Roma - In campo per difendere la vita in tutte le sue fasi. In campo per abbracciare la procreazione umana e condannare ogni sorta di degenerazione scientifica. Con l’Istruzione dell’ex Sant’uffizio, Dignitas personae, il Vaticano torna a difendere l'embrione, che è "persona umana fin dal primo momento", dagli attacchi della Scienza che rischia di trasformarsi - troppe volte - in eugenetica. Da qui il aecco "no" alla clonazione. Da qui il sincero appello ai ricercatori: "Si oppongano all’uso di materiale biologico illecito, non collaborino al male, testimonino il valore della vita e si oppongano a leggi gravemente ingiuste".
Il no alla pillola del giorno dopo Il Vaticano ha ribadito tutti i suoi "no" ai metodi contraccettivi in quanto tutti portano all’interruzione di gravidanza, e ha condannato inoltre anche "l’intenzione dell’aborto" compresa nel semplice utilizzo di anticoncezionali. La Santa Sede ha sottolineato il divieto per tutti gli anticoncezionali, sia quelli tradizionali che "impediscono il concepimento a seguito di un atto sessuale" sia quelli che "agiscono dopo la fecondazione, quando l’embrione è già costituito, primo o dopo l’impianto in utero. Queste tecniche sono intercettive (è il caso della spirale e della pillola del giorno dopo, ndr), se intercettano l’embrione prima del suo impianto nell’utero materno, e contragestive se provocano l’eliminazione dell’embrione appena impiantato". A questa seconda specie appartiene la Ru 486. Sebbene gli intercettivi non provochino un aborto ogni volta che vengono assunti - spiega il documento - anche perchè non sempre dopo il rapporto sessuale avviene la fecondazione, si deve notare "che in colui che vuol impedire l’impianto di un embrione eventualmente concepito, e pertanto chiede o prescrive tali farmaci, l’intenzionalità abortiva è generalmente presente". Nel caso della contragestazione "si tratta dell’ aborto di un embrione appena annidato. L’uso dei mezzi di intercezione e di contragestazione rientra nel peccato di aborto ed è gravemente immorale". "Inoltre - prosegue il testo - qualora si raggiunga la certezza di aver realizzato l’aborto, secondo il diritto canonico, vi sono delle gravi conseguenze morali".
L'embrione è persona umana "La realtà dell’essere umano per tutto il corso della sua vita, prima e dopo la nascita, non consente di affermare nè un cambiamento di natura, nè una gradualità di valore morale, poichè possiede una piena qualificazione antropologica ed etica L’embrione umano quindi, ha, fin dall’inizio la dignità di persona". Nell’Istruzione Dignitas personae si sottolinea che nella precedente Istruzione Donum vitae non definiva ancora l’embrione come "persona per non impegnarsi espressamente in un’affermazione di indole filosofica". Con il documento vaticano odierno trova, quindi, una definizione compiuta un’acquisizione già fatta propria dal magistero della chiesa negli ultimi anni in relazione alle tematiche della bioetica.
Embrioni congelati ingiustizia irreparabile Il Vaticano constata in definitiva che "le migliaia di embrioni in stato di abbandono determinano una situazione di ingiustizia irreparabile". Sul delicato problema del "cosa fare" con gli embrioni già congelati (solo in Italia ve ne sono circa 30mila, ndr), la Chiesa non propone alcuna soluzione concreta ma allo stesso tempo parla di un atto drammatico e irreparabile. "Per quanto riguarda il gran numero di embrioni congelati già esistenti - afferma il documento - si pone la domanda: che fare di loro? Al riguardo, tutte le proposte avanzate (usare tali embrioni per la ricerca o destinarli a usi terapeutici; scongelarli e, senza riattivarli, usarli per la ricerca come se fossero dei normali cadaveri; metterli a disposizione di coppie infertili, come terapia dell’infertilità; procedere ad una forma di adozione prenatale) pongono problemi di vario genere". A fronte di questo, la Santa Sede fa sapere che "le migliaia di embrioni in stato di abbandono determinano una situazione di ingiustizia di fatto irreparabile". Papa Giovanni Paolo II lanciò, infatti, un appello alla coscienza dei responsabili del mondo scientifico ed in modo particolare ai medici perchè venga fermata la produzione di embrioni umani, tenendo conto che non si intravede una via d’uscita moralmente lecita per il destino umano delle migliaia e migliaia di embrioni congelati. Questi "sono e restano pur sempre titolari dei diritti essenziali e quindi da tutelare giuridicamente come persone umane".
Illiceità della clonazione La clonazione è "intrinsecamente illecita, in quanto intende dare origine ad un nuovo essere umano senza connessione con l’atto di reciproca donazione tra due coniugi e, più radicalmente, senza legame alcuno con la sessualità. Tale circostanza dà luogo ad abusi e a manipolazioni gravemente lesive della dignità umana". La posizione della Santa Sede sulla clonazione è, dunque, esplicita e inappellabile. E oggi con la Dignitas personae il principio viene riaffermato in tutti i suoi aspetti. Per clonazione umana il documento intende "la riproduzione asessuale e agamica dell’intero organismo umano, allo scopo di produrre una o più copie dal punto di vista genetico sostanzialmente identiche all’unico progenitore". Le tecniche proposte per la clonazione umana sono la fissione gemellare, che consiste "nella separazione artificiale di singole cellule o gruppi di cellule dall’ embrione, nelle prime fasi dello sviluppo, e nel successivo trasferimento in utero di queste cellule, allo scopo di ottenere, in modo artificiale, embrioni identici", e il trasferimento di nucleo, che consiste "nell’introduzione di un nucleo prelevato da una cellula embrionaria o somatica in un ovocita precedentemente denucleato, seguita dall’attivazione di questo ovocita che, di conseguenza, dovrebbe svilupparsi come embrione". La clonazione viene proposta con due scopi: riproduttivo, cioè per ottenere la nascita di un bambino clonato, e terapeutico o di ricerca. La clonazione - si afferma quindi nella nota della Congregazione per la dottrina della fede - è "intrinsecamente illecita, in quanto intende dare origine ad un nuovo essere umano senza connessione con l’atto di reciproca donazione tra due coniugi e, più radicalmente, senza legame alcuno con la sessualità. Tale circostanza dà luogo ad abusi e a manipolazioni gravemente lesive della dignità umana".
L'appello ai ricercatori Il Vaticano rivolge, infine, un accorato appello ai ricercatori che dovrebbero opporsi all’uso di materiale biologico illecito, "non collaborare al male, testimoniare il valore della vita e opporsi a leggi gravemente ingiuste". Insomma, non dare il prorpio assenso alla sperimentazione su "embrioni o linee cellulari che sono il risultato di un intervento illecito contro la vita o l’integrità fisica dell’essere umano". In merito alla sperimentazione sugli embrioni, la Santa Sede parla di "delitto nei riguardi della loro dignità di esseri umani, che hanno diritto al medesimo rispetto dovuto al bambino già nato e ad ogni persona. Queste forme di sperimentazione costituiscono sempre un disordine morale grave". Quindi in relazione all’impiego da parte di ricercatori di "materiale biologico di origine illecita" vale sempre "l’esigenza morale che non vi sia stata complicità alcuna con l’aborto volontario e che sia evitato il pericolo di scandalo".
Il no alla pillola del giorno dopo Il Vaticano ha ribadito tutti i suoi "no" ai metodi contraccettivi in quanto tutti portano all’interruzione di gravidanza, e ha condannato inoltre anche "l’intenzione dell’aborto" compresa nel semplice utilizzo di anticoncezionali. La Santa Sede ha sottolineato il divieto per tutti gli anticoncezionali, sia quelli tradizionali che "impediscono il concepimento a seguito di un atto sessuale" sia quelli che "agiscono dopo la fecondazione, quando l’embrione è già costituito, primo o dopo l’impianto in utero. Queste tecniche sono intercettive (è il caso della spirale e della pillola del giorno dopo, ndr), se intercettano l’embrione prima del suo impianto nell’utero materno, e contragestive se provocano l’eliminazione dell’embrione appena impiantato". A questa seconda specie appartiene la Ru 486. Sebbene gli intercettivi non provochino un aborto ogni volta che vengono assunti - spiega il documento - anche perchè non sempre dopo il rapporto sessuale avviene la fecondazione, si deve notare "che in colui che vuol impedire l’impianto di un embrione eventualmente concepito, e pertanto chiede o prescrive tali farmaci, l’intenzionalità abortiva è generalmente presente". Nel caso della contragestazione "si tratta dell’ aborto di un embrione appena annidato. L’uso dei mezzi di intercezione e di contragestazione rientra nel peccato di aborto ed è gravemente immorale". "Inoltre - prosegue il testo - qualora si raggiunga la certezza di aver realizzato l’aborto, secondo il diritto canonico, vi sono delle gravi conseguenze morali".
L'embrione è persona umana "La realtà dell’essere umano per tutto il corso della sua vita, prima e dopo la nascita, non consente di affermare nè un cambiamento di natura, nè una gradualità di valore morale, poichè possiede una piena qualificazione antropologica ed etica L’embrione umano quindi, ha, fin dall’inizio la dignità di persona". Nell’Istruzione Dignitas personae si sottolinea che nella precedente Istruzione Donum vitae non definiva ancora l’embrione come "persona per non impegnarsi espressamente in un’affermazione di indole filosofica". Con il documento vaticano odierno trova, quindi, una definizione compiuta un’acquisizione già fatta propria dal magistero della chiesa negli ultimi anni in relazione alle tematiche della bioetica.
Embrioni congelati ingiustizia irreparabile Il Vaticano constata in definitiva che "le migliaia di embrioni in stato di abbandono determinano una situazione di ingiustizia irreparabile". Sul delicato problema del "cosa fare" con gli embrioni già congelati (solo in Italia ve ne sono circa 30mila, ndr), la Chiesa non propone alcuna soluzione concreta ma allo stesso tempo parla di un atto drammatico e irreparabile. "Per quanto riguarda il gran numero di embrioni congelati già esistenti - afferma il documento - si pone la domanda: che fare di loro? Al riguardo, tutte le proposte avanzate (usare tali embrioni per la ricerca o destinarli a usi terapeutici; scongelarli e, senza riattivarli, usarli per la ricerca come se fossero dei normali cadaveri; metterli a disposizione di coppie infertili, come terapia dell’infertilità; procedere ad una forma di adozione prenatale) pongono problemi di vario genere". A fronte di questo, la Santa Sede fa sapere che "le migliaia di embrioni in stato di abbandono determinano una situazione di ingiustizia di fatto irreparabile". Papa Giovanni Paolo II lanciò, infatti, un appello alla coscienza dei responsabili del mondo scientifico ed in modo particolare ai medici perchè venga fermata la produzione di embrioni umani, tenendo conto che non si intravede una via d’uscita moralmente lecita per il destino umano delle migliaia e migliaia di embrioni congelati. Questi "sono e restano pur sempre titolari dei diritti essenziali e quindi da tutelare giuridicamente come persone umane".
Illiceità della clonazione La clonazione è "intrinsecamente illecita, in quanto intende dare origine ad un nuovo essere umano senza connessione con l’atto di reciproca donazione tra due coniugi e, più radicalmente, senza legame alcuno con la sessualità. Tale circostanza dà luogo ad abusi e a manipolazioni gravemente lesive della dignità umana". La posizione della Santa Sede sulla clonazione è, dunque, esplicita e inappellabile. E oggi con la Dignitas personae il principio viene riaffermato in tutti i suoi aspetti. Per clonazione umana il documento intende "la riproduzione asessuale e agamica dell’intero organismo umano, allo scopo di produrre una o più copie dal punto di vista genetico sostanzialmente identiche all’unico progenitore". Le tecniche proposte per la clonazione umana sono la fissione gemellare, che consiste "nella separazione artificiale di singole cellule o gruppi di cellule dall’ embrione, nelle prime fasi dello sviluppo, e nel successivo trasferimento in utero di queste cellule, allo scopo di ottenere, in modo artificiale, embrioni identici", e il trasferimento di nucleo, che consiste "nell’introduzione di un nucleo prelevato da una cellula embrionaria o somatica in un ovocita precedentemente denucleato, seguita dall’attivazione di questo ovocita che, di conseguenza, dovrebbe svilupparsi come embrione". La clonazione viene proposta con due scopi: riproduttivo, cioè per ottenere la nascita di un bambino clonato, e terapeutico o di ricerca. La clonazione - si afferma quindi nella nota della Congregazione per la dottrina della fede - è "intrinsecamente illecita, in quanto intende dare origine ad un nuovo essere umano senza connessione con l’atto di reciproca donazione tra due coniugi e, più radicalmente, senza legame alcuno con la sessualità. Tale circostanza dà luogo ad abusi e a manipolazioni gravemente lesive della dignità umana".
L'appello ai ricercatori Il Vaticano rivolge, infine, un accorato appello ai ricercatori che dovrebbero opporsi all’uso di materiale biologico illecito, "non collaborare al male, testimoniare il valore della vita e opporsi a leggi gravemente ingiuste". Insomma, non dare il prorpio assenso alla sperimentazione su "embrioni o linee cellulari che sono il risultato di un intervento illecito contro la vita o l’integrità fisica dell’essere umano". In merito alla sperimentazione sugli embrioni, la Santa Sede parla di "delitto nei riguardi della loro dignità di esseri umani, che hanno diritto al medesimo rispetto dovuto al bambino già nato e ad ogni persona. Queste forme di sperimentazione costituiscono sempre un disordine morale grave". Quindi in relazione all’impiego da parte di ricercatori di "materiale biologico di origine illecita" vale sempre "l’esigenza morale che non vi sia stata complicità alcuna con l’aborto volontario e che sia evitato il pericolo di scandalo".
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