Nel numero del 21 Febbraio c'era questo bellissimo articolo, che trovate qui sotto.
Ringraziamo pubblicamente... Berlicche per la graditissima difesa d'ufficio del nostro Gilbert!
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Gli ultimi saranno i primi
di Berlicche
Bistratta chi vuoi, ma Chesterton no
MIO CARO MALACODA, NON AVREI MAI VOLUTO SCRIVERTI UNA LETTERA SULL'ABORTO, LO SAI. Ma tu mi provochi. Firmandoti Dino Messina sul Corriere della Sera ti permetti di svillaneggiare Chesterton. Hai presente quel sentimento strano per cui talvolta nella vita capita di rispettare l'avversario? Anzi, addirittura di amarlo? Pure un pochino di invidiarlo? Ecco, a me succede con GKC. Non te ne ho mai parlato perché non volevo si sapesse, non ci faccio una bella figura. Lo leggo di nascosto, rido e tutti mi guardano come se fossi un pazzo. E tu, fra tanti che potevi attaccare, hai scelto proprio lui. E con che argomenti, poi... Parli della sua raccolta Eugenetica e altri malanni e lo lodi perché «se la prendeva con l'aberrante pratica della selezione biologica che sarebbe poi stata adottata su vasta scala dalla Germania nazista», ma la raccolta del 1921 e la Germania nazista era di là da venire. L'aberrante pratica era teorizzata da democraticissimi pensatori né tedeschi né nazisti. La mancata paternità dell'idea non li assolve, certo (oddio parlo come il Nemico!), ma la mancata citazione dei precursori ti rende meno credibile nell'accusa, la macchia di un vizio ideologico. Che invece tu, rivoltatore di frittate, lanci contro Chesterton: «Anche la sua visione non era scevra da pregiudizi ideologici, che lo portavano a scagliarsi contro "quel sistema di pensiero che ha avuto inizio con l'evoluzione ed è finito nell'eugenetica". Un punto di vista rozzamente antiscientista... ». Allora: prima di definire rozzo il pensiero di GKC leggi Dawkins e Odifreddi così ti fai un'idea della rozzezza. Secondo, leggi anche il Chesterton "evoluzionista" là dove parla dell'assoluta tranquillità per un cristiano nel pensare che Dio può aver fatto le cose tutte insieme oppure un po' alla volta. Terzo rileggiti anche Darwin, che dimostri di non conoscere, là dove si lascia andare a pensieri eugenetici. Quarto, manda a memoria queste parole dell'inglese Julian Huxley, darwinista convinto, il fratello eugenista di Aldous: «Il nostro sregolato capriccio non solo tende a sovrappopolare il pianeta, ma anche, sicuramente, a darci una maggioranza di uomini di qualità biologicamente inferiore... L'applicazione della scienza medica può aumentare il numero degli esseri umani in una data area ma abbassare la loro qualità o le loro opportunità di godere della vita: se così succede non va bene». Quinto, sai chi disse che il nazismo è «biologia darwiniana applicata»? Te lo dico io, Hitler. Conosciuti questi fatti potrai concludere che quelli di Chesterton non sono pre-giudizi, ma considerazioni ex post, giudizi espressi sulla base di dati di realtà . Non cercare di confondermi con paralogismi, so che non tutti gli evoluzionisti sono eugenisti, ma tutti gli eugenisti, per cogenza di pensiero, sono obbligati a essere evoluzionisti. E veniamo all'aborto, che tu tiri in ballo. Dici che Avvenire, recensendo Chesterton «si è spinto a definire l'aborto una pratica eugenetica e si è scagliato contro chi usa l'eufemismo "interruzione di gravidanza". Forse una maggiore capacità di distinguere - concludi - farebbe bene al fronte cattolico». Forse, ma tu come la chiami la decisione di "interrompere la gravidanza" di fronte alla possibilità di malformazioni del feto? Un gesto d'amore? Può darsi, ma dettato da una preoccupazione eugenetica, devi ammetterlo se non vuoi passare per fesso (e non lo sei). Quanto all'eufemismo: l'interruttore, si sa, accende e spegne; spegne e riaccende. Interrompe l'erogazione della corrente elettrica e poi la ristabilisce. In questo caso quand'è che si riprende? Comunque, lascia stare Chesterton! Tuo affezionatissimo zio
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