venerdì 23 febbraio 2007

Una volta si chiamavano esposti.



Da AsiaNews prendiamo questa interessante notizia.

I giapponesi sono dei favolosi imitatori di tutto ciò che vedono. Qualcuno nel paese del Sol Levante ha pensato di copiare quello che una volta facevano i conventi cattolici, cioè accogliere i bambini purtroppo indesiderati.

Anche il Giappone apre alle “culle pubbliche contro gli aborti”. Dopo l’India, che ha lanciato la settimana scorsa lo “schema delle culle” contro gli aborti ed i feticidi femminili, il ministero nipponico della Salute ha approvato la decisione di un ospedale di Kumamoto di posizionare una “scatola per bimbi” aperta al pubblico.

La “scatola”, spiegano i dirigenti ospedalieri, è stata creata in modo da garantire l’assoluta privacy di quei genitori che vogliono abbandonare i propri neonati. In pratica, si tratta di un’incubatrice perennemente in funzione, controllata da un’infermiera dall’interno dell’ospedale, la cui apertura guarda sulla strada ed è protetta da un muro.

Secondo i rappresentanti dei ministeri della Salute, del Lavoro e del Welfare il programma “non solo non viola alcuna legge, ma va appoggiato perché protegge la salute anche dei figli non desiderati”. Ovviamente, aggiungono, dal punto di vista legale saranno gli ospedali a rispondere della sicurezza dei neonati: tuttavia, “il governo farà il possibile per aiutarli tramite campagne di adozioni e riduzioni fiscali”.

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