Procedeva con ragionamenti rettilinei, freschi e geniali, di parvenza paradossale.
Era il teologo del buon senso: e in san Tommaso aveva ammirato e rilevato soprattutto la razionalità, l'obbedienza, il senso comune del due più ue che fanno quattro, in contrasto col sentimentalismo e con l'istinto isterico di tanta letteratura di derivazione luterana.
Faceva della filosofia popolare e se ne vantava, mettendoci il meglio dell'anima popolare inglese: e si considerava perciò giovialmente come un caposcarico o un lunatico. Ricordava in questo san Tommaso More che scherzò sino al patibolo.
Chesterton ha scherzato fino alla morte, dicendo verità serissime con una lepidezza spassosa. Soltanto quando stigmatizzava i delitti contro la santità familiare non sorrideva. E perciò fu severo contro Milton.
Come apologista il capolavoro di Chesterton resta Ortodossia, scritto nel 1908. Il buon senso ivi affermato lo portò ad accettare il libero arbitrio che gli aperse i battenti del cattolicesimo romano: "religione che è fra tutte le fedi, libera e bella, avventurosa e universale".
Igino Giordani, I grandi convertiti
E' evidente per me che una Chiesa, la quale voglia agire con autorità, debba essere in grado di dare una risposta alle grandi questioni morali. Ora posso io ammettere il cannibalismo o l'assassinio dei neonati per ridurre la popolazione o per consimili riforme scientifiche e progressive? Una Chiesa provvista di autorità di magistero deve sapermi dire se si possa o no. Ma le Chiese protestanti sono in un enorme disorientamento di fronte a questioni, quali la limitazione delle nascite, il divorzio, lo spiritismo....
Eccovi gente come il dean Inge che vien fuori a bandire pubblicamente e perentoriamente quella che io considero una frode meschina e velenosa, la quale rasenta l'infanticidio. So bene che ci sono, nella Chiesa anglicana e in altre comunità protestanti, persone le quali denunciano questi gravi vizi pagani allo stesso modo che faccio io: e il bishop Gore ne parlerebbe con lo stesso sdegno del Papa. Ma il guaio è che la Chiesa anglicana non ne parla con quello sdegno. Essa è scissa nell'agire; e io non so che fare di una Chiesa che non è militante e non sa ordinare una battaglia, né sa combattere e marciare in una direzione unica.
Eccovi gente come il dean Inge che vien fuori a bandire pubblicamente e perentoriamente quella che io considero una frode meschina e velenosa, la quale rasenta l'infanticidio. So bene che ci sono, nella Chiesa anglicana e in altre comunità protestanti, persone le quali denunciano questi gravi vizi pagani allo stesso modo che faccio io: e il bishop Gore ne parlerebbe con lo stesso sdegno del Papa. Ma il guaio è che la Chiesa anglicana non ne parla con quello sdegno. Essa è scissa nell'agire; e io non so che fare di una Chiesa che non è militante e non sa ordinare una battaglia, né sa combattere e marciare in una direzione unica.
Chesterton, in Igino Giordani, I grandi convertiti
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