giovedì 2 giugno 2011

Ancora da Maria Grazia Gotti, su Rodney Stark ripreso da Luca Negri

Mi permetto di segnalare questo articolo dell'ottimo Luca Negri, che
riguarda un nuovo libro di Rodney Stark, grande sociologo delle
religioni, non cattolico, che da un po' di anni si dedica a
distruggere i falsi miti che riguardano la Chiesa cattolica
confutandoli con approfondite analisi sociologiche.
L'articolo senza dubbio merita (come anche il libro).
Luca Negri si è occupato di noi in passato, in un bell'articolo sulla
rinascita chestertoniana.

Maria Grazia Gotti

La Chiesa ha le sue colpe ma non è mai stata un potere totalitario
<http://www.mascellaro.it/print/node/51000>
Un saggio di Rodney Stark fa chiarezza

di Luca Negri

Tratto da L'Occidentale
<http://www.mascellaro.it/linkest.php?linkest=http://www.loccidentale.it>
il 29 maggio 2011

Forse è vero che l'anticristianesimo, o meglio l'anticattolicesimo, è
l'antisemitismo dei colti. Colti mica tanto, però; i pregiudizi e i
luoghi comuni sulla storia della Chiesa paiono fondarsi soprattutto
sull'ignoranza settoriale dei pretesi intellettuali, sul pigro affidarsi
alla propaganda ideologicamente partigiana di certo illuminismo
settecentesco e della massoneria ottocentesca. Diversi luoghi comuni
privi di riscontro scientifico sono stati ereditati di sciatteria in
sciatteria fino a giungere alle bocche dei fanatici che scrivono sul
forum dell'Unione Atei Agnostici Razionalisti e all'anticlericalismo da
classifica di Piergiorgio Odifreddi. Ogni tanto, però, esce qualche
libro che fa un po' di chiarezza, come A gloria di Dio. Come il
cristianesimo ha prodotto le eresie, la scienza, la caccia alle streghe e
la fine della schiavitù, appena edito da Lindau. La lettura di questo
tomo di oltre cinquecento pagine dovrebbe essere imposta ai sacerdoti, i
primi che spesso ignorano la storia dell'istituzione di cui fanno parte
e non si risparmiano castronerie tenendo la predica domenicale. Ma
soprattutto sarebbe un ottimo libro di testo per molti corsi
universitari.
Infatti l'autore, Rodney Stark, è docente di Scienze sociali presso
la Baylor University del Texas. Un particolare non da poco; Stark non è
un apologeta cattolico (nemmeno è di confessione cattolica) né un
libellista che intende stupire con tesi controcorrente ed originali. E'
un sociologo, uno scienziato che lavora su fonti storiche, dati,
statistiche. Raramente offre a lettori e studenti opinioni proprie,
semmai teorie sempre motivate, ed ampie bibliografie per suffragare le
sue conclusioni (quella del libro in questione conta circa cinquanta
pagine). Così è stato per le sue opere precedenti, fra le quali
ricordiamo il fondamentale "Gli eserciti di Dio", dove dimostrava che le
crociate non furono atti di guerra imperialista dell'Europa malvagia
contro il pacifico islam ma "una reazione obbligata all'aggressività di
un'orda che si spingeva sempre più in là e che doveva essere fermata".
Le leggende metropolitane che Stark demolisce per mezzo di questo nuovo
saggio sono in sintesi le seguenti: la civiltà cattolica medioevale e
moderna ha ferocemente sterminato gli eretici, messo sul rogo centinaia
di migliaia, se non milioni, di streghe, impedito il progresso della
scienza, benedetto la politica colonialista e schiavista delle potenze
europee. Però la verità, quella che rende liberi, è un'altra. Così si
deduce volendo leggere veramente la storia, non fermandosi ai
capitoletti dei libri delle scuole medie o alle divulgazioni televisive.
Stark ci ricorda che dal VI secolo fino all'XI inoltrato Roma "non
intraprese alcuna azione nei confronti delle eresie" e fu molto
tollerante nei confronti del paganesimo ancora diffuso in gran parte
dell'Europa. Con quasi tutte le sette passò "secoli in futili tentativi
di compromesso ideologico". Infine diede dimostrazione di gran capacità
nell'assorbire le eresie, nell'"incapsulare l'impulso settario
all'interno della propria struttura istituzionale", soprattutto grazie
agli ordini religiosi. I nemici dell'ortodossia divennero pungolo
inevitabile, stimolo al cambiamento, allo scuotimento del "lassismo nel
gruppo di potere religioso" (proprio il "lassismo dei monopoli"
descritto da Adam Smith). I grandi massacri, come quelli dei catari o
degli ugonotti, ebbero motivi certamente più politici che dottrinali. La
tolleranza cattolica si interruppe al cospetto della seria minaccia
esterna rappresentata dall'islam; la mobilitazione per le imprese in
Terrasanta ridusse gli spazi di libertà ed ispirò le prime stragi di
ebrei; compiute da cavalieri improvvisati, però, e condannata,
ostacolata per quanto possibile dalle gerarchie ecclesiastiche.
Dunque nessun olocausto di eretici. Ma per quanto riguarda le
streghe? "Pochi argomenti hanno generato così tante sciocchezze e
assolute invenzioni come la caccia alle streghe", scrive Stark. "Perfino
l'attuale letteratura abbonda di cifre assurde sul numero delle streghe
condannate". Non furono milioni, ma 60. 000 circa (facendo una stima
abbondante) nel corso di ben tre secoli. Certo non sono poche, ma la
differenza degli zeri è significativa: è quella che corre fra il
controllo sociale della devianza e la tirannia totalitaria. Ma le
sorprese non finiscono qua. Siete affezionati all'immagine
dell'inquisitore medioevale che getta nel fuoco carrettate intere di
belle e conturbanti streghette? Dimenticatela. Prima di tutto, almeno un
terzo dei condannati erano uomini, stregoni insomma. Poi i tribunali
ecclesiastici, in primis la famigerata Inquisizione spagnola, risultano
dai documenti di gran lunga più garantisti e cauti di quelli sotto il
controllo del potere politico o improvvisati dal popolo (oggi diremmo
dalla "società civile"). I cattolici, comunque, assolvevano quasi
sempre, mentre i protestanti erano di gran lunga più severi (il record
della condanne spetta alla Svizzera, seguita dalla Germania, fanalino di
coda una sorprendete Spagna). A proposito di protestanti, furono loro a
scovare un nesso accusatorio fra la pratica della magia naturale e il
satanismo; ossessione invece rarissima nei paesi mediterranei.
Forse queste streghe e stregoni erano proletari che praticavano una
primitiva lotta di classe contro i potenti? Mica tanto. Spesso
appartenevano alla classe media urbanizzata. Senza dubbio ci andarono di
mezzo molti innocenti, ma non è escluso che certe accuse non fossero
completamente infondate e comprendessero altri reati come lo stupro, la
circonvenzione, l'infanticidio. La caccia alle streghe terminò comunque
con la pace di Vestfalia, nel 1648, con la fine della guerra dei
Trent'anni, e della conseguente tensione così simile a quella dell'epoca
delle Crociate che avevano messo nei guai gli eretici di qualche secolo
prima. Quante condanne vi furono in Italia? Poche, nemmeno un centinaio
in tre secoli; il diritto canonico prescriveva la pena di morte solo in
casi eccezionali.
Ma nel Medioevo, tutti credevano che la terra fosse piatta?
Figuriamoci, basterebbe andare a leggersi Tommaso d'Aquino, rileggersi
Dante, scoprire che già nel VII secolo il Venerabile Beda (il padre
della datazione "prima e dopo Cristo") scriveva di trovarsi su di una
sfera rotante e non su di un tavoliere galleggiante nello spazio. Stark
afferma il contrario di Odifreddi e dei sui fan: "non esiste nessun
conflitto intrinseco fra religione e scienza, anzi la teologia cristiana
fu essenziale per la nascita della scienza". Il Medioevo non fu
un'epoca buia d'ignoranza e superstizione, tutt'altro: vi fu un "rapido e
profondo progresso tecnologico" che ci lasciò le ruote idrauliche, i
mulini, gli orologi meccanici, le bussole (inventate anche dai cinesi,
che però non sapevano che farsene). Le principali figure scientifiche
del XVI e XVII, secolo erano poi tutti devoti cristiani e non certo
aspiranti soci dell'UAAR e l'eliocentrismo era un prodotto con sopra il
marchio delle università cattoliche, dall'insegnamento di Ockham a
quello di Copernico. Sulla vera storia del processo a Galileo si sono
sovrapposte un bel po' di esagerazioni, e le omissioni sulla profonda
fede e gli studi teologici di Newton hanno un che di vergognoso. La
scienza moderna, dunque è figlia in gran parte del tomismo e lo stesso
si può dire del concetto stesso di libertà.
"Per l'opposizione morale alla schiavitù fu essenziale la teologia
cristiana", afferma Stark. Il possedere schiavi fu considerato peccato
grave e venne proibito dalla Chiesa durante tutto il Medioevo, dai temi
di Clodoveo (VII secolo d. C.) in poi. Quella deprecabile usanza
conosciuta in tutto il mondo antico, nessuna civiltà esclusa, scomparve
in Europa solo con l'affermarsi del società feudale. Ma l'ultimo dei
marxisti può obbiettare che c'erano comunque i "servi della gleba", no?
Niente a che vedere, come riconoscono tutti gli storici del periodo,
Marc Bloch compreso. I contadini che zappavano all'ombra del castello
"godevano di libertà assolutamente sconosciute agli antichi schiavi":
avevano un'anima, erano persone e non oggetti di proprietà del padrone,
potevano gestirsi i tempi di lavoro, ed avevano diritto a giorni di
riposo santificati. Non erano paria, ma individui pienamente inseriti
nello schema di "obblighi reciproci" tipico della società feudale. Non
appena la vera schiavitù ricomparve nel XV secolo per trovare forza
lavoro diretta nel Nuovo Mondo, cominciò la secolare sfilza di bolle
pontificie che condannavano il fenomeno. L'evidenza storica del fatto
che non fossero inascoltate dal potere politico e da quello economico
dimostra solo quanto poco potere detenesse la stessa Chiesa di Roma.
Furono comunque i gesuiti a mettere in crisi il modello schiavista nel
centro e sud America, mentre altri cattolici fecero la loro parte, in
compagnia dei quaccheri, all'interno del movimento abolizionista
statunitense. Certo rimane la macchia indelebile del turpe commercio di
uomini praticato da europei battezzati, con la complicità però dei
mercanti africani delle coste che catturavano e vedevano gli uomini e le
donne del loro stesso continente. E la macchia è condivisa dal mondo
islamico, che mai smise di schiavizzare, e perfino da alcune tribù
indiane del Nord America. Vi furono europei favorevoli alla schiavitù,
ma non cercateli fra i cattolici. Li trovate nei salotti intellettuali
degli illuministi. I loro nomi? Hobbes, Voltaire, Montesquieu, Mirabeau.

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Chesterton)

1 commento:

@NtonIo ha detto...

Vi seguo con non poco trasporto da parecchio tempo, tanto da non ricordare nemmeno quando m'imbattei per la prima volta in questo vostro blog.

Poco male. Da allora è la prima volta che intervengo, il che mi è sembrato opportuno data la cospicua mole d'informazioni di rilievo che ho reperito presso queste pagine.

E ho inteso farlo in quest'occasione, ossia in relazione a questo libro da voi segnalato. Spero di reperirlo quanto prima, dato che l'ignoranza imperante ha da essere combattuta col coltello alla bocca. A quanto pare "A gloria di Dio" di Stark sembra fornire dei validissimi spunti.

Mi auguro che la Lindau vi riconosca qualche merito, visto che grazie a voi ho acquistato parecchi libri editi dalla casa in questione. Editore che, peraltro, ringrazio indirettamente per il suo instancabile lavoro teso a promuovere la vera Cultura, quella che latita tra le voci di buona parte dei cattedratici pseudo-intellettuali di stampo accademico e non.

Cordiali saluti