giovedì 17 gennaio 2008

Intervista a Stefania Conte, direttore di Morganti Editore.




Pubblichiamo qui di seguito un'intervista con Stefania Conte, direttore della casa Editrice Morganti (cliccate il nostro titolo e verrete portati al loro sito), che intrepidamente ha scelto di pubblicare numerose opere di Chesterton in una collana intitolata "Chestertoniana" con nuove traduzioni e apparato di note esplicative (mai come in Chesterton necessarie).
Diciamo che per noi chestertoniani sono stati il primo raggio di sole primaverile dopo un lungo inverno senza opere di Chesterton. Un raggio anche bello, perché la prima uscita è già bella dalla copertina.
Oltre ad una collaborazione con Morganti, è nata in molti chestertoniani una serie di curiosità cui volevamo dare delle risposte. Eccole qui!

Come mai la Morganti editori ha deciso di ripubblicare Chesterton, tra l'altro impegnandosi in un'opera di nuova traduzione e anche filologica? Dov'è nato questo interesse per un autore che fino a pochi mesi fa sembrava dimenticato?

Le decisioni in merito alla realizzazione di una qualunque collana, di un qualunque progetto editoriale, è la risultante di una serie di atti decisionali; tra questi l'indagine di mercato per verificare l'interesse dei lettori e quindi la richiesta già circolante nel mercato delle librerie. Chesterton, soprattutto per i racconti del prete investigatore padre Brown, si è rivelato essere uno scrittore ricercato da un pubblico eterogeneo di lettori che amano leggere opere di narrativa significative, in grado di sollecitare, oltre che un palese buon umore, domande di natura esistenziale, senza false retoriche o sterili ideologie. Da parte della Morganti editori, la spinta a intraprendere un progetto complesso e a lungo termine, che richiede un lavoro di più persone impegnate sulla collana monografica 'Chestertoniana', è stata voler riportare alla ribalta il grande scrittore inglese ripresentandone alcune delle opere più significative senza distorsioni e tagli, traducendo senza deformazioni anche i passi più articolati, quelli ricchi di figure retoriche, di giochi metaforici, di paradossi, che sono l'impronta stilistica dello scrittore. L'intento è di restituire ai lettori uno tra i molti messaggi che Gilbert Keith Chesterton offriva con la scrittura: stupirsi dell'assoluta unicità di ogni uomo e delle cose del mondo. Gioire del quotidiano, in modo da godere anche delle piccole cose, per evitare di perdersi nella bramosia, nell'invidia, nelle pretese. Abbiamo voluto iniziare con Il candore di padre Brown, la prima antologia che raccoglie le indagini del piccolo prete investigatore perché padre Brown, oltre a essere il personaggio letterario che lo rese celebre, incarna, sotto altre e meno mastodontiche spoglie, lo stesso scrittore, ne attesta la filosofia di vita, il suo modo di Essere-nel-mondo. Padre Brown è uno straordinario e infallibile investigatore perché usa la fede e la capacità di immedesimazione per ricostruire il crimine e per scoprirne i moventi. Padre Brown, come Chesterton, rifugge dalle ideologie, dallo scientismo, dai razionalismi della scienza moderna e ricerca il senso delle cose, anche di quelle criminose, nella natura dell'uomo, nella sua storia, nel modo con cui si relaziona al mondo e agli altri. Il piccolo prete venuto dall'Essex e il suo creatore sono dei grandi e sinceri umanisti.

Noi avevamo pensato, visto che la Morganti vanta dei deliziosi testi di cucina, gastronomia, enologia tra i suoi titoli (ed ha un motto interessantissimo...), che il nesso con Chesterton fosse soprattutto... di stomaco, vista la propensione tutta cattolica del Nostro per il buon mangiare e il buon bere...

Nulla di tutto questo. Morganti editori ha iniziato con un'editoria specializzata nel campo dell'enogastronomia, ma la crescita della nostra struttura editoriale ci ha consentito di evolvere e differenziare il prodotto editoriale. Anche se il nostro motto è "I nostri libri hanno inchiostri saporiti", nel senso che crediamo che il sapore della Vita si possa cogliere anche con la lettura di tutti i generi di 'buoni libri' che richiedono la complicità e la partecipazione dell’attenzione, dei sensi, delle emozioni, dei ricordi e delle idee, la decisione di curare una collana dedicata a Gilbert Keith Chesterton poggia su più complesse motivazioni, rispetto a quelle 'gastroculinarie' che in qualche modo ci accomunano al Nostro.

Avete deciso la ripubblicazione di molte delle sue opere narrative: è una scelta impegnativa sotto molti punti di vista...

Effettivamente 'Chestertoniana' è un progetto impegnativo. Morganti editori pubblicherà in nuova traduzione con un ampio apparato critico di commento e ricche note a piè pagina più di dodici titoli, tra antologie e romanzi del grande scrittore: Il candore di padre Brown, La saggezza di padre Brown, Il Club dei mestieri stravaganti, Uomovivo, L’incredulità di padre Brown, L’uomo che fu Giovedì, Il segreto di padre Brown, L’osteria volante, Lo scandalo di padre Brown, Il Napoleone di Notting Hill, La sfera e la croce, Autobiografia e Ortodossia. Stiamo anche valutando un titolo inedito in Italia, ma nulla posso dire in merito. Il gruppo dei traduttori non è ancora completo, nel senso che stiamo accuratamente selezionando dei bravi traduttori che non si limitino a un'ottima traduzione, ma che vogliano comprendere prima lo Scrittore, per donare ai lettori una versione dell'opera quanto mai fedele e significante. Ben vengano quindi delle autosegnalazioni al nostro indirizzo: letteraria@morgantieditori.it. La difficoltà, che è anche una sfida accettata, è di portare alle stampe con assoluta fedeltà i testi originali. Mi spiego: abbiamo evitato di far tagliare ai traduttori qualsiasi passo del testo che risultasse incomprensibile, di modo che l'aderenza all'opera sia reale. Chesterton ha meritato una lunga e attenta opera di traduzione e di editing, ancora in atto, che necessita di un'analisi filologica del testo e che ci ha obbligati a note di commento, a interpretazioni, a ricerche storico-sociologiche. Alla fine si darà per la prima volta estrema leggibilità e fluidità al testo; tutte le precedenti traduzioni difettavano proprio in questo: spesso vere e proprie traduzioni letterali, che rendevano il ritmo di lettura macchinoso e spesso incomprensibile. Lo scopo è di ridare dignità agli scritti di Chesterton che consideriamo letteratura e quindi, in quanto tali, sintesi della filosofia, della morale, della fantasia, della religione dello scrittore. Del resto, heideggerianamente parlando, "Il linguaggio è la casa dell'Essere". Le soddisfazioni per la Morganti editori sono già iniziate.

Raccontateci l'attività di traduzione di Chesterton...

Il primo traduttore per le opere della collana che riguardano la saga di padre Brown è una delle anime della Casa editrice, ovvero Paolo Morganti. Chestertoniano fino al midollo, ad iniziare dall'imponente mole e dal contagioso ottimismo, ha avuto un approccio al testo da tradurre non tradizionale: prima ha letto gran parte delle opere del Nostro, poi, dopo aver cercato di comprenderne il carattere e gli stilemi narrativi, si è buttato sulla traduzione. Lo sentivamo ridere e per gli editor e i correttori di bozze era un buon segno.


Trovate ancora attuale Chesterton?

Chesterton sarà sempre attuale nella misura in cui esisterà anche un solo lettore che riconoscerà, leggendolo, la forza dell'Uomo che combatte contro il pessimismo, la mediocrità per far valere l'idea di un uomo padrone di se stesso, perché consapevole della propria forza e del proprio limite. Anche quello temporale, quello della provvisorietà della Vita su questa terra. Il gruppo di lavoro che nella nostra redazione si occupa del progetto 'Chestertoniana' crede nella collana perché è convinto fermamente che questo scrittore rappresenti, come uomo e come prosatore, la concretizzazione di una 'favola antropologica', la realizzazione di un progetto umanistico di uomo-completo. Mi spiego meglio, prendendo a prestito uno dei suoi migliori personaggi, a mio avviso il suo autoritratto più riuscito: Innocenzo Smith, che è Chesterton. Il mastodontico personaggio che arriva volteggiando nell'aria, distribuendo la vita sparando con una rivoltella, è un fanatico della gioia di vivere, un eccentrico (non uno sciocco) che può permettersi di entrare in casa sua dal camino proprio perchè è un puro, un uomo che vede le cose con gli occhi del bambino. Chesterton-Smith crede alle favole, ha fede negli uomini, fa della propria via una metafora, un mito, un'allegoria: l'Uomovivo è l'uomo completo che fa esperienza della vita con il corpo e con l'anima-spirito, è l'unione tra l'apollineo e il dionisiaco, tra la realtà (di cui non perde mai il senso) e la dimensione del desiderio (del mito, delle favole, della Fede).
Proprio per la sua grande complessità, Chesterton è stato uno scrittore unico nel suo genere, capace di essere attendibile e critico testimone dei fatti del suo tempo, riuscendo a lasciarne gli aspetti più tristi e le convenzioni sociali più restrittive, per liberare la propria indole creativa nel mondo della Letteratura. In questo mondo egli riscrive la realtà, o meglio, la dota di significati aggiuntivi, e ne esce un mondo pieno di speranza, ilare, ironico, misericordioso, profondamente cattolico. In tal senso, allora, se Innocenzo Smith è il suo alter ego più fantasioso e magico, padre Brown è quello più maturo, consapevole, cristiano. Padre Brown incarna il Bene che sovraintende al Male, su cui ha sempre la meglio.


In queste ultime settimane abbiamo assistito ad altre ripubblicazioni di Chesterton (L'Uomo che sapeva troppo per I Gialli Mondadori, il San Francesco d'Assisi per Mursia, L'Osteria Volante e L'Uomo che fu Giovedì per Bompiani, l'Utopia degli Usurai di Excelsior 1881): come giudicate questo ritorno d'interesse per Chesterton?

Le opere di Chesterton possono a diritto essere annoverate tra la migliori opere di Letteratura europea del XX secolo. In tal senso Chesterton è da considerarsi uno scrittore classico, un grande prosatore-poeta, che merita di essere pubblicato. Forse il mercato editoriale si sta sforzando di capire la complessità di questo scrittore.

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