Il Papa: "Sulle coppie di fatto non taccio la mia preoccupazione"
di Redazione
Città del Vaticano – "Non posso tacere la mia preoccupazione per le leggi sulle coppie di fatto". Il Papa tocca di nuovo un tema che ha diviso e continua a dividere cittadini e politici. L’intervento del Pontefice è avvenuto durante l’udienza dei cardinali e i membri della Famiglia Pontificia e della Curia romana per gli auguri natalizi. "Molte di queste coppie - ha detto Benedetto XVI - hanno scelto questa via, perché, almeno per il momento, non si sentono in grado di accettare la convivenza giuridicamente ordinata e vincolante del matrimonio. Così preferiscono rimanere nel semplice stato di fatto. Quando vengono create nuove forme giuridiche che relativizzano il matrimonio, la rinuncia al legame definitivo ottiene, per così dire, anche un sigillo giuridico. In tal caso il decidersi per chi già fa fatica diventa ancora più difficile. Si aggiunge poi - ha aggiunto il pontefice - per l'altra forma di coppie, la relativizzazione della differenza dei sessi . Diventa così uguale il mettersi insieme di un uomo e una donna o di due persone dello stesso sesso".
Benedetto XVI ha voluto anche replicare alle accuse, rivolte alla Chiesa, di volersi ingerire nelle questioni private dei cittadini: "Se ci si dice che la Chiesa non dovrebbe ingerirsi in questi affari, allora noi possiamo solo rispondere: forse che l'uomo non ci interessa?
Difesa della natalità - Molto duro il passaggio del Papa sul calo della natalità, molto forte soprattutto nell'Occidente: "Questa profonda insicurezza sull'uomo stesso, accanto alla volontà di avere la vita tutta per se stessi, è forse la ragione più profonda, per cui il rischio di avere figli appare a molti una cosa quasi non più sostenibile".
Dialogo con l'Islam. "In un dialogo da intensificare - ha detto il Papa - con l'Islam dovremo tener presente il fatto che il mondo musulmano si trova oggi con grande urgenza davanti a un compito molto simile a quello che ai cristiani fu imposto a partire dai tempi dell'illuminismo e che il Concilio Vaticano II,
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