venerdì 14 marzo 2008

Una grande Croce per la nostra Chiesa prima della Pasqua


Mons. Rahho aveva 67 anni. “Una grande Croce per la nostra Chiesa prima della Pasqua” ha detto mons. Rabban al Qas, vescovo di Arbil, commentando la notizia ad AsiaNews. Personalità della Chiesa caldea, tra cui mons. Shlemon Warduni, hanno portato il cadavere all’ospedale di Mosul per accertare le cause del decesso. I funerali si svolgeranno nella vicina cittadina di Karamles. Mons. Rahho sarà sepolto vicino a p. Ragheed, il suo sacerdote e segretario ucciso il 3 giugno 2007 all’uscita dalla messa da un commando terrorista.

Il presule era molto malato. Pochi anni fa aveva subito un infarto e da allora aveva bisogno di assumere medicine quotidiane. Le difficili trattative andate avanti in questi 14 giorni di sequestro avevano da subito preoccupato per la totale assenza di contatti diretti con l’ostaggio. Tra le condizioni poste dai rapitori - fanno sapere fonti di AsiaNews a Mosul - oltre ad un ingente riscatto nell’ordine dei milioni di dollari, si è parlato anche di forniture di armi e della liberazione di prigionieri arabi nelle carceri curde.

Per il rilascio del presule si erano espressi numerosi leader musulmani, sunniti e sciiti, in Iraq, Libano e Giordania, che hanno anche condannato il gesto come “contrario all’islam”.

Era morto da almeno cinque giorni l’arcivescovo caldeo di Mosul. Lo ha accertato l’autopsia cui è stato sottoposto il corpo di mons. Paulo Farj Rahho. Lo riferiscono ad AsiaNews fonti vicine al vescovo deceduto.

Sul corpo del presule, rapito il 29 febbraio, sembra non vi siano segni di violenze. Probabilmente è morto per la mancanza di medicinali che doveva assumere regolarmente per i suoi gravi problemi di salute. Ma ancora sulle cause del decesso non vi è chiarezza.

Mons. Rahho e i tre uomini che erano con lui al momento dell’agguato, si aggiungono al lungo elenco di cristiani uccisi in Iraq. Mosul si conferma la città più pericolosa per la comunità cristiana, la cui presenza è scesa a un terzo rispetto al 2003. Grande è il tributo di sangue versato da questa diocesi. Solo nel 2007 sarebbero almeno 13 i cristiani uccisi – tra cui p. Ragheed Gani trucidato il 3 giugno – più due preti e un vescovo rapiti. Numerosi gli attacchi ad obiettivi cristiani. L’ultima ondata di violenze si è registrata tra il 6 e il 17 gennaio 2008, quando una serie di esplosioni ha colpito: la chiesa caldea della Vergine Immacolata, quella caldea di San Paolo, quasi distrutta, l’entrata dell’orfanotrofio gestito dalle suore caldee ad al Nour, una chiesa nestoriana e il convento delle suore domenicane di Mosul Jadida.

Secondo una lista stilata da AsiaNews, per l’anno passato il bilancio delle vittime di azioni violente in Iraq è di 47 morti, di cui almeno 13 solo a Mosul.

1 commento:

Anonimo ha detto...
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