Jorge Luis Borges, Testi prigionieri, Adelphi, Milano 1998, pagina 163.
lunedì 14 gennaio 2008
Chesterton in altre parole - 5
(...) Inutile parlare della magia e dello splendore di Chesterton. Voglio celebrare altre virtù del famoso scrittore: la sua ammirevole modestia e la sua cortesia. I letterati che nel nostro solenne paese accondiscendono al genere autobiografico ci parlano di se stessi con un tono remoto e reverente, come se parlassero di un parente illustre incontrato talvolta a veglie funebri; Chesterton, invece, è in gioviale intimità con Chesterton e perfino ne ride. Di questa virile modestia si trovano esempi in ogni pagina (dell'Autobiografia, n.d.r.). Trascrivo questo, dal capitolo intitolato "I sobborghi fantastici" (...). Yeats dichiara in un verso, olimpicamente: "Non c'è un solo imbecille che possa trattarmi da amico". Chesterton ci riflette e aggiunge: "Quanto a me, suppongo che ci siano molti imbecilli che possono trattarmi da amico e anche" - riflessione più edificante - "molti amici che possono trattarmi da imbecille".
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