martedì 1 gennaio 2008

Chi ha letto gli inediti? Parliamone...

Lanciamo una sorta di sondaggio o meglio monitoraggio:
chi ha letto gli inediti chestertoniani recentemente pubblicati (ovvero L'Uomo che sapeva troppo, per I Gialli Mondadori, e l'Utopia degli usurai, per Excelsior 1881)?

Che cosa ne dite?
Come trovate le traduzioni?
Come giudicate la scelta di pubblicarli?

Per il dibattito usate il tasto commenti che trovate qui sotto.
Partecipate e diffondete.

Grazie!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Cominciamo con i non segnalati "Osteria volante" e "L'uomo che fu giovedì" ristampati da Bompiani: una delusione colossale, traduzioni pessime, datatissime. Un'operazione editoriale di bassa lega, che mira a fare qualche quattrino senza spendere una lira di diritti, un pessimo servizio reso al Nostro: se qualcuno si imbatte in queste traduzioni senza conoscerlo già si fa l'idea di uno scrittore farraginoso e pesante. Quindi, mettere in guardia tutti i possibili acquirenti, e parlar male di un editore che fa un'operazione editoriale di così basso livello.
Proseguiamo col "San Francesco" ristampato da Mursia: una traduzione, nuova, curata, decisamente più leggibile di quella invecchiata di IPL, un'ottima occasione per riscoprire un testo ingiustamente poco valorizzato, che offre invece una lettura della civiltà medievale di straordinaria vitalità.
Per finire il testo che più mi ha entusiasmato, "L'Utopia degli usurai": un gesto editoriale coraggioso da parte di un piccolo editore che ha rischiato di pubblicare il testo chestertoniano più duro - l'avete letto? è di una violenza assolutamente impensabile in un uomo solitamente così bonario come Gilbert -, con una veste grafica curata, una traduzione impeccabile - e non era facile -, una montagna di note per spiegare i moltissimi persnaggi e avvenimenti a cui il testo fa riferimento e che sono pressoché ignoti al lettore italiano medio. Buona lettura

a.g. ha detto...

Condivido il giudizio positivo su "L'Utopia degli usurai". Certo non è il Chesterton cui si è abituati, e la virulenza di certe pagine può anche provocare qualche perplessità. La cosa sorprendente, però, è che certe tirate anticapitalistiche, che sembrerebbero datate perché legate al contesto dell'epoca, sono invece attualissime se le si applica al Paese nel quale il capitalismo è oggi più arrembante: la Cina.
Ma molte altre osservazioni sono quantomai attuali. Per esempio, Chesterton confuta "l'idea che la stampa sia chiassosa e triviale perché popolare". La realtà è un'altra: "I giornali dei milionari sono volgari e sciocchi perché i milionari sono volgari e sciocchi"...