Paro paro dal blog di Andrea Tornielli vi ammanniamo questa storia.
Leggetela e diffondetela. E' una bellissima testimonianza di un Uomo Vivo e di come le cose, nonostante la dittatura del desiderio, possano improvvisamente e miracolosamente cambiare nei nostri cuori.
Chissà come ne sarà contento Gilbert.
Leggetela e diffondetela. E' una bellissima testimonianza di un Uomo Vivo e di come le cose, nonostante la dittatura del desiderio, possano improvvisamente e miracolosamente cambiare nei nostri cuori.
Chissà come ne sarà contento Gilbert.
Cari amici, dopo aver letto il commento postato da Gianni B. in uno dei precedenti thread, non ho potuto fare a meno di segnalarvelo, perché mi ha commosso e mi ha fatto pensare.
“Questi giorni sono stati per me terrificanti a dir poco, purtroppo. In questo preciso momento, 6 giugno ore 13.00, avrei dovuto essere in Repubblica Ceca presso una clinica privata per iniziare l’iter dell’inseminazione eterologa. Avevo già preso l’appuntamento, prenotato l’albergo, fatto il pieno e stampato l’itinerario, tanto per dire. Io e la mia dolce metà abbiamo ovviamente trascorso queste ultime notti completamente insonni, chiedendoci se la nostra decisione sarebbe stata giusta o no, mentre si avvicinava il momento della partenza. Mi sono domandato mille volte: come è possibile mettere al mondo un bambino sapendo che il patrimonio genetico non è della persona che ami ma di un’altra donna che neppure conosci? Dentro di me ero assolutamente orripilato da questa ipotesi, però mia moglie desiderava questo figlio sopra ogni altra cosa, poverina, e non me la sono sentita di dire un no irrevocabile. Per fortuna, sono riuscito a farla ragionare, passo dopo passo, con grande pazienza e amore, e alla fine mi ha dato ragione… per cui ieri non siamo partiti e abbiamo annullato tutto. Oggi lei è molto più sollevata, anzi quasi rinata devo dire, e pure io. Mentre parlavo con lei ogni tanto mi venivano in mente le nostre discussioni qui dentro al blog, che mi hanno fatto riflettere. Che pensate - mi rivolgo a tutti voi, se avete voglia di rispondermi - di questa nostra decisione? Io sono strafelicissimo in questo momento, sto già pensando all’affido, ci sono tanti bambini che hanno bisogno di una famiglia”.
Condivido anch’io la felicità di Gianni e di sua moglie. Mi colpisce il fatto che i commenti dei lettori del blog abbiano potuto, nel loro piccolo, contribuire a far prendere una decisione così importante. Mi sono permesso di presentare questo messaggio (all’insaputa di Gianni), perché credo possa insegnare qualcosa a tutti. A me ha insegnato che dietro le questioni di principio, i temi che ci fanno accapigliare, che ci fanno discutere aspramente, ci sono sempre le storie concrete delle persone. C’è la vita. Se lo tenessimo sempre presente - quando parliamo di bioetica ma anche delle vicende interne alla Chiesa - forse i nostri giudizi, senza venir meno nella chiarezza, sarebbero accompagnati da più carità e misericordia.
“Questi giorni sono stati per me terrificanti a dir poco, purtroppo. In questo preciso momento, 6 giugno ore 13.00, avrei dovuto essere in Repubblica Ceca presso una clinica privata per iniziare l’iter dell’inseminazione eterologa. Avevo già preso l’appuntamento, prenotato l’albergo, fatto il pieno e stampato l’itinerario, tanto per dire. Io e la mia dolce metà abbiamo ovviamente trascorso queste ultime notti completamente insonni, chiedendoci se la nostra decisione sarebbe stata giusta o no, mentre si avvicinava il momento della partenza. Mi sono domandato mille volte: come è possibile mettere al mondo un bambino sapendo che il patrimonio genetico non è della persona che ami ma di un’altra donna che neppure conosci? Dentro di me ero assolutamente orripilato da questa ipotesi, però mia moglie desiderava questo figlio sopra ogni altra cosa, poverina, e non me la sono sentita di dire un no irrevocabile. Per fortuna, sono riuscito a farla ragionare, passo dopo passo, con grande pazienza e amore, e alla fine mi ha dato ragione… per cui ieri non siamo partiti e abbiamo annullato tutto. Oggi lei è molto più sollevata, anzi quasi rinata devo dire, e pure io. Mentre parlavo con lei ogni tanto mi venivano in mente le nostre discussioni qui dentro al blog, che mi hanno fatto riflettere. Che pensate - mi rivolgo a tutti voi, se avete voglia di rispondermi - di questa nostra decisione? Io sono strafelicissimo in questo momento, sto già pensando all’affido, ci sono tanti bambini che hanno bisogno di una famiglia”.
Condivido anch’io la felicità di Gianni e di sua moglie. Mi colpisce il fatto che i commenti dei lettori del blog abbiano potuto, nel loro piccolo, contribuire a far prendere una decisione così importante. Mi sono permesso di presentare questo messaggio (all’insaputa di Gianni), perché credo possa insegnare qualcosa a tutti. A me ha insegnato che dietro le questioni di principio, i temi che ci fanno accapigliare, che ci fanno discutere aspramente, ci sono sempre le storie concrete delle persone. C’è la vita. Se lo tenessimo sempre presente - quando parliamo di bioetica ma anche delle vicende interne alla Chiesa - forse i nostri giudizi, senza venir meno nella chiarezza, sarebbero accompagnati da più carità e misericordia.
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