lunedì 7 gennaio 2008

Chi ha letto gli inediti - 2

Dopo un post (che trovate cliccando il nostro titolo) di richiesta di commenti, due contributi interessanti a commento delle novità editoriali chestertoniane, il primo dall'infaticabile Bobo Persico, il secondo dall'Apota, anche lui blogger, recente e prezioso acquisto nella pattuglia dei chestertoniani d'Italia.

Cominciamo con i non segnalati "Osteria volante" e "L'uomo che fu giovedì" ristampati da Bompiani: una delusione colossale, traduzioni pessime, datatissime. Un'operazione editoriale di bassa lega, che mira a fare qualche quattrino senza spendere una lira di diritti, un pessimo servizio reso al Nostro: se qualcuno si imbatte in queste traduzioni senza conoscerlo già si fa l'idea di uno scrittore farraginoso e pesante. Quindi, mettere in guardia tutti i possibili acquirenti, e parlar male di un editore che fa un'operazione editoriale di così basso livello.
Proseguiamo col "San Francesco" ristampato da Mursia: una traduzione, nuova, curata, decisamente più leggibile di quella invecchiata di IPL, un'ottima occasione per riscoprire un testo ingiustamente poco valorizzato, che offre invece una lettura della civiltà medievale di straordinaria vitalità.
Per finire il testo che più mi ha entusiasmato, "L'Utopia degli usurai": un gesto editoriale coraggioso da parte di un piccolo editore che ha rischiato di pubblicare il testo chestertoniano più duro - l'avete letto? è di una violenza assolutamente impensabile in un uomo solitamente così bonario come Gilbert -, con una veste grafica curata, una traduzione impeccabile - e non era facile -, una montagna di note per spiegare i moltissimi persnaggi e avvenimenti a cui il testo fa riferimento e che sono pressoché ignoti al lettore italiano medio. Buona lettura

Bobo Persico

Condivido il giudizio positivo su "L'Utopia degli usurai". Certo non è il Chesterton cui si è abituati, e la virulenza di certe pagine può anche provocare qualche perplessità. La cosa sorprendente, però, è che certe tirate anticapitalistiche, che sembrerebbero datate perché legate al contesto dell'epoca, sono invece attualissime se le si applica al Paese nel quale il capitalismo è oggi più arrembante: la Cina.
Ma molte altre osservazioni sono quantomai attuali. Per esempio, Chesterton confuta "l'idea che la stampa sia chiassosa e triviale perché popolare". La realtà è un'altra: "I giornali dei milionari sono volgari e sciocchi perché i milionari sono volgari e sciocchi"...

L'Apota

1 commento:

giuseppe ha detto...

E' vero,anche se nonl'ho letto(ma lo faro')le considerazioni del Nostro GKC,mi convinsero anche,in quell'opera di Belloc o del Chesterbelloc come direbbe SHAW che fu "lo Stato Servile"rispetto al quale ho trovato un'inedita corrispondenza in un saggio di Sabino ACQUAVIVA sulla degenerazione illiberale delle democrazie occidentali;deriva che pero' mantiene solo il formalismo della democrazia e della liberta'.Vere le parole di GKC a proposito dei giornalisti,o quantomenodi certi giornalisti,ricordate?Quando scrisse che l'epiteto ingiustamente ingiurioso di "gesuita" andrebbe cambiato in "giornalista"...una folgorante stilettata chestertoniana che brilla sulle fronti di certi giornalisti anche nostrani...Un saluto amici miei chestertoniani!