giovedì 31 luglio 2008

Cattolici - Kerala, sanzioni contro chi ha un terzo figlio. L'opposizione della Chiesa

Da Asianews
di Nirmala Carvalho

Mons. Vithayathil: “la Chiesa si opporrà sempre” “alla dittatura di Stato del governo marxista”. Proprio i più poveri rifiutano queste leggi, perché “sanno che ogni bambino è un dono”.


New Delhi (AsiaNews) – La Commissione per le riforme legislative dello Stato indiano del Kerala ha “raccomandato” l’adozione di sanzioni contro le famiglie che hanno il terzo figlio. Dura presa di posizione del cardinal Varkery Vithayathil, presidente della Conferenza episcopale cattolica indiana, contro “la dittatura di Stato del governo marxista” del Kerala, alla quale “la Chiesa cattolica si opporrà sino alla fine”.

“Nel 1958 – ricorda - dopo la caduta del governo comunista del Kerala, Jawaharlal Nehru, il primo premier dell’India, davanti al parlamento ha detto: Nel Kerala la Chiesa cattolica è una forza che va considerata”.

La Commissione, presieduta dal giudice V R Krishna Iyer della Suprema corte federale, ha raccomandato una sanzione di 10mila rupie (circa 150 euro) e l’esclusione dalla assistenza scolastica e sanitaria gratuita per le famiglie che hanno il terzo figlio, come pure da altri aiuti statali per abitazione e lavoro. La somma è importante per una famiglia indiana, la quale in genere non ha neanche il denaro per pagare la scuola o l’assistenza sanitaria.

L’art. 7 della nuova proposta di legge prevede che “persone ed enti non possono richiamare motivi religiosi, di regione, di setta, di casta, di culto o di altro genere per [giustificare la] nascita di più figli di quelli consentiti”. “Ogni persona o pubblica organizzazione o istituzione collegata con l’attività di pianificazione familiare e controllo delle nascite” può portare avanti al tribunale chi viola questa legge.

“Nessuno – esordisce mons. Vithayathil in un’intervista per AsiaNews – ha il diritto di decidere il numero dei figli. In passato il governo indiano ha tentato di farlo e ha incontrato un’opposizione generale, anche dei più poveri che sanno bene come un bambino sia un dono di Dio. Il governo giustifica queste misure draconiane per pretese ragioni demografiche.”

“In realtà, nel Kerala si fronteggiano due idee: l’ideologia della supremazia dello Stato e quella che afferma la libertà, il rispetto e la dignità della persona umana”.

Nel 1991 i cristiani risultano essere il 19,5% dei 29 milioni del Kerala. Nel 2001 la popolazione è giunta a circa 32 milioni, di cui il 19% cristiani.

La posizione della Chiesa non è solo d’opposizione ma anzitutto propositiva. “Noi – prosegue – promuoviamo e incoraggiamo una politica a favore della vita. E’ significativo che ricorrano i 40 anni della enciclica Humanae Vitae, documento valido e attuale anche oggi. Occorre riaffermare l’importanza della vita, di fronte a tale proposta di legge”. “Nessuna legge può negare o anche soltanto ostacolare il credente dall’essere aperto alla vita e accogliere con disponibilità ogni bambino”.

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