Quattro candide canaglie
A Gilbert K. Chesterton si può tornare tante volte se s’intende seguire il filo della grande narrativa (cattolica) del secolo scorso. Nel 1930, quasi vent’anni dopo l’invenzione di quel detective improbabile, antieroico, simpaticamente cattolicissimo che è padre Brown (cf. Regno-att., 10,2021,316), esce questa raccolta di racconti, Quattro candide canaglie (Guida editori).
A Gilbert K. Chesterton si può tornare tante volte se s’intende seguire il filo della grande narrativa (cattolica) del secolo scorso. Nel 1930, quasi vent’anni dopo l’invenzione di quel detective improbabile, antieroico, simpaticamente cattolicissimo che è padre Brown (cf. Regno-att., 10,2021,316), esce questa raccolta di racconti, Quattro candide canaglie (Guida editori).
In mezzo ci sono stati altri tre fortunati volumi di avventure del prete detective, l’ultima sarà pubblicata nel 1935. Ma Chesterton è un fiume, e intanto scrive e scrive: saggi, articoli, poesie e racconti, appunto. Qui l’ossimoro del titolo annuncia il paradosso che attraversa i personaggi.
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