giovedì 20 giugno 2013

Le due sconfitte dei cattolici italiani - di mons. Luigi Negri (da La Nuova Bussola Quotidiana)

Un bellissimo articolo dell'arcivescovo di Ferrara - Comacchio mons. Luigi Negri (nostro amico), di cui vi forniamo uno stralcio significativo e che trovate nella sua intierezza qui:


Mons. Negri è con evidenza su posizioni distributiste.

«La prima sconfitta è incredibile ma si è ormai compiuta.
 Dopo che con Giovanni Paolo II, in perfetta linea con la tradizione magisteriale della Chiesa, si era affermata la fede come condizione di una autentica conoscenza della realtà, della storia e della società; dopo che si era compreso che la fede diventa cultura, per cui - come ha detto tantissime volte – "se la fede non diviene cultura non è stata realmente accolta, pienamente vissuta, umanamente ripensata"; dopo tutto questo sta ridiventando maggioranza quel dualismo fede e cultura per cui la cultura rappresenta una realtà autonoma dalla fede. Così che con la cultura nella migliore delle ipotesi si può accennare a qualche momento di "dialogo" o di "cortile", espressioni che una adeguata razionalità e una adeguata consapevolezza di fede fanno fatica a definire nella loro obiettività.

Allora la fede si aggiunge alla cultura, ne rappresenta una introduzione di carattere spirituale, ne corregge o ne correggerebbe le conseguenze negative sul piano etico, aspetto questo assolutamente evidente quando si parla del rapporto fede-economia o fede-politica. 

Che fine ha fatto la grande e spettacolare enciclica Caritas in Veritate, che invece affermava la pertinenza della fede nei confronti delle stesse strutture, delle stesse dinamiche economiche? Ogni tanto la si vede citare, ma giusto il titolo. Anche i cosiddetti economisti cristiani hanno ripiegato su questa posizione, sono tornati velocemente a quella eticità dell'economia, che nell'apparente semplicità dice tutto perché non dice niente. L'economista cristiano e poi il politico cristiano in questa visione dovrebbero così temperare i rigori del capitalismo selvaggio». 

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