Oggi potrebbe arrivare l'ultima parola. Il verdetto definitivo, quello della Cassazione, sulla vicenda di Eluana Englaro. La Consulta è chiamata a decidere sul ricorso della procura generale di Milano contro il provvedimento con cui, lo scorso luglio, la Corte d’Appello civile ha autorizzato il padre della donna, Beppino, a interrompere l’alimentazione e l’idratazione artificiali che tengono in vita la figlia in stato vegetativo permanente da quasi 17 anni. Stamattina i giudici della Suprema Corte si riuniranno a sezioni unite per decidere se dichiarare inammissibile o rigettare l’istanza del sostituto pg milanese Maria Antonietta Pezza oppure se accoglierla e rinviare ancora una volta il caso a un nuovo collegio della Corte d’Appello civile.
Il padre "Dopo la sentenza di un anno fa e il decreto di luglio non si può non attendere un provvedimento sullo stesso livello. Si sono espressi al massimo livello e anche ora si esprimeranno al massimo livello" va ripetendo Beppino Englaro. Lui, che da ieri è a Roma, e oggi sarà a fianco dei suoi avvocati, Franco Angiolini e Marco Cuniberti, e al curatore speciale di Eluana, l’avvocato Franca Alessio. E' lì per far "rispettare", attraverso i suoi legali, il volere della figlia che, a suo dire, non avrebbe mai accettato di rimanere nelle condizioni in cui si trova perché "non sarebbe stato, per lei, un vero vivere, perché per lei solo una vita piena merita di essere vissuta".
L'udienza Davanti alla Suprema Corte, presieduta dal primo presidente Vincenzo Carbone, dopo la relazione del giudice Mario Rosario Morelli, prima del sostituto pg della Cassazione, prenderanno la parola i legali che ribadiranno quanto hanno già messo nero su bianco nella memoria depositata a settembre. Innanzitutto, l’inammissibilità del ricorso in quanto la procura generale non è legittimata a impugnare poichè non è una parte processuale e non è nemmeno "soccombente", ma è ritenuta solo un soggetto a cui chiedere un parere: in poche parole non ha vinto né ha perso perché fuori dalla partita.
Repingere il ricorso Quanto al merito del ricorso, Angiolini e Alessio chiederanno di respingerlo in quanto, al contrario di quanto ha sostenuto il pg Pezza, l’accertamento sull’irreversibilità dello stato vegetativo permanente di Eluana è "divenuto definitivo e immodificabile" (su questo punto sussiste il cosiddetto "giudicato interno") e non va, quindi, di nuovo verificato con una consulenza tecnica. Consulenza tecnica che potrebbe essere riproposta solo se i supremi giudici stabiliranno di accogliere l’impugnazione della procura generale e ritrasmettere gli atti a Milano. Quest’ultima strada, però, a molti pare poco percorribile mentre invece non si esclude che il ricorso possa essere dichiarato inammissibile.
Il padre "Dopo la sentenza di un anno fa e il decreto di luglio non si può non attendere un provvedimento sullo stesso livello. Si sono espressi al massimo livello e anche ora si esprimeranno al massimo livello" va ripetendo Beppino Englaro. Lui, che da ieri è a Roma, e oggi sarà a fianco dei suoi avvocati, Franco Angiolini e Marco Cuniberti, e al curatore speciale di Eluana, l’avvocato Franca Alessio. E' lì per far "rispettare", attraverso i suoi legali, il volere della figlia che, a suo dire, non avrebbe mai accettato di rimanere nelle condizioni in cui si trova perché "non sarebbe stato, per lei, un vero vivere, perché per lei solo una vita piena merita di essere vissuta".
L'udienza Davanti alla Suprema Corte, presieduta dal primo presidente Vincenzo Carbone, dopo la relazione del giudice Mario Rosario Morelli, prima del sostituto pg della Cassazione, prenderanno la parola i legali che ribadiranno quanto hanno già messo nero su bianco nella memoria depositata a settembre. Innanzitutto, l’inammissibilità del ricorso in quanto la procura generale non è legittimata a impugnare poichè non è una parte processuale e non è nemmeno "soccombente", ma è ritenuta solo un soggetto a cui chiedere un parere: in poche parole non ha vinto né ha perso perché fuori dalla partita.
Repingere il ricorso Quanto al merito del ricorso, Angiolini e Alessio chiederanno di respingerlo in quanto, al contrario di quanto ha sostenuto il pg Pezza, l’accertamento sull’irreversibilità dello stato vegetativo permanente di Eluana è "divenuto definitivo e immodificabile" (su questo punto sussiste il cosiddetto "giudicato interno") e non va, quindi, di nuovo verificato con una consulenza tecnica. Consulenza tecnica che potrebbe essere riproposta solo se i supremi giudici stabiliranno di accogliere l’impugnazione della procura generale e ritrasmettere gli atti a Milano. Quest’ultima strada, però, a molti pare poco percorribile mentre invece non si esclude che il ricorso possa essere dichiarato inammissibile.
2 commenti:
E' tanto che penso a questa vicenda. Non mi lascia il cuore tranquillo. Non so cosa sia giusto.
Ho visto la petizione per la vita di Eluana. Non l'ho sottoscritta e non so se lo faro'.
Comprendo il dolore drammatico di queste esistenze: di Eluana, della sua famiglia, di chi sta loro accanto. Non nego che la vita sia un dono e non nego che sia una responsabilita.
Sono contraria a testamenti biologici, a leggi che dicano cosa possiamo o dobbiamo fare. Eppure tutto questo (perdonatemi) rumore intorno ad un dolore personale mi affligge.
Nella mia vita ho visto morire. L'unica cosa che mi sento di fare e' pregare Iddio perche ci perdoni, sempre e comunque. Qualunque sia la decisione che prenderanno, qualunque sia la decisione che prendero, l'unica cosa che deidero e' che, nel torto o nella ragione, qualunque sia stato il nostro errore o il nostro merito, Dio non rifiuti mai amarci e di accoglierci nel suo paradiso.
Non voglio firmare petizioni. Come ho letto nel blog di un vostro lettore, una ave maria ben detta puo' far tremare l'inferno.
ciao,
maria cristina
Questione delicatissima, che investe il potere sula vita che l'uomo ha sulla propria e sull'altrui. In realtà, solo Dio è signore e padrone della vita. Difficile da accettare per molti.
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