martedì 22 gennaio 2008

Chesterton è attuale - 16

da Avvenire, 22 - 01- 2008
Bellissima citazione di Chesterton. Il neretto è nostro. Grazie, Paolo Pegoraro.

SOGNO PUNGENTE

di LAURA BOSIO


«Leggo su uno degli ultimi numeri di «Lo straniero» che Totò sognava di fare uno spettacolo: è in scena in una stanza perfettamente arredata e a un tratto comincia a rompere suppellettili, prima piano poi più in fretta, finché in questo rumore di distruzione arriva la musica, la musica della fine di tutte le cose vecchie e l’inizio di quelle nuove. Non ha potuto suonare la sua musica fino in fondo: quella che doveva distruggere, in una lingua ebbra, la lingua del piccolo burocrate sentimentale che impersonava, i luoghi comuni, la violenza e la stupidità dei potenti, o presunti tali. In un pezzo famoso raccontava di essersi lasciato picchiare senza dire al picchiatore che lo aveva scambiato per un altro: voleva vedere fino a che punto quello 'stupido' sarebbe arrivato. Ma chi era lo stupido? Totò che si era fatto vittima o il carnefice che doveva comunque picchiare qualcuno, chiunque fosse? Non è cambiata molto la società che sognava di distruggere. Per una rivoluzione morale, ha scritto Chesterton, servono un più pungente dispiacere e un più pungente piacere: il primo per vedere il mondo come il castello dell’orco da smantellare e il secondo per ricostruirlo dalle macerie come una casa dove tornare la sera.
»

Nessun commento: