Ieri abbiamo segnalato l'e-book di Rubbettino, oggi il volume classico (cioè cartaceo) di Lindau, ma l'opera è la stessa, What's wrong with the world (Ciò che non va nel mondo nella traduzione Lindau, Cosa c'è di sbagliato nel mondo nella traduzione Rubbettino).
Troppa grazia, Sant'Antonio, verrebbe da dire, ma va benissimo, invece diciamo.
Perché?
Perché è un volume che mancava assolutamente, e soprattutto mancava questo Chesterton all'attenzione dei lettori italiani e voglio dire all'attenzione dei chestertoniani italiani.
Spesso "confiniamo", anzi "riduciamo" Chesterton nel terreno della fiction e dell'apologetica (se si può parlare di riduzione), ma ci dimentichiamo che Chesterton è stato e rimane un impareggiabile polemista sociale e politico. A Chesterton non andava il mondo creato dal capitalismo (lo dobbiamo dire, non lo si può confondere con un conservatore, è storicamente sbagliato definirlo così) come non gli andava quello del comunismo. Era un distributista e spiegava lui stesso (insieme ai sui "commilitoni" in questa battaglia totalmente sconosciuta e anzi celata, Hilaire Belloc e padre Vincent McNabb) di essere distributista in quanto estimatore ed amante dell'enciclica di Leone XIII Rerum Novarum, di cui il distributismo doveva essere la pratica realizzazione.
In sintesi, Chesterton era cattolico fino al midollo e quindi era distributista. So che questa affermazione non piacerà a tutti, ma le cose stanno così. Non si può tirare la giacchetta a Gilbert a destra o a sinistra e nemmeno al centro, egli era e rimase sempre cattolico e cattolicamente e tomisticamente ragionava.
Questo Chesterton non è conosciuto in Italia proprio perché irriducibile alle ideologie culturalmente dominanti, il capitalismo e il comunismo, sorta di religioni senza dio che tanto ancora influenzano la nostra Italia. Pensate che ancora dobbiamo barcamenarci a parlare di destra, sinistra e centro, anche dentro la Chiesa... Figuratevi se questo Chesterton poteva piacere a qualcuno (e quindi essere pubblicato). Oggi forse siamo un pochino più liberi e allora sono addirittura due gli editori che si azzardano a pubblicarlo (bravissimi!).
Considerate che Chesterton, quando fondò il suo settimanale G. K.'s Weekly nel 1925, si dedicò totalmente alla battaglia per il distributismo, tanto che il settimanale sopravvisse alla sua morte in quanto bollettino ufficioso della Distributist League, la Lega Distributista. Consultate un qualunque numero di questo settimanale e troverete una netta preponderanza di articoli su questo tema. Inoltre si dedicò a conferenze, dibattiti, incontri senza tregua.
Non troverete una sola riga pro capitalista o pro comunista in Chesterton. Troverete distributismo a piene mani, cioè dottrina sociale cattolica.
I chestertoniani seri si augurano che questa duplice pubblicazione serva a far conoscere Chesterton nella sua interezza. Due traduzioni, due edizioni? Meglio di una sola, hanno sicuramente il bel significato del grandissimo interesse che c'è intorno a Gilbert, soprattutto su questi argomenti.
Per completezza di informazione, va detto che nell'edizione e-book di Rubbettino è contenuto anche un altro inedito, Cosa c'è di giusto nel mondo.
In alto: la copertina dell'edizione Lindau, qui sopra quella dell'edizione Rubbettino.
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