Benedetto XVI plaude ai passi compiuti a livello nazionale dopo gli accordi di Doha ed invita a non fare del Paese un “terreno di scontro di conflitti relgionali o internazionali”. La Santa Sede prosegue con determinazione il suo impegno a favore della pace in Libano ed in tutto il Medio Oriente.
Città del Vaticano (AsiaNews) – I libanesi mettano da parte gli interessi particolari e si impegnino concretamente per intraprendere un cammino di riconciliazione e di pace, al quale la comunità internazionale dia il suo contributo “evitando di fare del Paese un terreno di confronto per i conflitti rehionali o internazionali”. E’ l’auspicio che Benedetto XVI fa per il futuro del Libano, Paese a favore del quale la Santa Sede conferma “con determinazione” il proprio impegno, nelle parole he il Papa ha rivolto oggi al nuovo ambasciatore libanese, Georges Chakib El Khoury, in occasione della presentazione delle credenziali.
Ricco di una “cultura antica” e di numerose confessioni religiose “che hanno mostrato di poter vivere insieme”, il Libano, posto, ha detto Benedetto XVI, “al centro di un complesso contesto regionale”, ha “la missione fondamentale di contribuire alla pace ed alla conclordia di tutti”. L’esperienza di vita e di collaborazione intercomunitaria fanno del Paese dei cedri un “tesoro” che i libanesi “hanno il dovere di preservare e far fruttificare per il bene dell’intera nazione. Al tempo stesso, auspico – ha proseguito il Papa – che la comunità internazionale lo protegga e lo valorizzi e che, attraverso un impegno concreto, constribuisca ad evitare di fare di questo Paese un terreno di confronto per conflitti regionali o internazionali. In tal modo, il Libano dovrebbe essere come un laboratorio per la ricerca di soluzioni efficaci ai conflitti che agtato da così tanto tempo il Medio Oriente”.
In tale prospettiva, Benedetto XVI ha salutato come positivo quanto compiuto dopo l’accordo di Doha, citando, in particolare, l’elezione del presidente della Repubblica, la creazione di un governo di unità nazionale e l’approvazione della nuova legge elettorale ed auspicando che il “dialogo nazionale” lanciato alcune settimane fa, “sia certamente l’occasione di affrontare le sfide che il Paese deve affrontare oggi”. “L’atteggiamento fondamentale che deve guidare ciascuno nell’impegno al servizio del bene comune deve rimanere immutato: che ogni componente del popolo libanese si senta veramente a casa sua in Libano e veda che le sue preoccupazioni e le sue legittime attese sono prese in considerazione. Per questo va promossa, pecialmente tra i giovani, una vera educazione delle coscienze alla pace, alla riconciliazione ed al dialogo”.
“In questa tappa importante che conosce il Paese”, ha concluso Bendeetto XVI, “la Santa Sede continua a seguire con grande attenzione gli sviluppi della situazione e porta un interesse particolare agli sforzi dispiegati per una sistemaione definitiva delle questioni alle quali il Liano deve fare fronte. Particolarmente sensibile alle sofferenze che da così tanto tempo conoscono le popolazioni del Medio Oriente, la Santa Sede prosegue con determinazione il suo impegno a favore della pace e della riconciliazione in Libano ed in tutta questa regione così cara al cuore dei credenti”.
L’ambasciatore Georges Chakib El Khoury, è nato a Baabda il 17 novembre 1952, è sposato ed ha tre figli.
Città del Vaticano (AsiaNews) – I libanesi mettano da parte gli interessi particolari e si impegnino concretamente per intraprendere un cammino di riconciliazione e di pace, al quale la comunità internazionale dia il suo contributo “evitando di fare del Paese un terreno di confronto per i conflitti rehionali o internazionali”. E’ l’auspicio che Benedetto XVI fa per il futuro del Libano, Paese a favore del quale la Santa Sede conferma “con determinazione” il proprio impegno, nelle parole he il Papa ha rivolto oggi al nuovo ambasciatore libanese, Georges Chakib El Khoury, in occasione della presentazione delle credenziali.
Ricco di una “cultura antica” e di numerose confessioni religiose “che hanno mostrato di poter vivere insieme”, il Libano, posto, ha detto Benedetto XVI, “al centro di un complesso contesto regionale”, ha “la missione fondamentale di contribuire alla pace ed alla conclordia di tutti”. L’esperienza di vita e di collaborazione intercomunitaria fanno del Paese dei cedri un “tesoro” che i libanesi “hanno il dovere di preservare e far fruttificare per il bene dell’intera nazione. Al tempo stesso, auspico – ha proseguito il Papa – che la comunità internazionale lo protegga e lo valorizzi e che, attraverso un impegno concreto, constribuisca ad evitare di fare di questo Paese un terreno di confronto per conflitti regionali o internazionali. In tal modo, il Libano dovrebbe essere come un laboratorio per la ricerca di soluzioni efficaci ai conflitti che agtato da così tanto tempo il Medio Oriente”.
In tale prospettiva, Benedetto XVI ha salutato come positivo quanto compiuto dopo l’accordo di Doha, citando, in particolare, l’elezione del presidente della Repubblica, la creazione di un governo di unità nazionale e l’approvazione della nuova legge elettorale ed auspicando che il “dialogo nazionale” lanciato alcune settimane fa, “sia certamente l’occasione di affrontare le sfide che il Paese deve affrontare oggi”. “L’atteggiamento fondamentale che deve guidare ciascuno nell’impegno al servizio del bene comune deve rimanere immutato: che ogni componente del popolo libanese si senta veramente a casa sua in Libano e veda che le sue preoccupazioni e le sue legittime attese sono prese in considerazione. Per questo va promossa, pecialmente tra i giovani, una vera educazione delle coscienze alla pace, alla riconciliazione ed al dialogo”.
“In questa tappa importante che conosce il Paese”, ha concluso Bendeetto XVI, “la Santa Sede continua a seguire con grande attenzione gli sviluppi della situazione e porta un interesse particolare agli sforzi dispiegati per una sistemaione definitiva delle questioni alle quali il Liano deve fare fronte. Particolarmente sensibile alle sofferenze che da così tanto tempo conoscono le popolazioni del Medio Oriente, la Santa Sede prosegue con determinazione il suo impegno a favore della pace e della riconciliazione in Libano ed in tutta questa regione così cara al cuore dei credenti”.
L’ambasciatore Georges Chakib El Khoury, è nato a Baabda il 17 novembre 1952, è sposato ed ha tre figli.
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