Da Repubblica
I tempi non sono ancora decisi, ma ormai "si tratta di giorni, che siano due o tre o sessanta non conta. Ormai non sono più anni". Il papà di Eluana Englaro è determinato come è stato in questi nove anni e non si spaventa neppure di fronte all'eventualità di non trovare un medico disposto a interrompere l'alimentazione artificiale che tiene in vita sua figlia. Potrebbe essere lui a farlo: "Non ho ancora chiarito se sarò io a togliere il sondino a Eluana. Ma non è un problema né per me né per un medico".
Beppe Englaro non ha ancora deciso se dare l'addio a sua figlia tra qualche giorno o aspettare i due mesi nei quali la procura può fare ricorso contro la sentenza della corte d'Appello di Milano. "Quel che è certo, è che questa agonia, dopo 16 anni, avrà termine".
Difficile individuare una struttura dove accompagnare verso la morte Eluana. La sentenza parla di "un hospice o di altro luogo di ricovero". In ogni caso, la ragazza dovrà essere trasferita lontana dalla casa di cura Beato Luigi Talamoni di Lecco, gestita dalle suore Misericordine, da sempre contrarie a qualsiasi forma di "eutanasia mascherata". Dal fronte delle gerarchie ecclesiastiche oggi arriva un altro durissimo giudizio sulla pronuncia della corte d'Appello di Milano: "La decisione dei giudici è obiettivamente necrofila - scrive l'Avvenire, il quotidiano della Conferenza episcopale - apre le porte alla morte e chiude alla vita".
"Stiamo cercando una nuova struttura sanitaria", ha detto Beppe Englaro. "Per certo non entreremo mai in una struttura con medici obiettori". Forse la scelta ricadrà su una struttura oltre confine, oppure nell'hospice per malati terminali nella vicina Airuno. "Di certo vogliamo agire con trasparenza cristallina", ha ripetuto il padre di Eluana. "La sentenza è chiara e di massimo livello, e noi vogliamo agire al massimo livello con trasparenza cristallina".
All'iniziale disponibilità espressa da Riccardo Maffei, primario anestesista dell'ospedale di Lecco, ad aiutare la ragazza nell'ultima fase della sua vita, è arrivato il dietro front del professore che, con una dichiarazione ufficiale, ha chiarito che la sua posizione "è sempre stata e sempre sarà per la vita, qualunque essa sia".
Per sostituire il medico, l'avvocato Franca Alessio, curatrice speciale della ragazza in coma, annuncia la ricerca di "un altro dottore che sia disposto a interrompere il trattamento di idratazione e alimentazione artificiale. Sarà lui a dire come e dove procedere".
I tempi non sono ancora decisi, ma ormai "si tratta di giorni, che siano due o tre o sessanta non conta. Ormai non sono più anni". Il papà di Eluana Englaro è determinato come è stato in questi nove anni e non si spaventa neppure di fronte all'eventualità di non trovare un medico disposto a interrompere l'alimentazione artificiale che tiene in vita sua figlia. Potrebbe essere lui a farlo: "Non ho ancora chiarito se sarò io a togliere il sondino a Eluana. Ma non è un problema né per me né per un medico".
Beppe Englaro non ha ancora deciso se dare l'addio a sua figlia tra qualche giorno o aspettare i due mesi nei quali la procura può fare ricorso contro la sentenza della corte d'Appello di Milano. "Quel che è certo, è che questa agonia, dopo 16 anni, avrà termine".
Difficile individuare una struttura dove accompagnare verso la morte Eluana. La sentenza parla di "un hospice o di altro luogo di ricovero". In ogni caso, la ragazza dovrà essere trasferita lontana dalla casa di cura Beato Luigi Talamoni di Lecco, gestita dalle suore Misericordine, da sempre contrarie a qualsiasi forma di "eutanasia mascherata". Dal fronte delle gerarchie ecclesiastiche oggi arriva un altro durissimo giudizio sulla pronuncia della corte d'Appello di Milano: "La decisione dei giudici è obiettivamente necrofila - scrive l'Avvenire, il quotidiano della Conferenza episcopale - apre le porte alla morte e chiude alla vita".
"Stiamo cercando una nuova struttura sanitaria", ha detto Beppe Englaro. "Per certo non entreremo mai in una struttura con medici obiettori". Forse la scelta ricadrà su una struttura oltre confine, oppure nell'hospice per malati terminali nella vicina Airuno. "Di certo vogliamo agire con trasparenza cristallina", ha ripetuto il padre di Eluana. "La sentenza è chiara e di massimo livello, e noi vogliamo agire al massimo livello con trasparenza cristallina".
All'iniziale disponibilità espressa da Riccardo Maffei, primario anestesista dell'ospedale di Lecco, ad aiutare la ragazza nell'ultima fase della sua vita, è arrivato il dietro front del professore che, con una dichiarazione ufficiale, ha chiarito che la sua posizione "è sempre stata e sempre sarà per la vita, qualunque essa sia".
Per sostituire il medico, l'avvocato Franca Alessio, curatrice speciale della ragazza in coma, annuncia la ricerca di "un altro dottore che sia disposto a interrompere il trattamento di idratazione e alimentazione artificiale. Sarà lui a dire come e dove procedere".
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