Altro estratto dal Ffinch, altro brano della Blatchford Controversy.
La Blatchford Controversy si svolse a cavallo del 1903-1904 e vide protagonisti il Clarion e il Daily News, i giornali dove all'epoca scrivevano rispettivamente Blatchford e Chesterton.
Altro grazie a padre Brunelli.
Questa citazione è un vero spettacolo, un cavallo di battaglia, di moltissime battaglie.
"Associare il vizio con la povertà è la più vile, la più vecchia e la più sporca delle pietre che l’insolenza abbia mai scagliato contro il povero. Un uomo nato da donna potrà avere giorni brevi e pieni di difficoltà, ma è più nobile e più felice di quanto lo dipinga il mondo. Non mi degnerò neppure di rispondere a Blatchford che si chiede come possa un uomo, nato nella sozzura e nel peccato, condurre una vita nobile. Ne conosco così tanti che vi riescono e che vivono a un tiro di schioppo da casa mia, a Battersea, che poco m’importa come facciano. L’uomo, in sé, ha sempre qualcosa che non può essere fiaccato dalle condizioni esterne. Sì, esiste una libertà che non è stata mai ridotta in ceppi. Esiste una libertà che ha reso felici uomini in prigione, così come li può rendere felici nelle catapecchie. È la libertà della mente, quella stessa libertà a cui Blatchford muove guerra. La filosofia di Blatchford non sarà mai accettata da uomini sani di mente. Ma se per caso lo fosse, mi è molto facile predire cosa accadrà: l’uomo, diventato ormai una macchina, si leverà su quei prati fioriti e griderà a gran voce: «C’era una volta un qualcosa, una Chiesa, che ci insegnava che eravamo liberi nell’anima? Si circondava di torture e di prigioni per obbligare gli uomini a credere che la loro anima fosse libera? Se c’era, che ritorni, pur con torture e prigioni! Mettetemi in quelle prigioni, tormentatemi con quelle torture se, così facendo, potrò tornare a credere ancora nella libertà dell’anima!»".
Gilbert Keith Chesterton, Clarion, 5 agosto 1904
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