giovedì 7 dicembre 2006

FEDE, RAGIONE E BELLEZZA: COSI' HO INCONTRATO CHESTERTON

La cronaca dell'incontro con Joseph Pearce e Andrea Monda a Bologna dal nostro Fabio Trevisan, con delle eloquentissime fotografie...



Presso lo straordinario Oratorio di S. Filippo Neri a Bologna (Oratorio bombardato durante la II guerra mondiale e tuttora in fase di ristrutturazione), si è tenuta lunedì 27 novembre 2006 una conferenza organizzata dal Centro Culturale Enrico Manfredini dal titolo: “G.K.Chesterton, l’avventura di un uomo vivo”.
Intervistato dal Prof. Andrea Monda, giornalista e saggista, ha parlato il Prof. Joseph Pearce, docente di Letteratura presso la Ave Maria University di Naples (Florida), dinanzi a un folto pubblico (per lo più giovane) molto attento e divertito.
Pearce si è dilungato a tratteggiare la sua conversione attraverso la lettura del grande scrittore inglese: lettura inizialmente avvenuta in carcere.
Militante del movimento razzista “National Front” fin dall’età di 15 anni, colmo di livore anticattolico, Pearce fu coinvolto nella politica anticattolica dell’Ulster.
Appartenne perfino, così ha confidato alla platea, ad una società segreta massonica protestante.
Fu imprigionato la prima volta nel 1982 per aver diffuso i morbi del razzismo con i suoi scritti su riviste come “Bulldog”, incitando all’odio xenofobo.
Fu in carcere che, oltre ai testi di Chesterton, gli capitò fra le mani un rosario, il quale gli fece ricordare sua nonna, che era stata una cattolica irlandese; questa toccante e preziosa esperienza – ha raccontato – lo ha scombussolato nel cuore e nella mente, trasformandolo a poco a poco in profondità.
Il rosario gli fece rammentare un gesto sprezzante compiuto da suo padre quando morì la nonna cattolica: il padre gettò via il rosario, quello straordinario strumento di preghiera che ora il giovane Pearce snocciolava, seppur molto timidamente, in quanto non conosceva alcuna preghiera cristiana.
In realtà biascicava qualche parola del “Padre Nostro”: parole che erano affiorate quasi improvvisamente alla sua mente, seppellite per anni dalla trasgressiva e disordinata militanza.
Fu soprattutto la lettura di Chesterton che rischiarò la sua mente e riscaldò il suo cuore, facendogli riconoscere il suo smisurato orgoglio, la troppa pienezza di sé.
“Una persona dev’essere grande per capire quanto è piccolo”: questa è stata la frase con la quale Pearce ha riassunto la sua prima scoperta di G.K.C.
Attraverso Chesterton e la recita periodica del rosario, Pearce sperimentò così quel processo di guarigione e di conversione che lo stava sconvolgendo interiormente.
Fu in cella ancora che partecipò per la prima volta con una comprensibile forte emozione alla Santa Messa.
Da Chesterton, Pearce ha capito come gratitudine ed umiltà, umorismo e acutezza, saggezza e innocenza ( a proposito, “Wisdom and Innocence” è il titolo di un suo saggio), debbano andare di pari passo, congiunte indissolubilmente a tutela del vero uomo, dell’autentico figlio di Dio.
“Chesterton sapeva ridere di se stesso e sapeva tenere insieme fede, ragione e bellezza e comunicarle tutte con gioia, con quella gioia che è caratteristica essenziale cristiana”: così Pearce, non senza un velo di commozione, ha testimoniato la sua fede, la sua ragione e soprattutto la bellezza dell’essere cristiani.
Questa eterna verità era stata fatta brillare con impareggiabile maestria da Chesterton attraverso l’uso del paradosso.
Con una trovata un po’ teatrale, Pearce ha finto di intrattenere un dialogo tra un interlocutore e Chesterton.
Portando un cappellaccio bianco a tesa larga, Pearce ha voluto un po’ imitare il grande giornalista di Beaconsfield, suscitando ilarità e provocando intelligentemente il pubblico, non più abituato alle sapide e divertenti battute dell’autore di Padre Brown.
Per dovere di cronaca, ma forse non solo per questo motivo, Pearce ha voluto infine ricordare suo padre, ora morto, che all’età di 65 anni si convertì alla Chiesa Cattolica (forse la nonna irlandese ha pregato tanto nei cieli e le sue preghiere sono state esaudite).
In conclusione, una delegazione dei Gruppi Chestertoniani Veronesi ha fatto presente al Prof. Pearce ed alla platea tutta la presenza chestertoniana in Italia.
Si è ricordata così la Società Chestertoniana Italiana ed il Chesterton Day di Grottammare (AP) ed anche l’impegno prezioso, attraverso libri, organizzazione di convegni ed altro dei Gruppi Chestertoniani Veronesi.
Dopo aver ringraziato e sorriso apertamente a tutto il pubblico, Pearce si è accomiatato ricordando l’impegno dell’American Chesterton Society e della Chesterton Review, auspicando una più fitta collaborazione con la Società Chestertoniana Italiana.

Fabio Trevisan

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