Cercando citazioni di attualità di Chesterton in giro per il web, ci siamo imbattuti in un articolo del sito de L'Occidentale, vicino alla Fondazione Magna Charta, che si colloca per sua esplicita dichiarazione nell'area del Popolo delle Libertà.
L'articolo è di Tiziano Buzzacchera e si intitola L'etica cattolica e lo spirito del capitalismo.
La questione di fondo è interessante, nel senso che crea discussione, e ciclicamente riemerge; in questo articolo tutto parte dalla lettura del volume di Thomas Woods Jr., La Chiesa e il mercato (Liberilibri, editrice di Macerata, su posizioni politiche ed economiche liberali, che continua a pubblicare Lo Stato servile di Hilaire Belloc, uno dei capisaldi della teoria distributista, fatta propria con contributi interessanti da Chesterton e padre Vincent McNabb). L'autore dell'articolo definisce Woods, Senior Fellow presso il Mises Institute, difensore di "quello che si può definire un 'cattolicesimo libertarian' ", prospettiva da lui definita "incendiaria".
Dice l'autore dell'articolo: "Partire da Mises per finire a S.Tommaso non è un'idea balzana perchè, sia nel cattolicesimo che nel laissez-faire più convinto si ravvisa una struttura di leggi naturali ( morali per il primo, economiche per il secondo) che reggono l'impalcatura della realtà, che sono per il credente di ordine soprannaturale ed afferrabili tramite la ragione (...)".
Poco più avanti però ammette che "qui... si incrociano le spade": secondo Buzzacchera/Woods la Chiesa non avrebbe saputo sempre accettare le lezioni dell'economia. Egli si fa forte della lezione di Woods jr: "il fatto che ogni uomo guadagni un 'salario familiare' che permetta alla sua famiglia di vivere in un ragionevole benessere è un traguardo sociale auspicabile. L'implicita convinzione di qualche pensatore sociale cattolico secondo cui questo risultato può essere realizzato per decreto, ovvero che la volontà dell'uomo può determinare questo stato di cose grazie a un ipse dixit e che nessun ricorso alle cosiddette leggi economiche può essere di aiuto nell'accertare il probabile risultato di queste misure, ebbene, questa convinzione non può essere difesa sul piano intellettuale più di quanto non lo sia l'idea che il desiderio che l'uomo ha di volare rende superfluo il tener conto della legge di gravità".
E qui tira in ballo Chesterton e amici: "Valga a scopo illustrativo un altro esempio. Una parte consistente del mondo cattolico denuncia una certa simpatia per il 'distributivismo' di Chesterton e Belloc. Banalizzando, il nocciolo del distributivismo sta nella nozione di 'proprietà diffusa' anzichè concentrata, da cui si ricava un'evidente preferenza per la piccola proprietà, che sarebbe maggiormente in grado di garantire l'indipendenza familiare e la sicurezza rispetto all'economia di scambio. Eppure, le prescrizioni del distributivismo si sgretolano non appena si comincia ad esaminarle in modo più approfondito".
La tesi, insomma ed in sintesi, è che il capitalismo sarebbe totalmente adeguato alla visione cattolica del mondo e della società.
Voi che ne pensate?
Sarebbe interessante aprire una discussione su questa questione, che quanto meno non è del tutto pacifica...
Cliccando il titolo troverete l'articolo per intero, qui citato solo per sommi capi.
Cliccando questo link trovate un breve profilo biografico di Belloc; sopra, nel testo del post, trovate un altro link che riguarda Belloc e la pagina di Wikipedia (nostra opera che speriamo non venga modificata) su padre McNabb.
L'articolo è di Tiziano Buzzacchera e si intitola L'etica cattolica e lo spirito del capitalismo.
La questione di fondo è interessante, nel senso che crea discussione, e ciclicamente riemerge; in questo articolo tutto parte dalla lettura del volume di Thomas Woods Jr., La Chiesa e il mercato (Liberilibri, editrice di Macerata, su posizioni politiche ed economiche liberali, che continua a pubblicare Lo Stato servile di Hilaire Belloc, uno dei capisaldi della teoria distributista, fatta propria con contributi interessanti da Chesterton e padre Vincent McNabb). L'autore dell'articolo definisce Woods, Senior Fellow presso il Mises Institute, difensore di "quello che si può definire un 'cattolicesimo libertarian' ", prospettiva da lui definita "incendiaria".
Dice l'autore dell'articolo: "Partire da Mises per finire a S.Tommaso non è un'idea balzana perchè, sia nel cattolicesimo che nel laissez-faire più convinto si ravvisa una struttura di leggi naturali ( morali per il primo, economiche per il secondo) che reggono l'impalcatura della realtà, che sono per il credente di ordine soprannaturale ed afferrabili tramite la ragione (...)".
Poco più avanti però ammette che "qui... si incrociano le spade": secondo Buzzacchera/Woods la Chiesa non avrebbe saputo sempre accettare le lezioni dell'economia. Egli si fa forte della lezione di Woods jr: "il fatto che ogni uomo guadagni un 'salario familiare' che permetta alla sua famiglia di vivere in un ragionevole benessere è un traguardo sociale auspicabile. L'implicita convinzione di qualche pensatore sociale cattolico secondo cui questo risultato può essere realizzato per decreto, ovvero che la volontà dell'uomo può determinare questo stato di cose grazie a un ipse dixit e che nessun ricorso alle cosiddette leggi economiche può essere di aiuto nell'accertare il probabile risultato di queste misure, ebbene, questa convinzione non può essere difesa sul piano intellettuale più di quanto non lo sia l'idea che il desiderio che l'uomo ha di volare rende superfluo il tener conto della legge di gravità".
E qui tira in ballo Chesterton e amici: "Valga a scopo illustrativo un altro esempio. Una parte consistente del mondo cattolico denuncia una certa simpatia per il 'distributivismo' di Chesterton e Belloc. Banalizzando, il nocciolo del distributivismo sta nella nozione di 'proprietà diffusa' anzichè concentrata, da cui si ricava un'evidente preferenza per la piccola proprietà, che sarebbe maggiormente in grado di garantire l'indipendenza familiare e la sicurezza rispetto all'economia di scambio. Eppure, le prescrizioni del distributivismo si sgretolano non appena si comincia ad esaminarle in modo più approfondito".
La tesi, insomma ed in sintesi, è che il capitalismo sarebbe totalmente adeguato alla visione cattolica del mondo e della società.
Voi che ne pensate?
Sarebbe interessante aprire una discussione su questa questione, che quanto meno non è del tutto pacifica...
Cliccando il titolo troverete l'articolo per intero, qui citato solo per sommi capi.
Cliccando questo link trovate un breve profilo biografico di Belloc; sopra, nel testo del post, trovate un altro link che riguarda Belloc e la pagina di Wikipedia (nostra opera che speriamo non venga modificata) su padre McNabb.
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