lunedì 16 settembre 2024

Un aforisma al giorno / Aneddoti su Chesterton - Chesterton e un'intelligente ipotesi su di sé.

Chesterton, riferendosi al suo essere allegro e alle sue dimensioni, una volta disse:

Suppongo di di divertirmi più della maggior parte delle persone perché c'è così tanto di me che si diverte.

Dorothy Collins, "Recollections", in John Sullivan, G. K. Chesterton. A Centenary Reappraisal.



domenica 15 settembre 2024

Un aforisma al giorno - Le trappole delle derivazioni (e della logica apparente).

Le persone che si affidano alle derivazioni (delle parole, ndr) hanno sempre torto, perché ignorano la vita e le avventure di una parola e tutto ciò che ha fatto da quando è nata. Persone di questo tipo direbbero che tutti gli uomini che vivono in una villa sono dei villani (1). Direbbero che essere cavalleresco equivale a essere equino.

Gilbert Keith Chesterton, Alarms and discursions.


(1) In realtà il testo originale presenta il paradosso della derivazione di "villain" (che in inglese significa "malvagio, cattivo, criminale") e "villa" (che ha lo stesso significato della parola italiana "villa"), ma traducendo letteralmente non sarebbe stato comprensibile il senso della riflessione; si coglie più chiaramente questo senso con l'altro coppia di parole (chivalrous - horsey). Per maggiore chiarezza ecco il testo originale:

The people who trust to derivations are always wrong: for they ignore the life and adventures of a word, and all that it has done since it was born. People of that sort would say that every man who lives in a villa is a villain. They would say that being chivalrous is the same as being horsey.



sabato 14 settembre 2024

La casa dei Chesterton non è in vendita ma giusto per darvi un'idea e per parlare un po' dell'infanzia di Gilbert...

Il mercato è estremamente frizzante, a Kensington, ed oggi a comprare la casa dove nacque il bambino Gilbert nel 1874 ci vorrebbero, a dire di questi signori (ma anche di altri -- provare per credere: basta mettere l'indirizzo su Google o nel motore di ricerca che volete e vi spunteranno fuori dei siti come questo) si spenderebbero £ 5.974.000, che in euro sono oggi circa 7.072.618,60.

Non poco, vero?

Il sito in questione, come potete vedere, mette a disposizione anche la mappa della casa: 



il che è interessante, anche se non sappiamo se oggi la planimetria corrisponda a quella dei tempi di Gilbertino (centocinquanta anni fa). Da essa ricaviamo anche che è ampia 2.659 piedi quadri, che corrispondono grosso modo a 247 metri quadri.

Il prezzo è incrementato di quasi il venti per cento dal 2013, anno della sua ultima compravendita, così dice sempre il sito. L'ultima ristrutturazione l'ha subita nel corso del 2022 e ritengo anche di parte del 2023, perché ne ho la prova fotografica (la foto l'ho fatta io nell'ottobre 2022 e conosco le personcine presenti).

Attualmente la casa non è in vendita, però da quelle parti fanno queste cose: ti dicono quanto varrebbe la tua casa e anche quelle a fianco in base ai prezzi correnti che man mano si registrano nell'area.

32, Sheffield Terrace,
ottobre 2022.


I Chesterton andarono ad abitare in quella casa qualche anno prima della nascita di Gilbert. In essa vi nacque la sorellina maggiore (di cui forse pochi conoscono l'esistenza), che purtroppo morì a soli sette anni per una febbre, di cui Chesterton dice che il babbo non parlava quasi mai, forse l'unico grande vero dolore di tutta la sua vita. La bambina si chiamava Beatrice, soprannominata dai suoi genitori Birdie (uccellino, ma anche per l'assonanza con il suo nome di battesimo).

Quando Gilbert aveva circa cinque anni, quindi nel 1879, dopo la morte della bambina, la famiglia si trasferì a 11, Warwick Gardens, cioè a qualche centinaio di metri più a ovest da questa casa, ai piedi del colle di Campden Hill, sempre nel bel quartiere di Kensington, in una traversa di Kensington High Street.

Uno dei primi ricordi di Chesterton, ce lo scrive nell'Autobiografia, è quello di aver giocato in giardino sotto le cure di una ragazza con i capelli d'oro,

"alla quale mia madre disse in seguito dalla casa: ’Sei un angelo', cosa che ero disposto ad accettare senza metafore. Ora vive a Vancouver come signora Robert Kidd”

all'uso inglese di chiamare le signore con il nome del marito premettendo il titolo Missis (Mrs.).

La signora Kidd, all'epoca Annie Firmin, era la figlia di un'amica d'infanzia della signora Chesterton, Marie Louise, che chiamava “zia Marie”. Lei e sua sorella, dice Gilbert nell'Autobiografia

“hanno avuto a che fare con i miei primi anni più di altri”. 

Gilbert a quei tempi era chiamato Diddie, invece suo padre era “Mr. Ed” per la famiglia e gli amici più intimi. 

La casa di Sheffield Terrace non era di proprietà dei Chesterton, che l'avevano semplicemente presa in affitto. Quella di Warwick Gardens fu invece acquistata. Il babbo di Chesterton, come forse qualcuno ricorderà, era un agente immobiliare nell'agenzia di famiglia fondata dal nonno di Chesterton a seguito della medesima attività svolta dal bisnonno come dipendente. Nel blog vi è ampia traccia di questa professione dei Chesterton e della perdurante esistenza di questa agenzia anche se oggi essa non ha più alcuna attinenza con la famiglia Chesterton, pur mantenendone il nome.

https://themovemarket.com/tools/propertyprices/32-sheffield-terrace-kensington-london-w8-7na

venerdì 13 settembre 2024

Un aforisma al giorno - L'incipit dell'Autobiografia nella traduzione di mons. Alberto Castelli (Edizioni IPL).

Piegandomi con cieca. credulità, come son solito fare, alla mera autorità e alla tradizione dei miei maggiori, ingoiando superstiziosamente una storia che non mi fu possibile controllare a suo tempo con l'esperienza personale, io sono d'opinione fermissima d'essere nato il 29 maggio 1874, a Campden Hill, Kensington, e d'esser stato battezzato, secondo le formule della Chiesa d'Inghilterra, nella chiesetta di San Giorgio, situata di fronte alla grande torre serbatoio che domina quella posizione elevata.

Non pretendo che vi sia alcun significato particolare, nella relazione in cui si trovano le due costruzioni e mi rifiuto sdegnosamente di credere che tale chiesa fu scelta perché ci voleva tutta la potenza idrica della parte occidentale di Londra per farmi diventar cristiano. Tuttavia la grande torre serbatoio era destinata ad aver la sua parte nella mia vita, come racconterò piú innanzi. Ma quel racconto è nel repertorio delle mie esperienze personali, mentre la mia nascita (come ho detto) è un incidente che accetto, come un povero contadino ignorante, unicamente perché mi è stato trasmesso dalla tradizione orale.

Gilbert Keith Chesterton, Autobiografia.



Questa è la placca affissa
su 32, Sheffield Terrace,
dove nacque il piccolo Gilbert.

Questa è la famosa torre
dell'acquedotto,
oggi non più esistente.

Questa è 32, Sheffield Terrace,
dove nacque il bimbo Gilbert.

Questa è la chiesa anglicana di 
San Giorgio a Campden Hill (interno).

Questa è la medesima chiesa (esterno).
Le personcine sono tutti giovani chestertoniani
italiani, cioè noi.
La foto è dell'Aprile 2018.












giovedì 12 settembre 2024

Chesterton in altre parole - C. S. Lewis: Potrei solo annacquare il suo vino.

L'ha fatto Chesterton (che amo): potrei solo annacquare il suo vino. 

Clive Staples Lewis, lettera a Walden Howard, 1947.




mercoledì 11 settembre 2024

Chesterton in altre parole - Evelyn Waugh.

Chesterton, tra tutti gli uomini del nostro tempo, ha scritto soprattutto per l'uomo comune, ripetendo con un linguaggio chiaro i suoi semplici e preziosi messaggi.


Evelyn Waugh, “Chesterton”, in The Essays, Articles and Reviews of Evelyn Waugh.




Evelyn Waugh


martedì 10 settembre 2024

Un aforisma al giorno - Abnegazione ed eccitazione (guardate, è un grande...).


Credo che una divisione molto irregolare, una vita molto altalenante, una vita vissuta agli estremi della ricchezza e della povertà sia di gran lunga la più morale e migliorativa....Perciò consideriamo i due aspetti della questione: il primo è la necessità dello spirito umano di un certo grado di abnegazione, il secondo la necessità di un certo grado di eccitazione. L'uomo della vita regolare impara l'abnegazione? Per niente. Non ha mai assaporato la stravaganza e quindi non ne sente la mancanza. Non ne sente la mancanza e quindi non vi rinuncia affatto. Se una cosa è molto lontana dall'intero modo di vivere di un uomo, lontana come un secolo o un continente diverso, è assurdo dire che vi rinuncia. È assurdo dire che sono così semplice nel mio modo di vivere da aver vissuto un anno a Battersea senza gondola. È assurdo dire che penso a mia moglie e al mio piccolo reddito, e che resisto all'acquisto di un elefante indiano... E ora contrapponi a questa vita facile e autoindulgente della rispettabile classe media, l'eroismo oscuro, l'abnegazione ferrea, l'austerità religiosa dell'uomo stravagante che è in difficoltà. Passa accanto alle tentazioni, ma come il santo nella Chiesa trionfante, sa quali sono, e quali sono la loro bellezza e il loro pathos. Abbandona il sigaro, ma non con ignoranza, bensì con una triste e sacra consapevolezza. È davvero un asceta.... E per effetto della sua precedente stravaganza sulle sue risorse attuali, guadagna davvero un controllo su se stesso, una conoscenza della vita umana dura e sana, come è stata per tutti gli uomini fin dall'inizio del mondo... Credo che un carattere morale più severo e più fine sia prodotto dall'essere stravaganti un giorno e parsimoniosi il giorno dopo. Perché così sviluppiamo sia le virtù pagane che quelle puritane. E conserviamo l'unico elemento essenziale della vita, la meraviglia; sappiamo quando la vediamo nella notte più buia; la siepe bassa e trascurata che si trova tra la terra e il Paese delle Fate.

Gilbert Keith Chesterton, Bianco e nero, 14 marzo 1903, 

oggi in Gilbert Keith Chesterton, Chesterton in Bianco e nero.




lunedì 9 settembre 2024

Un aforisma al giorno - Tutta l'educazione è educazione religiosa.

Di fatto, ovviamente, tutta l'educazione è un'educazione religiosa, e mai come quando è un'educazione irreligiosa. O insegna una dottrina precisa sull'universo, il che è teologia, o ne dà per scontata una, il che è misticismo. Se non fa questo, non fa nulla e non significa nulla, perché tutto deve dipendere da principi primi e riferirsi a qualche causa, espressa o inespressa.

Gilbert Keith Chesterton, Illustrated London News, 26 luglio 1924.


schizzo di Sir James Gunn

domenica 8 settembre 2024

Un aforisma al giorno - Tradizione.

... l'unica tradizione veramente tradizionale è quella che è ancora viva.

Gilbert Keith Chesterton, Illustrated London News, 30 agosto 1924.


Un numero del 1924
della rivista


sabato 7 settembre 2024

L'Introduzione di mons. Alberto Castelli all'Autobiografia (edizione IPL), un bel saggio non abbastanza valorizzato.



Alla ricerca di una citazione per un caro amico, ho ancora una volta fatto prendere aria alla cara vecchia edizione dell'Autobiografia di Chesterton tradotta e introdotta da mons. Alberto Castelli (Istituto di Propaganda Libraria, che tra l'altro pubblicò anche una validissima traduzione del San Francesco d'Assisi). Mons. Castelli (1907 - 1971) fu arcivescovo, traduttore, letterato, recensore di numerose opere di letteratura inglese. Ne abbiamo parlato in diverse occasioni negli ultimi anni, proprio per ridestarne la memoria e farne conoscere bravura, capacità, profondità di intuizione anche a proposito del nostro Chesterton.

Per questo ritengo giusto riproporre l'Introduzione all'Autobiografia del Nostro Eroe: semplice ma profonda, cita i passaggi essenziali della vita del giornalista inglese che più amiamo, dimostra la profonda conoscenza della storia dell'uomo e dei suoi ammiratori, offre spunti di riflessione non comuni pur nella sua brevità. Inoltre lo stile della traduzione che mons. Castelli produrrà è asciutto e vivo, tuttora validissimo e piacevole. Personalmente è quella che preferisco.

Non mi dilungo: qui sotto trovate diversi post che lo riguardano e che vi consiglio di leggere.

Qualora vi fosse chi, avendone diritto, non volesse che quest'opera venisse pubblicata in questo luogo, siamo pronti a rimuoverla al minimo cenno.

Marco Sermarini

***

Due parole su una vecchia edizione dell'Autobiografia di Chesterton:

https://uomovivo.blogspot.com/2023/01/due-parole-su-una-vecchia-edizione.html

Un breve ricordo di mons. Alberto Castelli:

https://uomovivo.blogspot.com/2021/08/un-breve-ricordo-di-mons-alberto.html

Ancora su mons. Alberto Castelli - La sua prefazione a Le Lettere di Berlicche di C. S. Lewis:

https://uomovivo.blogspot.com/2021/08/ancora-su-mons-alberto-castelli-la-sua.html

Il necrologio di mons. Alberto Castelli da parte della Conferenza Episcopale Italiana apparso su l'Osservatore Romano:

https://uomovivo.blogspot.com/2023/01/il-necrologio-di-mons-alberto-castelli.html

***

Il discorso su Chesterton cade ancora, in questo nostro tempo, ma capita di sentir dire che egli non è più di moda.

E, se ricordo bene, qualche anno fa, in una veneranda assemblea, un personaggio pieno di meriti, ha citato una delle sue pagine (tra le piú belle, dove descrive il trionfo della «selvaggia verità» sulle eresie: una pagina scritta quando non si era ancora convertito, e precisamente in Ortodossia) dicendo che cose del genere ormai non hanno più valore.

Ritengo che, sotto un certo aspetto, gli amici dell'Istituto di Propaganda Libraria, nel decidere di ripubblicare la traduzione della sua Autobiografia, uscita per la prima volta nel 1937, a un anno dalla sua morte, pensassero la stessa cosa: cioè che Chesterton non è di moda. Questi amici dunque hanno forse pensato così: Chesterton non è di moda, non è un pensatore, non è uno scrittore che segue la moda: lo si vede dal contenuto dei suoi pensieri e dallo stile della sua lingua; dunque facciamo ancora dono di questo suo libro agli uomini del nostro tempo, i quali vedranno che la sua fatica e la sua gioia nel pensare e nello scrivere, non sono cose che passano come e con la moda, ma ricchezze che durano per tutti i tempi; vedranno che esse non disprezzano ciò che è moderno, e si preoccupano anche del nostro tempo, perché non sarà difficile scorgere come le sue pagine sono state riempite con nella mente un pensiero che non ricordo più in quale di esse egli ha espresso: ogni tempo ha i suoi nuovi problemi, e nuovi problemi ha il nostro tempo, ma le risposte agli interrogativi dei nuovi tempi sono sempre le vecchie risposte.

Un discepolo e ammiratore di Chesterton scriveva, nella prima delle Lettere di Berlicche, al giovane diavolo che era alle sue prime armi nel tentativo di dannare un'anima: « Il tuo giovanotto è stato abituato, fin da ragazzo, ad avere nella testa una dozzina di filosofie irriconciliabili tra loro, che danzano insieme allegramente. Non considera le dottrine come, in primo luogo, 'vere' o 'false', ma come accademiche o 'pratiche', 'superate' o 'contemporanee', 'convenzionali' o 'audaci'. Il gergo corrente, con la discussione, è il tuo alleato migliore per tenerlo lontano dalla Chiesa. Non perder tempo nel tentare di fargli pensare che il materialismo è vero! Mettigli in mente che è forte, o robusto, o coraggioso, che è filosofia del futuro. E' di questo che si preoccupa.Il male della discussione è che essa convoglia tutta la lotta sul terreno del Nemico (Dio)».

Tutta la vita di Chesterton non è stata che una interminabile discussione, con qualche pausa di puro umorismo, in versi o in prosa. E nella discussione egli seguì sempre la regola che qualche anno fa soltanto gli uomini sembrarono aver scoperto come una novità, mentre non è poi tanto nuova, anche se non l'hanno sempre praticata. Molte volte, infatti, essi si sono comportati secondo quanto cantò Pascarella nel suo sonetto «Li princípi». Dice che gli avevano sempre insegnato che bisogna fare distinzione fra l'uomo e le idee, e che egli infatti, Pascarella, si era costantemente attenuto a questa regola, e aveva sempre rispettato le idee, e, naturalmente, cazzottato l'uomo!

Per Chesterton le opinioni non sono senz'altro da rispettarsi: il primo rispetto che si deve loro dare è quello di prenderle in considerazione, di studiarle, e di accettarle se sono vere; ma di ucciderle se non lo sono. Nel campo morale è la stessa cosa. Carità significa «perdonare azioni imperdonabili e amare persone non amabili». Il Cristianesimo «venne in modo sorprendente con una spada, e divise una cosa dall'altra: divise il delitto dal delinquente. Si deve perdonare al delinquente settanta volte sette. Al delitto non si deve perdonare mai».

Ecco due esempi del modo con il quale egli trattava con i suoi oppositori, con coloro con i quali era in divergenza totale. Qui, nell' Autobiografia, si troverà il ritratto di Bernard Shaw, dove Chesterton, dopo aver detto di aver disputato violentemente con lui per venti anni, «intorno alle cose piú sacre e piú delicate», raggiunge il punto culminante con queste parole: «Bernard Shaw appare sotto il suo aspetto migliore quando si presenta come antagonista. Potrei dire che si presenta sotto il suo aspetto migliore quando ha torto. Potrei anche aggiungere che generalmente ha torto. O piuttosto in lui tutto è sbagliato, tranne lui stesso ». E' difficile dire meglio a una persona che il suo cuore è migliore delle sue idee; che la sua anima, pur costretta nell'errore, è capace e degna di cose piú grandi: dell'infinita grandezza della verità.

Un'altra testimonianza dell'umanità e della giustezza di Chesterton come perfetto polemista, viene da G.H. Wells, un uomo tanto lontano da lui nelle idee quanto si poteva essere, e che pure, dopo aver letto la recensione di un suo volume, gli mandò questo biglietto, nel dicembre del 1933:

«Caro vecchio G.K.C., uno stralcio della Illustrated London News mi ha raggiunto con un augurio di Natale. Se, dopo tutto, la mia Ateologia dovesse dimostrarsi errata e la vostra Teologia giusta, penso di poter sempre ottenere un passaggio in Cielo (qualora lo desiderassi) come amico di G.K.C. Siate benedetto».

Ecco come in questa nostra età che è cominciata con l'arricciare il naso contro la polemica (praticamente con il polemizzare contro la polemica), e con l'affermare che non si deve più condannare, e che continua placidamente a non condannare condannando tutti e tutto, la rilettura di Chesterton non sarà tempo sprecato.

I contestatori in buona fede potrebbero imparare da lui la distinzione fra contestazione, polemica, e discussione; potrebbero trovare da meditare, per ben discernere i «segni dei tempi», ad esempio, su alcune frasi come quelle che si trovano in un suo saggio su «Lo spirito dell'età nella Letteratura», dove egli incomincia con il far osservare che « lo spirito dell'età non è uno spirito perché, per definizione, non è immortale »; e conclude con il dire che « in quanto lo spirito dell'età è soltanto spirito dell'età e non lo spirito delle età, è uno spirito che evapora velocissimamente, e forse in modo più veloce là dove sembrava particolarmente pungente e forte».

«Ai nostri giorni», continua, «Byron e Swinburne ci sono proprio andati alla testa; ma, a voler giudicare dalla critica corrente, essi han lasciato molti con poco più di un dolore di testa».

Nell'Autobiografa non si troverà, naturalmente, il seguente episodio accaduto nei giorni della sua morte. Il Papa mandò, per mezzo del Segretario di Stato Cardinale Pacelli, un telegramma di condoglianza al capo della Gerarchia in Inghilterra.

Pio XI prega e piange la morte di colui che chiama « devoto figlio della Santa Chiesa, difensore ricco di doti della Fede Cattolica». Era la seconda volta che un Papa dava il titolo di "Difensore della Fede" ad un inglese. I giornali laici non vollero pubblicare per intero il telegramma del Santo Padre, perché dava a un suddito un titolo che spetta al re d'Inghilterra.

Se Chesterton fosse stato ancora capace di gioia terrena, si sarebbe tutto commosso in un «terremoto di riso», la sua cordialità sarebbe scoppiata in una «risata simile a un tuono».

Il titolo di "Difensore della Fede" che Leone X aveva concesso ad Enrico VIII, era stato un gesto di quella moda che chiamava altri sovrani "Re Cristianissimo", "Re Cattolicissimo".

Dare lo stesso titolo a Chesterton era un riconoscimento che richiamava la canonizzazione di San Giovanni Fisher e San Tommaso Moro proclamate l'anno precedente dal medesimo Pontefice Pio XI: non era un gesto che concedeva alla moda ma riconosceva meriti di valore permanente.

ALBERTO CASTELLI

venerdì 6 settembre 2024

Il famoso saggio del card. Giacomo Biffi su Chesterton: "Un dono fatto direttamente da Dio".

Il cardinale Giacomo Biffi
(1928 - 2015)


Gilbert Keith Chesterton è stato un dono fatto alla cattolicità (e all'umanità intera) direttamente da Dio.

Benché egli sia apparso come un aiuto insperato offerto alla Chiesa del secolo XX, alle prese con un mondo ostile e accanito contro di lei, la Chiesa c'entra poco nella sua nascita alla fede e all'attiva militanza ecclesiale.

Non è cresciuto in una famiglia religiosa e non ha ricevuto una formazione cristiana nel senso preciso del termine. Non è stato preparato alla sua missione apologetica da qualche agguerrita università pontificia. Nessun movimento culturale cattolico l'ha illuminato, nessuna associazione dedita all' apostolato l'ha spronato alla «buona battaglia».

Si è fatto da solo. È semplicemente andato alla scuola della sua schietta umanità e ha ricercato la verità con assoluta onestà intellettuale, usando effettivamente di quella ragione che i razionalisti si limitavano a venerare. Questo è stato sufficiente per condurlo «a casa», cioè all' antica fede e alla saggezza dei padri.

Naturalmente noi, che non ignoriamo la teologia, sappiamo benissimo che a livello delle causalità più profonde questo è avvenuto per l'illuminazione e sotto la guida dello Spirito di Dio; il quale, anche se la cosa può apparire sorprendente agli intellettuali laicisti, sta sempre dalla parte dell' essere autentico e della retta ragione.

Forte della sua personale esperienza, Chesterton agli animi in ricerca, magari inconsapevole, di Cristo non propone una via diversa da quella di prendere sul serio la realtà delle cose nella sua integrità (a cominciare dalla realtà interiore dell'uomo) e di adoperare fiduciosamente l'intelletto nella sua nativa sanità, purificato da ogni incrostazione ideologica.

La Provvidenza ha suscitato quest'uomo come antidoto efficace contro tutti i veleni che sono imperversati lungo tutto il secolo XX, ma che si sono fatti anche più virulenti nella sua seconda metà, quando l'avventura terrena di Chesterton si era ormai conclusa da un pezzo.

Nei suoi scritti - principalmente nei saggi, ma anche nell'opera narrativa - si trovano denunciate praticamente tutte le nostre follie.

Ricordiamo alla rinfusa non solo le aberrazioni disumane del comunismo e le intemperanze del capitalismo selvaggio, non solo il razionalismo e l'irrazionalismo, non solo l'agnosticismo filosofico, l'indifferentismo religioso, il relativismo morale, non solo la mentalità divorzistica e l'allergia moderna a trasmettere la vita, ma anche la mania dei culti esoterici, il buddismo snobbistico, le varie ideologie vegetariane e animaliste, le ambiguità dell'internazionalismo pacifista, eccetera.

Purtroppo la cristianità - che ha dato discreta attenzione a Chesterton fino alle soglie del Concilio Vaticano II - ha cominciato a dimenticarsene proprio quando il suo magistero sarebbe stato più necessario per prevenire e contrastare i nostri guai.

Mi auguro che questa piccola raccolta sia più che altro un segno: il segno di una rinnovata attenzione e di una salutare ripresa di interesse.

L'origine di queste pagine - destinate alla stampa periodica e legate perciò a un determinato contesto spiega una certa difficoltà di comprensione da parte dei lettori di un'epoca lontana e diversa. Ma in ognuna di esse balena la frase lucente e incisiva che non si dimentica più.

Chesterton sa che la conseguenza più deleteria della scristianizzazione dell'Europa non è stato lo smarrimento etico (che pure è stato gravissimo): è stato lo smarrimento della ragione. «Il mondo moderno - dice - ha subìto un tracollo mentale, molto più consistente del tracollo morale».

Non si fatica a immaginare il suo giudizio sull'uomo - sul cristiano - dei nostri giorni, che sembra aver sostituito la speranza cristiana con un ansioso ottimismo mondano: «Non vuol più accettare la dottrina cattolica che la vita umana è una battaglia; vuole solo sentirsi dire ... che è una vittoria».

Il divorzio, introdotto da gente probabilmente in buona fede e difeso perfino da molte anime belle e devote per rimediare ai «casi difficili», ha radicalmente cambiato l'idea stessa di matrimonio e di famiglia. «La Chiesa - dice Chesterton - aveva ragione nel rifiutare anche le eccezioni. Il mondo ha ammesso le eccezioni, e le eccezioni sono diventate la regola».

Oggi, in nome dell'irenismo e della tolleranza, pare vadano sbiadendosi i confini tra l'errore e la verità. E dal momento che nessuna asserzione è più condannabile, è straordinariamente difficile diventare eretici. Personalmente la cosa mi secca un po' , perché ci tengo alla mia libertà di compiere tutte le trasgressioni, anche se spero che da tutte mi preservi la grazia di Dio. Forse non si riflette abbastanza che annullare i peccati contro la fede, vuol dire annullare anche la fede.

Per Chesterton l'ortodossia è inconfondibile, ed è la sola nostra possibilità di salvezza. Anche se poi dà dell' eresia il concetto più cavalleresco e positivo che si possa mai configurare.

Le eresie per lui «sembrano persino corrispondere alla verità e talvolta sono vere, nel senso limitato in cui una verità non è la Verità». «L'eresia è quella verità che trascura tutte le altre verità».

E così si arriva a capire in tutta la sua bellezza il concetto che Chesterton dà della Chiesa cattolica, da lui ritenuta il solo baluardo rimasto a difesa dell'uomo vero, dell'uomo comune, dell'uomo «normale»: «La Chiesa ... è il luogo dove tutte le verità si danno appuntamento».


Giacomo card. Biffi

giovedì 5 settembre 2024

The inner life of G. K. Chesterton | Una conferenza di Karl Schmude, presidente della Società Chestertoniana Australiana.

G. K. Chesterton was a prolific writer on all manner of subjects, and my particular focus will be on one vital part of his life and thought; namely, his inner life or spirituality.

When Chesterton was asked to explain why he had become a Catholic, a step which he took rather late in his life, when he was nearly 50, he briefly – and famously – replied: “To get rid of my sins.”{{1}}

This was a surprising and even startling answer – that Chesterton had joined the Catholic Church because of its practical power of dealing with sin. He had, indeed, long been thought to be on the threshold of the Catholic Church. His great work of Christian philosophy, Orthodoxy, was published as early as 1908, a full 14 years before he entered the Catholic Church. On his death in 1936, Cardinal Pacelli (as he then was – later Pope Pius XII) bestowed upon him the title “Defender of the Faith.”

Il resto nel collegamento qui sotto:

https://www.clergy.asn.au/the-inner-life-of-g-k-chesterton/




mercoledì 4 settembre 2024

Un aforisma al giorno - "Non mi preoccupa un grosso uomo grasso... È questa storia... che voglio che finisca bene".

Ora sono in uno stato in cui mi sento un mostruoso ciarlatano, come se indossassi una maschera e fossi imbottito di cuscini, ogni volta che vedo qualcosa sul G. K. C. pubblico; mi fa male, perché anche se le opinioni che esprimo sono reali, l'immagine è terribilmente irreale rispetto alla persona reale che ha bisogno di aiuto in questo momento. Ho la stessa vanità di chiunque altro riguardo a questi successi superficiali mentre si verificano; ma non sento mai per un momento che essi influenzino la realtà del fatto che io sia completamente marcio o meno; così che qualsiasi commento pubblico sulla mia posizione religiosa sembra come un vento dall'altra parte del mondo; come se riguardasse qualcun altro - come in effetti è. Non mi preoccupa un grosso uomo grasso che appare sulle piattaforme e nelle caricature; anche quando si diletta in dibattiti su quello che io ritengo essere il giusto. Mi preoccupa ciò che è diventato un bambino a cui il padre mostrava un teatro giocattolo, e uno scolaro che nessuno ha mai sentito nominare, con il suo rimuginare su dubbi, oscurità e sogni a occhi aperti, con una coscienza grossolana così incoerente da sfiorare l'ipocrisia; e tutta la vita morbosa della mente solitaria di una persona viva con cui ho vissuto. È questa storia, che così spesso ha rischiato di finire male, che voglio che finisca bene.

Gilbert Keith Chesterton, da una lettera a mons. Ronald Knox poco prima della sua conversione al cattolicesimo, in Dudley Barker, G. K. Chesterton: A Biography, New York, Stein & Day, 1973.




martedì 3 settembre 2024

Un aforisma al giorno - Pubblichiamo una Dichiarazione d'Indipendenza

“Tu credi nella Governo Domestico (1) per l'Irlanda; io credo nel Governo Domestico per le case”, (Innocent Smith, ndr) gridò con impazienza a Michael. “Sarebbe meglio se ogni padre POTESSE uccidere il proprio figlio, come facevano gli antichi romani; sarebbe meglio, perché nessuno verrebbe ucciso. Pubblichiamo una Dichiarazione di Indipendenza di Beacon House. In quell'orto potremmo coltivare abbastanza verdura da mantenerci, e quando arriva l'esattore delle tasse diciamogli che siamo autosufficienti, e scherziamo con lui con il sifone.... Beh, forse, come dici tu, non potremmo avere una sifone, visto che viene dalla rete; ma potremmo scavare un pozzo in questo terreno gessoso, e si potrebbero fare molte cose con le caraffe d'acqua.... Che questa sia davvero Beacon House (2). Accendiamo un falò dell'indipendenza sul tetto e vediamo una casa dopo l'altra rispondere nella valle del Tamigi! Diamo inizio alla Lega delle Famiglie Libere! Via il governo locale! Un fico secco per il patriottismo locale! Che ogni casa sia uno Stato sovrano come questo, e giudichi i propri figli con la propria legge, come noi facciamo con la Corte di Beacon. Togliamo il pittore e cominciamo a essere felici insieme, come se fossimo su un'isola deserta”.

Gilbert Keith Chesterton, Uomovivo.



(1) Qui traduciamo Governo Domestico l'espressione Home Rule, usata dagli inglesi a fine 1800 - inizi 1900 per promuovere una sorta di autonomia per l'Irlanda.
(2) Beacon significa faro.

lunedì 2 settembre 2024

Aforismi in lingua originale - Let's issue a Declaration of Independence from Beacon House...

 “You believe in Home Rule for Ireland; I believe in Home Rule for homes,” he cried eagerly to Michael. “It would be better if every father COULD kill his son, as with the old Romans; it would be better, because nobody would be killed. Let’s issue a Declaration of Independence from Beacon House. We could grow enough greens in that garden to support us, and when the tax-collector comes let’s tell him we’re self-supporting, and play on him with the hose.... Well, perhaps, as you say, we couldn’t very well have a hose, as that comes from the main; but we could sink a well in this chalk, and a lot could be done with water-jugs.... Let this really be Beacon House. Let’s light a bonfire of independence on the roof, and see house after house answering it across the valley of the Thames! Let us begin the League of the Free Families! Away with Local Government! A fig for Local Patriotism! Let every house be a sovereign state as this is, and judge its own children by its own law, as we do by the Court of Beacon. Let us cut the painter, and begin to be happy together, as if we were on a desert island.”

Gilbert Keith Chesterton, Manalive.

Due schizzi di Chesterton.


domenica 1 settembre 2024

"The adventure of being born": G.K. Chesterton’s 150th anniversary - The Catholic Herald del 30 Maggio 2024



The 29th of May 2024 marked the 150th anniversary of the birth of G.K. Chesterton (29 May 1874 – 14 June 1936), the indomitable English author, philosopher, Christian apologist and literary and art critic. To mark the auspicious occasion, Lord David Alton shared with the Catholic Herald his favourite Chesterton poem:


By The Babe Unborn

If trees were tall and grasses short,
                 As in some crazy tale,
               If here and there a sea were blue
                 Beyond the breaking pale,

               If a fixed fire hung in the air
                 To warm me one day through,
               If deep green hair grew on great hills,
                 I know what I should do.

               In dark I lie; dreaming that there
                 Are great eyes cold or kind,
               And twisted streets and silent doors,
                 And living men behind.

               Let storm clouds come: better an hour,
                 And leave to weep and fight,
               Than all the ages I have ruled
                 The empires of the night.

               I think that if they gave me leave
                 Within the world to stand,
               I would be good through all the day
                 I spent in fairyland.

               They should not hear a word from me
                 Of selfishness or scorn,
               If only I could find the door,
                 If only I were born.

Il resto nel collegamento qui sotto:

https://catholicherald.co.uk/the-adventure-of-being-born-g-k-chestertons-150th-anniversary/