Gli uomini sono governati, oggi come oggi, dall'orologio, da bugiardi che rifiutano loro le notizie e da sciocchi che non sanno governare.
Gilbert Keith Chesterton, Utopia degli usurai.
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Questa è la prima edizione uscita in America. |
Società Chestertoniana Italiana
Gli uomini sono governati, oggi come oggi, dall'orologio, da bugiardi che rifiutano loro le notizie e da sciocchi che non sanno governare.
Gilbert Keith Chesterton, Utopia degli usurai.
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Questa è la prima edizione uscita in America. |
Tutte le cose buone sono una cosa sola. I tramonti, le scuole di filosofia, i bambini, le costellazioni, le cattedrali, le opere, le montagne, i cavalli, le poesie: tutto questo non è che un travestimento. Una cosa sola cammina sempre in mezzo a noi in un abito di fantasia, nel mantello grigio di una chiesa o in quello verde di un prato. È sempre dietro, la sua forma fa cadere le pieghe in modo superbo. Questo è ciò che intuirono gli antichi selvaggi Ebrei, soli tra le nazioni, e il motivo per cui il loro rude dio tribale è stato eretto sulle rovine di tutte le civiltà politeiste. I Greci, i Normanni e i Romani, infatti, vedevano le guerre superficiali della natura e facevano del sole un dio, del mare un altro, del vento un terzo. Non erano entusiasti, come lo fu qualche rude israelita, una notte nelle lande desolate, da solo, dall'idea improvvisa e sfolgorante che tutti fossero lo stesso Dio: un'idea degna di un romanzo poliziesco.
Gilbert Keith Chesterton, Lettera a Frances Blogg, 1899, in Maisie Ward, Gilbert Keith Chesterton.
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Gilbert e Frances più o meno all'epoca di questa lettera. |
C'è una cosa che spesso viene chiamata progresso, ma che si verifica solo in condizioni noiose e stantie: in realtà non è un progresso, ma una sorta di plagio strisciante. Portare sempre più avanti la stessa moda non è segno di energia, ma di stanchezza. Si può immaginare che nel fantastico declino di qualche civiltà cinese si possano trovare cose che aumentano automaticamente, semplicemente perché tutti hanno dimenticato a cosa servivano. I cappelli potrebbero essere più grandi degli ombrelli, perché tutti hanno dimenticato di indossarli. I bastoni da passeggio potrebbero essere più alti delle lance, perché nessuno ha mai pensato di portarli a spasso. La mente umana non va mai così veloce, se non quando è entrata in un solco.
Gilbert Keith Chesterton, The Living Age, 21 agosto 1909.
https://www.tempi.it/immigrazione-e-liberta-di-rimanere-occorre-ricostruire-una-vita-comunitaria/
Anni fa in questo post vi spiegammo la storia della famosissima foto ritraente Chesterton, Shaw e Belloc (in realtà, come vedrete andando a visitare nuovamente il post - fatelo! -, ne esistono diverse da differenti punti di vista, segno della presenza di numerosi fotografi, segno quest'ultimo dell'importanza dell'evento).
Il viaggio è giunto al termine, i nostri eroi sono a casa ma si è già acceso il fuoco della speranza e s'è ravvivato quello dell'amicizia, nata ormai dieci anni fa grazie al caro Stratford Caldecott che dal cielo sarà molto contento di tutto questo, forse quando scrisse quella riga su Facebook letta e presa sul serio non se lo sarebbe mai immaginato.
A questo proposito ripropongo qualche vecchia immagine per far capire come quest'amicizia abbia radici profonde (vi dirò che un pochino mi commuovono):
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Un giovanissimo John Kanu tra il 1999 e il 2002 con Natal'ja Trauberg, traduttrice in lingua russa dell'opera di Chesterton, a Oxford nella vecchia sede della Chesterton Library. |
Qui siamo nel 2013 a Ferrara, durante un incontro con il compianto mons. Luigi Negri, all'epoca amato arcivescovo di Ferrara - Comacchio. |
Qui siamo a San Benedetto del Tronto nel 2016, in occasione del secondo viaggio di John in Italia, dopo l'arrivo del primo container in Sierra Leone. John spiegò il suo metodo. John è convincente. |
E qui siamo nel 2013, quando imponemmo il "ciribillo" (una spilla circolare con l'effige di Pier Giorgio Frassati) a John, segno dell'appartenenza alla nostra compagnia (che in fondo è una tribù!). |
Qui nel 2013 a San Benedetto del Tronto con Padre Cassian Folsom, fondatore del Monastero di San Benedetto in Monte a Norcia. |
La bandiera della Sierra Leone distributista tessuta per noi dai ragazzi di John Kanu. |
E qui l'uomo che ha reso possibile tutto, Stratford Caldecott (con il nostro Angelo Bottone in veste di traduttore e conferenziere), a San Benedetto del Tronto nel 2012. |
Ecco la cronaca del 19 Settembre 2023:
http://piergiorgiofrassati.blogspot.com/2023/09/viaggio-in-sierra-leone-diario-di-bordo_20.html
ed ecco la cronaca del 20 Settembre 2023:
http://piergiorgiofrassati.blogspot.com/2023/09/viaggio-in-sierra-leone-diario-di-bordo_21.html
Spero che tutto questo convincerà i più scettici che il distributismo è la vera ed unica strada per la serenità, per uno sviluppo a misura d'uomo, per costruire nazioni che abbiano un giusto benessere senza sfruttamento verso nessuno, proprio nessuno, per costruire una societas christiana. Io personalmente ci credo fermamente, vorrei convincere ognuno di voi. Spero che i miei amici che sono stati in Sierra Leone lo sappiano fare meglio di me.
Marco Sermarini
I nostri amici chestertoniani Giorgio, Kevin e Ciccio hanno vissuto giornate intense e ora che sono tornati contano di dare seguito a quanto hanno visto e vissuto.
Credo si possa dire serenamente che hanno ricevuto molto più di quello che hanno ed abbiamo dato.
Quelli che ancora credono nel capitalismo o nel dirigismo statale e non hanno visto quello che hanno visto i nostri amici credo che rimarranno sulle loro miopi posizioni. Leggere questi racconti, guardare quelle foto è di aiuto per chi vuole capire che il distributismo in atto, non quello da tastiera, è l'unica vera speranza.
Questa che segue è la quarta puntata del diario di bordo dei nostri eroi:
Questa è la quinta:
http://piergiorgiofrassati.blogspot.com/2023/09/viaggio-in-sierra-leone-diario-di-bordo_19.html
E questa è la sesta:
http://piergiorgiofrassati.blogspot.com/2023/09/viaggio-in-sierra-leone-diario-di-bordo_55.html
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John nel suo villaggio natale, Kabonka, come dice lui "in the middle of nowhere" (ma per lui è sempre casa e ci torna spesso... radici profonde non gelano...). |
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John e suo zio, l'ultimo superstite del villaggio tra coloro che decisero di mandarlo a studiare finanziandolo con enormi sacrifici. |
Cari chestertoniani vicini e lontani,
Vi comunico due cose,