lunedì 30 aprile 2012

Un aforisma al giorno

Gli errori non cessano di essere errori perché diventano mode.

Gilbert Keith Chesterton, Illustrated London News del 19.04.1930 

Alison Milbank - Come riscoprire l’incanto del mondo? Chiedetelo a Chesterton e Tolkien

Qui un articolo apparso su Il Sussidiario nel 2009 a firma di Alison Milbank.

Alison Milbank ha partecipato più volte al Meeting di Rimini proprio per parlare di Chesterton, da ultimo nella scorsa edizione.

Cecil Chesterton, fratello di Gilbert, in uniforme di soldato durante la I Guerra Mondiale


"Obama vuole chiuderci nelle parrocchie", parla il vescovo di Winona (da Tempi.it)

http://www.tempi.it/vescovi-e-credenti-americani-uniti-per-il-diritto-alla-liberta-religiosa

sabato 28 aprile 2012

A cominciare da Ezra Pound Gran parte del mondo culturale ha molto da ridire sul pareggio di bilancio, dice Luca Negri sull'Occidentale (e tira in ballo pure GKC...)

Il pezzo è di Luca Negri, giornalista con spiccate simpatie chestertoniane, e comincia così:

Chi firma questo pezzo non ha nessuna intenzione di farsi passare per esperto di economia. Scrive soprattutto di cultura, quello è il suo campo e non dovrebbe sconfinare. Vero che ha un debole per Ezra Pound, ma non lo ha seguito negli studi economici, nell'indagine ossessiva sul rapporto fra soldi e cultura. E pensare che si tratterebbe di cose più profonde di meri calcoli matematici, di critiche alle manovre finanziarie: si finisce nel mondo del sacro, alla nascita delle monete come amuleti, ai culti del grano e del sole. Perché la cultura era in origine, e ancora dovrebbe essere, coltura, coltivazione: dunque, c'entrano eccome la produzione di ricchezza e la sua distribuzione. Però non si tratta di aderire per forza alla polemica poundiana contro l'usura, in comunione con monaci francescani, Dante, Chesterton e, ricordiamolo, dottrina sociale della Chiesa Cattolica. Non si tratta di diventare militanti di Casa Pound né di ripetere meccanicamente slogan contro la dittatura tecno-finanziaria e il dominio del signoraggio bancario (...).

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Il resto del pezzo lo trovate qui, in questo collegamento:

venerdì 27 aprile 2012

Un avviso interessantissimo dai Chestertoniani d'Irlanda!

Angelo Bottone27 aprile 20.53.13
The fifth meeting of the GK Chesterton Society of Ireland ison Saturday 28th April in the Central Catholic Library, 74 Merrion Square at two o' clock. Sorry for the short notice.

This time we have a guest speaker! Mark Dooley, philosopher and columnist, author of Why Be Catholic? and Roger Scruton: The Philosopher on Dover Beach, will talk on "the Democratic Faith".

Admission free, all welcome.

Biancaneve, la vera bellezza vince la vanità (con una bella menzione di GKC e JRRT e pure di Romano Guardini)

Qui trovate l'articolo di cui al titolo. Che ad un certo punto dice:


Che le favole, il regno delle fiabe e delle fate, siano una cosa da non sottovalutare ce lo insegnano anche due grandi autori inglesi, G. K. Chesterton e J.R.R. Tolkien. Il primo dedica, con la sua solita deliziosa ironia, un intero capitolo del suo Ortodossia – un libro imperdibile – alla Morale delle favole. Questa rappresenta per lui la prima ed ultima filosofia, imparata da bambino dalla nutrice: “le cose in cui ho sempre creduto di più, allora ed ora, sono le cosiddette novelle delle fate, che a me sembrano essere cose interamente ragionevoli. Non sono fantasie: tante altre cose, a loro confronto, sono fantastiche”». Il regno delle favole è pieno di strane proibizioni, parole magiche, castelli di vetro – «questo fugace luccichio di vetro che ricorre dappertutto sta a dimostrare che la felicità è brillante, ma fragile» – ma in esse emerge l’esaltazione degli umili, il castigo ai superbi, l’eroismo e la sensazione che ciò che c’è è il frutto di una scelta, è stato fatto! «Il mondo moderno come io lo trovai si basava saldamente sul calvinismo moderno, sulla necessità che le cose fossero come sono», «ho trovato tutto il mondo moderno che parlava di fatalismo scientifico; diceva che ogni cosa è come ha sempre dovuto essere, essendosi sviluppata senza deviazioni dal suo inizio. La foglia dell’albero è verde perché non avrebbe mai potuto essere di altro colore. Il filosofo delle novelle delle fate è contento che la foglia sia verde precisamente perché avrebbe potuto essere scarlatta; ha la sensazione che sia diventata verde un istante prima che egli la guardasse. (…) Ogni colore ha in sé il potere e il coraggio di una scelta».
Per Chesterton quello che i filosofi moderni hanno voluto toglierci, ossia la gioia di essere stati creati, voluti, ci è restituita dalle favole: «Le sole parole che mi sono sembrate sempre soddisfacenti per descrivere la natura sono quelle usate nei libri delle fate: “malia”, “incantesimo”. Queste esprimono l’arbitrarietà del fatto e il suo mistero. Un albero dà i frutti perché è un albero magico. L’acqua scorre verso il piano perché è fatata; il sole splende perché è fatato». Col dirci che il mondo è una grande magia, Chesterton vuol dirci che è esso è frutto di una grande scelta, un grande ma fragile gioco a cui siamo chiamati a partecipare. Di questo ci avvisa la morale del paese delle fate! 
 Poi leggete il resto, è altrettanto interessante.

E' di Maximiliano Cattaneo.

padre Alexander Lucie-Smith sulla vicenda dei crocifissi in Inghilterra

Qui trovate un articolo di padre Alexander Lucie-Smith sul Catholic Herald dal titolo 

With its crusade against crucifixes, our Government is doing a good job of destroying British culture

ossia "Con la sua crociata contro i crocifissi, il nostro governo sta facendo un bel lavoro di distruzione della cultura britannica".
Si cita il caso dell'Italia e della reazione positiva che c'è stata da noi.
Termina con una citazione del nostro Gilbert Keith Chesterton:


Smile at us, pay us, pass us; but do not quite forget;
For we are the people of England, that never have spoken yet.

Un aforisma al giorno


"Misericordia non significa non essere crudeli o risparmiare alla gente vendette o punizioni: significa invece una cosa semplice e positiva come il sole, che uno può avere visto o non visto". 

Gilbert Keith Chesterton, La Nonna del drago ed altre serissime storie

giovedì 26 aprile 2012

Un aforisma al giorno


"Il primo asserto della morale religiosa è che il bianco è un colore. La virtù non è assenza di vizi o lontananza da pericoli morali: la virtù è un’entità vivida e separata, come il dolore o un particolare profumo".

Gilbert Keith Chesterton, La nonna del drago ed altre serissime storie

Un aforisma al giorno


"Una delle verità sublimi e spaventose che questa arte su carta marrone rivela è proprio questa, che il bianco è un colore. Non una semplice assenza di colore: è  un’entità splendente e affermativa, ardente come il rosso, definita come il nero".

Gilbert Keith Chesterton, La nonna del drago ed altre serissime storie

La nuova edizione di Una breve storia d'Inghilterra...



... nuova anche perché vi ha partecipato un po' il nostro presidente. Non è quindi solo una ristampa.

Eccolo qui, lo Stevenson, fresco fresco...

... o caldo caldo, non sappiamo esattamente come si possa uscire dai macchinari di una tipografia.

Però c'è! Ed è quelli che conta.

Prefazione dell'amico Pietro Federico.

Allora, amici, sapete quanto fu importante per Chesterton lo scozzese Robert Louis Stevenson, quello de L'isola del Tesoro, Lo strano caso del Dr Jeckyll e Mr. Hyde, Il Signore di Ballantrae, Catriona?

Pensate che in vari luoghi imputa la sua salvezza dalla più insana delle idee a Giobbe (quello della Bibbia!), a Walt Whitman e proprio a lui, a Stevenson.

Con lui condivideva la passione del teatro delle marionette.

Condividerete se diciamo che questo è un testo fondamentale tra tutta l'opera di GKC. Non fermatevi al fatto che "non ho mai letto Stevenson" (errore!) "quindi è inutile che io lo legga": sapete benissimo che Chesterton parte da un pezzo di gesso e arriva a Dio, figuratevi cosa troverete qui.

mercoledì 25 aprile 2012

Un aforisma al giorno


"Il progresso è la provvidenza senza Dio. Cioè, è la teoria che tutto sia da sempre andato verso il bene casualmente. È una specie di ottimismo estetico, basato su una coincidenza perenne di gran lunga più miracolosa di un miracolo".

Gilbert Keith Chesterton, What I saw in America

Una storia interessante (in inglese, dal Catholic Herald) e naturalmente c'entra sempre GKC...


Un aforisma al giorno

"Mantenersi in uno stato di rivolta richiede buon umore".


Gilbert Keith Chesterton, L'imputato

martedì 24 aprile 2012

Un aforisma al giorno

"È divertente leggere le cose scritte dai cattolici medievali sull'astrologia, perché assomigliano molto alle cose che scrivono i cattolici moderni sull'evoluzione. Entrambi i casi dichiarano in prima istanza che a nessuna scienza deve essere concesso di negare la libertà dell'anima umana".


Gilbert Keith Chesterton, Chaucer

Fantastica la citazione......


e fantastici i botta e risposta sotto al post!

http://filiaecclesiae.wordpress.com/2012/04/24/un-bimbo/

Segnalato da Maria Grazia Gotti.


lunedì 23 aprile 2012

Padre Boyd e amici, dopo Roma si troveranno a Malta.

Qui Chesterton a Malta.

Non tutti sanno che GKC toccò Malta in uno dei suoi ultimi viaggi nel 1934. Stette anche diverse settimane a Siracusa a causa di una malattia che lo colse al ritorno dal secondo viaggio in Terra Santa.

Padre Ker e la "nuova opportunità"


"Sembra a Padre Ian Ker che siamo in movimento verso un mondo più pagano in cui alcune persone non hanno alcuna conoscenza alcuna della cristianesimo. Questa è un'opportunità, ha detto, per iniziare a predicare il cristianesimo di nuovo come se si trattasse di qualcosa di nuovo, Guardare al cristianesimo con una immaginazione postcristiana è un tema che G. K. Chesterton esplora in Ortodossia (1908) e ne L'Uomo Eterno (1925); due libri che padre Ker definisce «capolavori di apologetica»".

Il resto dell'articolo (in inglese!) compare su The Catholic Free Press qui.

Gran Bretagna: l’imam Ken Livingstone (da Corrispondenza Romana)


Una nostra nota: tutto questo somiglia molto ad uno scenario da Osteria Volante...

di Gianfranco Amato - da Corrispondenza Romana

«Farò di Londra un faro dell’islam». A pronunciare questa frase non è stato l’esponente di un gruppo musulmano radicale, né un imam che simpatizza per la jihad, ma Ken Livingstone, noto anche come “Red Ken” (Ken il Rosso) per le sue simpatie sinistrorse, ex sindaco di Londra e attuale candidato laburista alla carica di primo cittadino della capitale britannica. In un discorso tenuto lo scorso venerdì 16 marzo presso la discussa North London Central Mosque, conosciuta anche come la moschea di  Finsbury Park, “Ken il Rosso”, che per la quarta concorre alla carica di Lord Mayor, si è detto determinato ad «istruire la massa dei londinesi» sui veri insegnamenti dell’islam.
Per avere un’idea del pulpito che Livingstone ha scelto per il suo comizio-sermone, basti considerare che la moschea di Frisbury Park fino al 2003 era controllata da Abu Hamza, un noto arruolatore di terroristi, e che oggi è in mano alla Muslim Association of Britain, legata a gruppi di Hamas, il cui portavoce, Azzam Tamimi, è stato denunciato per apologia degli attentati suicidi.
Uno degli attuali direttori della moschea, Mohammed Sawalha, ha sostenuto la legittimità degli attacchi contro gli alleati di Israele, tra cui i militari dell’esercito britannico. Nella sua inedita veste di imam onorario, Livingstone si è rivolto ai fedeli musulmani riuniti nella moschea di Finsbury Park descrivendo le parole pronunciate da Maometto nel suo ultimo sermone come «un’agenda per tutta l’umanità». Da qui la sua promessa elettorale: «Intendo impiegare i prossimi quattro anni per far sì che ogni londinese non musulmano comprenda le parole ed il messaggio di quel sermone di Maometto, nella consapevolezza che ciò contribuirà a consolidare la nostra città come un faro capace di mostrare al mondo il significato delle parole del Profeta».
E per non smentire la sua natura di navigato politico ha aggiunto la promessa di rendere la vita della popolazione musulmana «un po’ più facile dal punto di vista finanziario». Bisogna ammettere, però, che su questo particolare punto i musulmani londinesi hanno già sperimentato quanto Livingstone sia affidabile.
Durante il suo precedente mandato di sindaco, infatti, “Ken il Rosso” ha finanziato, attraverso la London Development Agency, per centinaia di migliaia di sterline, la East London Mosque di Tower Hamlets, controllata dal gruppo estremista Islamic Forum of Europe (IFE), il quale sostiene apertamente la jihad, rivendica il diritto alla sharia e propugna la creazione di un «ordine sociale e politico islamico» in Gran Bretagna.
In cambio dei generosi finanziamenti gli attivisti dell’IFE hanno appoggiato Livingstone durante l’ultima campagna elettorale del 2008, quella da lui persa contro l’attuale sindaco Boris Johnson. A capo del comitato elettorale “Muslims 4 Ken” vi era Azad Ali, dirigente dell’IFE pubblicamente accusato dal “Daily Telegraph” di aver lodato, nel blog ufficiale dell’associazione, uno dei maggiori mentori di Osama bin Laden, di aver descritto al-Qaeda come un «mito», e di aver giustificato l’uccisione dei soldati britannici in Iraq.
Sempre Ken Livingstone, da sindaco, ha concesso contributi pubblici per migliaia di sterline anche alla Muslim Welfare House, un’associazione vicina proprio alla moschea di Finsbury Park, che per riconoscenza ha sottoscritto una lettera aperta a sostegno della sua rielezione nella citata campagna elettorale del 2008. Il vezzo di tenere discutibili frequentazioni con ambienti estremisti musulmani  Livingstone non lo ha smentito neppure nelle recenti elezioni del municipio londinese di Tower Hamlets, tenutesi nel 2010, in cui ha sostenuto un candidato indipendente, Lutfur Rahman, espulso dal partito laburista per i suoi legami con il gruppo estremista IFE. 

sabato 21 aprile 2012

Che romanzi legge il Papa?

http://www.korazym.org/index.php/libri/24-lettura/2426-che-romanzi-legge-il-papa.html

Un aforisma al giorno

"Oggi difendere una qualsiasi delle virtù cardinali è un atto che dà l'euforia del vizio".

Gilbert Keith Chesterton, L'Imputato

Un aforisma al giorno

"Il linguaggio degli strati superiori delle classi istruite è il prodotto letterario più informe, senza scopo e senza speranza che il mondo abbia mai visto".
Gilbert Keith Chesterton, L'Imputato

venerdì 20 aprile 2012

Bar Guareschi - Un museo dedicato allo scrittore (Fabio Trevisan, Vita Nuova)


GB, L’INSENSATEZZA DEL «POLITICAMENTE CORRETTO» L’orgoglio della croce (di Gianfranco Amato, Avvenire)


Non sono molti i cristiani che in Gran Bretagna hanno il coraggio di affrontare pubblicamente la
potente ideologia del "politicamente corretto". Uno di questi è il cardinale Keith O’Brien, arcivescovo di Saint Andrews ed Edimburgo, che nei giorni scorsi, cogliendo gli spunti del tempo pasquale, ha lanciato l’ennesima sfida. Questa volta ha preso di mira la deriva crocifobica che sembra imperversare nel Regno Unito. La questione è tornata recentemente alla ribalta in seguito al ricorso presentato alla Corte europea dei diritti dell’uomo da un gruppo di dipendenti cristiani vessati sul posto di lavoro o licenziati per il fatto di portare al collo una croce. Dopo aver perso in tutti i gradi di giudizio, infatti, i lavoratori hanno deciso di rivolgersi alla Corte di Strasburgo, trovandosi di fronte, tra l’altro, l’ostinata opposizione del governo conservatore britannico guidato da David Cameron. La tesi è nota: poiché portare indosso una croce non è previsto come precetto religioso, tale atto rappresenterebbe un’intollerabile ostentazione vietata dal neutralismo del politically correct. Ed è per questo motivo che, quindi, è possibile discriminare i cristiani dai credenti in altre fedi nelle quali l’esibizione dei propri simboli religiosi rappresenta un vero e proprio obbligo. Una delle più recenti sentenze dell’Alta Corte britannica in materia, ad esempio, ha ribadito che la proibizione a una ragazza sikh di portare a scuola il kara – il braccialetto sacro – configura un vero e proprio atto di discriminazione religiosa. Lo stesso non vale per la croce dei cristiani.
Dal pulpito della cattedrale di Saint Andrews, O’Brien ha invitato
tutti i credenti a portare «con orgoglio (proudly) un simbolo della croce sui propri indumenti ogni giorno per tutta la vita». «Io so – ha precisato il cardinale – che molti di voi già tengono indosso una croce di Cristo, non come ostentazione né come provocazione sul posto di lavoro o in un luogo di divertimento, ma come un semplice richiamo al valore del ruolo di Gesù Cristo nella storia del mondo, e come segno del fatto che state cercando di vivere secondo i princìpi cristiani la vostra esistenza quotidiana. Non posso non gridare la mia preoccupazione – ha proseguito – per il crescente fenomeno di marginalizzazione della religione, in particolare di quella cristiana, che si sta diffondendo in alcuni ambiti». Il cardinale ha poi concluso ricordando come «la Santa Pasqua sia il tempo ideale per ricordarci la centralità della croce nella nostra fede», e ribadendo la sua «speranza che un numero sempre maggiore di cristiani ricorra alla pratica devozionale di esibire, in modo semplice e discreto, un piccolo crocifisso come simbolo della propria fede».
Di fronte alla deriva persecutoria contro questo simbolo, che evidentemente continua a essere considerato stultitia gentibus, la provocazione risulta coraggiosa: ogni cristiano porti indosso il signum redemptionis. Ci sono due modi infatti per controbattere l’odio del mondo verso la Croce. Uno è quello di chi preferisce subire passivamente e in silenzio, quasi vergognandosi di quel simbolo di morte e risurrezione. C’è, invece, chi intende reagire, ricordando gli ammonimenti di san Paolo ai Galati: il cristiano non deve gloriarsi «nisi in cruce Domini nostri Iesu Christi». La Croce è, in realtà, l’unico motivo di vanto per i credenti. E i nuovi persecutori dovranno rendersene conto. 

Fabio Trevisan a Inchiostro Giallo, Orbassano

Il nostro caro Fabio Trevisan, cofondatore dei Gruppi Chestertoniani Veronesi e nostro affezionatissimo socio, sarà ad Orbassano alla Festa del Libro dal tema Inchiostro Giallo il 22 Aprile 2012 alle ore 21.00 per parlare assieme a Massimo Introvigne di Sherlock Holmes e Padre Brown, due modi di investigare il crimine.

Naturalmente sarà una serata indimenticabile e vi consigliamo di andarci!

giovedì 19 aprile 2012

Sabato 12 Maggio 2012 a Roma, sede de La Civiltà Cattolica - Seminario Chesterton e Come essere un «uomo vivo»

Ci saremo anche noi della Società Chestertoniana: ci sarà il nostro presidente per un saluto, ci sono molti di noi tra gli invitati a parlare. Per cui vi invitiamo ad essere presenti e a diffondere l'invito che ci arriva da La Civiltà Cattolica e dal G. K. Chesterton Institute for Faith and Culture. Ci saranno dei cari vecchi amici come padre Ian Boyd e Dermot Quinn, ovviamente.

Sabato 12 Maggio 2012

La Civiltà Cattolica e il G. K. Chesterton Institute for Faith and Culture organizzano


Alle ore 15.00, nella nostra (della Civiltà Cattolica) sede si terrà il


SEMINARIO CHESTERTON



in collaborazione con Associazione Culturale BombaCarta


Il seminario è una occasione di confronto e dialogo tra studiosi e appassionati dello scrittore inglese. La partecipazione è libera e aperta a tutti gli interessati. Interverranno:


Prof. Fabio Campinoti, docente
Dott. Paolo Gulisano, critico letterario
Dott.ssa Sabina Nicolini, critico letterario
Dott. Paolo Pegoraro, critico letterario
Prof. Dermot Quinn, professore presso la Seton Hall University (New Jersey) Prof. Edoardo Rialti, docente presso Olswa Unversity (Ontario)


Modera: Prof. Andrea Monda, presidente Associazione BombaCarta


Alle ore 18.00, seguirà la tavola rotonda sul tema:



G. K. CHESTERTON

COME ESSERE UN «UOMO VIVO»


Interverranno:
P. Ian Boyd C.S.B., presidente del Chesterton Institute Chesterton giornalista Dott.ssa Annalisa Teggi, traduttrice di Chesterton, Chesterton poeta


Dott. Ubaldo Casotto, giornalista, Chesterton saggista
Prof. Fabio Canessa,
docente e critico letterario, Chesterton «uomo vivo»


Modera: P. Antonio Spadaro S.I., direttore de La Civiltà Cattolica


Saranno presenti la Società Chestertoniana Italiana, esperti, e i principali editori delle opere di Chesterton in italiano 

Qualche volta arrivano buone notizie anche dall'Irlanda...

e ce le dà Angelino Bottone

http://www.irishtimes.com/newspaper/breaking/2012/0419/breaking14.html

Oggi è il 19 Aprile 2012 per cui...

... fanno sette anni esatti dall'elezione al Soglio di Pietro di Joseph Ratzinger, papa Benedetto XVI.
Che dire, se non grazie, mille volte grazie a Dio che ce l'ha dato?

mercoledì 18 aprile 2012

In occasione del settimo anniversario dell'elezione al Soglio di Pietro di Papa Benedetto XVI

"Le vie del Signore non sono comode, ma noi non siamo creati per la comodità, bensì per le cose grandi, per il bene". 

Benedetto XVI

Un aforisma al giorno (grazie, Annalisa Teggi)

«È abbastanza vero che ogni uomo deve avere un colpo di genio, perché ha solo un colpo in canna – e viene gettato nudo nella battaglia. La pretesa del mondo bussa direttamente alla sua porta. In breve (come suggerisce il libro del Successo) egli deve dare “il suo meglio”, e quanta poca parte di lui è “il suo meglio”! Il suo “discreto” è spesso molto meglio. Se è il primo violino, allora è costretto a suonare per sempre, dimenticandosi che è una gradevole e buona cornamusa, una bella e discreta stecca da biliardo, un fioretto, una penna a sfera, una partita a bridge, una pistola e un’immagine di Dio»


Gilbert Keith Chesterton, Cosa c'è di sbagliato nel mondo

Giovanni Lindo Ferretti su Avvenire - Se tutto crolla, forse è perché abbiamo edificato sulla sabbia

Se tutto crolla, forse è perché abbiamo edificato sulla sabbia

La pala eolica che, solitaria, s'ergeva sul nostro crinale è crollata schiantandosi sulla boscaglia. Per lo più immobile, nella sua superba inutilità, si stagliava contro il cielo come feticcio dei nuovi tempi già malandati. Monito per valligiani e turisti: «Convertitevi alla green economy, coltivate pannelli solari, innalzate pale, sacrificate al sole e al vento e sarete beneficiati da sussidi economici e onori mediatici». Qualche volta funzionava ed era la materializzazione di un incubo aereo, un vorticare metallico, un sordo affettare che attanaglia calando dall'alto. (...).

Il resto dell'articolo è qui.

Rassegna asiatica (da AsiaNews)


CINA - VATICANO
Liberati due vescovi sotterranei, ma molti sacerdoti vengono arrestati
di Wang Zhicheng
Mons. Shao Zhumin è stato arrestato per quattro settimane, interrogato, portato "in vacanza" lontano dalla sua diocesi, "consigliato" ad entrare nell'Associazione patriottica. Il modello da seguire: il vescovo scomunicato Lei Shiyin. Mons. Jin Lugang trattenuto per quattro giorni per non fargli celebrare il triduo pasquale con la sua comunità. Decine di sacerdoti sotterranei vengono trattenuti per settimane e sottoposti a "sessioni politiche". La sicurezza prima del Congresso del Partito comunista e il disegno di far scomparire la Chiesa sotterranea.
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17/04/2012
CINA
Pechino, chiede giustizia al governo: viene violentata dalla polizia
La pubblica sicurezza cinese - forte del nuovo diritto penale - arresta, violenta e condanna ai lavori forzati persino le donne disabili. I casi di Zhao Guixian e Zhu Guiqin.
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17/04/2012
CINA - USA
Cresce il debito Usa nelle mani della Cina. Scendono gli investimenti diretti dall'estero
Pechino possiede ora 1178,9 miliardi di dollari. Nel 2011 aveva ridotto la sua posizione, tornata ad aumentare quest'anno. Gli investimenti diretti stranieri sono scesi del 6,1%. La Cina sconta il rafforzamento dello yuan e la competizione di altri Paesi come Vietnam e Indonesia.
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17/04/2012
VIETNAM
Scrivono di scioperi e giustizia: il governo vietnamita processa tre blogger
Alla sbarra Nguyen Van Hai, Phan Thanh Hai e Ta Phong Tan per "propaganda contro il Partito unico comunista". Gli articoli apparsi sul sito web Free Journalist Club, che essi hanno contribuito a fondare. I legali nutrono "poche speranze" di evitare una condanna. Essi rischiano fino a 20 anni di galera.

martedì 17 aprile 2012

Vatican Insider Chestertoniano

Cari Amici della SCI,
vi invio il link a un articolo di Vatican Insider di Michelangelo Nasca in cui Joaquìn Navarro-Valls parla di Benedetto XVI. L'articolo comincia con una citazione di GKC.
Saluti chestertoniani,
Andrea Carbonari

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Un aforisma al giorno

Si troverà più e più volte, nella storia ecclesiastica, che la nuova partenza, l'innovazione audace, il partito progressista, dipese interamente dal Papa. Trovò ovvia resistenza più o meno negativa da parte dai vescovi, dai canonici, il clero in possesso in una soluzione politica e patriottica... In qualunque momento apparve, nella storia cattolica, un esperimento nuovo e promettente, più audace e più ampio e illuminato della routine esistente, quel movimento ha sempre finito per essere identificato con il Papato; perché il Papato da solo lo ha confermato contro l’ambiente sociale resistente che era a pezzi.

Gilbert Keith Chesterton, Chaucer

Un aforisma al giorno

Le bizzarrie non impressionano le persone bizzarre. Questa è la ragione per cui per le persone normali il tempo trascorre in maniera più eccitante, mentre la gente bizzarra sta sempre a lamentarsi della monotonia della vita.
Gilbert Keith Chesterton, Ortodossia

Un suggerimento da Annalisa Teggi (da Tempi): "Mi chiamo Susanna, ho la Sla e voglia di vivere. E vi scrivo con gli occhi"

http://www.tempi.it/mi-chiamo-susanna-ho-la-sla-e-vi-scrivo-con-gli-occhi#.T4rXRcoSO5s.twitter

lunedì 16 aprile 2012

Gianfranco Amato - L'incoerenza dell'autodeterminazione

da Cultura Cattolica: http://www.culturacattolica.it/default.asp?id=17&id_n=29823

Gianmaria Spagnoletti, nostro collaboratore, ci segnala un miracolo...


Che l'Espresso citi Chesterton per me è un miracolo.
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1350221

Un cordiale saluto
Gianmaria Spagnoletti

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Ma c'è un infiltrato nostro amico...!

L'Uomo Vivo


Da Tempi - Tremende Bazzeccole - Non siate schizzinosi. Il latte viene dalla mucca sporca, non dal negozio pulito (di Annalisa Teggi)

Ammettiamolo: meritocrazia è una parola brutta. È brutta perché sembra contenere una promessa di giustizia e di valorizzazione personale. Infatti la usano i politici. Tutti. È una parola trasversale, che mette d'accordo destra e sinistra e centro. Qualche sera fa sul palco di Bergamo, nella giornata della epocale pulizia leghista, Bobo Maroni ha creduto di sottolineare l'avvento di un nuovo inizio proclamando: «Meritocrazia e largo ai giovani!». Suona bene nel reame incantato e fantastico della politica; giurerei che anche la signora Susanna Camusso ruberebbe di bocca queste parole all'ex-ministro padano. E, se non altro, il fatto che una parola come «meritocrazia» stia sulla bocca di tutti i politici dovrebbe un po' metterci sul chi va là. Non perché sia clamoroso che i politici vadano d'accordo su qualcosa, ma proprio perché, in realtà e ahimé, sulle questioni davvero serie sono proprio tutti d'accordo nel farci vedere le cose dall'angolatura sbagliata. 

È una cosa davvero strana quanto consueta. Sebbene tutti noi abbiamo da un bel po' perso qualsiasi stima nei confronti di qualunque essere vivente si fregi del titolo di Onorevole, e siamo - direi - quasi tutti d'accordo sul fatto che se dovessimo andare a votare domani sarebbe dura (anche usando il criterio di "scegliere il male minore"), eppure continuiamo a pensare le cose in modo politico, o per dirla meglio, in politichese. Perché, in realtà, pensare le cose in modo politico - cioè pensare a noi in rapporto alla comunità in cui viviamo - è giusto; ma è sbagliato pensarle in politichese - cioè pensare a Noi in rapporto alla Comunità. 

Un idealismo distorto ci ha consegnato la più tremenda delle bugie: ci siamo convinti che il mondo, così com'è, è brutto. È accaduto semplicemente perché siamo arrivati a ritenere che sia vero quel cortocircuito del pensiero in base a cui, visto che le cose dovrebbero andare meglio, allora le cose così come sono non vanno bene, nel senso che sono sbagliate. La tensione alla compiutezza è ciò che definisce la nostra stessa natura di uomini e si manifesta concretamente nel nostro indaffararci verso un miglioramento (in qualsiasi ambito e contesto, dal risparmiare per poter aggiustare la lavatrice fino alle scelte che impongono al nostro pensiero il problema della felicità). Ma ci siamo dimenticati che incompiutezza non è mai stato sinonimo di sbaglio. Il sentimento di una mancanza è un punto di vista positivo su ciò che ci manca, non un giudizio negativo su ciò che già c'è. Questo è il cortocircuito da disinnescare, perché se puntiamo l'arma del merito e del meglio verso la nostra quotidianità non può che derivarne un assassinio. O meglio un suicidio, un negarci le cose che bene-o-male ci sono.

E non posso che definire un suicidio quel che ho letto in uno dei blog al femminile del Corriere dalla voce di un padre che ha commentato il post "Perché il matrimonio fa paura?" scrivendo: «Da padre di famiglia e marito posso dire che, se potessi tornare indietro, me ne guarderei bene dal mettere al mondo mio figlio (che adoro ma proprio perché gli voglio bene non dovrebbe vivere in un mondo come questo), dal prendere moglie (disoccupata da 6 anni e oggi, a 50 anni, la guardano come se fosse una pazza a voler lavorare, anche solo come donna delle pulizie). Fossi single potrei vivere col mio stipendio senza dover rinunciare a tutto (ferie, dentista, cinema, cene fuori, sere con amici, un paio di scarpe, tagliando per l'auto ecc …)».

Non mi sogno neanche lontanamente di ridicolizzare quello che ho appena riportato, lo prendo sul serio perché non sono estranea dal cadere in queste trappole del pensiero e dico che questo è parlare senza ascoltarsi; è parlare di Noi e non di noi. Con altrettanta serietà sono convinta che lo stesso uomo preso in un momento diverso, meno riflessivo ed equilibrato - diciamo: sul divano di casa, al rientro da una pessima giornata lavorativa, con la moglie che brontola in cucina e il figlio super-mega-attivo che gli racconta ogni dettaglio della gita alla fattoria - sarebbe talmente poco lucido, e perciò molto assennato, da accorgersi che single vuol dire "solo". Ecco, quello che dobbiamo fare è costringerci ad essere talmente stanchi da smettere di essere riflessivi ed equilibrati. La scena che ho appena descritto è uno degli spunti più comuni che troviamo in tanti sketch comici: la moglie petulante, il bambino iperattivo e combina disastri, il marito stanco e spiaggiato sul divano a implorare: «Ah! Se fossi single…». E non credo che queste scenette ci facciano ridere perché siamo davvero convinti che quell'uomo sarebbe più felice da single.

In effetti, l'umorismo è forse la giusta chiave di accesso per smontare quella inconsistente e falsa illusione sul mondo "che va male e quindi è sbagliato". Nonostante tutto, noi non ci siamo davvero dimenticati di ciò che è sacrosantamente sano e vero per noi (e non per Noi). E, infatti, ce ne ricordiamo quando ridiamo. Non mi riferisco però ai quei seriosi paladini della Satira che riescono sì e no a strapparci qualche sorrisetto ridicolizzando le miserie del nostro paese e lasciandoci un vago retrogusto amaro nella testa e nel cuore. Mi riferisco ai comici veri e propri, quelli che ci fanno ridere con la pancia e che sguazzano nei luoghi comuni più comuni. Mi riferisco all'automobilista milanese perennemente inc… oppure al postino pugliese sfaccendato che reclama il diritto ad avere almeno un giorno di ferie all'anno, dopo averne trascorsi 364 in malattia. 

Questa è sempre stata la giusta angolatura per guardare le cose del mondo, è quel sentimento del contrario - direbbe Pirandello - per cui guardandoci in faccia dal di fuori ci vien da ridere. E la risata di pancia proclama che noi, in fondo in fondo, abbiamo ancora un'altissima e sana coscienza di noi stessi - che non è meritocratica. Perché quando noi ridiamo per il marito vittima della domesticità, per l'automobilista milanese e per il postino pugliese non stiamo in prima istanza pensando che c'è qualcosa di meglio della famiglia, occorrerebbe migliorare la circolazione milanese e che la gestione degli uffici pubblici dovrebbe essere più meritocratica. Ridiamo perché ci riconosciamo nell'uomo medio. Ridiamo perché ci riconosciamo nell'uomo comune che saltellando e inciampando si è sempre barcamenato tra il lavoro e i fatti della vita. E ridiamo perché l'uomo comune ci piace così com'è. E ridiamo perché, in fondo e comunque, non lo vorremmo vedere cambiato di una virgola. Non ci vivremmo mai in un mondo perfetto fatto di automobilisti cortesi e postini stacanovisti. Che non è in contraddizione col dire che non vogliamo neppure vivere in un mondo pieno di pirati della strada e di falsi invalidi.

La regola sul meglio e sui meriti possiamo tollerarla entro i cancelli del regno delle leggi di mercato e dei concorsi e del lavoro. Insomma, in quella poca parte di noi in cui per tenere in piedi le cose dobbiamo costringerci all'efficienza (altra parola brutta). Così mi ha insegnato il signor Chesterton, facendomi proprio notare che - in effetti - "il meglio di me" è così poca parte di me, e forse non è neppure la parte più simpatica e significativa di me. 

«È abbastanza vero che ogni uomo deve avere un colpo di genio, perché ha solo un colpo in canna – e viene gettato nudo nella battaglia. La pretesa del mondo bussa direttamente alla sua porta. In breve (come suggerisce il libro del Successo) egli deve dare "il suo meglio", e quanta poca parte di lui è "il suo meglio"! Il suo "discreto" è spesso molto meglio. Se è il primo violino, allora è costretto a suonare per sempre, dimenticandosi che è una gradevole e buona cornamusa, una bella e discreta stecca da biliardo, un fioretto, una penna a sfera, una partita a bridge, una pistola e un'immagine di Dio» (da Cosa c'è di sbagliato nel mondo).

Per migliorare davvero le cose e in modo politico occorre non essere schizzinosi, il nostro contributo è richiesto ed è richiesto tutto; molte delle cose buone che quotidianamente facciamo sono frutto del nostro "discreto" se non persino del nostro "peggio". E, per usare ancora una volta un'immagine del signor Chesterton, ridursi a ragionare in modo astrattamente meritocratico sulle cose significa diventare come quella gentildonna inglese che si lamenta, scoprendo improvvisamente che il latte viene da una mucca sporca e non da un negozio pulito. 

Buon compleanno, Vostra Santità!

Ad multos annos!

Che il Signore Nostro Gesù Cristo la conservi e la sostenga!

sabato 14 aprile 2012

Neil Gaiman, l'autore di Coraline, spiega il suo interesse per JRRT, CSL e GKC

http://journal.neilgaiman.com/2012/01/speech-i-once-gave-on-lewis-tolkien-and.html

Vi abbiamo più volte parlato dell'interesse di Neil Gaiman per GKC.

Ora, nel suo sito, abbiamo scoperto questo discorso dato da Gaiman nel 2004 ad un incontro della Società Mitopoietica in cui l'autore di Coraline spiega il suo interesse per Tolkien, Lewis e Chesterton, colorando il tutto con particolari autobiografici.

In pratica Chesterton è stato scoperto a scuola mentre si faceva passare un falso mal di testa in biblioteca...!

Qui sopra il collegamento.

venerdì 13 aprile 2012

Errico Buonanno descrive il Titanic in settanta tweet e chi ci scappa? GKC, of course.

Qui:

http://www.google.it/search?q=chesterton&ie=UTF-8&oe=UTF-8&hl=it&client=safari

Radio Vaticana sul libro di Andrea Monda "Benedetta umiltà"

D. - "L'umiltà accompagna ogni grande gioia della vita con la precisione di un orologio", diceva Chesterton, uno degli autori preferiti di Joseph Ratzinger. Il Papa è davvero un uomo gioioso...

R. - Spesso il Papa cita Chesterton, questo scrittore inglese umorista, che è poi il grande cantore della gioia. Se andiamo a vedere proprio la parola "gioia" nel linguaggio e nei discorsi di Benedetto XVI, potremmo scoprire che, forse, è la parola più volte ricorrente! E' il grande Papa della gioia, io dico addirittura il grande Papa dell'umorismo, di quest'umiltà e di quest'umorismo che vanno insieme, perché provengono entrambe da "humus", ossia dalla terra. Questa semplicità di Ratzinger la vediamo anche quando parla, perché lo fa con poche parole - le sue Encicliche sono brevi, così come i suoi discorsi -, ma queste sono così nitide e così chiare perché hanno a cuore soltanto un punto essenziale: direi che questo è un Papa dell'essenza delle cose, va cioè sempre all'essenza di tutti i discorsi. Lo ha detto bene nel libro-intervista "Luce del mondo" quando afferma che "il filo conduttore della mia vita è questo: il cristianesimo dà gioia ed allarga gli orizzonti". In questa piccola frase c'è già, in nuce, tutto il Pontificato: da una parte l'annuncio della gioia cristiana, che Cristo è risorto e vince la morte, e dall'altra che questa gioia non toglie nulla all'uomo ma, addirittura, gli fa allargare i propri orizzonti. (vv)

Qui il resto dell'articolo:

http://www.oecumene.radiovaticana.org/it1/articolo.asp?c=579227

giovedì 12 aprile 2012

Omaggio al Papa | Invito per il 16 aprile, a Roma





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La RAI fa un'indagine sul libro cristiano che ci ha cambiato la vita...

http://raivaticano.blog.rai.it/2012/04/10/il-libro-cristiano-che-vi-ha-cambiato-la-vita/

Qui trovate un'interessante iniziativa della RAI. Il libro cristiano che ti ha cambiato la vita. Nella pagina che abbiamo dal collegamento trovate anche questo:


"Molti tra noi hanno incontrato un libro simile, e spesso si tratta di un testo di ispirazione cristiana. Il Vangelo, naturalmente. E poi gli scritti dei padri della Chiesa, come Tommaso e Agostino. Ma non è a questi fulgidi esempi che stiamo pensando adesso. Pensiamo invece – anche – alle opere di C.S. Lewis, di G.K. Chesterton o del cardinale Newman. Oppure a Pascal, a Kierkegaard, a Bernanos, a don Milani, a Solovev, a Maritain, a Gilson, a Stein e (perché no?) a Camus e a Nietzsche. Ma anche a Dostoevskij o a Tolstoj, a Manzoni o a Romano Guardini. O persino a narratori e filosofi sconosciuti ai più. E poi ai santi, le cui opere sono al tempo stesso inesauribili miniere di spiritualità, devoti omaggi al Trascendente e saggi di grande letteratura: Angela da Foligno, Caterina da Siena, Alfonso Maria de’ Liguori, Caterina Emmerich…".

Visto che se ne parla...

Dite la vostra!

Il nostro Paolo Gulisano su GKC, Padre Brown, Passione Chesterton e altro ancora (Da Il Sussidiario)

«Negli ultimi anni stiamo assistendo ad un grande revival editoriale di Chesterton. Molti dei suoi titoli erano scomparsi dai cataloghi degli editori, mentre ora si sta tornando a pubblicare diversi suoi testi, anche assolutamente inediti. E’ certamente significativo questo ritorno di Chesterton, soprattutto perché a mio avviso si tratta di uno scrittore di cui oggi si ha più che mai bisogno». Paolo Gulisano, scrittore ed esperto di letteratura e cultura anglosassone, ci parla della vita e della carriera di Gilbert Keith Chesterton, scrittore, giornalista e aforista inglese nato a Londra nel 1874 e morto a Beaconsfield nel 1936. La Sala del Centro Culturale di Roma di via Marcello Malpighi 2 ospiterà il prossimo 13 aprile, alle ore 18.30, l’incontro “Passione Chesterton”, dedicato proprio al celebre scrittore inglese. «Qualcuno ha detto che Chesterton appartiene ad un’epoca passata, - ci spiega ancora Gulisano - chiedendosi chi ancora oggi possa leggere i suoi scritti, cercando in questo modo di giustificare la scelta di molti editori di non pubblicarlo più. E’ vero che Chesterton appartiene a un’epoca e un mondo culturale come quello inglese che forse appare lontano dal nostro, ma il suo pensiero è mai quanto oggi attuale».
Come fu la giovinezza di Chesterton?
Chesterton nasce nel 1874 a Londra, figlio dell’epoca vittoriana in cui l’impero britannico rappresentava la prima superpotenza mondiale. Crebbe in una famiglia borghese benestante ed ebbe un’infanzia molto felice, forse anche troppo, perché poi quasi per contrasto nella giovinezza andò incontro ad una forte depressione, una crisi profondissima che iniziò poco dopo aver iniziato l’università.
Come mai?
Chesterton faceva fatica a superare gli esami, nonostante non avesse alcun tipo di problema, ed entrò così in una crisi esistenziale che si ripercosse anche sulla sua persona: era infatti già un ragazzo molto alto, più di un metro e novanta, e a un certo punto il suo corpo esplose letteralmente anche in larghezza fino a raggiungere un peso di circa 150 chilogrammi. Tutto questo, all’età di vent’anni, non era facile da gestire e da vivere, e nello stesso tempo anche le esperienze di fallimento universitario contribuirono a portare Chesterton in una sorta di tunnel della depressione, in cui accarezzò perfino l’idea del suicidio.
Come ne uscì?
Ebbe modo di leggere un Libro della Bibbia che lo colpì particolarmente e che lo aiutò ad uscire da quella difficile situazione: il Libro di Giobbe, il libro del dolore dell’uomo innocente, che non ha fatto niente per meritare tutto quello che gli accade. Quel libro lo illuminò, anche perché una cosa che in quella fase angosciava Chesterton era l’idea che per diventare grandi occorresse rinunciare alla condizione di semplicità e di innocenza dell’infanzia. Il suo timore nasceva dal pensiero che per entrare nel mondo adulto bisognasse perdere quello sguardo da bambino sulle cose, ma presto si rese conto che poteva invece essere conservato e salvato solo dal Cristianesimo.
In che modo arrivò a questo pensiero?
Chesterton abbandonò l’università senza troppi rimpianti e si mise a fare quello per cui si sentiva davvero chiamato, cioè il giornalista. Cominciò quindi a scrivere e a disegnare per diversi giornali, visto che era anche un abile vignettista, e nel giro di pochi anni divenne una delle penne più famose di tutta l’Inghilterra. Nell’ambito del giornalismo incontrò poi una persona, che sarebbe presto diventato il suo migliore amico, vale a dire Hilaire Belloc, un anglofrancese che per lui divenne un punto di riferimento. Basti pensare che fu proprio il grande drammaturgo angloirlandese George Bernard Shaw, con cui spesso Chesterton e Belloc incrociarono le spade della polemica, a chiamare i due scrittori “Chesterbelloc”, come fossero una specie di unico animale a otto zampe.
E fu Belloc a far scoprire il cattolicesimo a Chesterton?
Sì, ma Chesterton impiegò molti anni ad arrivare alla conversione, che avvenne nel 1922. Nonostante questo, anche il personaggio più fortunato inventato da Chesterton, Padre Brown, il prete detective, fu creato quando ancora lo scrittore non era formalmente cattolico.
Cosa fece Chesterton dopo aver interrotto l’attività giornalistica?


Dopo il giornalismo, che gli aveva fatto guadagnare una notevole notorietà, Chesterton scrisse anche molti romanzi, come L’uomo che fu Giovedì, in cui faceva grande uso della fantasia, dell’immaginazione e del paradosso. Tra l’altro aprendo anche la strada al buon uso della fantasia e dell’immaginazione, che poi nel corso del XX secolo avrebbero adottato anche grandi scrittori inglesi come Tolkien, che fu lettore attento di Chesterton. I due non si incontrarono mai, ma Tolkien lasciò nei suoi scritti numerosi riferimenti a Chesterton.
Cosa può dirci invece di Padre Brown?
Padre Brown è un prete investigatore, il protagonista dei romanzi gialli di Chesterton. Molti critici storsero il naso per la sua scelta di occuparsi di generi letterari popolari, ma Chesterton affermava invece con forza la necessità di scrivere innanzitutto per il lettore e non per i critici. E visto che il giallo era il tipo di narrativa più letto e più in voga tra la gente, decise di scriverne per riuscire ad arrivare davvero a tutti, e comunicare qualcosa di grande, cioè quello che aveva dentro da quando aveva conosciuto il cristianesimo.
Che tipo è Padre Brown?
Padre Brown è un investigatore che però non si occupa solo di misteri banali, ma investiga sostanzialmente su quel Mistero con la “m” maiuscola. I gialli di Chesterton non sono semplicemente dei romanzi per far trascorrere al lettore qualche piacevole ora, ma sono un modo per calarsi veramente fino al fondo della realtà. Padre Brown non è la caricatura di un prete, ma è un prete vero, a 360 gradi, e proprio per questa sua capacità di calarsi nel grande Mistero riesce anche ad affrontare tutte le avventure di cui è protagonista.
Cosa può dirci della sua grande passione per Chesterton?  
Sono vicepresidente della Società Chestertoniana Italiana, composta principalmente da lettori, appassionati e cultori di Chesterton. Inoltre recentemente ho voluto riprendere in qualche modo il lavoro di Chesterton, che a un certo punto della sua carriera aveva lasciato da parte Padre Brown per dedicarsi ad altre cose. Così ho pubblicato un romanzo (Il destino di Padre Brown, SugarCo Editore, ndr) in cui riprendo il celebre personaggio, là dove Chesterton lo aveva lasciato, dando vita a nuove sue avventure.

(Claudio Perlini)

Bangladesh: Ex imam si converte al cattolicesimo. Ridotto in fin di vita


di Maria Gomes

Dhaka (AsiaNews) - "Io credo in Cristo, l'ho accolto. È il mio salvatore". Vincent (nome fittizio per motivi di sicurezza) è un ex imam bengalese che si è fatto cattolico, e per questo è stato perseguitato in modo durissimo dalla sua comunità d'origine. Il suo cammino di conversione è iniziato all'estero, lontano dal Bangladesh. Una Chiesa presbiteriana l'ha battezzato. Poi, l'amore per una cattolica, culminato nel matrimonio, l'ha spinto a diventare cattolico. Ma una volta tornati in Bangladesh, Vincent e sua moglie hanno trovato un'accoglienza fatta di violenza e minacce. Alcuni membri della sua comunità lo hanno picchiato e ridotto quasi in fin di vita.

Il Bangladesh considera l'islam religione di Stato, ma la sua Costituzione non riconosce la shari'a e garantisce piena libertà di culto. Questo lo rende uno dei Paesi musulmani più aperti, dove le conversioniavvengono in un clima di generale tolleranza. Eppure, il predominio sociale e culturale della religione islamica è tale da spingere la comunità d'origine a esercitare pressioni di vario genere. A volte, è il notaio che si rifiuta di firmare il documento che attesta l'avvenuta conversione. Altre, come nel caso di questo ex imam, sono violenze fisiche e psicologiche.

Dopo quasi due mesi di ospedale, Vincent esce e torna a casa. Ma proprio quei musulmani che un tempo lo seguivano e lo stimavano come imam, ancora non accettano la sua nuova "condizione". Così, dalle botte si passa ad altre forme di aggressione. Insieme alla moglie, Vincent incontra un forte ostracismo sociale, che lo costringe a cambiare più volte casa. Perde anche il lavoro, e si ritrova ad arrabattarsi come può per sopravvivere.

Oggi, è un uomo molto tormentato. Ma questo rifiuto totale da parte della sua comunità originaria non l'ha allontanato da Gesù, e continua ad andare in Chiesa con più forza di prima. E ripete: "Credo in Cristo, in Lui sono rinato. È il mio salvatore".

Da Asia News del 3 aprile 2012 

Altra rassegna...

A ROMA 94 EMBRIONI MUOIONO PERCHE' IL CONGELATORE SI GUASTA: ECCO QUELLO CHE NON DICONO TV E GIORNALI
Anche se tutto fosse ''andato bene'' ne sarebbero comunque morti un'ottantina perché se una legge apre alla fecondazione artificiale, anche solo omologa, non può impedire le aberrazioni conseguenti
Autore: Mario Palmaro - Fonte: La Bussola Quotidiana
LEGGI >>> http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=2235 

IL PROSSIMO LIBRO DI COSTANZA MIRIANO: ''VOI MARITI SIATE PRONTI A MORIRE PER LE VOSTRE MOGLI, COME CRISTO HA DATO LA VITA PER LA CHIESA''
La donna tende al controllo, l'uomo all'egoismo: e allora bisogna ricordare all'uomo qual è la sua chiamata, quella all'eroismo
Autore: Isabel Molina - Fonte: www.costanzamiriano.wordpress.com
LEGGI >>> http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=2232 

ENZO BIANCHI CONTESTA BENEDETTO XVI, SAN TOMMASO D'AQUINO E I MARTIRI DI TUTTI I TEMPI
E' solo laureato in economia e commercio, ma predica esercizi spirituali ai vescovi, è onnipresente in radio e televisione ed è lodato da Eugenio Scalfari, direttore de La Repubblica
Autore: Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro - Fonte: Corrispondenza Romana
LEGGI >>> http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=1438 

LA PILLOLA DEI 5 GIORNI DOPO, DA OGGI DISPONIBILE IN ITALIA, E' POTENZIALMENTE ABORTIVA: EPPURE LA RAI FA PROPAGANDA NEGANDO QUESTO DATO SCIENTIFICO
Come già successo per la pillola del giorno dopo, si nasconde alle donne la verità: vi proponiamo al termine dell'articolo il testo di un volantino divulgativo per fare controinformazione
Autore: Renzo Puccetti - Fonte: La Bussola Quotidiana
LEGGI >>> http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=2234 

VOGLIAMO COSTANZA MIRIANO COME PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Napolitano propone una donna per il Quirinale: c'è chi dice Emma Bonino... ma chi rappresenta Emma Bonino? Quasi nessuno la vota nonostante la grande visibilità sui media...
Autore: Marco Mancini e Marco Piazza - Fonte: Campari e de Maistre
LEGGI >>> http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=2231 

DISINFORMAZIONE, CULTO DEL FETO PERFETTO E AMPLIFICAZIONE DEL RISCHIO: SE IL MEDICO CONSIGLIA L'ABORTO CONTATTA IL TELEFONO ROSSO (06 305 00 77)
L'anno scorso 5.400 donne si sono rivolte al servizio del policlinico Gemelli che ha messo a loro disposizione la conoscenza basata su dati scientifici robusti e rigorosi
Fonte: Noia prenatalis
LEGGI >>> http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=2233 

Rassegna stampa - Tristezze in salsa abortista ma non solo

12 Aprile 2012 - Avvenire
Fecondazione Artificiale
In ogni embrione c'è già tutto 172 KB

12 Aprile 2012 - Vita
Ellaone
SI fermi la vendita 153 KB

12 Aprile 2012 - Vita
Fecondazione Artificiale
Paternit a pagamento 218 KB

12 Aprile 2012 - Avvenire
Matrimonio
Sposi per forza 182 KB

lunedì 9 aprile 2012

Gianfranco Amato, Ancoar censure ai cristiani

Un ennesimo episodio di cristianofobia in GB: http://www.corrispondenzaromana.it/cristianofobia-sant%E2%80%99ignazio-di-loyola-censurato-in-ospedale/



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Società Chestertoniana Italiana
Via San Pio X, 4/C
63074 San Benedetto del Tronto (AP)
http://uomovivo.blogspot.com
C.F.: 91022790447  ccp 56901515

"Quando vale la pena di fare una cosa, vale la pena di farla male".

(G.K. Chesterton)

Ancora su Stevenson


http://www.articolotre.com/2012/04/linedita-biografia-su-stevenson/75151

Buona Pasqua
MGG



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Società Chestertoniana Italiana
Via San Pio X, 4/C
63074 San Benedetto del Tronto (AP)
http://uomovivo.blogspot.com
C.F.: 91022790447  ccp 56901515

"Quando vale la pena di fare una cosa, vale la pena di farla male".

(G.K. Chesterton)

venerdì 6 aprile 2012

Felici e imperfetti, segnalazione di Annalisa Teggi

Rubbettino lancia in libreria Stevenson e una vecchia conoscenza, Una breve storia d'Inghilterra

Dal sito di Rubbettino Editore

È previsto per il 19 aprile l'evento letterario che non mancherà di suscitare l'interesse dei numerosi chestertoniani italiani: il lancio in libreria di due volumi del celebre inglese ovvero Robert Louis Stevenson e Una breve storia d'Inghilterra. L'eccezionalità è data non solo dal duplice lancio (peraltro nella prestigiosa collana "Le bighe" che annovera una notevole serie di classici) ma dal fatto che uno dei due volumi, la biografia di Stevenson, esce addirittura in anteprima assoluta in italiano, non essendo stato il testo finora mai tradotto nella nostra lingua. Ecco i due testi nel dettaglio:

Robert Louis Stevenson, introduzione di Pietro Federico, traduzione di Valentina Vetri

Gilbert K. Chesterton dedicò questa importante biografia letteraria finora inedita in Italia a Robert Louis Stevenson, l'autore de L'isola del tesoro e de Lo strano caso del Dr. Jekyll e di Mr. Hyde. Da questo straordinario saggio, Stevenson emerge come un testimone inconsapevole di verità, "un pagano altamente onorevole, responsabile e valoroso, in un mondo traboccante di pagani che erano per la maggior parte molto meno cavalieri e onorevoli".

Di più, Chesterton lo considera alla stregua di un teologo cristiano che restituisce nei suoi personaggi votati all'avventura l'inquietudine della Caduta e la moralità della ricerca di senso in un mondo che attende di essere esplorato. L'intera sua opera appare a Chesterton una difesa della possibilità di essere felici, e una risposta alla domanda di felicità dell'uomo, che può essere assolta solo ritornando piccoli e capaci di stupore. Il brusco ritorno alla semplicità dell'infanzia, come espressione del profondo desiderio di raggiungere la felicità. È un fatto ricorrente in tutta la storia umana. E in questo sta, per Chesterton, "l'importanza del posto che Stevenson occupa nella storia letteraria".

Una breve storia d'Inghilterra, traduzione e cura di Paolo Allegrezza

In questo libro scritto nel pieno della prima guerra mondiale l'autore racconta la formazione della nazione inglese. Non un testo per specialisti ma l'intervento di uno dei più importanti intellettuali inglesi del tempo che sente il bisogno di scrivere per illuminare il lato nascosto, dimenticato della storia del suo paese. Due i bersagli polemici scelti: il primo si connette alla falsa origine anglosassone del popolo inglese sovrapposta dagli storici dell'800, con un'abile operazione culturale, al passato romano e cristiano, il secondo concerne il controverso ruolo assunto dall'aristocrazia nel '700; se per un verso fu la protagonista della definitiva affermazione del parlamento e della costruzione dell'impero, per un altro legò sempre più le sorti del paese alla Germania contribuendo al definitivo distacco dell'Inghilterra dalle sue origini cristiane. L'altro passaggio cruciale è identificato nel Medio Evo che rappresenta per Chesterton il periodo negletto, rimosso della storia inglese, tutt'altro che una parentesi oscura ma la felice stagione della fioritura dei monasteri, delle gilda, delle libertà locali; una straordinaria civiltà cui l'avvento del capitalismo pose bruscamente fine; un Medio Evo considerato non come una mitica era di spiritualismo e religiosità, ma colto nelle sue realizzazioni materiali, nei suoi delicati equilibri sociali e istituzionali, nella prevalenza dello spirito di comunità e solidarietà. A tutto ciò si contrappone la storia dei vincitori, di cui è un'immagine l'universo disumanizzante del diciannovesimo secolo, allorché l'adozione anche in Inghilterra del modello sociale bismarkiano non fa che confermare la deriva individualista ed il ruolo dominante delle èlites. Un testo nato da un'esigenza morale prima che storica che, tuttavia, rimane molto chestertoniano per la leggerezza, il gusto per il paradosso, lo stile brillante, la visionarietà.