scrisse al fronte durante la Prima guerra mondiale, ma che fu pubblicato soltanto nel 1977, quattro anni dopo la sua morte.

All'interno del XXI capitolo di quest'opera, la primissima a cui l'autore si dedicò, Tolkien racconta le vicende di un eroe, tale Hurin, e dei suoi figli alle prese con il Signore del Male, l'oscuro Morgoth. In una Terra percorsa dagli orchi, Túrin, uno dei figli di Hurin, inizierà una guerra personale contro la supremazia del nemico sulla Terra di Mezzo.

La storia, incompiuta, ci porta in un'epoca antecedente a quella in cui è ambientata l'opera più nota di Tolkien, Il Signore degli anelli, quando il mondo era più giovane e gli scontri tra uomini ed elfi contro il male avevano un sapore ben più cosmico e drammatico. Ed è facile che il sapore del dramma che si avverte leggendo i racconti di Hurin sia stato una conseguenza della tremenda esperienza che Tolkien visse personalmente in trincea durante il conflitto del 1915-18.

«Nei racconti pubblicati c'è inoltre tutta un'allegoria di radice cristiana - commenta Paolo Gulisano, esperto di letteratura fantasy e autore di diversi saggi su Tolkien e colleghi, tra cui C.S.Lewis, l'autore de «Le cronache di Narnia» -.

Tutta l'opera del grande scrittore è intrisa di morale cattolica e di simbolismi religiosi: Morgoth, ad esempio, un tempo era un angelo, proprio come Lucifero. Ma per rabbia, superbia e invidia scapperà dal Paradiso e ostacolerà Dio e il suo creato (tra cui elfi e uomini, ndr). Dove Tolkien scrive di situazioni in cui è il male a prevalere, se ne distacca, facendo trasparire la speranza cristiana che il male possa essere redento».

E a conferma di una profonda ispirazione cattolica, lo stesso autore dello Hobbit scrisse in una lettera al padre gesuita Robert Murray: «Dovrei essere sommamente grato per essere stato allevato in una fede che mi ha nutrito e mi ha insegnato tutto quel poco che so». Fa parte del simbolismo cristiano, nel libro prossimo alla pubblicazione, anche lo stesso concetto di eroe: un eroe del sacrificio, e della rinuncia del potere, ovvero del male. «E non c'è amore più grande di quello di chi sacrifica la vita per i propri amici», sottolinea Gulisano.

A Cristopher, figlio di Tolkien e principale custode della sua opera incompiuta - fu lui a portare alle stampe lo stesso Silmarillion, come anche i dodici volumi della serie la Storia della Terra di Mezzo -, ci sono voluti trent'anni per ricostruire l'opera, oltre che per le integrazioni grazie agli appunti inediti sulla leggenda di Hurin: «E' per questo che il libro non può considerarsi un'opera totalmente di Tolkien, ma frutto di un lavoro a due mani», prosegue Gulisano.

Purtroppo - continua - non ci è ancora dato sapere quanto e quali argomentazioni Cristopher abbia aggiunto ai racconti già pubblicati. A proposito vige un clima di ferrea riservatezza».

Sicuro è che il figlio di Tolkien, ormai 86enne, con quest'ultimo omaggio al padre ha ardentemente voluto replicare alla versione cinematografica del Signore degli anelli. Sue recenti dichiarazioni sottolineano come il film abbia tralasciato i contenuti più profondi e i veri valori in cui Tolkien padre credeva: «E' stato come se Cristopher avesse detto: leggete la storia di Hurin. L'opera di mio padre non è solo spettacolarità e battaglie. E' anche la speranza cristiana», conclude Paolo Gulisano.

(25.02.2007)

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